Feed CC BY-SA
[📚]



[s]
[📑]

» 📓️ Il blogoctt

» 🦄 Fritto Misto

Come annunciato nell'articolo "🎇 Il resocontoctt di questo 2023, almeno in termini di posting!", il Vecchio MicroBlog è ora deprecato, e non verrà più aggiornato. Quello che segue è l'archivio dei vecchi contenuti, che rimarrà leggibile. I nuovi post verranno quindi pubblicati sul Nuovo MicroBlog unificato, raggiungibile dal menu del sito.


» 📒 Vecchi MicroBlog

Nota: I contenuti negli archivi possono aver subito redazioni non segnalate.

» 🗂️ Raccolte

» 😺 Chi sono?

Giustamente, venendo qui, che tu abbia o meno letto le informazioni generali del sito sulla Home, ti starai chiedendo chi sono io.

Io sono Octt. Si, esatto, Octt da cui sitoctt, il mio sito, prende il nome.
Octt si pronuncia "òctt" - come sitoctt, ma senza "sit".
Io sono la webmaster di questo posto. O, forse, webmistress sarebbe più corretto, peccato che le persone che anche soltanto conoscono dell'esistenza di questa parola si contano sulle dita di una mano mozzata.

Vabbe, io ho capito che nel mondo c'era necessità di questo sito (ma quando mai??), ho immaginato il sito, ho iniziato a costruire il sito, ho messo in piedi strategie per semplificarmi la creazione del sito (eee, che paroloni, ho scritto un programmino in Pitone), ed ecco qui il risultato.

» Cosa faccio?

Beh, innanzitutto faccio questo sito. Scrivo le cose, che siano inutili fiumi di parole in lingua umana, oppure paroline magiche che il tuo computer interpreta per visualizzare queste pagine nella loro forma più gloriosa.

Sono la Dea e loli dello Spacc, nonché CEO di Spacc Inc, e sysadmin della Spacc BBS. In tal riguardo, sulle mie spalle gravano responsabilità distruttive.. ma lascio i collegamenti da seguire per capire, non parlo dello Spacc qui.

Poi, per quanto io tenti di passarci meno tempo possibile appresso, ho il mio server da amministrare quando la roba si spacca o c'è da aggiornare la qualsiasi, altrimenti tutta la baracca chi la porta avanti? Tra software server per usi diversi, inclusi quelli web, bot vari per diverse piattaforme, SpaccCraft, e qualche altra robina che adesso mi scoccio di ricordare, è una roba bestiale, anche se almeno ad oggi non ho la difficoltà dell'usare hardware troppo di fortuna.

Ormai purtroppo spesso non trovo il giusto tempo da spendere sul Fediverso, come facevo prima anche lì a scrivere e condividere robette, sulle varie diverse piattaforme libere carine.

Spesso dormo anche, ahhh bello quando dormi che stai lì così, ohhh, e ogni tanto ci vuole, toh.

Scrivo anche programmi veri e propri a volte. Più che altro, programmini, perchè se mi imbarco in grosse imprese poi rischio (no no, succede spesso, quale "rischio", è una certezza) di lasciare roba abbandonata a metà...

Pensa te, inoltre: quando ho tempo, gioco anche ai videogiochi, oppure leggo cose come articoli particolarmente interessanti (non solo il titolo) o manga. In passato, molto di più, ma ad oggi impiego il mio tempo in tante altre cose, quindi il gioco è bello ma, ormai, dura sempre troppo poco.

Qui ci sono alcuni videogiochi che consiglio (lista noj esaustiva): Raccolta Videogiochi, mentre per le altre cose ancora non ho assemblato liste.

Ah, e devo anche ancora andare a scuola... no, università mi dicono ora, credo. Un po' na' seccatura, vabbe, c'è poco da fare.

» Alcune mie proprietà particolari

• Sono una loli con proprietà particolari
La semplice cosa è di per sè una proprietà particolare.
• Il mio colore preferito è quello di sfondo del sito
Ossia, #eeddff. Sono povera e non ho i colori Pantone, questo è il massimo della precisione che posso garantire. Spero il tuo display sia calibrato come il mio.
• Mi piace schiavizzare i sassi
Cioè, non è che mi diverto, è che non ho altra scelta, l'unico modo per fare le cose che mi piacciono è schiavizzare i computer (che sono, a livello di processore, sassi pensanti).
• Ho poca fantasia
Infatti, non mi vengono in mente altri punti da esporre.

» I miei contatti

Mi puoi trovare sul Fediverso, ai contatti da me preferiti che lascio qui sotto.

» Crittografia, prove, e altri profili

Mi sono, finalmente, decisa a mettere in piedi un profilo crittografico compatibile con Keyoxide, uno strumento molto carino per creare verifiche d'identità online decentralizzate. Eccolo qui: https://keyoxide.org/hkp/cfa2a09ce568f17e479d31ad42c0ed2ca5df2af0.

Visitandolo, oltre a poter semplicemente accedere a link di alcuni miei altri profili online, è possibile avere una prova crittografica del fatto che ogni dato account appartiene a me, e non ad alcun impostore sus.
È anche possibile prelevare la mia chiave PGP pubblica, o usare la comoda interfaccia della app (web e non), per cifrare in maniera affidabile messaggi segreti da poter inviare a me.

» Fine?

Per ora, mi dispiace, ma è tutto. Se vuoi sapere altro, dovrai prima aspettare che mi venga in mente nuova roba da scrivere. Non sperarci troppo, però, considerando che è da mesi e mesi che questa pagina non si espande in modo sostanziale 😬.

Qui sul sito, comunque, non ho ancora avuto le idee abbastanza chiare, né la pazienza necessaria, per creare enormi raccolte su tutti quegli elementi di conoscenza che possiedo su soggetti molto particolari. Per il momento, al costo di non aggiungere quasi mai nulla, evito di riempire il postoctt di troppe informazioni; però, le butto tutte sulla OcttKB.


Me su Animal Crossing Wild World.
Io? Cute. Assolutamente indiscutibile.
Voi? Meh, forse.. penso???

Ho dimenticato di annunciarlo nell'articolo "🎇 Il resocontoctt di questo 2023, almeno in termini di posting!", ma, così come per il PicoBlog e il Vecchio MicroBlog, i Devlogs sono ora deprecati, e non verranno più aggiornati. Quello che segue è l'archivio dei vecchi contenuti, che rimarrà leggibile. I nuovi post verranno quindi pubblicati sul Nuovo MicroBlog unificato, raggiungibile dal menu del sito.


» 💾 Archivi Devlogs

Per mesi, in maniera occasionale, ho (ab)usato il PicoBlog come se fosse un devlog.
Ad un certo punto (era quasi ora..) ho però pensato al fatto che le cose non andassero bene.

La scrittura sul PicoBlog è, per natura dello stesso, molto limitata in lunghezza e in scopo. Per tenere una buona traccia di tutto quello che sviluppo - tra cui questo sito, ma non solo - urgeva la creazione di una sezione si stile diario, ma dedicata alla cosa.

Quindi, si dia inizio ai miei Devlogs!
Ovviamente, scriverò soltanto la roba interessante, non tutto quello che faccio in ogni minimo dettaglio - i bug si dimenticano una volta che si risolvono.

» Leggi i Devlogs

Filtri:

» [2022-11-11] Novità estetiche incollate con lo sputo

-> #sitoctt #staticoso

Da quanto che non scrivevo un devlog! Qualcosina però, per sitoctt e staticoso, l'ho fatta nel frattempo.

Il primo cambiamento notevole che ho apportato al sito in questi giorni è l'applicazione del nuovo tema (esclusivamente) alla pagina home. Lascio una foto, cosicché questo post sia comprensibile anche a distanza di tempo senza che serva controllare la Wayback Machine.
La cosa bella? Avevo iniziato a progettarlo diversi mesi fa, pian piano, giorno per giorno, fino a che ad un certo punto.. ho dimenticato di continuare! 😵 Alla fine, però, ho finito tutte le rifiniture e aggiunto nuovi dettagli.

Schermata ritagliata della home page corrente.

Non so cosa stavo pensando mentre costruivo il template, e quindi è venuto un miscuglio di roba: stile ambiente desktop.. ma con lo sfondo Bubbles di Windows 95 ricolorato di viola, tema quasi-metro per taskbar (dove a sinistra si trova il tasto menu) e decorazioni di finestra, con la barra del titolo che ha il titolo al centro, ma un'icona rappresentante la finestra a destra, e un tasto per collassare/riaprire le stesse. Quest'ultima roba, assieme al poter portare una finestra mezza nascosta in primo piano cliccandola (su PC basta passarci sopra il cursore del mouse), l'ho fatta ovviamente funzionare senza alcuno script!

Il riposizionamento in primo piano è molto facile: con la pseudo-classe CSS Hover, applicato alla classe delle finestre, si imposta un valore Z superiore al default di tutte le altre finestre. In questo modo, la finestra verrà rialzata quando ci si passa il puntatore virtuale sopra.

.Window:Hover {
    /* Non ci sono al momento finestre con Z-Index maggiore di questo, quindi va bene */
    Z-Index: 128;
}

La storia dello shading delle finestre, invece, è più complicata e mi ha richiesto l'uso di qualche hack, e ora spiego il tutto. Segue l'HTML rappresentante un'ipotetica finestra, e del relativo CSS.

<div class="Window" id="ExampleWindow">
    <div class="TitleBar">
        <input type="checkbox" class="CheckToggle" id="ExampleWindowCheck">
        <div class="TitleBarContent">
            <span> <label class="CheckLabel" for="MainWindowCheck"></label> </span> &nbsp;&nbsp; <span> <b>Finestra Esempio</b> </span>
        </div>
        <div class="WindowContent ToggleBox">
            <p>
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit...
            </p>
        </div>
    </div>
</div>
/* Input checkbox della classe specifica per i bottoni no-JS */

/* Impostato come invisibile per motivi estetici */
.CheckToggle {
    Position: Fixed;
    Opacity: 0;
    Visibility: Hidden;
}

/* Di default, sui label dedicati alle checkbox, figura un simbolo rappresentante lo stato di unshaded */
.CheckLabel:Before {
    Content: '🔼';
}

/* A checkbox spuntata, sul label nidificato adiacente figura un simbolo rappresentante lo stato di shaded */
:Checked ~ .TitleBarContent > Span > .CheckLabel:Before {
    Content: '🔽';
}

/* A checkbox spuntata, sparisce il div del contenuto */
:Checked ~ .ToggleBox {
    Display: None;
    Visibility: Hidden;
}

Insomma, se questa robaccia si può fare è grazie all'abuso del selettore CSS ~ (tilde), che permette di applicare una proprietà ad un elemento adiacente ad un altro, in questo caso verificando prima una condizione con una pseudo-classe (la proprietà Checked della casella).

Il problema è che, non esistendo alcun selettore per raggiungere elementi genitori del DOM, ho dovuto piazzare il div del contenuto in quello della barra del titolo: una schifezza, pure abbastanza grossa considerando cosa ho dovuto fare poi per rendere le finestre esteticamente a posto nonostante il loro scheletro affetto dalle devianze.

Continuando con il vedere le classi CSS delle finestre in sé.. i commenti bastano.

.Window {
    Position: Absolute;
    Margin: Var(--WindowMargin);
    /* Bordo per estetica, 4px nel mio caso */
    Border: Solid Var(--WindowBorderSize) Var(--TitleBarBackground);
}
.WindowContent {
    /* Minima larghezza del div contenuto della finestra pari alla totale finestra */
    Min-Width: Calc(100% + Var(--WindowMargin)*2 + Var(--WindowBorderSize)*2);
    /* Padding per estetica */
    Padding: Calc(Var(--WindowPadding)*2);
    Padding-Top: Var(--WindowPadding);
    /* Overflow Y permesso nel solo div contenuto 
    Overflow-Y: Auto;
    /* Allineamento del contenuto nella finestra tenendo conto dei margini */
    Margin-Left: Calc(0px - Var(--WindowMargin) - Var(--WindowBorderSize));
    Margin-Top: Var(--WindowBorderSize);
}

Questo, infine, è il CSS applicato alle singole finestre, che differisce sempre in valori.. e, a parte i commenti, anche qui non so proprio cosa dire! 🤐 La soluzione funziona? E allora va bene così.

/*
*/ #ExampleWindow {
    /* Dimensioni massime della finestra */
    Max-Width: 80vw;
    Max-Height: 75vh;
    /* Posizione assoluta a schermo */
    Top: 8px;
    Left: 16px;
    Z-Index: 8;
}
/*
*/ #FeedWindow .WindowContent {
    /* Impostazione della massima altezza del div contenuto della finestra;
     * Per qualche motivo, se non esplicito la cosa, il contenuto sborda sempre.
     * All'altezza massima dell'intera finestra devo sottrarre, oltre al margine,
     * ben 2 volte l'altezza della barra del titolo (ma forse basterebbe una costante arbitraria),
     * altrimenti il contenuto può andare comunque troppo giù.
     */
    Max-Height: Calc(75vh - (Var(--TitleBarHeight) * 2) - Var(--WindowMargin));
}

Questa complessa soluzione funziona perfettamente su Firefox e su Chromium desktop, ma su Chromium per Android questi posizionamenti pixel-perfect fanno imbizzarrire il motore CSS, che non si vergogna affatto di mostrare dello spazio vuoto tra i bordi decorativi e lo sfondo degli altri div che compongono la finestra.

Schermata ritagliata e zoomata della home page renderizzata da Chromium su Android.

Vabbè, lo diciamo che fa schifo? Ma sì: FA SCHIFO! Se hai una soluzione migliore senza JavaScript, io sto aspettando la tua pull request. Forza, sto aspettando, aiutami a togliere lo schifo.

Grazie a questo nuovo tema posso permettermi di aggiungere, in modo un minimo sensato, alcuni meta-contenuti ripetuti tra le pagine del sito che lo usano - anche se per il momento l'ho applicato solo alla home, perchè ho paura che causi un po' troppa confusione visiva sulle pagine dove il contenuto deve stare al primo posto. Una cosa che ho messo, per dire, è la lista di post recenti in una finestrella dedicata.

Per quest'ultima cosa, ho chiaramente dovuto aggiornare staticoso, che genera la lista quando nel codice di una pagina trova la stringa <staticoso:Feed>.
Ne ho approfittato per fare anche altri piccoli miglioramenti, ad esempio ho aggiunto la generazione automatica di pagine di redirect per una serie di URL alternativi specificati nei metadati di una pagina; con questa funzione ho potuto facilmente rinominare i file di alcune pagine nel sito senza rompere gli URL vecchi, ed ho aggiunto alias di convenienza per certe pagine: ad esempio, /Blog.html che rimanda a /Categories/Blog.html.

Come ultime cose: al generatore ho aggiunto anche la creazione di liste di tutte le pagine contenute in una cartella e relative sottocartelle del sito, che richiamo con <staticoso:DirectoryList:{DIRECTORY}> e forse, credo, mi servirà più tardi, anche se ho già creato una pagina che ne fa uso.

» [2022-09-05] Filtri intelligenti

-> #sitoctt

Le soluzioni semplici sono spesso le migliori.
Con questa filosofia, come in altri casi, ho preso e ho implementato questa piccola cosa che mi serviva sul sitoctt.

Al momento i Devlogs sono ancora un po' vuoti, ma, per quando inizieranno a riempirsi di più, sarebbe carino poter efficacemente filtrare le mie scritture per categoria.
Problema risolto in appena qualche riga di HTML e CSS!

<input type="checkbox" id="CheckBox-CATEGORIA" checked>
<label for="CheckBox-CATEGORIA">#CATEGORIA</label>
...
.Box-CATEGORIA,
...
{
    Display: None;
}

/*
*/ #CheckBox-CATEGORIA:Checked ~ Div > .Box-CATEGORIA,
...
{
    Display: Inherit;
}

Mi basta questo codice di base - che devo però duplicare per ogni singola categoria - per definire degli elementi (che dovranno avere una o più classi di categoria; io uso <details> per avere i collassabili) che possono essere fatti sparire quando si toglie la spunta alle eventuali caselle.
Diversi elementi possono inoltre appartenere a multiple categorie, cosa che per me è utile.

La cosa è molto più complicata a spiegarsi, di quanto non lo sia a farsi e ad essere usata.. quindi... 😳!

Nota: I simboli hash (#) nei nomi visibili delle categorie non centrano nulla con l'id HTML degli elementi, li uso come prefisso semplicemente per simboleggiare un hashtag.

» [2022-09-01] Ottimizzazioni necessarie

-> #staticoso

Nei giorni appena passati ho apportato qualche miglioria interna a staticoso.

La prima cosa che ho fatto è stata aggiungere il supporto alla compilazione differenziale dei siti, ossia: ad ogni esecuzione, il programma ricompila solo le pagine che sono effettivamente cambiate dalla compilazione precedente, arrivando quindi ad una maggiore efficienza.

La funzione è ancora da perfezionare, in quanto non controlla se l'HTML di template cambia, ma solo se lo fanno i file di pagine e post.
La cosa può risultare in confusione durante l'uso: eventuali utenti che usano il software (me in primis) magari modificano un template, non vedono le differenze dopo una ricompilazione, e apriti cielo. Per questo motivo, per il momento la funzionalità non è attiva di default; chi vuole usarla deve attivare una flag.

Oltre a ciò, la build differenziale va ancora a calcolare alcune cose che non cambiano, quindi non siamo ancora alla massima efficienza; per arrivarci, dovrò implementare una cache per alcune di quelle cose che servono solo durante l'esecuzione, in modo che il programma possa ripescarle dall'archiviazione locale.

La compilazione differenziale può arrivare a far risparmiare tantissimo tempo, reale oltre che di CPU, ma si può fare di più per guadagnare fino all'ultimo millisecondo della prima categoria: usare il multithreading.
Con il multithreading - anche questo implementato parzialmente nei giorni passati - il programma può usare tutti i processori (fisici e logici) allo stesso tempo, anziché uno solo, dividendo quindi il tempo reale necessario al completamento di tutti i calcoli. Viene da sé che, più processori si hanno, più è possibile dividere il tempo.

Il mio sito, con 30 pagine Markdown (ho escluso l'unica in Pug, che richiede una chiamata ad un programma esterno, apposta per testare) che in totale ad oggi pesano ~180 KB, appena qualche giorno fa impiegava attorno ai 2200 millisecondi per compilarsi sul mio PC desktop[[1]]. Con le nuove ottimizzazioni, invece.. si parla di ~850 ms per una compilazione pulita, e ~450 ms per una differenziale senza alcuna modifica da ricompilare. Non male!

Giusto per, ho voluto fare un test - che, se avessi voluto fare davvero per bene, avrei dovuto fare in confronto ad altri generatori di siti statici - su un ipotetico sito da 1500 pagine. Ho quindi copiato la cartella del mio sito, sdoppiato tutte le pagine per farle arrivare alla grossa cifra (in peso dei file avrò avuto un totale di 9 MB, considerando (180/30)*1500), e ho acceso il programmino.
Esecuzioni diverse hanno dato risultati un po' diversi, forse perché avevo diversi altri programmi aperti che mangiavano CPU (primo di tutti, Firefox che riproduceva un video da Invidious; almeno il 20% di CPU era occupato); ma posso dire di aver visto ~160 s per una build pulita e ~17 s per la differenziale (di nuovo, senza alcuna effettiva modifica).

Schermata di Task Manager nel momento della compilazione del sito grosso.

Quei 17 secondi in particolare, comunque, mostrano senza alcun dubbio che il mio codice va ancora ottimizzato - oltre il poco che ho già fatto. Vabbè, in ogni caso mi soddisfa già il punto in cui sono arrivata!

» [2022-08-29] Titoli delle sezioni, ma ancora meglio

-> #staticoso #sitoctt

Soprattutto a causa della necessità di rendere staticoso leggermente più adatto alla creazione di siti di documentazione, oltre che di blog e cose così, ho sentito di dover apportare qualche miglioramento alla generazione dei ✨magici✨ titoli delle sezioni.

Ispirandomi parzialmente a cosa fa mdBook, ho aggiunto un target ancora (<a>) al fianco di ogni heading nel testo.
mdBook rende ogni titolo un link in sé; soluzione elegante ed intuitiva per copiare un link alla sezione all'istante, ma che può dare (da) problemi grossi in certi casi. Ad esempio, le sezioni <details>, che io tanto amo, diventerebbero difficili da aprire, perché gran parte della loro hitbox sarebbe coperta da quella di un link.
Dovevo inventarmi qualcos'altro.

A livello di HTML, allora, staticoso genera per ogni titolo la seguente struttura: elemento heading, che contiene prima un elemento span racchiudente l'ancora, a sua volta contenente il semplice testo », e poi un altro span (con id univoco) che ha il titolo in sé.
Facendo un esempio pratico, questo è cosa esce fuori:

<!--
--> <h1 class="SectionHeading">
    <span class="SectionLink">
        <a href="#-Titolo-di-esempio">
            <span>»</span>
        </a>
    </span>
    <span class="SectionTitle" id="-Titolo-di-esempio">
        Titolo di esempio
    </span>
</h1>

Senza CSS, i titoli sulla pagina renderizzata si vedono come al solito, eccetto per il fatto che hanno un carattere » cliccabile alla loro sinistra. Andrebbe bene già così, ma ovviamente io avevo la personalizzazione in mente da subito.
Sul tema principale del sitoctt, infatti, ho personalizzato la cosa in modo da avere:

  • L'emoji della catena (🔗) come carattere per il link;
  • Il posizionamento un po' a sinistra del tastino, per far rimanere i titoli in linea con il testo normale;
  • Opacità del carattere molto ridotta, e un po' meno ridotta quando il mouse/dito ci passa sopra;
  • Evidenziazione e sottolineatura di un heading attivato.

In codice CSS, la mia visione si è tradotta in queste righe:

.SectionTitle:Target {
    Color: #EEDDFF !Important;
    Background: #700070 !Important;
    Text-Decoration: Underline;
}
.SectionLink {
    Position: Absolute;
    Left: -1.5em;
    Opacity: 0.08;
}
.SectionLink:Hover {
    Opacity: 0.8;
}
.SectionLink > A::Before {
    Content: '🔗';
}
.SectionLink > A > Span {
    Font-Size: 0;
}

In tutta onestà, lo ripeto: forse per il sitoctt questa cosa non serviva; ma, per la documentazione di staticoso, credo sarà utilissima.

» [2022-08-24] Titoli delle sezioni - ora ovunque

-> #sitoctt

Una delle caratteristiche delle pagine di questo sito, anche quelle di blog - cosa che, riconosco, non si vede tutti i giorni, se non su Wikipedia (che un blog non è) - è il menu con i titoli delle sezioni della pagina.
Su pagine con tanto e tanto contenuto è qualcosa di ottimo, perché permette a chi legge di saltare rapidamente tra diverse zone del testo, per poter trovare al volo determinate informazioni.

Il mio generatore di siti statici genera i menu con i titoli guardando (appunto, direi) i titoli (heading), presenti nel testo, quindi: se quelli non ci sono, il menu non si riempie.

Ecco, io non so per quale assurdo motivo, ma fino ad ora ho tenuto senza titoli magici alcune pagine (in particolare, quella del PicoBlog) che hanno contenuti divisi in sezioni collassabili.

È vero che, grazie ai collassabili (creati con il grazioso tag <details>), queste pagine sono facilmente scorrevoli, visto che a tutti gli effetti le stesse diventano un menu... ma, senza i titoli fatti per bene, è impossibile linkare a sezioni specifiche!
Eh già, perché l'injecting dell'attributo id da parte di staticoso va, giustamente, a braccetto con la ricerca degli heading.

Un po' con il trova e sostituisci del mio editor di testo, e un po' a manina, ho fatto questa sistemazione nelle 2 pagine in cui dovevo. Ora, anche per quelle, ho la possibilità di creare dei link di rimando alle sezioni che voglio.

» [2022-08-24] La data di compilazione

-> #staticoso #sitoctt

È una cosina semplice, quella che ho fatto ieri (e che solo oggi ho tempo di scrivere), ma può secondo me avere grandi implicazioni: ho aggiunto a staticoso la possibilità di scrivere nell'HTML il momento (data e ora) in cui il programma ha compilato ogni pagina, che posso sfruttare aggiungendo la macro [staticoso:BuildTime] dove preferisco.

Ritengo sia qualcosa di utile almeno per il sitoctt: mi fa più che piacere che il sito possa venire archiviato e distribuito parallelamente ai miei server - se non fosse stato così, non avrei scelto con tale convinzione la licenza CC BY-SA - però potrebbero sorgere problemi in caso venissero fatti circolare backup obsoleti che non mettono in chiaro di esserlo.

Nel tempo, il sito inevitabilmente subisce modifiche. Alcune sono semplici aggiunte, e in quei casi un archivio obsoleto del sito avrà banalmente cose in meno; altre volte, si tratta di rettifiche.
Data la possibilità di quest'ultimo tipo di aggiornamenti, è bene che chi legga una copia del sito possa eventualmente accorgersi del fatto che la stessa sia vecchia (ad esempio, di una settimana o più, considerando la frequenza con cui di solito aggiorno il sito).

Revisioni ai miei vecchi contenuti possono avvenire per diversi fattori: magari ritengo giusto aggiornarli perché non più in linea con qualche verità oggettiva, oppure con le mie opinioni personali.
Non che le versioni precedenti debbano per forza sparire - la cronologia di Git sta bene dove sta - ma il punto è che le edizioni antiche del sitocto devono specificarlo bene, per evitare di indurre una qualsiasi persona in confusione.

E quindi, alla fine, ecco che ora ho la data di compilazione al piè di ogni pagina.
O almeno, così è al momento in cui scrivo. Non è mica da escludere che lo stile del mio sito possa cambiare prima o poi, e con esso anche il posizionamento della mia bella riga di testo! 😬️

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. In data 2022-09-01, il mio PC fisso è: CPU AMD Ryzen 3 3200G; OS Void GNU+Linux x86_64, libc musl. 

» 💰 Donazioni

Mi hanno detto che dovrei rendere il sitoctt a scopo di lucro.

In effetti, pensandoci bene, hanno ragione, ma.. c'è un ma.
Visto che non posso, per ovvi motivi di decenza umana, mettere pubblicità, tracker assortiti, o cryptominer nel sito, opto per qualcosa di meno invasivo: questa pagina.

Se il sitoctt ti piace, e vuoi aiutarmi a migliorarlo ed aggiornarlo più frequentemente, puoi farmi una donazione libera.

(Si, la roba dello scopo di lucro è uno scherzo, mi faceva ridere e ho voluto scriverla, ma il sito rimarrà sempre e comunque una robina che faccio perché semplicemente mi piace e non ho molto di meglio o più produttivo da fare.)

» Dona tramite criptomonete

Le criptomonete sono il modo ideale di effettuare transazioni finanziarie tramite Internet, forse ancor più per donazioni che per pagamenti.

Apri la mia pagina di Coindrop per vedere le criptovalute che accetto e i relativi indirizzi: coindrop.to/octt!
Nota: Coindrop richiede l'esecuzione di codice JavaScript (libero) per funzionare. È un problema che in qualche modo va risolto, secondo me, ma per ora questo è.

Nota: ETH è listato per completezza, ma la rete Ethereum fa schifo ed è inutilizzabile per le fees; però, le donazioni sulla rete di Binance per quell'indirizzo sono gradite.
Dovrei accettare altre valute in futuro, per esempio sarei interessata a provare Nano, che dice di avere un basso impatto ambientale.

Se proprio desideri, puoi scegliere di installare tu, sulle tue macchine, un software di mining per la criptovaluta che vorresti donarmi, impostando il programma in modo da far arrivare i pagamenti al mio indirizzo. Seguendo questa strada, non ti serve nemmeno un portafoglio per la valuta in questione, e banalmente userai la tua corrente elettrica per ottenere i soldi da donarmi.
Tieni conto che non mi interesso di mining da un po', quindi non so quali programmi consigliare, ti direi di chiedere a persone più esperte. Ti prego però, non creare una mining farm alimentata a dinosauri morti, a petrolio, a gas metano, e a non ne ho idea, solo per donare a me (o, in realtà, non farlo in generale, ti prego)! Il top sarebbe usare un Rasperino Solare, se riesci.

» Dona tramite buoni regalo

Un altro buon modo per scambiare denaro via Internet, a mio parere, è quello dei buoni regalo.

Al momento, accetto buoni regalo per questi negozi:

  • Amazon.it

Per inviarmi il codice di un buono regalo che hai e vorresti donarmi, consulta la lista dei miei contatti pubblici, dove puoi messaggiarmi e fare le belle cose 😸: Chi-Sono.html#-I-miei-contatti

» Dona tramite contanti

Se mai ci dovessimo vedere di persona, puoi tranquillamente farmi una donazione in contanti!

Al momento, accetto sicuramente le seguenti valute fiscali:

  • [EUR] Euro

La lista qui rende note le valute che accetto sicuramente, perché ho modo di metterle a frutto.
Se hai con te contanti di una qualsiasi altra valuta, e vuoi proprio donarmeli lo stesso, probabilmente li accetterò, ma sappi che è molto probabile che non riuscirò mai ad usarli, e la tua donazione sarà quindi stata a vuoto.

» Storico delle donazioni

In questa sezione della pagina terrò uno storico delle donazioni.
Sarà privato di default, quindi non attribuirò mai l'identità della persona che ha donato alla sua donazione, tranne se mi viene espressamente chiesto di farlo.

Ancora non so se riporterò in generale tutte le donazioni, includendo quindi anche quelle anonime ma semplicemente senza specificare ad opera di chi sono; oppure menzionerò solo quelle di persone che vogliono avere i loro crediti, evitando di scrivere le altre. Magari deciderò quando arriverà la prima donazione anonima? :)

...
... nessun'anima ha ancora donato neanche una lira alla loli, dolore.

Come annunciato nell'articolo "🎇 Il resocontoctt di questo 2023, almeno in termini di posting!", il PicoBlog è ora deprecato, e non verrà più aggiornato. Quello che segue è l'archivio dei vecchi contenuti, che rimarrà leggibile. I nuovi post verranno quindi pubblicati sul Nuovo MicroBlog unificato, raggiungibile dal menu del sito.


» ✉️ Archivi PicoBlog

Stai avventurandoti in una sezione forse effimera del sitocto, ma che comunque, se esiste, vuol dire che ho pensato che ci debba stare lo stesso.

Seguendo l'idea che ho visto su (pochi) altri siti web personali in giro per la rete, dedico questa zona a pagina singola per tenere un cosidetto picoblog.

Nella pratica, si tratta di un flusso di pensieri corti e fini a loro stessi: spesso, un intero articolo di picoblog è composto da una sola frase.
Per questo fondamentale particolare, differisce non solo dai blog tradizionali, dove un articolo è spesso formato da tanti paragrafi, ma anche dagli oggi più popolari microblog (alla Mastodon), dove un articolo è al massimo un paragrafo.

..Anche se, mi sa che, guardando indietro a cosa ho scritto in questi 2 mesi passati.. è già più un ennesimo microblog, anche se tento di restringermi per quanto posso.

L'idea mia è quella di creare un flusso aggiornato più o meno spesso di frasi che boh, mi vengono in mente e voglio scrivere.
Chissà se navigare questa pagina ti aiuterà a conoscermi meglio, ho paura di no. In verità direi, se del mio normale blog ti fidi 5, di quello che trovi qui devi fidarti -20. Non prendere troppo seriamente ciò che scrivo qui.
Tieni a mente che le pubblicazioni più recenti vanno sempre in cima, facendo scendere in basso le precedenti. Inoltre, ogni articolo è collassato di base per questioni di ordine, ti basta cliccare sul titolo per espanderne uno.

» Cose varie

  • Puoi ricevere gli aggiornamenti del PicoBlog tramite Atom. Non ho ancora sistemato staticoso per supportare pagine di questo tipo, ma grazie al servizio Journal to Atom posso avere un feed: The Neon Kiosk

  • Se qui hai finito di leggere le cose recenti, allora fatti un giro per il Neon Kiosk, dove puoi trovare pagine simili a questa ma da altre persone: The Neon Kiosk

» Leggi il PicoBlog

» [2023-06-30] Gli esami odiano il sitoctt.

Per via di esami (di stato) e cose questo giugno, ormai bello che finito, non ho avuto modo di pubblicare articoli prima di ora. Gli esami non li ho ancora finiti, ma questo è cosa pensavo la settimana scorsa; riporto dal mio microblog Telegram:

Le due fazioni di voci nella mia testa:

  • "Devi scrivere l'articolo su perché la dock di Switch fa schifo e come hai fatto la tua con 0€ è da 6 settimane che non posti sul blogoctt 😭😭😭" (voci buone, ci tengono alla crescita del mio sito e delle mie abilità di scrittura)
  • "Devi ripetere matematica tra 5 giorni hai la seconda prova 😭😭😭" (voci cattive, sono gli hater del sitoctt)

Pensare che non c'è stato nemmeno il tempo di onorare l'anniversario del sitoctt...

» [2023-03-26] Ora solo chi ha skill può leggere.

Per fare qualcosa di epico, e contemporaneamente gradito ad alcune persone ma sgraditissimo ad altre, sulla mia pagina dedicata al campo minato ho fatto una roba: la sezione curiosità è bloccata, e per poterla leggere bisogna completare una partita al giochino. Non sai giocare? Peggio per te. 🙃️. Vabbe, non totalmente:

  • Man mano che si premono i quadratini, questi diventano semi-trasparenti e fanno intravedere il testo sotto.
  • Il gioco sparisce se si disattiva JavaScript, e la sezione di testo non viene coperta.
  • Ho incluso un easter egg che fa saltare la partita senza doverla vincere. 👀️

» [2023-03-23] Finalmente certe pagine...

Oggi ho finito di sistemare la grafica di alcune pagine che ho iniziato a creare ieri, Minesweeper e Nonogram. Quando avevo iniziato il sito quasi un anno fa pianificavo di fare cose di questo tipo in questo modo, ma non ho mai fatto molto fino ad ora. Vedrò di continuare così...

» [2023-02-22] staticoso è messo male

Ma da quanto che non scrivevo su sta pagina? Vabbe. Oggi cercavo di aggiungere una funzionalità a staticoso... non ce la posso fare, è tutto spaghetti. Ho sbagliato a programmarlo come un programma monolitico, dovevo progettarlo fin da subito come una suite di programmini indipendenti ma correlati. E ora il danno è fatto.

» [2022-11-10] Faccio esplodere l'AI

Dopo aver scoperto che l'anteprima di ChatGPT è per ora completamente gratuita, ho iniziato a giocarci e a fare cose su cose, dedicandoci forse anche troppo tempo 😅. Ho creato un sito per raccogliere le conversazioni che ho con l'AI, per scopi di ricerca e perché ci sono spesso situazioni che vale la pena condividere: https://listed.to/@ChatGPT_Experiences

» [2022-11-27] sitoctt introvabile, spero per non molto altro tempo

Ho notato che il sitoctt, anche dopo alcune mie misure che avrebbero dovuto far contenti i motori di ricerca, proprio non si trova.. e non ho alcuna idea abbastanza precisa su cosa causi il problema. Devo iniziare a integrare nel generatore una funzione per ripubblicare in automatico su Wordpress, Blogger, e roba di quel tipo, magari da lì i motori lo leggono meglio; intanto, ho iniziato a fare lo script per tradurre il sito in diverse lingue, e questo dovrebbe aiutare a diffonderlo al di fuori dell'Italia.

» [2022-11-18] Finalmente ho il MIO Misskey

Ci avevo provato mesi fa ad ospitare il mio server ActivityPub. Prima Friendica su Altervista.. non andava. Poi Misskey, Mastodon, e Pleroma su Switch in casa.. fallimenti, l'uno più grosso dell'altro. Poi, l'altro giorno sul Raspino ho voluto riprovarci; i problemi sono usciti eccome, ma stavolta li ho saputi risolvere nell'arco di un giorno di lavoro, e quindi adesso ho il mio Regno del Terrore! 😁
Ho aggiunto il mio profilo alla pagina dei contatti qui... e ho sistemato una roba che avevo dimenticato di cancellare praticamente da agosto: la menzione al server Matrix, che ormai non ho più. 🙄

» [2022-11-11] 5 giorni, in che modo?

Allora, assurdo. Il nuovo post dei Devlogs? Ho iniziato a scriverlo domenica sera e ho finito stasera. Perché? Non lo so, avevo altri fatti in mezzo, tra scuola e roba mia, e quindi alcuni giorni non ho proprio scritto. Che pazienza..

» [2022-11-06] Mastodon esplode

Da ieri, i profughi di Twitter stanno sbarcando così numerosi sul Fediverso (purtroppo, virtualmente solo su Mastodon) che un sacco di server stanno soffrendo. Il network di Masto.host è in ginocchio da oggi pomeriggio, e pare che la storia sia complessa da risolvere.

» [2022-11-03] Lol I forgor

Sul sito, almeno nelle zone in cui li uso come icone e non come emoticon, ho un wrapper CSS che mi fa avere emoji standardizzati e sempre coerenti (nel mio caso, Twemoji) su qualunque sistema. Mesi fa ho forkato il progetto per apportare delle migliorie personali e.. ho notato letteralmente oggi che su Home#Crediti speciali non avevo mai aggiornato la voce 💀

» [2022-11-01] Tutti contro il sitoctt

La scelta di botsin.space come istanza per il mio bot ActivityPub del sito non è stata troppo lungimirante, visto che pare bloccata su molte altre per spam.. rendendo il bot completamente irraggiungibile. Oltre a questo, ci sta Google che ancora da le rogne per l'indicizzazione. 😐

» [2022-10-27] Libro particolare

L'altro giorno ho scoperto il Codex Seraphinianus, una roba stranissima che forse mi sta per ispirare. A questo thread su Mastodon ho linkato un video ed il PDF del libro.. ma basta vedere le immagini che ogni tanto aggiungo per (non) capire di cosa si tratta.. 😁

» [2022-10-21] Diarylog - Non più, circa

Un mesetto fa creai una sezione "Diarylog" qui, come il PicoBlog ma per ospitare scritture più lunghe di queste; non quanto post di Blog, ma più lunghe. Perché? Non lo so, ma ho realizzato solo l'altro giorno che non ha senso ed è difficile da mantenere, e quindi da ora creo normali post nella sezione MicroBlog per avere la stessa cosa..

» [2022-10-20] Più attenzione sul DS

Sul Diarylog 4 giorni ho detto com'è continuata la storia del DSpacc: ora ho la flashcart.. e per cosa la uso? Beh, guardando con scrupolo la libreria DS, scopro che in effetti un sacco di titoli sono giocabili con solo lo schermo inferiore! 🌝

» [2022-10-14] Che dire

Di nuovo inattività qui, eh? Purtroppo un po' non avevo voglia, un po' non sapevo cosa mettere di nuovo, in queste settimane passate.. Ma ora è in lavorazione un nuovo articolo di Blog, e forse avrei anche un po' di cose da scrivere sui Devlogs.

» [2022-09-19] Luigi ambience

La musichetta del casinò di Luigi, nonostante lui sia bastardo, è molto raffinata e ci sta benissimo come ambience per l'appartamento. Cliccando sulla foto sotto la si può ascoltare da YouTube.

Schermata del primo minigioco di Luigi in Super Mario 64 DS.

» [2022-09-15] I pezzi

Un sacco di roba mi si sta distruggendo. La mia Nintendo Switch cade letteralmente a pezzi, il mio mouse pezzottissimo ha perso un tasto laterale, e che cavolo, e mannaggia!!… Oggi oggi non si è spaccato niente, ma è bene tenere gli ma occhi aperti.

» [2022-09-11] La fiera

Questi 4 giorni sono potuta andare, nonostante casini successi ultimamente, al FantaExpo di Salerno. Magari scriverò un po' di più di ciò nei giorni a venire. Tra questo, Splatoon 3, e programmare e creare nuove sezioni del sitoctt in alcuni tempi morti, ecco spiegato perché il PicoBlog ha dormito sti giorni.

» [2022-09-07] Gioco del Calamaro

Ieri sera si è diffusa in Internet, con 3 giorni di anticipo rispetto al giorno di uscita del gioco, la ROM di Splatoon 3. Fino ad ora ho giocato solo il tutorial, con calma lo proverò bene poi. Vi lascio l'hash del torrent comunque... 🎈🚢👪🐉🎩🤣👝🌭🎥🥅🌟🐅🎦📨🎦🐁🎡🚿🏦🚵🎛🤰🏛🚯👦🔙🐞🤒🎈🚒👞🌩 :)

» [2022-09-05] 🏛🙁🛫🏯🍌📢☕☕

Detto in breve: cercavo un'alternativa originale a base64, per una cosa. Ho pensato a creare un mio sistema che ha a che fare con le ASCII art, però mi ci vuole un po' di lavoro e il sistema mi serve subito. Ma poi ho scoperto Ecoji 🙏

» [2022-09-02] App carina

GitJournal, provata ieri qualche minuto, penso meriti. Se non usassi già Standard Notes, considereri questa app.

» [2022-08-28] Kindolante

Solo oggi ho scoperto che, installando questo pacchetto, posso avere un client SSH aggiornato sul mio Kindle. Non potevo saperlo, non stava scritto da nessuna parte.. meglio tardi che mai però, ora dal Kindle posso fare cosine su altre macchine.

» [2022-08-26] 1 mese senza blogocto

Mamma mia agosto! Ha fatto andare un po' a rotoli i miei piani di scrittura, non ho mai avuto abbastanza tempo calmo e adatto per la scrittura ben fatta. Vabbè, dichiariamo finito questo ciclo lunare, è uscito 📈 il nuovo articoloctt.

» [2022-08-24] La home si rinnova

E non oso spoilerare oltre! Né quando, né come! 🤫️ Ma sappiate però che roba bolle in pentola.

» [2022-08-23] Devlogs

Per mesi sto, occasionalmente, abusando del PicoBlog come devlog per la roba che faccio. Brutta idea, visto che la scrittura qui va limitata. Quindi, ora di inaugurare la sezione Devlogs.

» [2022-08-22] Risolvere.

Il sitoctt è dalla sua creazione no-bloat ed efficiente. Eccetto per una (1) risorsa caricata: il CSS per le emoji. Spreca 400KB di traffico, non va bene, ma ho già qualche idea per risolvere.

Schermata "Rete" degli strumenti sviluppatore di Firefox, che mostra i file più grossi caricati dalla home.

» [2022-08-21] E quando l'articolocto?

Da cosa ho iniziato a scrivere ieri è uscita fuori na roba che non finisce più, quindi va spezzettata in diversi articoli. Il primo potrei già pubblicarlo stasera, ma meglio lasciarlo a decantare una giornata, sia mai mi vengano idee da aggiungere.

» [2022-08-20] 3 mesi

Solo oggi ci ho fatto caso: 3 mesi fa (meno 3 giorni) nasceva il sitocto - anzi, il postocto. Questo tempo è volato, ma se riguardo indietro c'è molto da dire; aspettatevi l'articolocto 🙃

» [2022-08-18] Fallimento P2P

Chi sul sitocto naviga con attenzione avrà forse notato che, circa una settimana fa, avevo incluso una libreria JS non aggiornata da 4 anni, che avrebbe dovuto rendere il sito automaticamente distribuito via BitTorrent. Ecco, non c'è più: non solo non funzionava, ma non faceva più caricare il sito se attivata..

» [2022-08-17] Lavoro poco ottimale

È il mio stato corrente, dove vorrei avere tutta la mia roba di codice sempre perfettamente sincronizzata tra tutti i dispositivi, incluso lo Ximi. Ho chiesto consigli qui e qualcosa di buono ho già preso, vedremo in cosa andrò a finire.

» [2022-08-13] Vecchi articoli e vecchi temi

Vorrei iniziare ad importare articoli dal mio vecchio blog, perché lì non sono ben preservati. Il primo che già ripropongo è l'ultimo pubblicato lì: Gli inaspettati vantaggi della chiavetta Linux. Si, con (quasi) la stessa veste grafica che avevo sul vecchio blog, anziché con quella del resto del sitocto; con staticoso posso questo ed altro.

» [2022-08-10] Meh

Da ormai 2 giorni sono fuori casa, per una vacanza che non è tipo una vacanza. Bello il posto, ho fatto delle foto che penso poi pubblicherò, tra cui alcune di spacc (!), ma ci sono rogne e boh, mi sto più che scocciando.. vediamo come continua, va...

» [2022-08-07] Troppe cose

Che ho fatto tra ieri e oggi? R su Miiverse, poi ho iniziato a programmare una libreria C, e poi ho fallito a tentare di ospitare un server prima Misskey, poi Pleroma (piè aroma), e poi Mastodon.

» [2022-08-05] Il Miiverso

Un video YT ha fatto tornare Miiverse alla mia memoria, social network di Nintendo che fu chiuso. Poi mi viene in mente che la community tentò di ricrearlo e.. scopro che il progetto rverse è in vita. E funziona! Ho di nuovo Miiverse!

» [2022-08-02] C.

Una sola lettera, ma quante rogne. Dall'altro giorno sto provando a scrivere questo giochino, non dico il perché o perché ho scelto C qui, altrimenti fo il papiro.

» [2022-07-29] Gaming intenso con Animal Crossing su telefono

Eh, parliamo proprio di uno di quei giochi difficili, da qualche giorno l'ho voluto riprendere in mano. Meno male che grazie agli emulatori posso vivere l'intenso ovunque, anche quando ho solo il telefono con me.

» [2022-07-26] Vodafone lota

Oggi, a casaccio, è saltata la linea Internet di casa per tipo 40 minuti buoni, Vodafone lota,.,.,

» [2022-07-25] L'emulazione NDS su Android

Nel 2022, è ancora un vero casino. E ci sono dei lati oscuri. Approfondirò bene nel prossimo post del blogoctt, che è già in scrittura.

» [2022-07-23] WikiSpacc

Mi rendo conto solo ora che su questo sito non ho mai detto che sono la Dea dello Spacc. Abbastanza grave. Lo spacc in generale, comunque, è menzionato da qualche parte.. e se non sapete cosa sia, adesso posso semplicemente dire: ho creato una wiki riguardo l'argomento e tutto ciò che ci sta attorno. Ancora è da riempire bene, ma c'è già qualcosa. Su, andate a leggere WikiSpacc.miraheze.org/wiki/Spacc :)

» [2022-07-21] Decreto fu fatto (20 luglio 2022)

Avevo detto l'altro ieri del Decretocto, ieri l'ho finito e rilasciato. Purtroppo il documento ha qualche problemino di branding: la Repubblica dello Spacc e lo statocto non hanno ancora un logo ufficiale, per ora abbiamo quindi usato un fork di quello della Republica Italiana. Secondo i termini del decreto, che invito a leggere accedendo al file PDF qui, sto già riempiendo gli Archivi MicroBlog.

» [2022-07-19] Decreto Octo del (non lo so che giorno esce)

Oggi ho iniziato a scrivere il nuovo Decreto Octo, che uscirà quando lo finisco, eeeeh ohh, è il primo DPCM che scrivo in vita mia, è difficile. Il decreto farà chiarezza su alcuni dubbi riguardanti la nuova raccolta "MicroBlog" del sito - e non posso dire altro, c'è il Segreto di Stato.

» [2022-07-18] Merging di tutto

Ora che ho (credo) sistemato tutto a dovere, e la funzione di posting su Mastodon di staticoso non dovrebbe fare spam inutile per roba vecchia, posso pensare a copincollare diversi miei vecchi contenuti, dalle più disparate fonti, qui al sitocto.

» [2022-07-17] JavaScript sul sitoctt?

Ehh, mi sa che devo iniziare a metterlo. Sempre in modo intelligente e che non intacca la funzionalità del sito per chi non può attivarlo, ovvio: con una libreria aggiungerò la compatibilità alle immagini AVIF per browser vecchi, con un'altra renderò praticamente il sito disponibile su BitTorrent 👀️

» [2022-07-15] Sistemi operativi in JavaScript

Quando il JS è usato bene, ossia quando è usato per fare vere app interattive e non per siti che potrebbero benissimo essere statici, sono la prima ad essere entusiasta di tale tecnologia. E dall'altro ieri mi sono ricordata di daedalOS, a cui ho aperto un ticket ieri e fatto una pull request oggi!

» [2022-07-14] Backup delle repo Git

È una cosa che dovrei fare, ho tante repo di mesi fa che sono ospitate sui server di un solo provider, e la cosa non va bene. Su come affronto l'argomento backup io dovrei scrivere un articolo lungo prima o poi. Fortunatamente, tutto ciò che tocca il sitoctt è stato messo (pubblico) su 3 server diversi dall'inizio ✨️

» [2022-07-12] Odio i motori di ricerca

Ma quanto devo aspettare per vedermi il sitocto indicizzato? Cosa devo fare? Oggi ho aggiunto il mio dominio alla Google Search Console, e ho anche implementato un primo supporto alla generazione di sitemap in staticoso.. speriamo di risolvere subito 😵‍💫️

» [2022-07-11] Dispositivi improbabili

Ho preso un Kindle da poco meno di una settimana. Ovviamente, l'ho hackerato seduta stante. L'ho detto su Mastodon, ma farò un post approfondito qui prima o poi. Comunque, questo tablettino si aggiunge alla lista di dispositivi strani su cui vorrei assicurarmi che il sitocto funge 😶‍🌫️️

» [2022-07-10] I forgor 💀

Apparentemente, per una settimana sana ho dimenticato che il mio PicoBlog esiste! Shit happens. Vabbe, che fare quindi? Non molto, temo, MA, ora accetto donazioni: 💰 Donazioni. Mi sa che se inizio a riceverne qualcuna, inizierò a dimenticarmi meno di aggiornare il sito in generale, lmao xd

» [2022-07-03] Ma i commenti?

Eh eh, ops. La repo non ha nuovi commit da settimane, morta. Che palle. Però, con l'integrazione ActivityPub che il sito ora ha da 2 giorni, c'è già una sorta di sistema di commenti per ogni singolo post del blogocto.. quindi il mio lavoro è finito?

» [2022-07-01] L'octocapsula!

E da oggi anche l'octocapsula, ossia la mia capsula Gemini, esiste sull'Internette. Per ora, lì ci trovate soltanto una conversione 1:1 del sitoctt, ma, se volete sapere oltre, vi rimando come al solito a Home # Disponibilità del sito.

» [2022-06-30] Più di un generatore

Ormai, questo è ciò che staticoso sta diventando, contrariamente alle mie stesse aspettative. Giusto adesso ho iniziato ad implementare 2 cose stravaganti: generazione di Gemtext (aspettatevi il sitoctt su Gemini..), e pubblicazione dei nuovi post su ActivityPub (Mastodon).

» [2022-06-29] Minare domini Tor

È esattamente quello che ho fatto! In che senso? È banalmente ciò che si fa con un programma come mkp224o, se si vuole ottenere un indirizzo contenente caratteri particolari. Il nuovo indirizzo, che inizia (questa la particolarità) con "sitoctt", è linkato su Home # Disponibilità del sito.

» [2022-06-27] Qui sempre novità

Ora ho una pagina Raccolta Siti Internet dove linko ad altri siti carini, ho creato un PNG 88x31 che identifica il mio sito e che, chiunque vuole, può usare per linkarlo.. beh dai, pian piano si sta riempiendo anche meglio di un semplice blog :D

» [2022-06-26] Ancora un'altra piattaforma ActivityPub

Eh già, ce n'è già una nuova in beta da praticamente ieri. Che il suo archetipo sia Mastodon, lo si vede subito, ma Bonfire promette una filosofia diversa (?) e.. agli sviluppatori frega qualcosa del miglioramento progressivo, e gran parte della app già funziona senza JS! Già questo è abbastanza per farmi gioire.

» [2022-06-24] Feed Atom/RSS

Finalmente staticoso integra la generazione di feed Atom/RSS! Se funziona tutto, scriverò le informazioni su Home # Feed e notifiche, ma i metadati sono già presenti nell'HTML, quindi usando un browser che ancora integra un aggregatore di feed, come SeaMonkey, dovrebbe apparire un'icona per iscriversi.

» [2022-06-22] L'esagerazione

Mi è venuta voglia di esagerare e implementare un contatore delle visite sul sito. Per fortuna, ho trovato il servizio gratuito già pronto di contatoreaccessi.com, che funziona caricando assolutamente zero JavaScript, anche se conta anche i refresh, non le visite uniche.. vabbe.

» [2022-06-21] Aggiornamenti tecnici

Tra ieri e stamattina ho lavorato abbastanza al generatore, per sistemare problemini e aggiungere funzioni, e ho aggiunto qualche miglioramento al CSS del sito. Comunque questo PicoBlog è ormai solo un devlog, un po' un peccato, ma non so cos'altro scrivere di molto corto.. 😅

» [2022-06-20] Dominio epico

Dopo un mesetto, eu.org mi ha dato il dominio che ho chiesto.. a breve il sitocto sarà navigabile da sitoctt.octt.eu.org! Tecnicamente già raggiungibile, ma devo sistemare dei problemi del generatore, se voglio il dominio attuale non si rompa..

» [2022-06-19] Divisione in categorie

Alla fine credo di aver realizzato qualcosa come lo volevo. Adesso nella barra di navigazione del sito c'è una sezione "Raccolte", che altro non è che una lista di categorie semiautomatica.

» [2022-06-18] Commenti sul sitoctt

È da qualche giorno che sto lavorando quasi ininterrottamente ad un mio sistema di commenti da abilitare per il sito. Non è ancora finito e non so quando lo finirò (e se lo finirò.. speriamo non butto via tutto per la noia).

» [2022-06-14] Vorrei un sistema di categorie..

..che non so bene neanche io come lo voglio. A parte la categorizzazione dei post del Blogocto in temi, vorrei che nelle pagine di raccolta per temi uscissero anche pagine che non sono propriamente post, ma ho paura che si crei disordine. Ci penserò su a lungo..

» [2022-06-07] Robine Tor

Visto che Tor Browser all'impostazione di protezione massima, impostata da molta gente che lo usa, rompe alcune componenti CSS (non c'è JS) del mio sito.. ho aggiornato il generatore per supportare l'aggiunta di una sezione header su tutte le pagine, al momento di build del sito. Lì ho messo info riguardo al problema.

» [2022-06-03] Il primo post del Blogocto!

L'ho iniziato a scrivere 3 giorni fa, poi tra una cosa e l'altra ho avuto modo di finire solo oggi la scrittura, sia dell'articolo in questione, che del codice del mio generatore che gestisce i post stile-blog (su cui ho ancora sistemazioni da fare). Andate a vederlo qui!

» [2022-05-30] Maremma bona sto generatore

Sviluppare questo generatore di siti si sta rivelando un'esperienza mistica, in positivo e in negativo. Non so neanche come descrivere il tutto, è assurdo.

» [2022-05-29] Il sito su Tor

Finalmente, ho messo in piedi anche un mirror Tor del sitocto! Lo trovate linkato su Home # Disponibilità del sito. Ora è tutto più sicuro e privato.

» [2022-05-27] Prova

Questo articolo è solo una prova, forse verrà cancellato.

» [2022-05-27] Il PicoBlog inizia!

A cosa serve questo post? A farmi vedere l'effetto iniziale ed eventualmente sistemare del CSS..

» Carte QR

Ecco un'idea che mi saltò in mente verso inizio 2022, non so bene perché. O meglio, era un periodino in cui mi stavo interessando al concetto di usare la carta come mezzo di archiviazione di piccoli dati informatici, ma non so perché iniziai a provare questo gusto.

Da lì, mi venne un'idea particolarmente specifica: conservare piccoli programmini o demo su delle ugualmente piccole schede di carta. Ho optato da subito (e ancora adesso la ritengo una buona scelta) per il formato di biglietto da visita dell'Europa occidentale, ossia 85x55 millimetri: è standardizzato ed elegante, con una buona area rettangolare e un buon rapporto tra l'uno e l'altro lato. Posso collezionare e conservare queste schede come se fossero biglietti da visita (o distribuirle come tali!), in raccoglitori di facile reperibilità e alta comodità d'uso. Mi dispiace solo non faccia parte del sistema di carta metrica!

Ricordandomi dell'impresa di MattKC di far entrare un giochino in un QR Code, ho optato proprio per questo formato di memorizzazione. Ne conoscevo e conosco altri per salvare dati su fogli di carta, ma sono tutti meno ideali, per diverse combinazioni dei seguenti motivi:

  • Sono ottimizzati per fogli grandi, e non sono adatti per piccole schede, dove sarebbero meno efficienti.
  • Hanno di loro una densità di memorizzazione più bassa dei QR Code, perché esistono per scopi diversi.
  • In teoria sono promettenti, ma nella pratica non hanno un'implementazione software funzionante (e, dunque, non c'è materialmente modo di usarli).

Infine, i QR Code sono decisamente più facili da leggere con hardware e software bene o male di fortuna:

  • Hardware: basta una banale webcam, integrata in uno smartphone (ideale, sono in genere di maggior qualità) oppure di un PC.
  • Software: ci sono tantissimi software di decodifica di QR code; alcuni smartphone ne integrano addirittura nel sistema.

...WIP. Ulteriori informazioni sono al momento disponibili su: https://octospacc.altervista.org/carte-qr/ (password: qrcode4824).

» Raccolta Cose a Caso

Questa è letteralmente una raccolta di cose a caso, trovate in giro per Internet oppure in archivi strani nel mio PC. Non aspettarti che ci sia un contesto comprensibile in nessuna delle cose...

The Misery

(Origine e Licenza del video: Sconosciute)

[2019-10-28 10:26]

APKPure, uno store di app Android, integra per qualche motivo funzioni social. E questo è un post che trovai tanti anni fa a caso. Boh, mi fa ridere.

(Licenza della foto: Sconosciuta)

» ⛏️ Minecraft

Credo si possa definire Minecraft come il gioco moderno (bene o male) che da semplici premesse sviluppa complessità potenzialmente infinita. In senso buono, ovviamente: la complessità va a colpire e a premiare chi la cerca, ma il titolo resta giocabile per chiunque.

All'inizio è fare "case" che sono buchi 4x4 sotto terra, ma dopo diventa creare installazioni titaniche, puramente estetiche o anche totalmente funzionali - non dimentichiamo che Minecraft, con la sua pietrarossa, è Turing-complete. E alla fine? Beh, non si arriverà mai alla fine...

...WIP. Per altre informazioni non totalmente soggettive, per ora c'è Wikipedia.

» La mia storia

Scoprii Minecraft quando avevo forse 7 anni, perché al doposcuola un altro bambino lo aveva sul tablet. Mi ricordo che aveva costruito diversi edifici vasti, con decorazioni e tutto. Mi fulminò praticamente all'istante, perché non avevo visto mai nessun gioco che si avvicinasse lontanamente a questo, seppure all'epoca eravamo alle primissime versioni alpha di Minecraft Pocket Edition, che avevano pochissimi contenuti (meno di Minecraft Java alpha!).

Fu difficile ottenere l'applicazione, per motivi che riguardano il mio uso in generale di Android ai tempi, ma alla fine riuscii a procurarmela sul mio Galaxy Player, e poi sul mio tablet scassone. All'inizio avevo la demo, inutile dire che non andava bene perché i progressi non potevano essere salvati all'uscita, e quindi giocare era inutile. Poi, in qualche modo che nemmeno ricordo, l'APK della versione completa riuscii a trovarlo.

Da lì, ogni ora di gioco era una nuova scoperta, o un nuovo obiettivo autoimposto raggiunto. Iniziai a costruire strani edifici difficili da navigare, con passaggi intricati, che se volessi fare oggi non saprei nemmeno da dove iniziare. A causa di tutta una serie di eventi, i mondi che avevo sul tablet (che non erano niente di che, infatti neanche me li ricordo per bene) li ho persi, ma quelli del Galaxy Player ci sono pervenuti ancora oggi. Ecco alcune foto di quello che all'epoca era il mio importante: https://pixelfed.uno/p/octo/299639948389257216.

Poco dopo venni a conoscenza, grazie ad un'applicazione che non ricordo se scoprii per caso su Google Play o mi fu consigliata, dell'esistenza delle mappe tematiche create e condivise da altri giocatori in rete. Ci persi un po' di tempo, specialmente su quelle di parkour: con i controlli touch (e all'epoca niente accovacciamento!) diventavano rapidamente una tortura, ma quando si riesce a fare i salti difficili e si va avanti è sempre bello.

Sul PC che avevo a casa all'epoca, Minecraft non c'era modo di farlo partire, chissà per quale oscuro motivo; immagino scheda video, e/o driver video, antichi. Alla fine del 2014 avevo poi tentato di farlo girare su quello che a questo punto era il mio nuovo tablet Windows (sempre scassone, ma in modi diverso da quello Android), e in qualche modo era partito, ma girava troppo lento per essere giocabile. Peccato che all'epoca non sapevo di poter tentare di abbassare la risoluzione o avviare una versione più vecchia per avere maggiori prestazioni. Quando 2 mesi dopo, ormai nel 2015, arrivò il nuovo PC a casa, non ricordo perché ma non provai nemmeno a far funzionare Minecraft. Tristezza. Alla fine del nuovo anno ho poi avuto il portatile, e lì Minecraft l'ho messo, e l'ho consumato, eccome se l'ho consumato!

Ho iniziato lì sia giocando offline che su alcuni server italiani. Qualche mese dopo ancora poi, quando ho comprato un account legittimo del gioco, ho potuto provare anche i server globalmente rinomati come Hypixel, ed altri che ora non ricordo, perché ad oggi totalmente irrilevanti o possibilmente persino morti!

È stato sul PC che ho iniziato a vedere cose grosse con la pietrarossa, perché MCPE al tempo era ancora in alpha e relativamente scarno: un sacco di elementi mancavano. Chissà dove cavolo ho il salvataggio del mio primo mondo superpiatto fatto lì, con tutte le costruzioni inutili e gli esperimenti! Dovrei cercarlo.

Online, da subito ho iniziato a testare i minigiochi sui server: SkyWars, BedWars, Hunger Games, PvP FFA, qualcuno non-violento minore. Sulle BedWars ad un certo punto arrivo a passarci talmente tante ore di fila nel corso dei mesi che effettivamente le mie prestazioni diventano buone e spesso vinco le partite, ma se riprovassi a giocarci ora (e ci ho riprovato), mi accorgerei di quanta ruggine ho accumulato.

Ho poi dato una possibilità anche ad opzioni di gioco multiplayer strutturate a lungo termine, e non come minigiochi a partite: lotti in creativa, sopravvivenza classica, ma soprattutto la SkyBlock, quella era una roba epica.

Ci sono state poi altre cose in mezzo, tra MCPE che diventava Bedrock Edition, migliore in alcune cose e (tutt'ora) peggiore in altre, tempo speso su Minecraft Console Edition (la versione vecchia prima che Bedrock la soppiantasse) con i suoi minigiochi integrati che erano veramente carini. Quando nell'estate 2019 poi presi un new Nintendo 3DS XL, iniziai a giocare pure su quello a Minecraft, per me più comodo di giocare con i controlli touch su smartphone (per quando sono in mobilità), e si arriva fino ad oggi.

Ormai si alternano mesi in cui Minecraft lo apro quasi ogni giorno, ed altri (decisamente più frequenti) in cui mi dimentico completamente che esiste. Quasi 3 anni fa nasce la SpaccCraft - la terza edizione, se vogliamo essere onesti nei confronti di quegli altri due mondi in cui abbiamo un po' troppo esagerato e fatto letteralmente lo spacc, ma in fondo bisogna dato che "SpaccCraft" viene proprio da lì - e ormai è declinata pure quella. Il server funziona, ma gira praticamente a vuoto, nessuno gioca e non posso troppo lamentarmene, in quanto in primis io non trovo il tempo per farlo.

Fatevi un giro sul sito di SpaccCraft, c'è un po' di roba concreta in più da vedere, e poche elucubrazioni riguardo la mia intera vita.

» 💣 Minesweeper

In Minesweeper (in italiano ufficialmente "Campo minato") si ha una griglia di gioco in cui sono state posizionate casualmente (da un algoritmo) delle bombe. Per vincere, bisogna individuarle tutte senza farne esplodere nessuna.

Le regole sono semplici, ma il gioco raggiunge facilmente alti livelli di complessità ed ha un non-so-che di cui non si riesce a fare a meno.

  • Se hai vinto una partita, vuoi tornare nel gioco subito, nella (a lungo andare giusta) speranza di poter fare anche di meglio, di riuscire a completare la tavola in appena quel secondo di tempo in meno. E quindi, non te la fai solo un'altra giocata?

  • Se la partita invece l'hai persa, il bisogno di iniziarne immediatamente una nuova è impellente, difficile da ignorare. Se a questo punto il gioco, nonostante la voglia, lo si chiude, allora si ampio spazio a quei pensieri che dicono come a Campo minato non ci sai giocare, e i tuoi tempi non si accorceranno mai!

Tutto questo è assurdo se si considera di che roba parliamo:

  • Un rompicapo tutto sommato blandino, con controlli essenziali, grafica scarna (anche le implementazioni un attimino più elaborate hanno un limite pratico ai miglioramenti grafici che possono apportare), e una logica semplice.

  • Un programma che 3 decenni fa era nato, assieme al Solitario di Windows, semplicemente per insegnare in maniera divertente alle persone ad usare il mouse.

  • Un gioco appartenente ad un'epoca lontana in cui il concetto di "gamification" era alieno a tutti, e i videogiochi free-to-play erano veramente gratis: non costruiti appositamente per creare dipendenza o pressioni nei giocatori, in quanto gli acquisti-in-app non esistevano.

Personalmente, chiamo il campo minato anche "minaspazzante", per scherzare su una traduzione pseudo-letterale scorretta della parola "minesweeper" (letteralmente ma correttamente "spazzamine") in italiano. In certi momenti, in un attimo diventa "minaspiazzante", quando ti mette davanti a bivi strani o a schemi di piazzamento delle bombe intricati.

Ma, se queste sono tutte cose che può notare anche un osservatore terzo, questo passatempo apparentemente semplice e da ufficio nasconde ben di più. Campo minato riesce in qualche modo ad offrire emozioni che, sempre per via delle circostanze oggettive, è difficile comunicare al mondo.

Una volta che si è presi la mano, a furia di centinaia di partite fatte e ripetute nel tempo, il momento del gioco diventa spesso comparabile ad una sessione meditativa capace di assorbirti l'anima. Soltanto chi ha fatto di questo rompicapo il suo pane quotidiano conosce la sensazione: la mano è mossa secondo un flusso strabordante di comandi, impartito direttamente da uno strato istintivo della mente, spesso ad una velocità superiore a quella in cui il cervello cosciente riesce a registrare cosa cavolo stia accadendo; certe volte, dopo aver fatto mosse giuste nell'impeto della situazione (ma mai tirate a caso), queste vengono messe in discussione dalla parte cosciente della mente circa una frazione di secondo dopo! - senza motivo, perché, di nuovo, corrette.

Accumulando quella singola o doppia partita giornaliera nelle settimane, nei mesi, e negli anni, si impara inconsciamente a riconoscere tutti gli schemi di piazzamento delle mine: le immagini delle piastrelle numerate - disposte esattamente in un certo modo, o un altro, delle decine di possibili - si imprimono nella mente e vengono poi ripescate ed analizzate automaticamente nell'istante in cui si sta per andare a fare click. Da qui alcune persone affermano di subire qualcosa di simile all'"effetto Tetris" anche con Minesweeper: vedere schemi di tasselli numerati in situazioni casuali di semi-coscienza (ad esempio, in dormiveglia).

Parafrasando ciò che scrive un autore di PCGamesN: Campo minato è una delle forme di escapismo digitale più pure di cui si possa fare esperienza, perché è la dimostrazione pratica di come un gioco, per essere profondamente immersivo, non ha un vitale bisogno di un open world dettagliato, narrativa elaborata, o personaggi a cui affezionarsi.

...Scusa, ci sono lavori in corso su questa pagina, sto piazzando le mine in giro per trollare le prossime persone che verranno qui a leggere e inciamperanno su qualche parola... se nel frattempo vuoi imparare a giocare leggiti Wikipedia, vai va...

» Curiosità

  • Negli anni '90, persino alla Microsoft erano tutti fissati con Minesweeper, soprattutto Bill Gates. Direi che non è difficile vedere come...

  • Nel 1999, a seguito di lamentele di un certo Sergio Chiodo (??), che argomentava come il concetto del gioco al campo minato fosse offensivo per le vittime di vere mine anti-uomo nel mondo, nasce in Italia la Campagna Internazionale per la messa al Bando di Campo Minato. Microsoft ha parzialmente ceduto alla pressione, e in Windows Me e 2000 ha sostituito le bombe nel gioco con dei fiori, e rinominato il gioco in "Prato fiorito".[[1]]

    • La campagna ha preso piede solo limitatamente fuori dall'Italia (?), e solo con Windows Vista il concetto di gioco al prato fiorito è diventato globale. Microsoft ha dato la possibilità di cambiare il gioco incluso nel sistema tra tema mine e tema fiori, impostazione che ha un diverso valore predefinito in base alla nazione.[[2]]

» Implementazioni

  • Per PC, l'originale di Microsoft non è malaccio. La versione per Windows XP funziona sulle ultime versioni del sistema, e persino su Wine. Purtroppo, scala un po' male su schermi ad alta risoluzione, in quanto i quadratini sono di una dimensione fissa e non esiste zoom. Da anni non è incluso in Windows, forse per questo motivo, ma si può scaricare dal Web:

  • Su Android, e azzardo a dire in generale, la migliore implementazione che ho trovato è Antimine.

  • Per giocare da browser Web, beh, su questa pagina sto mettendo su qualcosa che per i miei personali gusti è il meglio disponibile. Funziona bene sia su desktop che mobile (anche se lì il tempo per cui bisogna tenere un quadrante premuto per piantare una bandiera è lunghetto), ed ha una grafica minimale.
    Sto lavorando per rendere il gioco personalizzabile, per il momento si può solo giocare con ciò che ho implementato come minigioco per sbloccare la lettura della sezione Curiosità (se non vedi nulla, attiva JavaScript!).
    Nota: la mia implementazione è basata su vue-minesweeper, con alcune personali modifiche per l'embedding. Tutto il mio codice modificato è nella repository del sitoctt (licenza MIT).

» Simili e Cloni

  • Bullets, Campo minato giocabile su carta.

  • Kaboom, un Minesweeper "crudele ma onesto":

    • Il posizionamento delle mine non è scelto una volta per tutte all'inizio, ma con ogni mossa.
    • Quando ci si trova in situazione di dover tirare ad indovinare (non ci sono celle adiacenti provate come sicure), si ha il 100% di probabilità di sopravvivere.
    • Quando non c'è bisogno di indovinare, e lo si fa, il gioco sceglie il risultato peggiore possibile.

    Il gioco con queste regole si sviluppa in modo novello ed interessante, in quanto spesso ci si trova in situazione di dover pensare in modo davvero tosto (almeno, fino a quando non si riesce ad apprendere inconsciamente tutti gli schemi possibili: dopo mesi e mesi di partite abituali).

» Altre Risorse

» 🏷️ Note e Riferimenti

» 🏃‍♀️ Mirror's Edge

Da YouTube/2N1TJP1cxmo.

Il modo migliore per definire Mirror's Edge è dire che è un gioco in costante movimento. Stando letteralmente sul bordo dello specchio, i bordi degli enormi vetri di cui sono formati i palazzoni de La Città, si corre e si salta senza alcun freno.

L'elemento parkour del gioco è estremamente immersivo; per quanto io noe abbia giocato per abbastanza tempo il primo gioco della serie, ma soltanto il secondo, Mirror's Edge: Catalyst, di quest'ultimo posso raccontare di un'esperienza magica. Forse complice la grafica, più realistica rispetto al primo gioco, sicuramente complici i controlli, responsivi ma non eccessivamente fiscali, il ritmo di gioco è naturalmente incalzante.

Per un titolo che ci si gusta con attrezzatura standard, non in realtà virtuale, la portata di questa qualità è decisamente impressionante. Spesso giocando a Mirror's Edge mi sono ritrovata in stati di flow rinfrescanti quanto tesi in cui, senza che ci pensassi troppo, passavo in pochi secondi dall'ansia per gli esagerati salti della fede, in cui era come se il mio peso sulla sedia si annullasse facendomi sentire di essere sospesa nell'aria, ad altri di corsa continua a basso sforzo, quasi come se Faith si muovesse da sola e non per mano mia.

Il gioco non può deludere nemmeno chi, dopo una soggettiva analisi, potrebbe ritenere che una formula del genere possa diventare rapidamente monotona: Mirror's Edge non è solo platforming e parkour, ma presenta combattimenti corpo a corpo contro entità umane (praticamente la polizia che vuole ostacolare i runner). Nei momenti più adatti a smezzare il ritmo del gameplay, ci si inbatte in degli appostamenti che bisogna affrontare nell'immediato, con mosse secche e continue: meno si perde tempo, e prima si continua sulla propria strada, meglio è.

È un vero peccato che, con buonissima probabilità, non vedremo mai un terzo gioco venir creato per la saga, per motivi relativi agli andamenti del mercato videoludico. Oddio, in realtà un terzo gioco già esiste, Mirror's Edge Mobile: fu rilasciato nel 2011 (ben prima di Catalyst) per iOS e Windows Phone, e se forse potrei provarlo con l'emulatore Windows Phone di Microsoft per Windows desktop, vorrei poterci giocare sullo smartphone Android, ma per il momento questo non è ancora possibile.

» #️⃣️ Nonogram

I Nonogram (conosciuti anche come Picross, Crucipixel, e un'altra ventina di nomi) sono dei puzzle che consistono nel riempire una griglia di quadratini al fine di svelare un'immagine, utilizzando i numeri ai lati del foglio per trovare intersezioni tra righe e colonne.

WIP... Se vuoi scoprire altre cosine o imparare a giocare, leggi su Wikipedia.

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Sfondo della Pagina: Fonte 

» Raccolta Videogiochi

Perché non fare una raccolta per parlare, un po' in breve, dei videogiochi che apprezzo? (In ordine alfabetico)
Magari, riuscendo a puntare i riflettori anche su qualche esperienza videoludica mezza sconosciuta che però dovrebbe meritare molto di più.

Non è da escludere che in futuro, trovando ispirazione, potrei prendere e scrivere degli articoli lunghi e approfonditi su alcuni dei giochi che qui lodo, purtroppo, in maniera troppo "tocca e fuggi".

Per ogni gioco, oltre ad una breve recensione condita con qualche opinione, cercherò di includere anche del materiale multimediale (foto, video, e musica). Infine, quando possibile, saranno presenti, mediante una pagina di intermezzo/reindirizzamento, collegamenti per acquisto fisico e download.

Piccola nota: Le sottocategorie che ho qui nella la pagina non sono fisse. Potrei infatti spostare dei giochi in giro, a seguito di successive mie analisi sugli stessi.

In costruzione...


» Gli epici

Questo è il posto per i titoli migliori, quelli epici e unici nel loro genere, punto. E qui, non importa assolutamente che un dato gioco sia popolare o meno: conta solo quanto per me è importante.

» 🔢️ 2048 ↗️

» 🎩 A Hat in Time

Platformer 3D vivace e frenetico, proveniente senza dubbio dalla scuola di Super Mario 64. La difficoltà della storia principale è giusta, e il gioco scorre piacevolmente con un alternarsi di temi e ambienti che sa sempre di fresco.
Ma, insomma, già soltanto il carisma del personaggio protagonista fa venire voglia di giocare.

» 🍃 Animal Crossing

Le premesse erano si creative, ma noiose: sei un essere umano che, per qualche motivo, va in viaggio a stabilirsi in un villaggio dove vivono animali umanoidi con cui puoi interagire. Nel frattempo, devi indebitarti con un procione che ti vende la nuova casa a carissimo prezzo, e fare quello che puoi per ripagare, con tempi che possono diventare infiniti. Ah, se vuoi puoi scegliere il tuo abbigliamento, arredare la tua casa, piazzare fiori in giardino... e?
Animal Crossing è uno di quei giochi che va banalmente provato per essere capito: la permanenza in quel mondo riesce ad indurre calma ed allegria per motivi che, apparentemente, vanno al di là della logica.
• Animal Crossing: New Horizons: Ottieni: https://go.octt.eu.org/$afa0200c237a

» ⛏️ Minecraft ↗️

» 💣 Minesweeper ↗️

» 🏃‍♀️ Mirror's Edge ↗️

» #️⃣️ Nonogram ↗️

» 🐙 Splatoon

Sparatutto in terza persona che dire diverso dagli altri è poco. Splatoon rompe le aspettative di realismo di guerra del genere, e presenta un gameplay simpatico, fatto di colori accecanti, che non si ferma mai. Non ci sono umani a sparare proiettili con il ferro, ma calamari che spargono inchiostro.
Giocare in Mischie Mollusche (questo il nome delle battaglie online 4-contro-4) è divertente, ma profondità del gioco e inventiva del team di sviluppo si vedono in modalità storia.
• Splatoon 3: Ottieni: https://go.octt.eu.org/$8e62cec12c93

» 🧱 Tetris ↩️

» Tetris Effect

Tetris effect aggiunge a Tetris atmosfere ambient con tanti temi diversi. Effetti visivi e sonori lavorano gli uni per potenziare gli altri, e permettere la totale immersione, anche in un gioco che resta semplicemente fatto di cubi che cadono. Centinaia di migliaia di particelle ovunque, forme, colori, musica attraente, questa è la sua formula. Ha dei difetti, come l'essere particolarmente pesante per un Tetris e l'avere comandi non terribilmente responsivi, ma non per questo va buttato via. Resta da godere.


Da YouTube/PFVL6t8IHE8.

» Giochi multiforma

Ci sono certi giochi che - seppur tecnicamente semplici e basati su concetti immediati, quindi implementabili ed implementati, a livello di software, infinite volte - possono essere certamente degni. Anzi, la loro semplicità può essere spesso un pregio.
Sostanzialmente, qui si parla di videogiochi classici per cui esistono centinaia di versioni diverse scritte da zero. Quando possibile, le implementazioni libere sono preferite nella classifica.

» 🧱 Tetris

Il gioco creato appositamente per far incastrare alla gente quadratini di forme particolari che cadono dal cielo.
Puzzle game particolarissimo nella sua semplicità dove, man mano che la difficoltà di gioco aumenta, la mancanza di riflessi pronti può far terminare prematuramente la partita.

» Tetris Effect ↩️

» Perle segrete

Ci sono alcuni giochini che magari non arrivano per me ad essere epici, e vabbè - però sono comunque piccole perle, forse anche minuscole.
Perché ne dovrei parlare? Perché magari sono davvero sconosciuti, o quasi; e ciò è un vero, vero peccato.

...ancora nulla di scritto!

» Quelli liberi

Qui sotto mi va di raccogliere qualche videogioco unico che secondo me merita - anche se non si aggiudica alcun posto nella classifica epica - ma che oltre ad essere di per se bello ha il valore aggiunto di essere software libero.

Se proprio vuoi provare qualcosa da questa pagina, e non sai davvero cosa, io direi di cercare proprio in questa sezione, e di fare il più grande piacere agli sviluppatori se la tua esperienza sarà stata degna: partecipare allo sviluppo, o anche soltanto fare a tua volta pubblicità.

» 🏎️ SuperTuxKart

Un gioco di corse in kart con ambienti carini e originali, e tante mascotte del mondo del software libero come personaggi. Ha diverse modalità di gioco, dalle corse classiche a missioni con obiettivi specifici, in solitaria o in multigiocatore. Per certi versi ha più di Mario Kart!
• Sito Ufficiale: https://supertuxkart.net/Main_Page

» Il resto

Preferisco avere questa sottosezione per menzionare i giochi che, seppur mi son piaciuti abbastanza da finire su questa pagina, sono per me poco meno importanti, oppure un po' troppo conosciuti.
I titoli che hanno soltanto una di queste due caratteristiche potrebbero anche trovarsi in sezioni sopra.

» 🧗‍♀️ Celeste

Celeste è un bel giochino platformer, con meccaniche originali e uno stile grafico unico. Però è troppo difficile.
Ho provato a giocarci tante volte, ma ad un certo punto della storia la difficoltà diventa per me troppo alta. Dovrei forse provare a finirlo in modalità guidata, visto che l'opzione c'è. Fino a quando non l'ho fatto, però, non vado a cercare video del finale e spoilerarmi roba, visto che dicono che il valore di Celeste sta proprio nel suo significato.
• Ottieni: https://go.octt.eu.org/$ce7941cddd5e


Da YouTube/_bM0uEAis14.

» ✈️ Pilotwings

» Pilotwings Resort

Pilotwings Resort continua la serie di Pilotwings, gioco di simulazione di volo arcade, in modo diverso. Finisce su una console portatile, il 3DS, tra l'altro una console che riesce a prenderti direttamente, con il suo display in 3D stereoscopico. Il gioco è ambientato su Wuhu Island, lo stesso posto pieno di storia, luoghi, e misteri di Wii Sports Resort. La modalità missioni riesce ad essere in certi casi una vera sfida se, come me, si ha la mania del platinaggio.. ma la modalità di volo libero è indiscutibilmente rilassante e, forse, direi anche più immersiva. In essa, comunque, non è che non si faccia nulla: si devono trovare, pochi alla volta, tutti e 120 gli anelli informazione, passandoci attraverso per sbloccarli.


Da YouTube/QJCb8qnHauo.

» Altri ancora

Può essere che non ho tempo, o forse non ho voglia, o magari è colpa di Antani, ma comunque ci sarebbero diverse altre opere che qui non ho menzionato. Forse molti li trovate tranquillamente sulla OcttKB comunque, sotto il tag Gaming.

» Raccolta Siti Internet

Una raccolta dedicata ad alcuni siti Internet carini (non solo web!), di varie tipologie, che trovo in giro o appartengono a persone che conosco.

A parte la divisione in categorie, non c'e alcun ordine particolare.
Le bandiere di nazione (emoji, forse non visibili su browser antichi) accanto ai nomi indicano le lingue primarie dei contenuti del sito.

» Attenzione

Però, oh voi persone che fate i sitarelli, mannaggia, non mettete testo importante nell'infernale tag <marquee>, che non si legge niente e fa il mal di testa!

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Il modo migliore di ridurre immagini PNG alla più piccola dimensione possibile, senza perdere neanche un pixel di qualità, è usare questi due comandi concatenati (tenendo a mente di valutare caso per caso, in quanto immagini già molto piccole possono in realtà essere in certi casi gonfiate dall'uno o l'altro comando): pngcrush -brute -reduce IN.PNG OUT.PNG; pngquant -v --strip --speed=1 --quality=100-100 -o OUT.PNG IN.PNG 

» 🎶 Raccolta Musica

In costruzione...

  • Macross 82-99


    Principalmente musica del filone future-funk, sottogenere della vaporwave con un timbro più ritmato e carino. Ogni album ha dei temi sonori diversi, con rimandi alla cultura pop giapponese degli anni '80 e '90. Bene o male tutte le sue canzoni riescono ad essere molto calme e rilassanti.
    SoundCloud, YouTube, Bandcamp, Archive.org

  • Moe Shop


    Canzoni per la maggiore vivaci, con un'atmosfera, per così dire, anime. Le copertine degli album penso si sposino parecchio bene con la sua musica. Alcuni suoi pezzi presentano delle sonorità meno giocose e con caratteri più vicini a tipi più comuni di musica elettronica, ma riesco ad apprezzarli molto comunque.
    SoundCloud, YouTube, Bandcamp, Archive.org

  • Ujico / Snail's House


    Sapevo fossero la stessa persona, ma non sapevo che "Ujico" e "Snail's House" fossero effettivamente dei personaggi con identità diverse[?] per quanto riguarda la composizione musicale. Ho conosciuto inizialmente la sua musica, almeno in parte future-bass, fatta sotto il nome di Snail's House. Lì si vede il suo stile attuale, i cui suoni kawaii elettronici mi sono sempre piaciuti. Più tardi, ho scoperto i suoi album precedenti, che a livello di espressività si orientano più sul complesso della musica in sé, e non sui piccoli dettagli. Due modi molto diversi di creare un genere di musica, con diverse ambientazioni, ma entrambi con lo stesso timbro personale magnifico.
    SoundCloud, YouTube, Bandcamp, Archive.org

» Raccolta del Riso

Raccolta del Riso - o, per dirla in maniera corretta, raccolta dei miei ricing: personalizzazioni d'interfaccia effettuate ai miei sistemi operativi.

Nella comunità di Linux, i termini "rice" e "ricing" sono comunissimi per riferirsi a tutta una serie di personalizzazioni estetiche fai-da-te, che la gente appassionata effettua per diversi motivi.
Basta leggere una discussione come questa, però, per capire che il consenso sull'origine del termine non è solidissimo. E allora, a noi non ci frega. 🙄

La pratica del ricing non riguarda solo Linux, in quanto si può attuare su virtualmente qualsiasi sistema. Io, però:

  • Su PC uso soltanto Linux (non necessariamente con GNU 😏).
  • Su smartphone ho Android non-vanilla (MIUI) quasi-vanilla (Project Elixir), e lì purtroppo non c'è granché forse qualcosa c'è da poter cambiare, ma boh.

Quindi, posso già dire che la maggior parte dei miei contenuti riguarderà il desktop Linux.

In costruzione...

Filtri:

» W5 Ottobre 2022

-> #Linux #Desktop #XFCE

  • OS: Void Linux
  • Desktop: xfce4
  • Pannello: xfce4-panel
  • Taskbar: xfce4-docklike-plugin
  • Menu Globale: AppMenu Plugin (appmenu-gtk-module appmenu-gtk3-module appmenu-registrar vala-panel-appmenu vala-panel-appmenu-data xfce4-panel-appmenu)
  • Tema GTK: BlueSky-Light
  • Tema xfwm: BlueSky-Light
  • Icone: Colloid

» W2 Ottobre 2022

-> #Linux #Desktop #XFCE

  • OS: Void Linux
  • Desktop: xfce4
  • Pannello: xfce4-panel
  • Dock: plank
  • Menu Globale: AppMenu Plugin (appmenu-gtk-module appmenu-gtk3-module appmenu-registrar vala-panel-appmenu vala-panel-appmenu-data xfce4-panel-appmenu)
  • Tema GTK: Fluent-compact
  • Tema xfwm: Fluent-Dark
  • Icone: Fluent

» Ciao!! (UwU)

Sei entrata/o nel...


sitoctt

sitoctt

sitoctt


Esatto, il sitoctt. Letteralmente il mio sito, perchè io sono octt e quindi sito + octt = sitoctt (pronuncia: "sitòctt").
Se preferisci, puoi chiamarlo sitocto. O anche postoctt! È pur sempre un posto questo - il mio posto - anche se virtuale!

» Collegamenti rapidi

Sul sito, ormai, un po' di roba c'è. Dovresti navigare il menu principale per poter accedere a tutto (leggi il seguito) ma, se proprio non sai da dove partire, allora perché non dare un'occhiata ai miei post più recenti, dalla finestrella in alto a sinistra? Altrimenti, magari vai a qualcosa tra..

📓️ Blog

, o

📒 MicroBlog

(nuovo).

» Stato del sito e come navigare

Nonostante abbia già un po' più di sostanza, tutto questo ambaradan è ancora pesantemente in costruzione. E lo sarà per sempre, perché avrò sempre roba nuova da condividere. E, quando sarò morta, sarà comunque non finito perché nella mia vita non avrò scritto tutto lo scibile universale teoricamente possibile sul sitoctt.
Gli aggiornamenti al sito sono di diverso tipo: la pubblicazione di nuovi articoli di blog succede, boh, 3 volte al mese, è una buona idea usare i feed che metto a disposizione; le modifiche per pagine normali sono continue e avvengono a caso, quindi dovresti controllare magari ogni settimana quelle che ti interessano, se ti aspetti novità.

Da tenere a mente (da Web): quando ci sono per lo schermo i seguenti tastini, è perché possono nascondere menu collassabili. Possono stare in posizioni diverse su pagine diverse, perché mi piace sperimentare con diversi temi; però cerco di mantenere il loro significato coerente ovunque.
Un'icona con l'emoji di una pila di libri (📚) segnala il menu principale del sito, fondamentale per poterlo navigare saltando tra pagine completamente diverse e non collegate. Invece, l'icona con l'emoji di un foglio con un segnalibro (📑) indica l'elenco delle sezioni della pagina corrente - non è essenziale, ma può tornare utile per saltare tra parti diverse di un lungo testo.

Note sulla compatibilità dei browser (Espandi)

Per la migliore esperienza DEVI usare un browser con supporto almeno a CSS3 e alle immagini in formato AVIF (quest'ultima cosina, almeno finché non riesco a far funzionare il polyfill). Se usi un browser antico ti garantisco che troverai tanta, tanta roba rotta (ma comunque il sito dovrebbe essere navigabile lo stesso).
Essendo che questo sito, per l'appunto, contiene immagini AVIF, assicurati che il tuo browser sia aggiornato e decente. Safari di Apple, per esempio, mi dicono che non supporta AVIF, quindi buttalo via.
Preferibilmente non usare Chromium, che ha degli strani memory leak su pagine con animazioni complesse, e ha qualche glitch particolare. Firefox non ha questo problema, ma usa molto di più la CPU.
Direi che la scelta non è tra il migliore ma tra il meno peggio..
Nota: se scegli Firefox, non usare la versione ESR! È per sua natura vecchia, fossilizzata, e manca sempre di funzionalità moderne - per esempio, al giorno d'oggi ancora non supporta AVIF.

» Script client-side

Il sito Web non usa alcuno script client-side per le funzioni di base, perché non voglio costringere chi (per validi motivi di sicurezza e non solo) non vuole attivare JavaScript ad avere un'esperienza degradata. A proposito della questione spinosa, ho scritto anche un articolo: 📄 I documenti non devono diventare applicazioni.
Ad ogni modo, però.. per fornire alcune funzionalità extra, devo per forza avere del JS, c'è poco da fare. Qui sotto, la lista di cosa uso. Tutti i file sono caricati dai server del mio sito, quindi è difficile che enti malevoli possano nasconderci malware dentro.

Lista di script client-side usati nel sito Web (Espandi)

  • Script interni, scritti da me: Auto-espansione dei menu sulle pagine con tema sitoctt in modalità desktop (sto cercando di sistemarlo..), Visualizzazione a schermo intero degli sfondi delle pagine.
  • Polyfill per supportare le immagini AVIF su vecchi browser: avif.js di Kagami (Non ancora attivato... lo sarà a breve quando cavolo lo farò? Sono mesi che rimando, il problema è che non è una soluzione plug-and-play, devo prima capirla e poi creare uno script di wrapping 😭)

Di seguito, metto la mia classifica dei possibili modi per visualizzare questo sito, dal migliore al peggiore. Per standardizzazione, tutti presuppongono supporto completo ai colori (nel possibile).

Mie inutili digressioni su modi assolutamente assurdi di consultare il sitoctt (Espandi)

• Browser Web, con supporto completo a CSS3
(Perfetto!)
• Stampa su carta olografica, GIF e CSS3 completamente renderizzati nel possibile
(Richiede muovere il foglio a mano ma ottimo!)
• Browser Web, con supporto incompleto a CSS3
(Meh, OK..)
• Stampa su carta normale, animazioni CSS3 e GIF non renderizzate
(Buuu, mancano le animazioni..)
• Browser vecchio (Web vecchio, Web testuale, o Gemini) / Stampa su carta normale, zero supporto CSS
(Ma che è sto schifo?!?!)

» Ma di che si tratta?

Su questo mio spazio di Internet metterò di tutto. Spero.

Per ora, sicuramente metto paginine superficiali su argomenti specifici, ma anche articoli di blog lunghi e discorsivi. Voglio, inoltre, mettere anche tante raccolte sulle cose che mi piacciono, in forma sia testuale che di media. Una specie di galleria sulle cose che per me valgono.

Oltre che degli effettivi contenuti, però, voglio che il sito (la versione Web, ovviamente) sia galleria di sé stesso. Voglio creare qualcosa che abbia un suo carattere unico, come i siti Web amatoriali degli anni 1995-2005, dove ogni luogo di Internet aveva sempre un'atmosfera diversa da tutto ciò visitato un attimo prima.
L'ascesa dei social come li abbiamo oggi ha purtroppo rovinato il web sotto questo punto di vista, portando alla standardizzazione completa e alla morte della creatività espressa con la forma.
Voglio che questo mio spazio web sia diverso da tutti gli altri, caratterizzati da testo monocromatico e temi riciclati, perché è un peccato avere strumenti potentissimi e non sfruttarli davvero.

Per questo, cercherò di inventarmi di continuo modi di abbellire le pagina con il CSS, non solo con layouting o effetti del testo fissi, ma soprattutto con le animazioni.
Al resto della forma, come l'ordine ad albero delle pagine nel sito o dei paragrafi nelle pagine, non penserò molto, altrimenti mi distraggo dal creare contenuti e la voglia mi passa.

Ricapitolando, le mie intenzioni attuali sono queste, poi non lo so cosa ci finirà qui sopra col tempo per davvero.. considerando anche che questa pagina può subire, ha subito, e subirà, lente modifiche.

» Disponibilità del sito

Al momento, questo sito è disponibile per la navigazione su vari indirizzi diversi (i contenuti sono sempre identici).
Per chi non sapesse, comunque, il nome è da un mesetto cambiato in sitoctt da postoctt, perché il vecchio nome mi dava l'impressione di qualche servizio postale...
Dovrei pensare anche a molti altri mirror in cloud da diversi provider (ovviamente gratuiti), se voglio che il sitocto sopravviva ad octt stessa me medesima e superi la prova del tempo... Ma questa è una questione lunga.

» Web

Il sito Web è disponibile da diverse fonti.

💾 Opzioni di compatibilità per sistemi obsoleti o esotici (Espandi)

• Versione HTTP di base
Il sito include funzioni CSS complesse e relativamente moderne, per poter fornire effetti grafici (e funzionali) epici. Ironia della sorte, per quanto visualizzando le pagine su browser veramente vecchi, che mancano di supporto CSS totale o quasi, il tutto si vede brutto ma è leggibile.. su browser che sono sia troppo vecchi e sia troppo nuovi si presentano bug parecchio gravi, che rendono impossibile usare alcuni menù o addirittura leggere il testo!
Oltre al fatto che (nel possibile) voglio supportare sistemi vecchi, 'ste maledette rogne si presentano anche su dispositivi meno popolari ma attuali, tipo il Kindle! Insomma, per i troppi browser che non includono un'impostazione per disattivare completamente il CSS, era d'obbligo fare quello che ho fatto: al percorso /Plain sui miei domini del clearweb c'è una root parallela, e pagine con uguale contenuto ma CSS ridotto all'osso.
• HTTP non cifrato
Per evitare problemi ci ho dedicato un sottodominio dedicato, tenendo HTTPS forzato sul principale; ma, visto che non mi richiede manutenzione, ho fatto si che dal dominio di quinto (!) livello "http" si acceda al sito tramite HTTP non cifrato (ospitato da GitHub, stavolta): in poche parole, l'indirizzo è http://http.sitoctt.octt.eu.org. I contenuti sono identici, ovviamente, ma finalmente si può navigare il sitoctt su roba come Internet Explorer 4 direttamente contattando il server.

» Gemini

Da ora, inoltre, il sitoctt è disponibile come capsula Gemini. Per andarci, si deve usare un browser Gemini.
Ovviamente (per chi conosce Gemini), è tutto più castrato, e la forma non è esattamente la migliore perché tutte le pagine sono una diretta conversione dall'HTML del sito Web (e il programma su cui mi appoggio per farla è un po' rotto, per giunta).
Vai alla octocapsula, gentilmente ospitata da koyu.space: gemini://koyu.space/octt

» Feed e notifiche

Da ora il sitocto (il blogoctt e il MicroBlog, nello specifico) ha dei feed integrati, che vengono automaticamente aggiornati quando pubblico un nuovo articolo!

Feed Atom (moderno, consigliato, contiene post completi): feed/atom.xml
Feed RSS (obsoleto, disponibile per compatibilità): feed/rss.xml

Ti serve un aggregatore di feed compatibile per usarli.
- Su PC desktop consiglio Thunderbird o SeaMonkey Mail.
- Su Android consiglio Feeder o Simple Rss.
- Se vuoi usare un dispositivo come un lettore di e-book e-ink, l'unico software universale che - tra le altre cose - include un aggregatore di feed, che conosco e posso consigliare, è KOReader.
- Suggerimento: se usi Friendica, puoi copiare il link al feed e incollarlo nella barra di ricerca, per poterlo seguire come se fosse un profilo!

Inoltre, se usi una qualunque piattaforma del Fediverso ActivityPub (Mastodon, Pleroma, Misskey, ...) puoi seguire il bot del sitoctt, così da ricevere nel tuo feed Home i nuovi post: @sitoctt@botsin.space! Per alcune complicazioni iniziate a fine agosto 2022, il bot non è accessibile dalla più grande istanza Mastodon italiana, mastodon.uno, quindi è quasi praticamente inutile ora. Non lo tolgo di mezzo solo perché mi costerebbe di più fare ciò che lasciarlo dov'è :P; comunque ne dovrei creare uno nuovo, prima o poi.

» Sorgenti e licenze

» Licenze dei contenuti

Tutto il contenuto presente su questo sito che ho creato io (i miei testi, media originali, e maggior parte del codice sorgente) è rilasciato sotto licenza "Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale" (CC BY-SA 4.0) ( ), una licenza libera che promuove la condivisione, e non intacca i legittimi diritti alla cultura e la collaborazione dell'umanità in generale.

Sono presenti, però, anche contenuti non miei.
In ogni caso, se qualcosa viene dalla mia mano, non avrà nessuna indicazione di crediti vicino.
Per la roba presa in prestito, invece, verrà sempre indicata la fonte da cui ho prelevato e la licenza, che sia questa di dominio pubblico, Creative Commons, o non specificata.
Occhio, che i crediti per le cosine HTML e CSS spesso li lascio soltanto nei sorgenti della pagina.. Quindi, in caso, controlla lì per questo genere di crediti. Per cose come immagini o testi, invece, spesso eventuali crediti sono parte visibile della pagina, vicini all'oggetto preso in prestito (come una descrizione); altre volte, lo stesso oggetto è un link che, se cliccato, riporta alla fonte.
Comunque, ho pensato di creare una sezione della pagina qui sotto, dedicata a crediti speciali (che compilo quando mi ricordo).

» Codice sorgente

Parlando dei sorgenti del sito, quelli HTML dell'effettiva pagina caricata dal browser potrebbero essere difficili da leggere. Questo è perché in realtà non scrivo direttamente l'HTML completo per comporre le pagine.
Non solo sarebbe un casino replicare le mie varie barre e sezioni di navigazione su tutte le pagine, e se devo fare modifiche a queste poi è un inferno replicare la cosa ovunque, ma la sintassi HTML è sporca e faticosa da scrivere.

Proprio per questi motivi, ho creato un mio generatore di siti statici (anche quello, come questo sito stesso, incompleto ma aggiornato di tanto in tanto quando mi serve), che preprocessa il mio codice sorgente per includere le mie barre in tutte le pagine, generare le sezioni della pagina (che appaiono nel menu a destra), generare la lista di pagine del sito (del menu a sinistra), e altre cosette. Passaggio importante, eventuali file Markdown o Pug vengono tradotti in HTML per essere comprensibili da normali browser, ed ecco qua.
Ah, si, sto dicendo "altre cosette" perché si tratta di roba che al momento della scrittura di questo capitolo della pagina è assente o incompleta, e scrivendo come scrivo mi paro le chiappette e non devo fare future modifiche.

H e h .

» Prendi tutto!

Per terminare, trovate tutti i miei sorgenti sulle rispettive repo Git.
Quelli del mio sito (divisi in repo multiple per tenere la cronologia pulita), alle condizioni descritte sopra: gitlab.com/octtspacc/sitoctt; sitoctt-assets.
Quelli del mio generatore, anche questo rilasciato sotto una licenza libera, la AGPL: gitlab.com/octtspacc/staticoso.

Altra cosa: in caso possa interessare, per conservare e/o condividere in modo immediato (esclusi i file che sono sulle repo a parte, perché linkati in modo assoluto) copie offline del sito, si può scaricare uno zip contenente tutte le pagine compilate qui!

» Crediti speciali

Lista di crediti e ringraziamenti speciali a chi ho preso materiale in prestito (Espandi)

» Riservatezza e trasparenza

In quanto mio interesse legittimo, in questo sito web utilizzo un servizio di analitica; sia per poter migliorare ciò che faccio, che per soddisfare la mia pura curiosità di scoprire dati.

Il servizio di analitica è basato su software completamente libero ed open-source, ospitato gratuitamente per siti a basso traffico da GoatCounter.com.

A quanto pare, con GoatCounter non serve includere un avviso a schermo che disturba gli utenti per essere in regola con il GDPR (si veda goatcounter.com/help/gdpr), ma, per onestà e trasparenza, sto scrivendo comunque questo paragrafo.

Solo i dati non-personali vengono raccolti, in forma anonima, per i soli fini di statistica generale, e non di tracciamento individuale. Il servizio non utilizza cookies, e i dati non vengono ceduti a terze parti. Per ulteriori informazioni, non posso fare altro che consigliare di leggere la Privacy policy di GoatCounter.



» Rings

Se dei link tra questi sotto non funzionano, vuol dire che chi amministra i ring non ha ancora accettato il mio sito negli stessi.
L'attesa sta uccidendo più me che te, fidati.
O, magari, si tratta di un problema temporaneo.

Fediring [🎲]



❤️ Copying is an act of love. Please copy and share.

» 🔢️ 2048

2048 è un semplice giochino puzzle in cui si ha una griglia di piastrelle numerate, generate casualmente, che si può far scorrere interamente in una delle quattro direzioni. Tutti i numeri sono potenze di 2, e numeri uguali che si scontrano vanno a sommarsi per diventare il loro doppio.

  • Se si arriva, a furia di far sommare le piastrelle, a 2048, si vince una partita, che però può andare avanti anche oltre.
  • Si perde se si arriva a riempire la griglia interamente di numeri senza avere spazio per fare altre mosse.

L'implementazione ufficiale del gioco è open source, cosa che ha portato alla creazione di tantissimi cloni e versioni modificate che implementano le meccaniche più svariate.

...WIP... Se vuoi scoprire altre cosine sul gioco, leggi su Wikipedia.

» Implementazioni

  • Ufficiale (Gabriele Cirulli): Web, Git

» Cloni

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Sfondo della Pagina: Fonte 

» 🚀 LIBERTY WINGS: un Breve RPG sulla Libertà (Recensione)

Proprio l'altro ieri si è conclusa una game jam, cioè una competizione (online) di sviluppo di videogiochi, basata sul creare qualcosa utilizzando RPG Maker 95, una versione vecchissima della serie in questione di motori di gioco. ...Non è stata ben pubblicizzata, a quanto pare? Perché cercando sul web non trovo uno straccio di pagina di annuncio o che raccolga i lavori. Peccato.

Ad ogni modo, un creatore che seguo ha preso parte alla competizione, e quindi mi è capitato di giocare la sua creazione. Ci ho in realtà messo più tempo a prepararmi a giocarci, che ad effettivamente iniziare e finire, perché mi ero fissata col volerci giocare da mobile anziché al PC. Ma, l'importante è avercela fatta (e sul mio microblog ho spiegato come, in caso vi sia utile). A questo punto, però, mi andava anche di fare una piccola recensione dell'opera... perché no?

» La recensione

Quindi, questo è LIBERTY WINGS, "un semplice gioco sulla libertà, con dirigibili fighi, dittatori, e... una simpatica ragazza goth!". Sputerò subito il rospo, e vi dirò che si, è un GDR carino, mi è piaciuto. Proprio per questo, e considerando anche che è veramente corto — il primo gameplay fatto completamente alla cieca senza correre dovrebbe durare dai 20 ai 40 minuti — in realtà vi rimando immediatamente alla pagina web del videogame, dove potete scaricarlo e provarlo per conto vostro, prima di continuare a leggere: https://yomuu.itch.io/liberty-wings-rm95-game-jam. Se poi proprio non volete... andiamo avanti. Al limite, se pianificate di giocarci, considerate magari di saltare la sezione sulla storia ora, o almeno di non andare oltre i suoi primi paragrafi; anche se tenterò di non spifferare tutti i dettagli e i personaggi, mi allargherò comunque abbastanza.

» La storia

Il gioco, come si legge dalla descrizione (cosa che non si capisce subito iniziando a giocare, ma che si riesce a intuire andando via via avanti con la storia), è ambientato in "un futuro non troppo distante", in cui l'umanità è divisa in stati costituiti su isole volanti nel cielo. Con una guerra, un dittatore ha preso il controllo di questi stati, trasformandoli in colonie di un governo centralizzato la "Company" (l'Azienda).

Il protagonista del racconto è un normale dipendente, senza precise caratteristiche o identità, che si trova a dover svolgere una delle sue normali mansioni nel momento in cui il gioco si apre. In realtà egli, così come tutti gli altri lavoratori dell'Azienda, è evidentemente caratterizzato più come uno schiavo: lavora e vive lì da quando è nato, e a tutti gli effetti vive per lavorare, a causa del lavaggio del cervello messo in atto dal regime dittatoriale. Come i suoi colleghi, è convinto (e in parte auto-convinto) che la vita sia fatta soltanto di dovere.

Tornando alla normale giornata del protagonista, per qualche motivo egli è costantemente pieno di pensieri, dal momento in cui si accinge a svolgere le sue mansioni fino a quando va in pausa pranzo. Tra le sue rimuginazioni, saltano fuori di continuo pensieri che, dal punto di vista dell'etica dell'Azienda e del lavoratore modello, sono a dir poco sbagliati. Il ragazzo cerca di darci poco peso, ma non può fare a meno di passare dall'ideale essere grato per la sua vita ed il suo lavoro, al più problematico porsi dubbi su chi è davvero come persona, e se forse nel mondo c'è qualcosa di un valore superiore agli obblighi imposti a lui dall'alto. Il tono del primo tipo di pensieri, però, traspare come lievemente falso, forzato, quasi come se questi venissero a galla in automatico solo per evitare al lavoratore una più grave crisi esistenziale.

Dialogo "You know that these intrusive thoughts of yours are not welcome within the perfect and orderly civilization built with sweat and tears by the Company."

Proprio questo giorno, in quel momento, il caso vuole che si verifichi un'emergenza nel dirigibile volante: per l'ennesima volta, i "rivoluzionari" hanno teso un attacco al mezzo, definito terroristico dall'Azienda. Chiamati anche "pirati del cielo", questi sono a tutti gli effetti i nemici del sistema, che li ritiene perversi, senza dignità, e persino da eliminare a vista. L'evento in sé non è appunto nulla di nuovo per il protagonista, che però questa volta finisce per stravolgere del tutto la sua vita.

» Un cambio di rotta

Mentre cerca di dirigersi verso la zona sicura, come ordinatogli dai superiori tramite l'interfono, il lavoratore si imbatte in una rivoluzionaria. Questa, nel mentre che sta per scappare via prima che sia troppo tardi, nota il lavoratore, che tenta di persuadere raccontandogli velocemente la sua storia: anche lei lavorava nell'Azienda, fino a quando un giorno ha compreso la verità del mondo, e ha deciso di abbandonare per sempre quella vita banale. In un altro momento, le cose sarebbero andate diversamente, ma stavolta l'animo del protagonista è in totale subbuglio, ed egli decide quindi di dare retta alla pirata: vuole vedere cosa c'è oltre le pareti di ferro del dirigibile, e quindi scappa con lei.

Saremo a questo punto alla guida della piccola navicella della ragazza, l'atmosfera si fa più tesa, e le cose iniziano a complicarsi. Con fatica si naviga un enorme ambiente nel cielo, districandoci fra mura irregolari, bombe piazzate qui e lì per fregare chi si distrae alla guida, e soprattutto i soldati dell'Azienda, che hanno le loro navicelle e cercano di venirci incontro ogniqualvolta finiamo tra i loro radar. Bisogna trovare due chiavi nascoste nella vastità di questo ambiente, per sbloccare il portellone dall'altro lato della mappa e continuare la fuga.

Le difficoltà non finiscono qui: ad un certo punto, si incontrano diversi blocchi sulla strada, e dovremo andare a cercare il tasto di sblocco per l'unica uscita d'emergenza disponibile. Nel frattempo, la navicella ha anche esaurito il carburante, e la pirata deve stare lì ferma a riempire il serbatoio. Continua così il viaggio del protagonista, adesso a piedi, per zone inesplorate dell'isola. Tuttavia, sulla sua strada, questo incontra presto alcuni robot-soldato pronti a ribaltare i suoi piani a tutti i costi, accusandolo di tradimento ed urlandogli contro in modo totalmente freddo.

Dialogo "YOU BETRAYED THE COMPANY. THAT IS A CRIME AND IT MUST BE PUNISHED."

» Punto critico

Il ragazzo riesce in realtà a superare anche qui le avversità senza particolare sforzo... o quasi. Prima che questo possa difendersi in tempo, uno dei robot lo pugnala vicino al cuore, facendolo immediatamente iniziare a preoccupare per la sua vita. Nonostante il danno, qualcosa dentro di lui gli dice che non può lasciare tutto così ora e, forse anche perché sa che morirebbe in ogni caso, decide chissà come di continuare, e raggiungere il bottone per lo sblocco dell'uscita. Persino la rivoluzionaria, che lo chiama al walkie-talkie dato che il tempo sta scorrendo, non riesce a farlo tornare indietro una volta che scopre cosa gli è successo. Ormai ha assaporato la libertà, e se deve abbandonare il suo mondo vuole almeno continuare a sperare.

Dopo qualche altra sofferenza, trascinandosi in zone ancora più strane, il lavoratore quel maledetto pulsante riesce a premerlo, ma ormai è tardi, e sente di stare ormai per morire. In qualche modo però, qui succede la più grande sorpresa della sua storia: una forza bizzarra si sprigiona in un istante proprio dal suo cuore, causando una forte esplosione che fa persino saltare via il tetto che stava lì. Totalmente incredulo, salta sulla navicella della ragazza, che lo ha aspettato come promesso anziché salvarsi da sola, per scappare verso la libertà, stavolta certa e decisamente tangibile.

Alla fine, ce l'hanno fatta. Il gioco termina con il ragazzo e la pirata che sono finalmente in salvo, e condividono alcune cose di loro. Il futuro che insieme vogliono realizzare sembra essere quello di salvare l'intera umanità, con una prossima avventura. Ed è proprio a questo punto, ultimissime battute del gioco, che quello che si legge è uno strano plot twist finale... ma mi taccio.

» Le mie opinioni

Il gioco punta quasi tutto sulla narrazione, che però come ho già accennato non è totalmente esplicita: alcuni dettagli sono nascosti, lasciati intendere, oltre che rigirati di continuo. Arrivo a chiedermi persino se io li ho davvero capiti tutti, o se ho magari travisato o tralasciato qualcosa!
Comunque, la trovo effettivamente una storia avvincente, ben condensata e sviluppata in modo armonioso; non appare né troppo stringata, né allungata per far sembrare più grosso il gioco, e le cose vengono fuori man mano come dovrebbero.

Il tema principale, la libertà, viene affrontato in un modo che sembra voler richiamare alcune brutture del mondo reale, senza però scostarsi da quello di fantasia che costituisce il gioco. Non è profondissimo, però nemmeno superficiale, e qualche riflessione può strapparla almeno per un attimo. Quello che crediamo da una vita è davvero ciò che è meglio, o ciò che è giusto? Possibile che il mondo sia in realtà più vasto di cosa le nostre conoscenze, per forza limitate, ci permettono di immaginare? È un giochino con un suo perché, è quello che sto cercando di dire.

Alcuni dettagli mi hanno fatto un po' storcere il naso, ma nulla di grosso.
Ci sono, come ho raccontato nella storia, minuscole sezioni di combattimento stile RPG nel gioco, ma non sono nulla di che; si fanno immediatamente, senza difficoltà alcuna, e a tratti sembrano messe giusto per. In realtà, forse è giusto che ci siano, per giustificare quello che avviene proprio alla fine di quel blocco, ma sento che questa meccanica del gioco poteva a mio parere essere sviluppata un filino di più, se proprio doveva esserci.

Ho anche percepito la qualità dei dialoghi diminuire un po' verso la fine del gioco, che presenta in effetti diverse espressioni linguistiche non propriamente corrette, o comunque che suonano un attimino male. Qui entriamo veramente nella pedanteria, è un mio difetto e riconosco che è una critica banale, però voglio essere onesta. Dall'altro lato, però, la scrittura non perfetta mi ricorda inconsciamente la natura amatoriale del gioco, in un certo senso facendomelo apprezzare di più nella sua essenza di opera creata davvero solo per amore... quindi, non tutti i mali vengono per nuocere.

Mi è piaciuta la sezione esplorazione-puzzle a metà della storia, che ha reso il gameplay un poco più attivo proprio dalla parte di me che giocavo, anche se mi sono bloccata per più di un quarto d'ora solo lì e ho temuto di non riuscire più ad andare avanti per conto mio... Menomale che, con una botta di fortuna, alla fine ho superato la sfida, però sarebbe secondo me un po' più gradevole avere qualche tipo di suggerimento in-game; quella parte può diventare frustrante.

» Atmosfera particolare

Parlando di atmosfera: a occhio, secondo me non piacerà a tutti, ma io l'ho trovata fantastica.
Anche qui, il sapore amatoriale non manca, tra tileset (quasi tutti) originali con diversi temi, i diversi sprite e i disegni a schermo intero dei personaggi, e la musica di sottofondo. Piastrelle e sprite sono fatti in stile pixel-art, mentre quegli altri disegni sono stati realizzati con uno stile più classico (e nei file extra del gioco ci sono anche i bozzetti!).
Proprio la OST l'avevo ascoltata prima di giocare, e avevo già ritenuto alcuni dei brani carini senza sapergli però dare chissà che peso, ma ascoltandoci giocando... tutta un'altra cosa, ci sta perfettamente. Non avendo (se ho capito bene) esperienza nella composizione musicale, il lavoro che il creatore del gioco ha fatto è di tutto rispetto, mi sento di dirlo. Fa forse un po' strano pensare che tutte le musichette siano in stile retrò/chiptune, tranne una, ma non è una cosa che mi ha dato fastidio durante la partita.

Un unico appunto: mi è sembrato, in certi casi, che l'audio fosse come mixato male: in alcuni punti la musica cambia di botto, senza dissolvenze o abbastanza silenzio, e alcuni brani quando vanno in loop suonano come se non fossero fatti per la cosa. Credo che almeno alcuni di questi problemi fossero colpa dell'emulatore, considerando anche che il gioco ci metteva un bel po' ad iniziare a rispondere ai comandi e a riprodurre una nuova musica allo scattare di alcuni eventi (spesso il cambio di scenario, ma non sempre); ma altri sono probabilmente o una svista del gioco, o, probabilmente, una limitazione del motore.

Le parti visive e uditive, quindi, insieme vanno a creare una ambience coesa, e che si sviluppa di pari passo alla narrazione. Molto cupa all'inizio, ma in un certo senso calma e confortevole; via via meno familiare e poi persino caotica andando avanti; completamente stravolta, ma pacifica, al termine del racconto. Alcune zone sono anche leggermente sognanti, eteree, e non posso fare a meno di definire alcuni degli scenari come liminali. Chissà se era tutto voluto, oppure è un caso...

Una zona un po' liminale, verso la fine del gioco (fuori contesto, no spoiler).

Quegli avvenimenti un pochino surreali, alcuni a tratti anche comici, sparsi per tutta la storia, risollevano i momenti più tesi in modi più o meno imprevedibili. Ho anche percepito una cosa che proprio non mi aspettavo... in alcuni dialoghi, c'è stato ficcato dentro il suono del vine boom... ci sono rimasta di sasso, questo è veramente troppo anche per la mia memeticissima anima... un bel caratterino ha questo videogioco.

» Considerazioni finali

Arrivata quasi alla fine, avrei probabilmente desiderato un gameplay un pochino più lungo, perché proprio alle ultime battute era diventato ormai decisamente emozionante e non mi andava di chiudere così... ma allo stesso tempo, ribadisco che la breve durata in questo caso ha un suo perché: ha permesso alla narrazione di dire il suo senza scadere in momenti banali. E, in ogni caso, tutta l'opera è stata creata da una sola persona, non professionista, in poco più di un mese; considerato anche questo, non solo il risultato finale è più che ragionevole, ma penso che abbia ancora più valore.

Per concludere, non posso fare altro che rinnovare l'invito iniziale a provare il videogioco, che è ovviamente gratuito: tra la breve durata, il riuscire con un po' di ingegno a farlo girare anche sui dispositivi mobili, e la barriera di difficoltà praticamente nulla, non avete scuse. Faccio notare che per giocarci su Wine su Linux desktop bisogna aprire il menu di gioco e impostare la visualizzazione in finestra, altrimenti (così mi è successo) il personaggio sembrerà non muoversi; per far girare il programma su versioni di Windows d'epoca (come in emulatore), invece, va cancellato il file ddraw.dll dalla cartella di gioco.

Se vi doveste bloccare, il giochino è stato anche fatto tutto in diretta da (credo) un amico dello sviluppatore, quindi potete guardare il gameplay: https://twitch.tv/videos/2113520874. Come se la storia intrigante non bastasse, c'è anche qualche easter egg più o meno nascosto, che aggiunge quel pizzico in più di brio una volta che ormai si è finito già di giocare... quelli vi suggerirei di trovarli voi, è banale. (A meno che non ce ne sia anche qualcun altro che nessuno ancora conosce...)

Un ennesimo grazie a Yomu, il tizio ghoul spaventoso ma puccioso che ha creato quest'esperienza, per i bei quarti d'ora passati sul gioco... nonché l'occasione di distrarmi dalla mia vita ancora di più scrivendo questa recensione! Ah, e direi grazie anche per aver esplicitamente rilasciato la OST nel dominio pubblico... oltre che come file WAV nella cartella di gioco, la trovate anche in questo video YouTube. (Bella sorpresa questa, eh?)

Dialogo "You are ugly as hell, girl." Concludiamo l'articolo con un insulto, perché no...

» 🎇 Il resocontoctt di questo 2023, almeno in termini di posting!

Per la fine dell'anno, molti fanno la lista di buoni propositi per il nuovo, mentre io a 'sto giro stilo la raccolta di alcune mie magagne... bentornati nel mio mondo.

Temo di dover fare anche un po' di fretta con questo post, perché se uscisse la giornata del 31 non se lo cagherebbe probabilmente nessuno... almeno non prima dell'anno prossimo (e detto così fa molta paura, lo so). Non avendo fatto in tempo per il 30, ecco che pubblico tardi di notte, prima di mimir. 🌌

Negli ultimi mesi non ho avuto modo di trattare perfettamente il sito, perché le mie parole sono state rubate da sbocchi alternativi, o forse un po' bloccate da contrattempi. E cosa esattamente, immagino possiate chiedervi voi che diligentemente seguite il sitoctt, ma soltanto il sitoctt, ed altrimenti non sguazzate mai nello spacc?

» La BBS, forum Spacc dal sapore antico

Durante quest'estate mi è venuta un'idea un attimo insolita, quantomeno per gli standard del 2023: aprire un forum di discussione vecchio-stile per lo spacc, con la vaga idea di costruire qualcosa che possa lentamente crescere come un posto ideale per discussioni di quel tipo lì, portate oltre i confini pratici permessi dalle piattaforme social più moderne o dalle chat. Ed eccolo fiero, lì su https://bbs.spacc.eu.org/. 😎

Ho delle idee future mediamente ambiziose a riguardo della Spacc BBS, che ora non ho ancora avuto modo di portare a termine e/o mettere in moto, per questioni di competenze e di tempo; dal collegamento con ActivityPub, al supporto multilingua con traduzione nel backend, fino all'idea di un gioco di ruolo che si svolgerebbe nel forum con del codice progettato ad-hoc (insomma, un vero videogioco, non come sugli altri forum dove si parla e si fa finta di giocare)... e chissà se riuscirò mai a realizzare ogni cosa, soprattutto non riuscendo a trovare persone capaci di fornire i pezzi che a me mancano.
A me ospitare il forum costa zero, che venga questo usato o meno, e già solo per questo non penso dichiarerò mai fallimento e mai chiuderò. È davvero così conveniente hostare in casa.

Per quanto io non l'abbia sfruttata a livelli estremi, ho usato la BBS per scrivere alcuni post che altrimenti non avrei forse mai lanciato, perché sento che in qualche modo il formato forum (anche in quei casi in cui nessuno si fila di striscio il thread neppure dopo settimane di attesa...) mi offre un modo particolare di esprimermi, che sul blog sentirei a tratti inadatto.
Dall'altro lato, chissà, magari avendo solo il blogoctt avrei pubblicato lì, sentendo che il MicroBlog sicuramente non sarebbe stata un'alternativa adatta. A tal proposito...

» Il MicroBlog nuovissimo, alla faccia Du Rove

Il "MicroBlog" che ho sul sitoctt non è proprio un microblog nel senso classico... è una categoria che decisi arbitrariamente dovesse conservare i miei post meno lunghi. Il vero microblog io l'ho sempre praticato un po' sul Fediverso, un po' su Telegram, con un canale che storicamente è passato di continuo avanti e indietro tra pubblico e privato per motivi complessi.
Allo stesso tempo, queste piattaforme hanno sempre fatto per me anche da "PicoBlog", con post di una o due frasi, mentre sulla sezione del sito ho lasciato si formasse la polvere. 🕸️

  • Da un lato avevo provato a spostarmi verso un mio sito per queste cose, perché volevo avere modo di controllare veramente i miei dati e la gestione delle pubblicazioni... ma con quello statico era tutto abbastanza scomodo, e la voglia di pubblicare mi passava.
  • Dall'altro, un problemino era il mio dover scegliere ogni volta tra il pubblicare su Telegram, e spesso quindi non poter condividere efficacemente le mie parole anche fuori da quella bolla, e il pubblicare sul Fediverso, potendo replicare i post sul mio canale solo con dei limiti antipatici (che abbassavano l'esperienza e facevano lagnare la gente). Alla fine dei conti quindi, mesi fa ha iniziato a scemare sempre più la voglia di micropostare... e non so esattamente allora come spendessi le mie giornate (forse ad amministrare il lato tecnico del forum...), ma ho iniziato a pubblicare più di rado.

Proprio questo dicembre, cambia però tutto, dopo che una notte non riesco ad addormentarmi subito, ma in compenso mi ricordo che...

  • Il plugin ActivityPub per WordPress dovrebbe aver fatto ormai dei passi in avanti decenti, e quasi quasi potrebbe essere adatto per il microblogging...
  • ...e si da il caso che io avessi un sito WordPress su Altervista (quindi, spazio e traffico illimitato ma con WordPress completo, gratis) in disuso, che sarebbe proprio perfetto per provare questa cosina...

Questa cosa meriterebbe forse un articolo a parte, ma fatto sta che subito ho messo in prova questa via per cambiare in meglio il mio workflow di microblogging, dopo averla sbandierata sull'appunto nuovo MicroBlog (https://octospacc.altervista.org/2023/12/04/138/, questo è ad esempio il messaggio in questione). 🔗

» Le piattaforme dei miliardari lasciano tutti a piedi

Il caso ha voluto poi che — ironicamente, proprio la sera del 24 dicembre, come fosse un brutto regalo marcio — l'account Telegram dove ero admin del mio canale e del gruppo commenti venisse bandito, per ragioni che ancora non abbiamo capito (chiaramente automatiche, e secondo me errate). Per com'è l'andazzo, sembra anche che io abbia perso per sempre tutti i miei dati: se non rispondono alla mia richiesta manuale di portabilità dei dati, avranno violato il GDPR, e io nel frattempo rimarrò con niente in mano (se io non sclero...)

Menomale che, avendo iniziato a pubblicare da WordPress, il ban non ha in alcun modo interrotto il mio flusso di shitposting (fiuuuh!), ma ho dovuto perdere un po' di tempo per riprendere gente (e c'è chi non abbiamo ancora raccattato) per portarla finalmente su Matrix (un protocollo di messaggistica federato e veramente libero)... perché ahimé non hanno voluto ascoltarmi quando 2 anni fa dicevo che sarebbe stato saggio spostarsi lì prima di incidenti, non dopo. 😮‍💨

Anche questa roba merita discorsi a parte, e giusto per buon auspicio lascio quì alcuni miei nuovi link:

» Smonto tutto

Comunque, tutto questo significa anche che è il momento di rivedere delle piccole cose sul sito.

  • La sezione che ora lì si chiama MicroBlog non sta più bene — perché con 'sto nome non stava bene già da prima — e devo o levarla (riversando nel Blog tutti i post lì presenti), o rinominarla. Penderei per la prima opzione, così da ridurre un attimo le paturnie che altrimenti mi capitava di farmi per decidere quando un articolo fosse abbastanza lungo da stare nel Blog, e quando invece no.
  • Allo stesso tempo, il PicoBlog scomparirà (diventando un archivio, non cancello niente). Tanto non lo aggiornavo prima, e a maggior ragione dubito lo userò mai ora.

» L'eterno ritorno della Knowledge Base

Cerco di essere breve qui, perché ormai questa questione rischia di diventare il più grande inside joke della mia vita, che, ma guarda un po', merita allo stesso modo il fantomatico articolo a parte. 🫣

Da più di un anno fa, come scrissi anche sul sitoctt, ho iniziato ad usare TiddlyWiki per creare una mia knowledge base di... non mi è tutt'ora ben chiaro cosa.
Diciamo che lì sopra il 90% sono liste di link per me utili, di cui il 30% forse con brevi note personali, e il restante del contenuto formato da piccole pagine di note e cose così che non saprei davvero sennò dove buttare. È pubblica perché mi conviene, sarebbe più scomoda tenerla privata, e penso che possa essere utile ad altre persone, come per me sono state utili (o almeno interessanti) le wiki personali di altri individui a casaccio.

Il punto sta nel fatto che, da quando uso quella robetta lì, non ho praticamente più motivo di aggiornare le pagine non-blog sul sitoctt, perché è solo più scomodo e meno organizzabile a lungo termine, rispetto a creare le stesse dalla wiki.
Aggiungendo a ciò anche il dover ormai riconoscere il fallimento di staticoso (il generatore del mio sito, che è uno spaghetto, difficile e scocciante da estendere), ma restando vera la mia lagna sul fatto che non trovo altri generatori per me soddisfacenti, mi viene naturale l'idea di trasferire tutto su TiddlyWiki (che si, funziona ottimamente come generatore di siti statici)... 🙂

...Peccato che non è immediato ricreare tutte le mie pagine speciali e funzioni interne particolari con il sistema di templating e macro di questo altrimenti magnifico software, e quindi è da marzo 2023 che ci sto lavorando. In tutta onestà, succede che ci lavoro per dei giorni, poi mi fermo per noia, poi me ne dimentico per un mesetto buono, e poi ricomincio il ciclo il più tardi possibile.
Di questo passo, chissà se sitoctt e OcttKB verrano mai uniti per davvero in una sola sorgente... finiranno prima il ponte sullo stretto quelli lì, di me questa faccenda. 🙃

» Il tempo che se ne va...

Questa sezione rischia di non avere il minimo senso, ma volevo scriverla lo stesso, un po' per atmosfera e un po' per disperazione.
Che il tempo non possa fare a meno che scorrere, lasciando indietro tutto ciò che è stato passato e che costituisce il presente perché non c'è stato modo di cambiarlo, non c'è mai stato dubbio. Tuttavia, il tempo sembra essere sempre meno utile, più volatile, meno tangibile. L'entropia si alza, i rimpianti si cristallizzano, il divertissement appare un modo sempre meno efficace di sfuggire alle rogne.

Ma, scherzi di drammatica a parte, questo è ciò che sento per davvero, soprattutto quando le circostanze esterne me lo ricordano: parlando a breve termine, pur avendo eliminato un po' delle cose che mi portavano a sprecare il tempo, sembra che io ne abbia sempre meno a disposizione; riguardo il lungo termine, ogni tanto è forte il sentore che il tempo realmente disponibile per concretizzarmi, nonostante tutte le giustificazioni che il mio cervello inventa per eliminare il dolore, stia quasi per scadere. 😶

» La fine.

Speriamo dunque — perché è in genere giusto non smettere mai di sperare, anche se forse non è una buona idea usare la speranza come surrogato dell'azione — che questo nuovo anno possa portarci tante cose altrettanto nuove ma veramente belle, pure se non ho idea di come mai ciò potrebbe accadere. Buone feste, piccole persone che vivono nel mio computer e leggono le mie pazzie!

» 2️⃣ Gaming sincronizzato tra PlayStation 2 e smartphone

Chi segue le mie avventure da abbastanza tempo e con dovuta attenzione forse lo sa, ma il più grande problema dell'informatica è: come conciliare bene le discrepanze che si vengono a creare quando ci si pone il problema di videogiocare sia a casa che in portatilità? Tra giochi che in un caso sono comodi da giocare e in un altro magari nemmeno girano, e i salvataggi che si spargono per innumerevoli dispositivi diversi, risolvere questo problema in toto non sarà mai possibile...
Eppure, certe volte, l'entropia del cervello è in grado di generare idee particolarmente utili anche a questo proposito, come mi è successo l'altro giorno per la PS2.

Io ho infatti una reale PlayStation 2, console domestica che quando si trova modo di usare è certamente apprezzabile... e che io spesso mi trovavo a non usare, per i motivi sopracitati: né direttamente, perché a casa spesso non mi va, né con emulatore sullo smartphone, perché sentirei che a casa non sfrutterei la vera console dato che i salvataggi aggiornati starebbero solo sul telefono.
E allora, proprio l'altro giorno, fissando la console (non so bene perché), penso che dovrebbe esistere un modo per avere i salvataggi facilmente sincronizzati tra quella e il telefono...

» Intoppo 1: chiavetta o memory card?

Sul momento, l'idea più semplice a cui ho pensato è stata: esistono degli adattatori per usare una scheda microSD come memory card PlayStation (che usano invece un'interfaccia non-standard)... potrebbe convenire comprare uno di quelli, così tengo lì tutti i salvataggi, e a desiderio posso accedervi anche da altri dispositivi spostando la scheda in giro.[[1]]
Con una scheda da diversi GB (tanto ormai in giro non se ne trovano di piccole comunque), inoltre, potrei anche fare a meno della chiavetta USB e tenere tutti i giochi solo sulla scheda di memoria!

Per fortuna, questo non è l'unico modo, almeno per certi giochi: Open PS2 Loader, l'homebrew che esegue giochi commerciali da memorie di backup (come le chiavette USB), supporta l'uso di memory card virtuali (VMC) che sono salvate come file sull'unità USB. I giochi sono alquanto lenti a salvare su quella (la PS2 supporta solo USB 1.1, e in più c'è dell'overhead strano), però è una soluzione apparentemente agibile.

» Intoppo 2: conversione dei salvataggi

Indipendentemente dalla precedente scelta, scopro però un altro ostacolo: i salvataggi andrebbero convertiti per essere passati dalla console all'emulatore (almeno AetherSX2, nel bene e nel male l'unico veramente decente ad oggi) e poi viceversa.
Fortunatamente, trovo subito mymc, un programma talmente antico che richiede Python 2 (mentre al momento siamo da anni e anni al 3), che però funziona, e grazie al cielo offre un'interfaccia a riga di comando.

Di per sé non fa vere conversioni di memory card virtuali, ma permette di manipolare i file contenuti in vari modi. Tutto molto grezzo, ma per fortuna abbastanza sfruttabile per fare proprio quello che serve a me, dopo aver assemblato uno script ideale.
Non mi metto a spiegare come funziona, in fondo all'articolo potete scaricarlo e leggerlo, è una noia. Ho pacchettizzato mymc dentro lo script, così che non vada installato a parte.

» Intoppo 3: convertire dal telefono

Nota 2023-10-18: ho trovato un fork moderno (in Python 3) di mymc, mymc+... non l'ho (ancora) provato, ma è possibile che questo possa funzionare anche su Android, eliminando il setup intricato che segue, quindi lo menziono.

Purtroppo, mymc ha qualche problema a funzionare in Termux (l'ambiente Linux nativo molto comodo per questo tipo di integrazioni) sul mio Android: non so di cosa sia la colpa, ma in pratica il programma ha problemi a leggere i file VMC, tirando un errore del tipo di file.vmc: Bad file descriptor. Non ho trovato soluzioni online, nemmeno per ricerche generiche del problema, quindi ho dovuto arrangiarmi. Forse usare un sistema GNU+Linux containerizzato in proot, con le sue librerie e una build diversa di Python 2.7, basterebbe a risolvere il problema, ma chissà.
Dal canto mio, mi stavo iniziando a scocciare, e allora ho optato per delegare la conversione al mio server Debian, facendo svolgere ad uno script in Termux il semplice compito di caricare la VMC sul server, eseguire lì sopra il vero script di conversione, e poi scaricare il file convertito nella giusta posizione in locale.

Prima che mi dimentichi: su Android 13 e superiori (ma già da alcune versioni passate) servono i permessi di root per far leggere e scrivere file da/su memorie esterne (come la chiavetta USB) e cartelle private delle applicazioni (come quella dove AetherSX2 conserva le memory card virtuali).
A quanto ho potuto provare, se non si ha il root bisognerà per forza usare un gestore di file adeguato (e non credo ne esistano di scriptabili, quindi bisogna usare le manine), o forse ADB, per spostare i file in giro... ringraziate Google.
In ogni caso, i miei script hanno scritti dentro i percorsi speciali usati per tutto l'ambaradan.

Usando Termux:Widget, ho aggiunto infine due collegamenti al mio launcher di sistema, per la conversione della VMC:

  • uno che va dal formato PS2 a quello emulatore, da eseguire quando voglio giocare su telefono ma i salvataggi sulla pennetta sono stati modificati l'ultima volta dalla PS2;
  • l'altro per la conversione inversa, da eseguire quando voglio andare a giocare sulla PS2 una volta che è stato l'emulatore ad aggiornare i miei salvataggi.

A spiegarlo mi rendo conto che appaia complicatissimo, nella pratica devo solo premere un tasto e aspettare una manciata di secondi.

» Nella pratica: il pregio della memoria unica

Eliminati gli intoppi, la configurazione è fatta, ed il suo punto di forza sta nella centralizzazione di giochi e salvataggi su un unico dispositivo: la chiave USB. In questo modo:

  • evito la confusione generata da giochi che ho da una parte ma non l'altra, specialmente quando voglio modificare la mia raccolta;
  • non mi serve una microSD tanto più grande nello smartphone per contenere tutti i giochi che ho già su un'altra memoria portatile, con vantaggi per la stabilità degli altri dati ed il peso del portafogli;
  • non c'è confusione extra per la gestione di anche i salvataggi, essendo questi gestiti come ho detto prima.

Sulla PS2 attacco la pennetta normalmente quando mi serve, invece sullo smartphone devo usare un adattatore USB-C OTG, cosa mediamente scomoda ma c'è poco da fare. Per evitare di perdere 'sti robi in giro, ho attaccato poi un moschettone alla pennina USB, e un anello portachiavi nel buco per i laccetti che ho sulla cover del telefono.

» Concludendo: idee a catena

Credo che questo sia il sistema più ideale date le mie condizioni iniziali, e nei giorni a seguire lo proverò per bene.
Probabilmente, dovrò comunque procurarmi una memoria esterna più capiente per conservare più giochi, perché quella da 32 GB che uso ora mi è sempre stata strettina.

Magari, prendendone una abbastanza grande, e scrivendo un homebrew apposito, credo di poter adattare questo mio sistema anche per i giochi Wii, usando la stessa memoria anche per quelli... spoiler? 👀

In vera fine, ecco le risorse aggiuntive per questo articolo:

  1. Su questo riscontro opinioni contrastanti o consigli non troppo chiari, quindi attenzione: non si capisce se questi adattatori funzionino anche come normali memory card per i salvataggi dei giochi (e dunque anche possibilmente come scheda per FMCB), oppure solo come memoria esterna per homebrew come OPL... in ogni caso sarebbe un acquisto potenzialmente valido, considerando le inconvenienze tecniche della USB su PS2. 

» 📎 Mollette per capelli, ridotte a colla e sassolini

Per una serie strana di ragioni, questo articolo è rimasto tra le mie bozze per più di un mese, nonostante fosse praticamente finito. Vabbè, meglio tardi che mai, buona lettura...

Dunque: in qualche modo, un giorno è misteriosamente arrivato l'onomastico di mia madre, e io mi trovo dunque a volerle (doverle?) fare un regalo.

Ma che regalo fare? È sempre un casino con 'ste cose. Persino al casalinghi cinese, quel posto magico in cui se si fa una giravolta si scoprono cose sugli scaffali che prima non si riusciva a vedere, prima o poi, le idee regalo finiscono. Figuriamoci da altre parti.

Per fortuna, nonostante il buon gusto mi manchi, di creatività credo invece di averne a palate, e per questo anche stavolta la mia unica vera opzione è stata il fai-da-te. (Ma le materie prime le ho acquistate comunque dai cinesi, e dove sennò...)

Nel casalinghi ci entro senza avere in mente idee troppo precise, ma con il piano di girare un po', vedendo oggetti bene o male tutti dissonanti tra loro, e aspettare che il mio cervello si inventi qualcosa.

Alla fine, ho comprato due elementi:

  1. Una serie di 10 mollette per capelli di quelle stile-graffetta; di colori un po' diversi, per avere una varietà accettabile, ma tutti a tinta unita.
  2. Una scatola di perline di forme, grandezze, e sfumature di colore diverse; in totale 8 tipi. Ogni scatolina comunque aveva solo una tonalità di colore circa, fattore un pochino limitante ma non grave. Io ho preso un set con colori tra il viola e il rosa.

La scatolina con tutte le perline dimostrata in, suppongo, bella vista.

Appena 3€ dopo, arrivo a casa subito con la voglia di fare il lavoro, e neanche inizio che già sto per combinare un disastro: nell'aprire la scatolina di perle, ecco che la stavo inclinando un po' troppo, e alcune di quelle bricioline colorate sono finite da uno scompartimento all'altro... un altro po' di disattenzione, ed avrei potuto perderne almeno una buona parte per la stanza in un istante.

La mia idea era di piazzare le perle più piccole (~1 mm di diametro) un po' su tutto il bordo superiore delle mollette. Quelle più grandi sono quasi dei sassolini (~4mm di diametro), non c'è verso che si incollino a modino. Specialmente quando si è nella situazione di dover fare tutto il lavoro in pochissime ore.

In questo caso ho quindi dovuto usare la colla a caldo, il cui più grande pregio, la presa quasi immediata, è stato però un mezzo difetto, perché incollare queste perline per bene richiede una certa precisione; perlomeno nel modo che ho tentato inizialmente, cioè far cadere qualche perla sulla molletta dalle mie dita dopo aver piazzato un po' di colla.

Con questo metodo, avrei dovuto arrivarci prima, si e no solo un quarto dei sassolini colorati si è incollato (male), e il resto è finito un po' ovunque. Ci ho quindi riprovato, stavolta immergendo la molletta coperta di colla nel contenitore di perline, e questo metodo ha funzionato effettivamente un po' meglio.

Le prime 3 mollette che ho completato, messe in fila per bene.

Tuttavia, questo modo non è di per sé magico, e non ha potuto ovviare ad altri problemi:

  • Le perline non tengono granché sui lati, dove il corpo della molletta si assottiglia... puntualmente, dopo abbastanza cicli di apri-chiudi, vengono via tutte.
  • In generale, aprendo o chiudendo la molletta, qualche perla salta via anche dopo che la colla si è totalmente asciugata. In ogni caso, facendo una decina di volte questo movimento, si può fare in modo che quelle che proprio devono cadere lo facciano quantomeno subito, evitando problemi in seguito.

Nel frattempo, nella frenesia di tutto, avevo perline che andavano a destra, a sinistra, sulla scrivania, addosso a me e poi per terra. Facendo l'apri-chiudi, qualcuna è schizzata persino per aria...
La maggior parte di cosa avevo perso l'ho poi ritrovata nei giorni subito dopo, comunque, quando camminando per la mia stanza sentivo qualcosa di croccante sotto le pantofole. Una piccolissima parte non l'ho trovata più, ovviamente, anche perché nel frattempo poco dopo ho passato l'aspirapolvere.

Alla fine, dopo aver realizzato queste 3 per mia madre... quasi quasi ho iniziato a volerne alcune fatte così anche io però! 😅️
Quindi ne ho fatta almeno un'altra, ma stavolta, avendo tempo infinito, ho provato con la colla vinilica.
Non so se la decorazione fatta in questo modo resista o meno all'acqua, perché la mia colla vinilica è cosiddetta "lavabile", ma non mi è dato sapere se sia lavabile solo con l'acqua o serve anche il sapone. Eviterò di farmi piovere in testa quando la indosso, suppongo.

La molletta creata con la colla vinilica una volta asciugata, illustrata in diverse posizioni.

Nonostante questo potenziale lato rischioso, penso che usare la vinilica sia comunque la scelta migliore, per un motivo estetico: quando si asciuga del tutto, diventa totalmente trasparente. La colla a caldo, invece, resta densa e visibile, facendo sembrare sporco e arrangiato il lavoro finale. Va benissimo quando devo unire cartone o stoffe, ma non in questo caso.

Dopo qualche giorno di uso, comunque, ho notato che la colla vinilica non incolla benissimo sulla plastica gommata della molletta, e ai bordi si è leggermente staccata. Nulla di grave, ma va tenuto a mente; per risolvere penso che basti mettere un altro po' di colla (vinilica o non) che gira anche attorno al lato della molletta e la ingloba leggermente.

La molletta che ho fatto con la colla vinilica, subito dopo l'applicazione.

Quindi, alla fine, mia madre ha avuto un prodotto che per poco non è definibile nemmeno davvero completo, rispetto a quello più rifinito che ho creato solo un attimo dopo! 💀️ Il suo vero regalo quindi è stato il fare da beta-tester. Le ho poi offerto di sistemare un pochino le prime tre mollette, ma ha detto che, almeno quelle tre, le vuole tenere così, e al massimo gliene faccio di nuove in più. Boh, non so cosa dire, c'è chi preferisce usare le beta a vita, a quanto pare (assolutamente non io per quanto riguarda Minecraft...).

Le prime 3 mollette realizzate, disposte in diverse posizioni, con una luce a tema.

» 🏖️ Recensione: Pipì nel Mare (Mar Tirreno)

Con l'estate ormai al suo picco, in un ennesimo agosto estremamente caldo, è praticamente d'obbligo che tutte le tradizioni della stagione siano onorate, anche quest'anno.

Dove si fanno le vacanze, anche questa volta? Ma al mare, chiaramente. Secondo voi, chi è che ha più autorità in merito: tutta quella gente sconosciuta che ogni volta, quasi agendo per inerzia, risceglie puntualmente la montagna, sperando che in chissà che modo questa ennesima volta possa essere quella buona e divertente... o l'italicissimo poeta vate, Gabriele D'Annunzio, che in particolari località di mare ha vissuto mesi estivi talmente profondi e memorabili da sentire il bisogno insopprimibile di scriverci su un'intera raccolta di liriche?

Ho passato questi giorni in una quiete profonda, disteso in una barca al sole. Tu non conosci questi luoghi: sono divini. [...] Penso all'ora in cui dovrò riprendere il treno, con un rammarico indicibile. Vorrei rimanere qui, e cantare. Ho una volontà di cantare così veemente che i versi nascono spontanei dalla mia anima come le schiume delle onde. In questi giorni, in fondo alla mia barca, ho composto alcune Laudi che sembrano veramente figlie delle acque e dei raggi, tutte penetrate di aria e di salsedine. Sento che in un mese o due potrei d'un fiato, comporre tutto il volume. [...] Se tu potessi immaginare le bellezze di questa marina!
(Lettera di D'Annunzio ai Fratelli Treves Editori, 7 luglio 1899)

Per quanto, come molti, sono convinta anche io del fatto che il mare — inteso come lo stare incatenati nella stessa singola località balneare scelta per la vacanza di turno — a lungo stanca, riesco in certi casi a sentire anche io in maniera particolarmente coinvolgente quell'essenza naturalista che D'Annunzio con estrema fatica ha saputo trascrivere in bellissime parole, nonostante le mie vacanze siano decisamente un po' più piatte delle sue.

Se forse durante questa mia breve vacanza in Calabria non ho avuto modo di fare spettacolari passeggiate nella pineta, o di godere di una camminata sulla spiaggia fatta come natura comanda — senza la calca d'agosto e il sovraccarico sensoriale da questa generato — e nemmeno starmene per ore nella pace assoluta di qualche scorcio a riposare, non potevo comunque rinunciare a quell'unico momento di immersione che mi è davvero concesso.

Dopo vari di quei giorni in cui ho dovuto a malincuore decretare l'acqua a mare come insoddisfacente — troppo fredda, troppo agitata anche solo per stare a riva senza rotolare via, in generale atmosfera poco invitante — finalmente oggi tra tardo pomeriggio e prima sera le carte in tavola sono quelle giuste, che mi permettono di compiere quella mossa più agognata: la pipì nel mare.

All'inizio, la mia idea era di stare appena a riva, in maniera distratta e con la testa piena di altri pensieri. Tuttavia, l'ambiente si è in pochi minuti rivelato estremamente avvolgente per i sensi, e i miei pensieri piano piano si sono allineati alla frequenza delle onde. Seguendo questo nuovo ritmo calmo e accogliente, allora, mi spingo un pochino oltre in quel vasto azzurro, arrivando a bagnarmi fino alla vita, lì nel mar Tirreno.

Ormai sto bene nell'acqua, e negli attimi che di continuo si susseguono inizio a dimenticarmi tutte le forme, i colori, le costruzioni mentali. Il cielo sfumato di un blu caldo, un colore fresco macchiato dalle calde sfumature del sole che è ormai in procinto di tramontare, quindi mettere così fine a quest'ultima giornata di vacanza. Non percepisco tutti quegli elementi non più necessari, opere e pensieri del mondo moderno, totalmente fuori posto in un contesto tanto divino, e cancello quelle altre poche persone molto distanti da me.

Con un battito di ciglia, torno dunque indietro di centinaia di migliaia di anni, se non decine di milioni, a quando tutto il brodo della vita stava venendo preparato nell'enorme pentolone oceanico, all'interno del quale oggi non possiamo più vivere ma da cui sentiamo ancora provenire un ancestrale richiamo.

È a questo punto che, dopo che la mia mente e la mia pelle si sono totalmente unite al corpo blu, il resto della mia carne si completa in questa temporanea entità ibrida, che allo stesso tempo mi appartiene e di cui non sono nulla. Quello stimolo, tanto antico quanto lo scenario che naturalmente si è oramai assemblato, è ora l'unico pensiero definibile complesso che fa avanti e indietro tra il mio sistema nervoso e l'apparato urinario. Si viene così a costruire un bisogno che ha l'aspetto di un desiderio bramoso, ma che si inizia da solo a realizzare, come fosse quasi un dono del fato, senza uno sforzo notevole da parte mia.

Questo. Questo è il singolo unico momento in cui, nel mondo di oggi, possiamo apprezzare la semplicità di un simile gesto. Trarre pura soddisfazione da qualcosa che consideriamo scontato, e a cui non diamo in genere un briciolo di attenzione: tutte le altre volte in cui facciamo pipì abbiamo sempre qualcosa per la testa, e vediamo sempre l'atto piccolo come l'ennesima faccendina da fare di continuo, non come un piccolo meritato momento di pausa di poche volte al giorno. In prima persona io sono colpevole di questo.

In questo lungo attimo nel mare calabrese, abbastanza profondo anche ad una distanza non eccessivamente spinta dalla riva, l'unica distrazione anche solo possibile è il panorama infinito tra orizzonte e costa. Non si ignora nessun istante, ma anzi ognuno di quegli innumerevoli va ad aumentare la consapevolezza del piacere, nell'attesa di finire il lavoro; ma per poter coronare l'anticipata soddisfazione, non per fuggire via come al solito dalla tazza.

L'aspetto più gradevole dell'opera è indubbiamente il tepore del liquido ormai sprigionato, che induce al rilassamento e ci da la conferma che si, stiamo facendo la cosa più bella. Il costume da bagno è sempre al suo posto, mai mosso di un millimetro, ma non si sente affatto, non oppone la minima resistenza al mescolamento degli unici due fluidi in gioco. È il momento clou di tutto, l'apice del panismo.

Alla fine, tutto finisce, ma è bene così. Noi, esseri estremamente limitati, non potremmo nemmeno in questa situazione apprezzare un'esperienza di questo tipo, se avesse una durata diversa. A questo punto, con estrema calma, senza iniziare di nuovo a riempire la testa di inutili pensieri, mi avvio ad uscire dall'acqua, che si è fatta una certa. Ho goduto di questo momento speciale, ed è questo che conta.

Voto finale: 10/10. Un'esperienza che nella sua piacevole essenzialità è davvero inimitabile. Lo consiglio caldamente a tutti, e certamente io lo rifarei alla prossima occasione utile.

Prima di concludere, una piccola curiosità: il mare è il bagno non diviso per genere più antico del mondo. Questa particolare categoria terziaria di posti di scarico per i bisogni non li abbiamo inventati noi umani per rimediare ad errori di alcuni nostri antenati — li ha inventati la natura, ben prima che esistesse il primissimo homo sapiens!

» ☣️ Le brutture irrisolvibili della dock di Nintendo Switch (Parte I)

Nota: questo articolo avrebbe dovuto si in primo luogo illustrare i problemi della dock di Switch, ma poi continuare e terminare con lo sviluppo totale della mia soluzione alternativa. La prima parte è venuta bella lunga, però, e ho paura che possa eclissare quella veramente importante, quella della mia soluzione pericolosamente originale. Quindi, in questo articolo parlo solo delle mie rogne; quello che uscirà in seguito sarà dedicato al mio fai-da-te.

Chi è, come me, tra gli sfortunati possessori di una console Nintendo Switch, probabilmente sa bene quanto la dock ufficiale sia non solo scomoda, ma quasi uno scherzo in essenza, qualcosa che quasi non doveva esistere!

» Ecco di cosa parliamo

La dock, per coloro che sono stati beati ignoranti fino ad ora, è semplicemente una basetta proprietaria che fornisce alcune espansioni alla console, tra cui una sola con un minimo di rilievo: l'output video.

Per evitare di creare confusione, o di attribuire colpe dove queste possono non essere dovute, mi chiarisco: tutto questo articolo ruota attorno alla prima edizione della dock. Nintendo ne ha infatti creato una versione migliorata quando, nel 2021, ha rilasciato la revisione OLED della console. Io possiedo solo il primo modello (in quanto ho solo la prima edizione di Switch), quindi la mia esperienza si limita a quello. Vabbè che, anche se pare che alcuni problemi minori siano stati risolti, nel complesso la dock rimane sempre sub-ottimale.

La mia dock appoggiata in un cestino della spazzatura... smontata, perché ho già realizzato l'oggetto del prossimo post. Ecco qui il posto in cui la dock dovrebbe stare: nel cestino.

» Per cosa iniziò la fine

È stato sin dal proverbiale day-one, quel giorno del 2017 in cui Nintendo ha rilasciato questa ennesima console sul mercato, che tra le diverse critiche sollevatesi attorno ad essa, molte hanno riguardato proprio anche il suo rapporto con la dock.

» L'output video fatto brutto

Il fastidio più grosso, a mio parere, è dovuto al fatto che la maledetta dock è l'unico modo per avere output video dalla console ad un display esterno. Comprendiamo tutti il non voler mettere una porta HDMI sul tablet, ossia la console vera e propria, ma perché per forza richiedere la dock?

Già da 3 anni prima dell'uscita sul mercato dello Switch, ossia dal 2014, è stato diffuso lo standard "DisplayPort Alternate Mode on USB Type-C Connector", quello oggi implementato in tutti quei PC portatili che non includono una porta HDMI, e che permette per l'appunto di trasportare, su un unico connettore: energia sufficiente alla ricarica, dati video, e dati di ogni tipo (USB).
Nel caso poi si volessero avere porte USB extra, o direttamente una porta HDMI (per collegarsi a monitor non-DisplayPort), sul mercato ci sono hub per meno di qualche decina di euro che fanno proprio a questo caso.
Ovviamente, avendo Nintendo voluto implementare la sua soluzione proprietaria discutibile, il collegare Switch direttamente ad un monitor dotato di porta USB-C, o a uno di questi adattatori, non risulterà in alcun segnale video venir trasmesso.

Nintendo ha poi ben depensato di non includere funzioni di trasmissione video senza fili, nemmeno come opzione secondaria, seppur programmi homebrew come SysDVR dimostrano che l'hardware è perfettamente capace di una trasmissione video in WLAN.
Per dirne un'altra, lo standard Miracast esiste dal 2012, quindi c'era tutto il tempo di implementarlo nella console, se solo la casa madre avesse voluto. A dire il vero, trattandosi di qualcosa di implementabile via software (l'unico requisito hardware è il Wi-Fi), Nintendo non ha mai avuto un termine massimo per includere una funzione del genere, eppure nessun aggiornamento del firmware rilasciato in questi 6 anni ha ancora tappato questa lacuna (o varie altre); qualcosa che non fa altro che confermare la svogliatezza dell'azienda.

» Una batosta al portafogli!

Nonostante questa fissazione di Nintendo con il non implementare standard diffusi — o, ancora peggio, con il farlo in maniera scorretta, reinterpretandoli e rompendoli (non m'azzardo ad aprire bocca sulle questioni di Switch che esulano dalla basetta...) — quantomeno la dock è inclusa nella confezione della console, e non va acquistata separatamente... qualcosa che non so se vedere come bene o male, considerando che, costando ben 80 euro se acquistata separatamente, immagino che la sua inclusione nella scatola del tablet impatti pesantemente quello che sarebbe altrimenti il costo della console da sola.

Se anche è vero, però, che i critici arrivano anche dove qualcuno offre un prodotto perfetto, questo plasticume d'accessorio merita tutta la sua cattiva fama. Voglio dire: tutti noi videogiocatori ci saremmo aspettati qualcosa di un attimo migliore, con quella taglia di 80€, e perciò va detto che gli aspetti negativi di questo soprammobile pesano onestamente molto di più dei lati positivi.

» Al bando le porte

Trovo innanzitutto un minimo ridicoloseppur realisticamente insignificante, considerando cosa offrivano nel 2017 le console della concorrenza e in generale gli altri dispositivi elettronici — che la dock fornisca solamente una porta di output audio-video digitale (HDMI), e nessuna analogica.
Ripeto, non è un pretesto intelligente per andare da Nintendo con in mano dei forconi, ma è quantomeno deludente, considerando che la console casalinga precedente della grande N, la bistrattata Wii U, aveva entrambe le uscite.

Una mancanza di input/output ritenuta un problema da ben più di 4 gatti, però, riguarda la porta Ethernet. In ambiti specifici il Wi-Fi non ha mai davvero soppiantato le connessioni di rete cablate, e il gaming è uno di questi.
Su Switch poi, con i driver Wi-Fi di Horizon OS (il sistema operativo di Nintendo), che dire schifosi è fargli un complimento, e con il mancato supporto ai driver tethering USB (quelli che permettono di usare, per esempio, uno smartphone Android come router cablato), l'unico modo per avere un collegamento Internet di qualità è comprare un adattatore Ethernet-USB (almeno questo, per fortuna, può essere generico).

Eppure, in questo caso, la mancanza di spazio non è una scusa digeribile per non aver incluso porte a volontà... la dock al suo interno è perlopiù spazio vuoto, che componenti elettroniche, e penso sarebbe stato possibile fare di più (la dock OLED, infatti, presenta almeno la porta Ethernet).
A proposito: di per sé, la tanta plastica ABS non sarebbe un problema — anzi, dà una buona solidità e un peso di rispetto al prodotto, che altrimenti potrebbe tendere a volar via giù da tavoli e scrivanie con poco, e sarebbe forse un po' fragile.

Per via di ciò, però, la dock non è affatto semplice da trasportare, principalmente perché troppo grossa.
Il peso, detto francamente, non è un problema in tal riguardo: la console da sola con i Joy-Con (i controller laterali) equipaggiati pesa già più della dock da sola... tutto quel litio in una tavoletta di plastica, fidatevi, pare piombo.
Le dimensioni, però, se apparentemente contenute (almeno, rispetto ad un'intera console solo-fissa) sono problematiche se si vuole portare la dock in una borsa o uno zaino assieme alla console. Tutte le custodie trasportabili, ovviamente, non possono riservare uno spazio per la basetta, a meno di essere grosse quanto delle ventiquattrore.

Fermandoci un attimo con le parole al vento, e parlando di numeri, siamo a 238x98x13 millimetri per la console (Joy-Con inclusi), e 172x102x50 mm per la dock: insomma, quest'ultima è spessa quasi 4 volte il tablettino, il che è un problema.
La mia custodia generica a valigetta (una di quelle quasi-imbottite, con spazio per gli accessori) è, da chiusa, 249x126x52 millimetri: se dovesse includere anche lo spazio per la dock sarebbe un borsone!

» Oltre le banali apparenze

Ed è esattamente così, osservando attentamente dettagli sempre più minuti al fine di produrre affinate deduzioni, che ci ricordiamo qualcosa — almeno, io e tutti coloro che imparano fai-da-te e programmazione dal mio blog (sbagliando grosso?): la sovra-ingegnerizzazione è un pericolo sempre dietro l'angolo, quando si tenta di fare qualcosa di particolare.

» Pareti artigliate incluse!

Una delle sviste di progettazione uscita subito fuori con il design della basetta, e che non sarebbe stato affatto presente se solo Nintendo avesse optato per un design più essenziale, è che lo spazio in cui il tablet di Switch si inserisce e riposa è un po' troppo stretto. Le due facce di plastica non sono così vicine da far percepire qualcosa di strano all'inserire o al disinserire della console, eppure abbastanza vicine da creare graffi sul fronte della console.
A onor del vero, nessun graffio può accumularsi nell'area propriamente del display, ma realisticamente solo ai suoi margini (e sui pixel più estremi del display, ed ecco da cosa viene la rabbia collettiva), dato che è solo in corrispondenza di quella zona che la dock presenta 2 sporgenze simmetriche, che fanno da guide per l'inserimento.

Ovviamente, il pannello frontale si graffia soltanto perché è di plastica: se fosse stato di vetro, non sarebbero successi incidenti. Considerando però l'ampiezza del target di mercato a cui la console si rivolge, e il resto delle sue caratteristiche tecniche, un display di vetro sarebbe stato in effetti inadeguato. Tanto, chiunque ci tenga può, come feci io, comprare una pellicola di vetro a pochi euro, e in un attimo applicarla.

» Flusso dell'aria ridotto

Parecchi giochi che girano su Switch, nel tentare di mantenere un regime prestazionale accettabile durante la sessione di gameplay, lavorano a scapito delle temperature, che si alzano di parecchio (specialmente sulla primissima revisione della console, che monta un chip più energivoro.[[1]]). Da qui deriva la necessità per la console di avere un sistema di raffreddamento attivo, che aspira aria da una piccola griglia sul retro, per poi risputarla (calda) nella parte alta.

Non che io abbia tanta esperienza nella fisica dei fluidi, però mi pare, dal semplice uso della console, che in dock le ventole tendano in media a girare sempre con più forza rispetto alla modalità portatile, anche a parità di risoluzione video (720p) e, a regola, di frequenze di CPU e GPU.
In effetti, per come il tablet riposa nella sua base, metà della griglia posteriore affaccia sul vano cavi della dock, mentre l'altra metà è direttamente ostruita (vicinissima ad una parete di plastica). Questa prima metà, oltre a poter essere, eventualmente, parzialmente ostruita dai cavi di alimentazione e video, riceve aria solo dai due piccoli spazi aperti (a sinistra e in alto) sul retro della dock; e a me, quest'aria, pare pochina.

Modello disegnato a mano su carta, con pennarelli colorati. Ecco un modello grafico dei buchi, flussi d'aria, e possibili cavi. Bruttina la situazione della piccola griglia posteriore (in blu, e fuori scala per eccesso, ora che ci faccio caso)! (Non fate caso al fatto che ho invertito la porta USB-C con quella HDMI...)

» Girarla in orizzontale?

Infine, è un po' stressante la mancanza di una modalità di posizionamento in orizzontale per la base, che sarebbe particolarmente utile quando lo spazio è ristretto e i cavi devono essere corti — come in postazioni di gioco vicino alla TV (situazione comune in certe case proprio giapponesi, tra l'altro), o anche postazioni su scrivania (il mio caso).
Se girata sul lato lungo, in realtà, la base ci rimane, e la console rimane connessa; ma basta tirare un po' qualcosa per farla scendere fuori, e quindi scollegare.
Per la cronaca, sia Wii che Wii U, oltre che le console della concorrenza (le presenti, e diverse passate), sono state pensate per poter riposare in entrambi gli orientamenti.

Sarebbe stato comodo avere questa opzione, anche se forse non è la fine del mondo, rispetto alle altre rogne: anche perché basta aggiungere un supporto triangolare auto-fabbricato (o comprato da venditori che si occupano di artigianato della plastica) per avere una situazione più decente, in cui la console resta un po' inclinata rispetto al piano di appoggio della base (e non quasi parallela).

Un supporto aggiuntivo pensato per il posizionamento in orizzontale della dock. Foto da DVAMakerStudios, Etsy.

» Che cosa fare

Che cosa si può fare allora se questo plasticone è causa di tutti questi pesanti morbi? Lo abbiamo detto sopra: usare un hub USB generico, come su tutti i dispositivi normali, qui non è possibile.

» Dock che il prozio al mercato comprò...

Principalmente solo sul Web, si trovano in vendita dock per Switch di terze parti, di tutte le forme. Purtroppo, a seguito delle segnalazioni negative fatte da tantissimi utenti dopo un tempo d'uso variabile, non le reputo per nulla affidabili (anche se certamente qualcuna tra le centinaia lo sarà, ma chissà quali!).
A causa del bizzarro protocollo secondo cui è gestita l'energia tra Nintendo Switch e i suoi accessori ufficiali, pare che la console possa rompersi con accessori di terze parti che forniscono (anche) ricarica. Il che è bizzarro, come dire, perché virtualmente qualunque altro dispositivo sul mercato con una porta USB di ricarica non si rompe, se non con procedure poco ortodosse e volute, che vanno al di là dell'usare un caricatore della concorrenza.

Su Amazon in particolare si trovano però anche altre tipologie, oltre ai cloni rifatti da zero della dock:

  • Quelle compatte che contengono — o almeno, così dicono loro, ma pare sia così guardando le foto (la disposizione delle porte e le dimensioni della scheda, ad occhio, combaciano) — la scheda ufficiale contenuta nella base prodotta da Nintendo (come questa per €24,99).
  • La stessa cosa appena presentata, stesso design, stesse dimensioni, ma senza alcuna scheda integrata (come questa per €19,99): sono kit fai-da-te, l'idea è di prelevare la scheda dalla dock che già si possiede e montarla in questa nuova scocca.

» ...e fu così che i suoi soldi bruciò.

Qualunque opzione si scelga, pare però che si arrivi a pagare almeno 20 euro sonanti soltanto per della plasticaccia, viti, molle, e qualche altra scemenza. Anche questo, come prezzo, è semplicemente a dir poco eccessivo; è troppo, punto. Tutto sovrapprezzo, e scommetto che se uno dei casalinghi cinesi che ci sono da me vendesse almeno un kit DIY, difficilmente costerebbe più di 10 euro.

» Una sola opzione

Alla fine di tutto, allora, solo un'opzione mi resta: plastica, cartone, colla, scotch, spille, ed elastici. Anche stavolta è il momento del fai-da-te pezzotto, quello a costo totalmente zero che a me piace tanto.
C'è fin troppo di cui parlare a proposito, come al solito, quindi tutto ciò sarà per il prossimo articolo! Spero di non aver tediato nessuno fino alla morte oggi, altrimenti chi mai potrà leggere la seconda parte...

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Una revisione hardware silenziosa ha introdotto una versione riprogettata del SoC NVIDIA Tegra X1, con un processo produttivo più compatto, che funziona in modo quasi identico all'originale, ma richiede meno energia, quindi ne disperde meno, e quindi scalda di meno: https://wiki.wiidatabase.de/wiki/Mariko

» 😭 Più che un esame, ho fatto una guerra.

Come da titolo, è stato questo il pensiero poetico dispensato da mia madre oggi, dopo che al pomeriggio sono tornata a casa con una psiche completamente obliterata, irriconoscibile.

Fino a 30 minuti prima, maremma bona, volevo solo esplodere. Atttenzione, però: non per l'esame in sé (l'ultimo di una serie di extra-curriculari, precisamente), per me semplicissimo, di cui non mi importa nulla se non della certificazione![[1]] È successa un'altra roba.

» Torniamo indietro

Quando passai le prime sessioni due anni fa, andò tutto liscissimo, quasi all'insegna del chilling: erano ancora i tempi delle restrizioni anti-COVID, e quei 2 esami che affrontai a scuola erano in un'aula comunque poco affollata.

Quest'anno, però, una schifezza. La carta l'ho presa senza ripetere nulla, quindi i miei non hanno buttato soldi in quel riguardo, ma l'esperienza è stata terrificante.
L'aula a questi giri è stata sempre pienissima, e proprio questa cosa è finita per essere un problema per la mia anima.
Non credo di meritarmi tutto questo...

» Aria di problemi

Il mese scorso feci 2 esami dei 3 che mi mancavano, e già non filò nulla liscio, affatto:

  1. Il mio professore (referente del progetto) non mi aveva detto che sulla casella email del dominio scolastico mi sarebbe dovuto arrivare un link privato, per creare un account sulla piattaforma di esaminazione online... Peccato che l'accesso alla posta lo ho solo sulla chiavetta con Puppy Linux e sul tablet, e non riesco ad accedere altrove[[2]]. Risultato: dovetti farmi la corsa a casa per prendere il tablet e tornare a scuola... Fortuna che abito nelle vicinanze.

  2. La piattaforma di testing si ruppe totalmente quando avevo finito uno degli esami (non senza fatica, alcune domande erano [glitchate](https://en.wikipedia.org/wiki/Glitch#Computerglitch)_!): appena feci partire il secondo, il sistema disse che avevo esaurito il tempo, e mi chiuse in faccia la prova appena avviata... Il prof. dovette perdere tempo a chiamare il supporto per spiegare la cosa, e dopo un bel casino l'esame venne ripristinato come non svolto.

Tra entrambe le cose, allora, fu persa una buona quantità di tempo. E se così non fosse stato, forse ce l'avrei fatta a finire tutti gli esami quel giorno.

» Il presente

Torniamo ad oggi.
Finita la scocciatura dell'attesa (non troppo problematica, grazie al rettangolo di plastica, vetro, metallo, con connessione Internet, e tascabile, che anche io porto sempre in giro), dovuta al fatto che tutte le postazioni erano occupate inizialmente, inizio.
...Ma non l'avessi mai fatto!

I miei primi minuti vanno per bene, fino a che non iniziano a terminare l'esame anche una buona selezione (casuale, o il destino le ha scelte accuratamente?) di scimmie, che dalle file dietro a tutto farfugliavano con chi (immagino in confidenza) ancora non aveva finito, ad un volume esagerato e in contemporanea.
Ecco, ecco, ora, lentamente, il sangue inizia a ribollire nel mio corpo, manco fosse una caffettiera, perché con quel casino non riesco a leggere metà di una domanda senza distrarmi totalmente. Nemmeno avere gli auricolari nelle orecchie (ma staccati) attenuava abbastanza il rumore. Finire in quel modo l'esame? Impossibile.

» Ci ho provato

Prima che fosse troppo tardi, ho cercato di chiamare l'insegnante — che, mannaggia allo strafaccio, era parecchio distratto, perché ad un'altra persona in quel momento era capitato lo stesso glitch della mia volta precedente (e qui devo: ma che backend di merda che ha 'sta piattaforma, buttatelo via e riscrivetelo da capo, per cortesia!!!).
Volevo gentilmente dirgli di far stare in silenzio tutti coloro che non avevano diritto di parola, e dopo qualche minuto (a onor suo, di sua sponte, un attimo prima che sentisse me) ha blaterato qualcosa (di poco convincente) per dire alla platea di acquietarsi. La platea non si è acquietata, e il prof. stava uscendo pazzo per via dei problemi generali, purtroppo, quindi poco poteva dar retta a me.

L'altra volta c'era meno casino. Forse perché gli individui sbagliati erano meno, forse perché stavo al PC nello spigolo estremo dell'aula (che oggi non si accendeva), forse perché, dato che c'era un commissario esterno, le regole si potevano violare solo senza fare rumore. Non lo so.

Addirittura decido di chiamare a telefono mio padre, arrivata qui, per dirgli di chiamare a sua volta il professore a telefono; magari a 'sto giro riesce a capire. In effetti, a questo giro l'invito al silenzio era più convincente. Lo era?

» Un disastro

Ma, ormai, troppo tardi comunque: la mia tensione è salita troppo, non riesco a riacquisire un minimo di concentrazione, costringendomi, dopo forse 21 mesi buoni in cui ho potuto farne a meno, a graffiarmi per convertire una minima parte del carico mentale (che richiede energie mentali di primo piano per essere gestito, le stesse che in quel momento mi servivano per completare la mia sessione) in bruciore cutaneo (che, fino ad un certo livello, è gestito dal cervello in background). Che palle.

Il danno ormai l'ho fatto, ahimè ed e che cazzo, e sembrava che lentamente si stesse per calmare tutto e la concentrazione potesse tornare... e invece no. Il richiamo del prof. è stato comunque troppo morbido e non ha stroncato i cattivi comportamenti di quella parte degli altri studenti, li ha solo messi un po' in pausa.

» La soluzione vera

Boh, a questo punto mi viene semplicemente da tirare un pugno sulla scrivania e "urlare" (non che io lo sappia fare, ma il pugno proprio a sopperire a questo serve; l'ho inconsciamente imparato da un altro mio professore) di fare silenzio, che altrimenti non avrei potuto concludere nulla, e... ha funzionato. Ah?...
Si, tutto qui. Non posso dire altro su questo attimo, si è immediatamente cristallizzato in bene. Da lì, fino a quando ho finito e ho potuto andarmene, non è volata più una mosca.

A quel punto, purtroppo, l'irritazione l'avevo comunque accumulata, e ci ho messo ore e ore e ore per smaltirla, tra il fare varie cose a caso e lo scrivere questo articolo.
L'unica cosa di cui logicamente posso pentirmi è di non aver fatto risuonare quel banco qualche prezioso minuto prima di arrivare sul serio al limite, dato che i metodi gentili non funzionavano. Purtroppo o per fortuna, mannaggia, non è un riflesso che mi sorge troppo spesso; solo quando ormai sono già oltre quel limite, e forse ho già commesso altri danni evitabili.


Eppure, quel dubbio mi resta ancora: ma cosa avrò fatto di tanto male al mondo per meritarmi queste cose? E vallo a capire...

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. La certificazione... oddio, anche di quest'ultima, non è che mi importi in prima persona: sul mio letto di morte non starò certo a contare le carte che avrei potuto ma non ho voluto ottenere; principalmente mi convinsero i miei, e allora vabbè. (Se dovesse scadere pure questa prima che possa essere sul serio utile a qualcosa, mi incazzerò sul serio, ma lasciamo stare...

  2. Colpa di Google (GSuite, cacca), la rete scolastica non è riconosciuta come fidata e non mi fa accedere. Quel giorno non riuscivo ad accedere nemmeno da smartphone collegandomi alla VPN di casa mia, per qualche motivo! Spiegai meglio il problema generale nel mio articolo sulla chiavetta Puppy, comunque, quindi rimando lì per chi ha interesse. 

» 🏴‍☠️ Che impatto avrà la nuova legge anti-pirateria italiana?

Alcuni lo sapranno, in Italia è stata approvata la nuova legge anti-pirateria, ed ora i dubbi con cui noi appassionati della condivisione libera dobbiamo confrontarci sono diversi:

  • Quando entrerà in vigore? (Spero non esattamente nel momento in cui sto scrivendo questo post 😰)
  • Quanti soldi avranno speso le lobby dell'intrattenimento per assicurarsi che la legge venisse approvata alla totale unanimità?
  • Quali conseguenze reali porterà a noi comuni cittadini?

» I blocchi (istantanei e per IP)

Il punto che forse più mi ha colpita della legge (qui il PDF esaminato dalla Commissione, e la relazione finale) - forse perché possiedo svariate proprietà online, totalmente personali, che hanno per me zero valore economico, ma inquantificabile valore sentimentale - è l'obbligo per i fornitori di servizi Internet di rispondere a richieste di blocco istantanee.

Un detentore di diritti d'autore può inviare una richiesta di oscuramento che, quando è d'urgenza - si pensi ad un incontro sportivo in diretta, che in tempo reale sta venendo ritrasmesso illegalmente - deve essere onorata in non oltre 30 minuti da tutti i provider, senza alcun contraddittorio o formale processo: sarà il proprietario del sito web bloccato a dover far poi aprire un procedimento legale per contestare il blocco e richiedere il ripristino.
Per i siti illeciti è previsto il blocco di tutti i nomi di dominio e sottodominio (DNS), e degli indirizzi IP, presenti e, non ho idea in base a quali limiti, tutti i possibili futuri.

» Le nuove responsabilità

Per "fornitori" non si intendono soltanto i gestori di telefonia, che forniscono il collegamento ad Internet, ma in generale quelli "coinvolti a qualsiasi titolo nell'accessibilità" dei servizi illegali, e si fa addirittura esplicito riferimento ai motori di ricerca.

I motori di ricerca altro non fanno che restituire link accompagnati da descrizione, e nell'effettivo non forniscono direttamente materiale pirata: in pratica, questa legge vuole persino ostacolare chi fornisce solo dei link, non soltanto chi permette lo scaricamento dei dati materialmente.

Per questa logica, saranno ritenuti responsabili anche i gestori di social network, (e immagino che con "società dell'informazione" nel testo si faccia riferimento proprio a loro), e possibilmente piccole comunità online.

» Un costoso firewall

Il potenziale per abusi ed errori è altissimo, e in effetti, vista in modo imparziale, questa mossa si può in ogni caso sintetizzare nell'obbligo per gli ISP di costruire un mega-firewall, a tutti gli effetti sotto il controllo ultimo dello Stato, con tutti gli altri problemi che ne derivano (persino accidentali).
Prima o poi accadrà un incidente di sovra-blocco, e si verificheranno problemi su servizi Web che non centrano nulla con la pirateria, se si metteranno a smanettare con i blocchi di indirizzi IPv4.

In ogni caso, una grossa botta si vedrà probabilmente sulla bolletta di tutti, anche di chi non consuma o condivide materiale pirata!
Centralizzare una rete esistente da decine di anni, costruita fin dall'inizio come decentralizzata, è un affare tosto, ed altri stati che si adoperano per controllare l'informazione lo sanno bene.

Un esempio lo si può fare mettendo a confronto Russia e Cina: entrambi gli stati hanno una certa voglia di controllare il dissenso politico su Internet, ma:

  • Per la Russia è difficile, in quanto ha un'infrastruttura di Internet più tradizionale, che iniziò a svilupparsi come decentralizzata da ben prima dell'arrivo di Putin, quando il governo presente era di un altro tipo.
  • Per la Cina è più facile, perché il governo in carica all'epoca (il Partito Comunista, come oggi), comprese le potenzialità di Internet, e fece sì che lo sviluppo avvenisse da subito secondo uno schema centralizzato.

È allora inevitabile che innalzare ora, dal nulla, questo mega-muro-di-fuoco, comporterà costi sostanziali, che però saranno a totale scapito di tutti noi consumatori, invece di essere a spese delle multinazionali miliardarie dell'intrattenimento (su cui graveranno soltanto i costi della piattaforma di Stato unificata che collegherà detentori di diritti ed ISP).

Ma quest'ultimo dettaglio, giustamente, non importa ai nostri parlamentari e senatori, che per loro fortuna da tanti e tanti anni ricevono rispettivamente 1200 e 1650 € annui solo per le spese telefoniche, grazie a quelli che tra noi, cittadini coglioni, pagano le tasse.

» A caccia degli utenti

Oltre a voler contrastare in maniera specifica e ormai inequivocabile la "diffusione in diretta" di contenuti duplicati - qualcosa che sta già generando malumori tra quegli appassionati di calcio con un budget risicato - a parte che in generale i soliti contenuti (audiovisivi, di stampa, o informatici), la legge va espressamente contro gli utenti finali, almeno una certa categoria.

Si prevedono infatti multe, fino a €5000 in caso di recidiva, per chi (a quanto riesco a capire, dal leggere la legge ed il guardare video ed articoli di altre persone), acquista abbonamenti a servizi pirata a pagamento, come i blasonati "pezzotti", i pacchetti IPTV illegali.

» Alcuni sono a posto?

Tutto sommato, nonostante la paura e l'allarmismo generale iniziale, sembra che gli unici utenti che abbiano qualcosa da temere siano appunto questi ultimi, perché - seppur va detto che io so relativamente pochissimo di legge, e non è facile applicare generiche competenze di comprensione del testo su mattoni legali, quindi chissà - il testo parla di acquisto o noleggio, e non anche cose come lo scaricare a costo zero.

Se, quindi, fino ad oggi, nell'effettivo non è mai stato vietato il navigare in Internet per trovare link a partite di calcio "croccanti", con pixel grossi quanto biscotti e il vizio del buffering, o scaricare il decimo film della settimana tramite torrent, o ancora fare incetta di videogiochi gratuitamente ripacchettizzati, si può ben immaginare che le cose rimarranno come sono in questo senso.

» ...Forse non in assoluto

Momenti decisamente meno tranquilli potrebbero invece viverli coloro che partecipano alla condivisione di contenuti copiati, fosse anche con un torrent lasciato in seeding.
In Italia pare non sia mai stato perseguito alcun singolo seeder, né mai gli è stata bloccata la connessione, ma con l'autorizzazione al blocco degli indirizzi IP la situazione rischia di cambiare, e forse da oggi gli ISP dovranno smettere di cestinare le lettere degli avvocati; se non le centinaia che ogni giorno arrivano dagli Stati Uniti, con la presunzione di volere che in Europa si rispetti una legge soltanto statunitense (il DMCA), almeno quelle poche annuali italiane sì (ammesso che esistano davvero!).

» Non soffrirà solo la "mafia digitale"

Coloro che in tutta questa storia ci vanno peggio sono sicuramente i membri della "mafia digitale" - così la chiama Massimiliano Capitanio, commissario di AGCOM - cioè quelli che vendono i pacchetti piratati premium, lucrando: per loro, multe fino a €15.5m e carcere fino a 3 anni.

Forse, se questa nuova legge prendesse di mira soltanto loro, non ci sarebbe granché da discutere: non hanno alcuna passione per la condivisione, soltanto quella dei soldi.
Forse non si obietterebbe granché nemmeno se, andando contro le piattaforme che mettono a disposizione certi link, si considerasse di agire soltanto contro quelle società a scopo di lucro: Google, Microsoft (con Bing), Facebook, Twitter, e compagnia bella.

Ma in Italia hanno già fatto saltare in aria TNTVillage, e io non voglio la decimazione anche di tutte le altre piazze online create dalla gente per la gente - senza scopo di lucro, e anzi spesso a perdere, sia in tempo che in denaro - solo perché a qualcuno da fastidio che si utilizzi la funzionalità principale del Web: i collegamenti ipertestuali, inventati per favorire la condivisione libera e gratuita di cultura ed intrattenimento, senza barriere.


"Keep seeding"

» 🔋 Tutto per non cambiare due pile...

Tra 1 e 2 mesi fa - rendetevi conto di quanto tempo è passato prima che io mi scocciassi definitivamente - le pile nel telecomando della televisione che tengo sulla mia scrivania (la uso come secondo monitor) hanno iniziato a scaricarsi oltre il limite di usabilità sopportabile.

Il telecomando sulla mia scrivania, con il vano batterie aperto, e un sacco di batterie mini-stilo colorate attorno.

» Perché non ho fatto nulla

Fino ad ora non le ho cambiate, semplicemente perché mi seccavo e mi secco, considerando che:

  • Ho relativamente poche batterie stilo e mini-stilo ricaricabili, e devo tenermele per la roba che davvero assorbe tanto.
  • Non voglio sprecare pile non ricaricabili e contribuire a, in ordine:
    1. Lo spreco dei soldi di casa;
    2. Lo spreco di materiali globale;
    3. Lo spreco di energia per il trasporto - e, quando possibile, il riciclo - di questi materiali;
    4. In ultima analisi, l'inquinamento del pianeta.
  • Le batterie nel telecomando ancora funzionano, anche se in modo decisamente non ottimale.

» Tecnicamente "funziona"

Il telecomando, infatti, dimostra di poter ancora inviare segnali al televisore, ma solo per un attimo: il tempo di premere un bottone, e niente più. In un attimo quindi ritorna morto, e tentare subito di inviare altri segnali non serve ad un bel nulla.
Se, però, a questo punto si aspetta una quindicina di secondi, e poi si preme un altro tasto, il comando va a segno. È evidente che le batterie sono si molto scariche, ma hanno ancora quel poco di carica che permette ad un condensatore di caricarsi lentamente, e quindi al telecomando di essere alimentato. Emettere la luce infrarossi poi, apparentemente, drena tutta la carica del condensatore in pochi istanti, e quindi bisogna di nuovo aspettare perché si ricarichi.

» A cosa mi serve sulla scrivania?

Onestamente, il telecomando non mi serve, in ogni caso. Il 98% del tempo lo uso solo per accendere o spegnere l'apparecchio; quelle pochissime altre volte in cui ho bisogno di regolare il volume, o cambiare sorgente attiva, posso tranquillamente usare il mio smartphone, su cui ho un'applicazione che sfrutta l'emettitore infrarossi integrato (esatto, i produttori non lo integrano soltanto come mezzo per fare scherzi nei locali aperti al pubblico, ma anche come strumento utile).

» Per quando devo fare subito!

Il problema, grosso problema, quando devo accendere e spegnere, è che mi serve accesso rapido.
Non posso mettermi a sbloccare il telefono, cercare l'icona dell'applicazione per il telecomando, e a quel punto premere bene sul display per centrare il tasto power, tutto con i porci comodi della mia ROM Android, che è buggata e lenta, come se venisse dall'Ohio (invece è di sviluppatori dell'India, come virtualmente tutte le custom ROM Android).

» I controlli sul retro

La TV ha un'interfaccia di controllo integrata: una semplice rotellina che si muove in due direzioni e si preme, e si può usare per accendere/spegnere o cambiare sorgente.
Il problema è che sta in una posizione terrificante! È praticamente sul lato del bordo posteriore, quello formato dal protrarsi della struttura di plastica, che mantiene la circuiteria della televisione, dietro la cornice dell'LCD.
Praticamente mi dovrei piegare ogni volta, infilando le dita tra gli ostacoli fastidiosi che vivono sulla mia scrivania.

Forse dovrei ringraziare che quei controlli sono sul bordo sinistro - dato che immediatamente a destra ho l'altro schermo, le cose sarebbero potute andare peggio - ed accontentarmi... ma che pale... pile... no, palle!

» La mia soluzione

E allora, per questo desueto attacco d'arte, prendo i seguenti materiali e utensili:

  • Una pinza (assolutamente non fatta per piegare metalli, ma io questo ho), per piegare:
    • Una vecchia graffetta, di medio spessore.
  • Forbici (dalla punta non arrotondata), per tagliare:
    • Il cartoncino dei pacchetti di Amazon.
    • Nastro biadesivo.

» Procedimento spassoso

Ecco allora cosa sono andata a fare:

  1. Piego una parte terminale della graffetta per formare un piccolo anello.
    • Serve ad accomodare la parte centrale sporgente della rotellina.
  2. Un po' alla volta, prendo le misure che la graffetta deve avere, e la piego di conseguenza:
    1. Appoggio la graffetta sulla rotellina;
    2. Vedo quanto è lunga al primo nuovo punto di stacco che raggiunge sulla scocca della TV;
    3. La riprendo, tenendo col dito il punto d'interesse, e con pazienza la piego;
    4. Ripeto fin quando la graffetta non arriva fino al bordo anteriore del televisore, passando su quello laterale.
  3. Constato che la sporgenza della rotella finisce totalmente dentro l'anello, che quindi non la preme; allora incastro un pezzettino di cartone nell'anello (in via opzionale bloccato con del nastro adesivo). La graffetta, piegata quasi totalmente per essere montata.
    • In questo modo, qualcosa di solido spinge esattamente sulla rotellina, che viene effettivamente premuta.
  4. Dato che mi pare tutto apposto, inizio a tagliare striscioline di cartone, e ci attacco del nastro biadesivo alle estremità.
    • Queste sono per sorreggere la graffetta in diversi punti, e non farla cadere via dal pulsante, ma lasciandole libertà di movimento in una direzione.
      1. Circa a metà lascio le striscioline pulite, e le increspo leggermente, per lasciare uno spazio in cui far passare il filo di metallo;
      2. Mantenendo la graffetta nella giusta posizione, attacco le striscette dove necessario.

Vista del retro del mio sistema montato. In rosso, ho cerchiato il pezzo che preme sulla rotellina. (Non riuscivo a fare la foto meno sfocata lì dietro, mi spiace.)

» Che lavoro...

Per quanto riguarda la pressione del tasto - che ora posso attuare appoggiando il dito sul bordo sinistro estremo dello schermo, senza dover mettere le mani dietro a tutto - questa soluzione funziona perfettamente.
Ahimè, la rotazione della rotella non va granché con questo accrocco, che ha buona libertà di movimento su un solo asse. Il cartone in ogni caso non crea eccessiva rigidità, quindi riesco ancora a ruotare la rotellina da dietro.

Questo è quanto. Se dovessi migliorare la mia soluzione - che, si, è grezzissima, non lo nego proprio perché è questo che mi piace - scriverò un'appendice a questo articolo.

Vista frontale-laterale del mio sistema montato. Basta premere sul lato per applicare forza al bottone della TV.


» Domande scomode

So già che la domanda arriverà, quindi rispondo ora:

Ma tutte quelle batterie sfuse che hai messo nella foto di copertina?

Ehhh. Buona domanda.
Sono tutte pile che conservo quando in casa (non per mano mia, in quanto, lo ripeto, evito più possibile le non ricaricabili) vengono scartate, perché molto spesso "scariche" significa soltanto "troppo scariche per il dispositivo da cui sono state sostituite". Per alcuni telecomandi vanno infatti spesso ancora bene, inclusi i miei in certi casi.

Allora ho solo perso tempo con il progetto di oggi? Nah, non direi: da ora posso tranquillamente tenere il telecomando un po' più riposto, non più necessariamente sempre sulla scrivania, che quindi posso tenere leggerissimamente (perché io poi in un attimo rovino i miei stessi sforzi!) più ordinata.

» 🥴 Brutta interfaccia? File tutti distrutti!

Mettiamo a confronto visivo due applicazioni per PC: GNOME Disks, e GParted.

Le finestre dei due programmi a confronto.

Entrambe sono strumenti di partizionamento di dischi, e a grandi linee servono a svolgere gli stessi compiti; c'è giusto qualche differenza in funzionalità extra o maggior supporto a favore di un programma o l'altro. Nonostante questo, i due strumenti presentano evidenti differenze nella loro interfaccia grafica.

» Bisogna avere entrambi

In genere tengo installati entrambi questi due programmi, e li uso in maniera piuttosto alternata, perché:

GPartedGNOME Disks
La vista di GParted di informazioni approfondite su un disco.Il menu globale a comparsa di GNOME Disks, che presenta alcune funzioni speciali.
GParted ha meno funzioni distinte, ma ogni cosa ha il suo posto, e un sufficiente livello di profondità e funzionalità: informazioni di basso livello sui dischi, formattazione in un'infinità di formati, e qualche altro dettaglio.GNOME Disks presenta meno profondità con le singole operazioni, ma offre qualche funzione extra non strettamente legata alla modifica di partizioni, che fa sempre comodo: gestione energetica e prestazionale dei dischi, un'interfaccia per il protocollo SMART, e pure uno strumento per testare le prestazioni della memoria!

» Era una missione semplice!

L'altro ieri, quando ho avviato una live USB Linux sul mio portatile, avevo in mente di portare a termine senza danni una missione teoricamente facile e indolore:

  1. Liberare spazio sul disco del PC, cancellando buona parte dei file, eccetto per quelli che volevo un attimino vedere di conservare (per gestire magari in futuro).
  2. Ridimensionare la partizione del disco, visto che a questo punto sarà sufficientemente vuota.
  3. Creare una nuova partizione sufficientemente grande in cui installare il nuovo sistema operativo.[[1]]
  4. Spostare file dalla vecchia partizione alla nuova, via via restringendo la prima e allargando la seconda, fino a poter eliminare la vecchia.

» Troppo casino.

...Nella pratica, qualcosa è andato leggermente storto. Non poteva mica essere una serata tranquilla! 😾

Stavolta, per il semplice fatto che nel cercare un editor di partizioni tra le app preinstallate del sistema live di turno, volendo far subito subito, il primo programma su cui i miei occhi sono caduti è stato GNOME Disks.
Oh, se avrei dovuto starne alla larga. E i motivi sono tanti:

» 1. I dischi fisici sono mischiati alle partizioni virtuali montate da dischi fisici, nella lista a sinistra della finestra

Già a questo punto, se (come nel mio caso) si hanno partizioni di tipo strano, cioè LVM, la situazione si fa bruttina, perché non è chiaro dove si debba andare ad operare per fare modifiche.[[2]]

GPartedGNOME Disks
Il selettore a lista dei dischi su GParted.La vista della lista di dischi e partizioni su GNOME Disks.
GParted ha solo una lista di dispositivi (dischi reali sicuramente, ma mi pare anche dispositivi virtuali) da selezionare innanzitutto, e poi la vista grande con tutte le partizioni per il dispositivo scelto. È ordinato e logico.Su GNOME Disks, invece, per fare quello che si deve fare, si va dalla vista del disco o dove? Nel primo caso ci sono alcune opzioni ed altre mancano. Proviamo dalla vista dedicata alla partizione virtuale? Anche qui, la lista delle opzioni è decisamente castrata, tra l'altro sia nel senso di bottoni-icona rapidi, che nel senso di bottoni del menu a comparsa... ma ora vediamo che problemi hanno loro.

» 2. In base ai casi, le icone rapide disponibili per ciascuna partizione compaiono e scompaiono

Mentre su GParted, la lista di bottoni-icona che si ha in cima alla finestra non cambia mai - piuttosto i singoli bottoni si scuriscono o schiariscono, dipendentemente da se possono essere azionati sulla selezione corrente o no - su GNOME Disks i tasti rapidi - invero, posizionati in modo pure strano, attaccati sotto la zona della tabella delle partizioni, cosa che onestamente non riesco nemmeno a commentare - appaiono o scompaiono del tutto.
Seguono i casi che ho visto io, ma forse ce ne sono pure di più possibili eh, chissà:

  • All'estrema sinistra, per alcune selezioni si vede un tasto play/stop (monta/smonta partizione), altre volte nello stesso identico punto figura un lucchetto (blocca/sblocca partizione cifrata), altre volte una croce (crea partizione in spazio vuoto), e in alcuni casi nulla.
  • Subito a destra, un ingranaggio, tasto che apre un menu a comparsa con tutta una lista più completa di opzioni per la partizione - notiamo che questo finisce per scalare all'estrema sinistra, qualora prima di lui non ci sia nulla, giusto per confondere di più.
  • Infine, sulla destra estrema, può in alcuni casi apparire un bottone con un trattino su sfondo rosso (distruggi partizione).

Ehh, non va tanto bene 'sta cosa, perché rende impossibile associare mentalmente una specifica microzona della finestra come dedicata ad una specifica operazione. È ciò è potenzialmente pericoloso, se si tiene conto del problemone 5 (sta sotto).

» 3. Il menu a comparsa delle opzioni su una partizione usa solo etichette testuali, mai una singola icona

Un dettaglio apparentemente piccolo, ma che invece è bello tosto.
Una stringa di testo permette di far capire inequivocabilmente cosa fa un determinato tasto, a differenza di come può accadere quando si hanno solo icone, ma il meglio si otterrebbe combinando le due cose: tasti accompagnati da icone.

GPartedGNOME Disks
Il menu contestuale di una partizione su GParted.Il menu di opzioni di una partizione su GNOME Disks.
GParted lo fa per i suoi menu contestuali (almeno sulle voci più importanti), e ciò permette di memorizzare subito l'azione corrispondente a ciascun'opzione, e di richiamarla immediatamente a colpo d'occhio.Personalmente, usando GNOME Disks mi trovo invece sempre a dover rileggere buona parte del listone per selezionare qualcosa, nonostante non sia più lungo di quello di GParted, proprio perché mancano le icone.

» 4. Tasti rapidi e menu a comparsa non sono uno l'alternativa dell'altro

GPartedGNOME Disks
La barra delle icone rapide su GParted.Bottoni crea e opzioni su una partizione in GNOME Disks. Bottoni smonta e opzioni su una partizione in GNOME Disks. Bottoni blocca e opzioni su una partizione in GNOME Disks. Bottone opzioni su una partizione in GNOME Disks.
Su GParted si ha innanzitutto la barra dei menu (di cui vari menu sono richiamabili anche come contestuali in alcune zone), che contiene davvero tutte le operazioni possibili nel programma; solo poi c'è una barra con delle icone utili a richiamare rapidamente le azioni probabilmente più comuni. In pratica, finché si ha la barra dei menu, ci si può anche dimenticare dell'esistenza di quelle iconcine lì.Con GNOME Disks questa cosa non è possibile. A dire il vero, su diverse app GTK3 è così: ci sono azioni fissate a tasti-etichetta in un menu, ed altre fissate a tasti-icona direttamente visibili. In genere, però, quei tasti non scompaiono o appaiono in parte al cambiare di stato all'interno di una stessa vista dell'applicazione! Magari ho gusti strani, ma sta cosa mi manda in pappa il cervello durante l'uso del software.

Per rendersi conto, basta comparare i bottoni di questa tabella alle opzioni dei menu contestuali visti in quella di sopra!

» Che ho combinato?

Tutti questi fattori insieme hanno portato ad un grandissimo patatrac!
Insomma, io che faccio? Devo smontare la partizione, prima di poterla ridimensionare.

Passo dalla vista disco, e c'è solo il tasto per il menu opzioni - più quello che, mi tornerà alla mente solo dopo che ormai a rompere avrò già rotto, è il bottone per distruggere la partizione.
Nel listone di opzioni leggo tutto e non vedo nemmeno una voce per smontare la partizione. Mah.

Passo per la schermata dedicata a quella partizione montata, e ancora richiamo quel menu per non so che razza di ragione, e giustamente ancora non trovo nulla.
Accanto al tasto del menu opzioni c'era in teoria il tasto stop, per smontare la partizione, ma è evidente che non l'ho proprio notato.

Faccio sto avanti e indietro tra le due schermate una decina di volte, e niente, sono proprio ciecata.

Ad un certo punto, il mio inconscio si scoccia di tutti 'sti giri a vuoto, e mi permette finalmente di notare un altro tasto... quello rosso pericoloso. Ahi ahi.
Lo premo e onestamente non ricordo nemmeno se cancello una volta il dialogo di conferma - che non ero assolutamente in condizione psicologica di leggere - e poi ripremo un'altra volta il bottoncino per subito dopo confermare il dialogo, ma una cosa è chiara:

Se fino a quel momento non riuscivo a ragionare, perché con ogni mio respiro in testa mi risuonava un ruvido "WTF?!", è stata questione di pochi secondi dal momento del fatale click perché un brutto presentimento iniziasse a palesarsi nella mia testa bucata, deformata, piena di noccioline scadute... 😰️

...Eh, e quindi? Che c'è?
...
Ohhhhah, e va bene, avete vinto voi. Lo ammetto: pure io centro. Si. Contenti? Alla fine la mano per cliccare l'ho mossa io, certo... Ma nella mia vita ho fatto queste operazioni tantissime volte! Pure usando GNOME Disks, qualche volta tra le tante! 😭️

In ogni caso, no, non addosserò tutta la colpa alla povera Octt di tre giorni fa. Ora gioco la mia carta trappola, ed espongo il vero tocco di disgrazia senza il quale mi sarei probabilmente salvata:

» 5. Ogni azione è eseguita nel momento in cui la si richiede, non esiste una coda

Devo ammettere che certe volte in GParted ho sfiorato la tragedia - ma tragedia davvero, non come stavolta che, tutto sommato, sto vivendo ancora.
La differenza sta però proprio in questa parolina: con GParted il disastro è sempre al massimo quasi accaduto, ma con GNOME Disks stavolta si è consumato e basta.

Su GParted le operazioni che si ordinano finiscono in una coda, che deve essere manualmente applicata una volta che si è deciso di proseguire.
E anche qui, siamo alle minuzie, eppure una cosa del genere pesa molto sul conto finale. Possiamo vederla così: in quel caso, devi sbagliare ben due (2) volte per fare un casino, mentre col programma di GNOME basta una (1) svista.

La vista della coda operazioni su GParted.

» "Ci sono danni?"

In ogni caso ho notato che, dopo aver dato l'ordine di cancellare la partizione, quella è rimasta montabile, ed il file system tutto navigabile.
Probabilmente, quello che serviva a Linux per utilizzare la partizione è rimasto in memoria (RAM), ed essendo la totalità dei dati mai cancellata con una semplice eliminazione rapida di una partizione, era tutto ancora leggibile.

A dirla tutta, guardando così la situazione non mi stavo nemmeno rendendo conto della realtà, ancora non capivo se i miei dati fossero stati condannati oppure no...
Interfaccia poco chiara, io l'ho detto.

Man mano che il sentimento di fretta passava e lasciava spazio allo sconforto, cerco GParted, scopro che è incluso nel sistema live, e lo avvio.
Al posto della partizione vedo "spazio vuoto"... eh si, è andata. Ma com'è che mi ha lasciato cancellare la partizione senza prima costringermi a smontarla? Quale barbarie! GParted non lo permette, per dei buoni motivi.

Eppure io, sotto sotto, ancora non ho accettato che sia stata cancellata.
Voglio vedere se, dopo un riavvio, scompare definitivamente.

E allora è così, senza nemmeno premurarmi di copiare uno straccio di file - perché era circa tardino e dovevo prepararmi per andarmi ad assopire - che riavvio.
Ohibò, vedo la schermata nera di GRUB, e non il sistema che si avvia! ...È tutto perso, ora è inutile girarci attorno.

"Dopo che hai fatto il danno hai pensato di riavviare subito senza nemmeno salvare i file più importanti?!?! Ma allora sei bruh-cretina certificata, ben due volte, mica una!"
Ooooooooooooo, ma come ti permetti? Come ti permetti TU di avere così tanta ragione se il blog è MIO??

L'unica cosa che possiamo fare ora è la conta dei danni. Non ho perso dati univoci e importantissimi, quello che non ho più dovrei essere in teoria in grado di riscaricarlo o ricostruirlo. Parliamo di:

  • 40 GB di dati esportati da un mio vecchio account Google; account che programmavo di cancellare, ma non avevo finito di trasferire tutto e quindi credo sia ancora tutto in cloud.
  • Vari file grossi e piccoli scaricati dal Web, possibilmente alcuni difficili da ritrovare, ma nulla di vitale.
  • Codici sorgenti modificati; si parla di tentativi di porting per piattaforme oscure che ho tentato e fallito, oppure di altri esperimenti dimenticabilissimi.

  • Dump di dischi che ho ancora in casa (alcuni già caricati su Archive.org), o copie aggiuntive di altri dati.

  • Documenti la cui rilevanza corrente è nulla.

Se ho dimenticato qualcosa di importante in questa lista, invece, forse forse non era importante, e possiamo stare tranquilli. Altrimenti me ne ricorderei, no? Mah, conoscendomi...

» Evitare...

La morale di questa storiaccia si può condensare in:

  1. Evitare GNOME Disks.
  2. Prestare attenzione quando si maneggia con le partizioni, anche se lo si ha fatto 50 volte in passato.
  3. Evitare, assolutamente, GNOME Disks!

E chiudo con un consiglio, anzi, una filosofia di sviluppo, che tutti coloro che disegnano UI (anche io, nelle mie cose, non lo nascondo) dimenticano troppo spesso: L'utente è ubriaco.

Dunque, un saluto. Per il futuro auguro di non perdere dati in modo stupido (a voi, e a me!). 👋

P.S: La distribuzione Linux che ho installato a 'sto giro è Pop!_OS. Avevo tanta voglia di provarla, ma in 2 occasioni ho tentato di installarla sul PC fisso ed ha sempre dato errore. Qui sul portatile invece ha funzionato, wow, allora non è una distro rotta! (Forse 👀)

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Il sistema che ho tenuto fino a quel momento, Linux Mint, versione 19.3, dopo 3 anni:

    È diventato vecchio:
    La versione 19.3 è discontinuata, e le repository non ricevono più nuovi software. Dunque, avrei dovuto aggiornare alla corrente versione di Mint, ma a quanto pare avrei dovuto comunque farlo reinstallando da zero (su apt dist-upgrade non ci sono nuovi aggiornamenti)
    Si è spaccato:
    Alcune cose (come i driver video saltati, e l'ambiente desktop che parte solo in modalità fallback) sono sicuramente colpa mia (ho cringiato con i driver ACCIDIA nelle scorse settimane), ma altre (il Bluetooth che non funziona più!?) direi di no :/. In ogni caso, quando il sistema è così spaccato, si fa prima a reinstallare tutto...
     

  2. Io magari si, son cretina, ma non fino al punto di andarmi ad impostare volontariamente le partizioni con una struttura per me aliena. Al tempo, molto banalmente, feci l'installazione di Linux Mint con le impostazioni guidate predefinite. Tutte le volte in cui installando Linux ho usato il partizionamento manuale, anziché scegliere di cancellare tutto il disco e far decidere le cose al programma di installazione, ho invece sempre creato partizioni normali. Quindi... non date la colpa a me, kthx

» 🤯 Quando i problemi hardware diventano mentali (maledetto Raspino)

Fino ad, ormai, 2 mesi fa, il mio regno del Rasperino era al suo splendore massimo: l'istanza Misskey, messa su giusto 2 settimane prima, andava alla grande, e ormai (quasi) tutto sembrava destinato a continuare per bene...
E invece, sono subentrati i problemi. Diciamo che ci ho messo un pochino ad accorgermene, perché si sono sviluppati in modo stranamente graduale.

» Le crepe iniziali

La prima cosa veramente strana la notai verso l'inizio di Dicembre, in cui mi accorsi che il sistema poteva crashare provando a fare un'operazione molto banale ma specifica: creare un grande archivio di file (compresso e non)... con qualunque programma.
Questo piccolo inconveniente ha, a sua volta, causato una problematica secondaria... Ci arrivo.
Comunque, non ci ho fatto troppo caso. Come potevo? Il resto, se non toccato, funzionava, a parte qualche leggera degradazione delle prestazioni dovuta al lavoro di Misskey stesso.

» Il primo crollo

Ma poi, sono passate quelle altre 2 settimane di relativa pace, e io mi sveglio con il server piantato, e che muore male dopo qualunque mio riavvio manuale (staccando e riattaccando l'alimentatore, è l'unico modo). Dopo 2 giorni di ricerca molto scazzata non ho capito assolutamente qual'era la causa generale del problema, ma solo il sintomo più grave, e ormai mi stavo quasi per convincere che in qualche modo mistico Misskey da solo riuscisse ad abbattere tutto il server, che invece tornava a girare per bene senza quel particolare software in esecuzione. Beh, un fondo di logica nel mio ragionamento c'era, visto che comunque l'uso medio di CPU e RAM era alto (anche se non andava a saturare totalmente).
Nei giorni ancora successivi, invece, con qualche test scopro che il server non si piantava per via del serverino di microblogging, ma per quello che gli fa da database: PostgreSQL (in Docker). Se eseguivo Misskey sul mio PC, ma lo lasciavo collegarsi al database sul Raspino, ecco che in pochi secondi, con l'arrivo di tante note, il server fruttato moriva.

Ormai, ad ogni modo, era per me chiara la necessità di installare qualcos'altro, perché mi ero convinta che Misskey fosse troppo pesante, e pazienza.
Per ben 2 giorni ho provato Epicyon, una piattaforma a dir poco particolare... e l'esperienza non è stata proprio gradevolissima, ma credo sia stata completa, visto che quattromila parole le ho cacciate fuori nel mio articolo dedicato. Subito dopo ho quindi deciso di dare una chance ad un altro software che non avevo mai visto prima, ossia GoToSocial. Con quest'ultimo, nonostante sia dichiaratamente di qualità alpha (e infatti ha qualche problemino), mi sono trovata - perché ahimè ora è tutto finito... ci arrivo, ci arrivo - molto bene, ma non è questo il punto.

» Problemi sempre più sospetti

Appena pochi giorni dopo, quei crash strani hanno ripreso a presentarsi, ma stavolta erano decisamente sospetti, perché l'utilizzo di risorse generale del sistema era basso. Io ho provato a leggere i log di sistema in maniera produttiva, ma la mia pazienza era ormai arrivata al limite, e con essa la mia lucidità, quindi ogni giorno cercavo il minimo errore sospetto ma leggibile, fissandomi su quello ed ignorando completamente l'errore illeggibile che mi stava sempre di fronte.

Ormai, giusto per disperazione, ma non perché avevo capito ragionando fosse quello il problema, mi decido a cambiare la schedina microSD, e adesso che l'ho fatto mi pento amaramente... di non averci provato prima! Il problema era quello, maremma scapestrata!
Il bello è che il giorno prima avevo fatto un controllo dei file system (ext4), sia della schedina che del mio HDD USB, ed era uscito tutto (circa) pulito, perciò avevo escluso problemi hardware a priori: "se i file non sono corrotti..." ho pensato.
Circa nello stesso momento (il fato ha deciso che l'aiuto dovesse arrivare tardi!), comunque, una persona mi ha dato una mano a capire che cavolo dicessero quelle righe indecifrabili, che erano una roba tipo...

Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964650] INFO: task kworker/2:0:21874 blocked for more than 860 seconds.
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964693]       Tainted: G         C        5.15.76-v7+ #1597
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964709] "echo 0 > /proc/sys/kernel/hung_task_timeout_secs" disables this message.
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964723] task:kworker/2:0     state:D stack:    0 pid:21874 ppid:     2 flags:0x00000000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964760] Workqueue: events_freezable mmc_rescan
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964801] Backtrace: 
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964824] [<80a4ff38>] (__schedule) from [<80a50a7c>] (schedule+0x7c/0x134)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964868]  r10:81f90800 r9:ffffe000 r8:00000000 r7:00000000 r6:60000013 r5:8d368000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964884]  r4:ffffe000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964896] [<80a50a00>] (schedule) from [<8083f658>] (__mmc_claim_host+0xe0/0x238)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964929]  r5:81f90a18 r4:00000002
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964942] [<8083f578>] (__mmc_claim_host) from [<8083f7e8>] (mmc_get_card+0x38/0x3c)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964979]  r10:baaf8205 r9:00000000 r8:baaf8200 r7:00000080 r6:baaf4b80 r5:00000000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.964994]  r4:81f91800
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965007] [<8083f7b0>] (mmc_get_card) from [<80849238>] (mmc_sd_detect+0x24/0x7c)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965039]  r5:81f90800 r4:81f90800
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965052] [<80849214>] (mmc_sd_detect) from [<80841ca4>] (mmc_rescan+0xac/0x2d4)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965083]  r5:81f90800 r4:81f90a7c
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965096] [<80841bf8>] (mmc_rescan) from [<8013e158>] (process_one_work+0x250/0x57c)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965140]  r9:00000000 r8:baaf8200 r7:00000080 r6:baaf4b80 r5:8e898f00 r4:81f90a7c
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965153] [<8013df08>] (process_one_work) from [<8013e4e4>] (worker_thread+0x60/0x5c4)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965195]  r10:baaf4b80 r9:81003d00 r8:baaf4b98 r7:00000008 r6:baaf4b80 r5:8e898f18
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965210]  r4:8e898f00
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965223] [<8013e484>] (worker_thread) from [<80146804>] (kthread+0x178/0x194)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965264]  r10:837c4000 r9:8d3a7e74 r8:00000000 r7:8e898f00 r6:8013e484 r5:8285ee00
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965279]  r4:8d0d3640
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965291] [<8014668c>] (kthread) from [<801000d4>] (ret_from_fork+0x14/0x20)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965321] Exception stack(0x837c5fb0 to 0x837c5ff8)
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965341] 5fa0:                                     00000000 00000000 00000000 00000000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965363] 5fc0: 00000000 00000000 00000000 00000000 00000000 00000000 00000000 00000000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965383] 5fe0: 00000000 00000000 00000000 00000000 00000013 00000000
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965405]  r10:00000000 r9:00000000 r8:00000000 r7:00000000 r6:00000000 r5:8014668c
Dec 27 06:32:35 kernel: [27230.965420]  r4:8285ee00

Ogni volta che succedeva un errore del genere, tutto il sistema moriva malissimo: malattie ai piccoli bot, morte al server HTTP (nginx), lesioni ai miei aggregatori di articoli e feed (wallabag e FreshRSS), ciao per sempre a qualunque cosa mi permetta di aprire una console via Internet sul Rasperino (SSH, Telnet, e pure un server arrangiato con netcat). L'unica cosa che continuava a funzionare è lo sputo costante di questo preciso tipo di errori nel file di log.
Adesso, so che sono mona forte, ma con tutti 'sti numeri strani di mezzo io non riuscivo assolutamente a vedere parole come mmc_get_card o mmc_sd_detect! E quindi proprio non capivo che forse, ma proprio forse, la microSD cagona che avevo scelto per il Raspi all'inizio di settembre (tra quelle libere in casa), quando ho rimesso sto povero computerino a lavorare da server, era tendente alla morte.

La schedina microSD che è riuscita lentamente a portarmi alla pazzia. Notare l'assenza di marche.

Io non voglio dover ricorrere ai luoghi comuni, ma stavolta c'è poco da fare! Cioè, la foto parla da sola:

La presenza di un marchio rinomato non è sicurezza di qualità, ma l'assenza di un marchio è certamente promessa di qualità assente.

Nonostante sul PC la vecchia schedaccia sembri ancora funzionare - ho potuto constatare ciò perché almeno ce l'ho fatta a fare un dump dei dati - non voglio più averne a che fare per roba di questo tipo! Me la segno in mente come malamente, dunque.
Altro tempo ancora fu allora perso nel flashare il dump su una nuova scheda, visto che le uniche altre due schede che avevo a disposizione sul momento erano rispettivamente 4 e 32 GB, e io proprio volevo far entrare (dopo aver cancellato vari log e cache, perché la precedente memoria era da 8 GB) tutto su quella da 4, ma nulla da fare; e alla fine 32 GB fu.

» La pace violata

La cosa importante è che, messa la nuova SD nel server lampone, quegli errori terrificanti non si sono più presentati, e i grossi problemi sono spariti... o almeno così credevo, volevo, speravo.
Se questo articolo, che sarebbe dovuto letteralmente uscire alla fine dell'anno scorso, esce solo ora, dei motivi ci sono. Subito dopo che ebbi fatto il cambio di scheda SD, preferii aspettare qualche giorno, per vedere se davvero le acque si fossero calmate, ed evitare di cantare vittoria troppo presto. Ho fatto bene!

» Il disco sofferente

Ahimè, infatti, quelle altre cose viste nei giorni passati nei log non erano degli enormi buchi nell'acqua (ancora agitata), in particolare gli errori che ho subito riconosciuto riguardare il disco USB.
È una cosa che mi succedeva già in passato con un altro adattatore USB per dischi SATA da 2.5", addirittura su macchine diverse (nel periodo in cui ho usato la mia console Nintendo Switch come server...), ma con questo che uso ora non c'erano mai stati problemi. E però ora, a quanto vedo, si scollega dall'host in maniera casuale, facendo morire tutti quei processi che dipendono dai file che stanno su quel disco, come se di punto in bianco ci fossero attimi in cui non riceve abbastanza corrente. Con qualsiasi combinazione di adattatori SATA e cavetti USB (sia corti che lunghi), il disco funziona ancora alla grande su PC, quindi il problema è chiaramente il Raspino... ma vai a capire perché!

Mi dicono che le porte USB-A del Raspi fanno schifo di natura[citazione richiesta (?)], ma il punto è che fino a poco tempo prima funzionavano (tutte e 4)! Che nel mio alimentatore si sia spaccato un diodo? Che sulla scheda di questo maledetto computer a singola scheda, un condensatore sia saltato in aria? Che l'elettricità a casa mia non sia più 230V, ma 229V, e quindi il trasformatore anziché dare 5 volt in output ne dà 4.98? ...Ma che ne so.
Tornando al mondo reale, l'unica ipotesi sensata mi pare che sia questa: a furia di inserire e disinserire il connettore di alimentazione nella sua porta (micro USB-B 2.0, quella grande cacata!!!), i pin da una parte o i pad dall'altra si saranno consumati, quindi la loro superficie di contatto è più ridotta, quindi la resistenza elettrica è maggiore, e quindi il dispositivo viene alimentato con una tensione leggermente minore, e quando una periferica ha bisogno di assorbire molto, ecco i patatrac.

» Per tentare di risolvere

Non avendo un altro Raspone uguale, e non avendo altri alimentatori 5V 3A, la verità non la scoprirò mai, ma la soluzione in qualche modo devo trovarla per forza.
Dopo aver aspettato così tanto che i problemi al server sono diventati solo più grossi, e i downtime molto più frequenti, mi decido a comprare un cavo USB-A-Y. Alla peggio, se pure non avessi risolto, un cavo di questo tipo fa sempre comodo averlo perché - nonostante violi gli standard USB [[1]]- alcuni dispositivi danno tante rogne senza, e alcuni produttori di periferiche merdose addirittura consigliano di usare cavi di questo tipo in caso di problemi (e procedono tuttavia a non includerne uno in confezione, indecenti!).

Arrivato il cavo, sistemo tutti i collegamenti e noto una cosa particolare: la corrente che viene dal secondo alimentatore USB per alimentare il disco, può risalire il cavo fino a rientrare nel Pi. Non è tanto il cavo il problema, che funziona e rispetta tutte le leggi della fisica (anche se non quelle dello standard USB), ma più il fatto che il Raspberry non abbia nemmeno, che so, dei diodi nelle porte USB-A. Ed è un problema che non sto scoprendo io, basta leggere sul forum ufficiale. Ad ogni modo, ad avere un circuito così impostato:

  • Rischi per la strumentazione o l'ambiente circostante non ce ne sono, se si usano alimentatori per bene a monte, e i miei dovrebbero esserlo[[2]];
  • Problemi pratici ci sono, ma anche le soluzioni e gli arrangiamenti: potrei, come sul forum suggeriscono, applicare del nastro isolante sul pad +5V del connettore USB che va al Raspantino; ma per ora non ce n'è stato vero bisogno, l'unica cosa a cui devo fare attenzione è che le cose siano alimentate in questo ordine, quelle poche volte in cui mi trovo a dover fare un hard reset del sistema:
    1. Disco USB (collegato alla porta del cavo Y);
    2. Raspi (dalla sua porta di alimentazione);
    3. Dopo un'attesa di almeno ~10 secondi, disco collegato al Raspberry (connettore dati del cavo Y collegato al Rasperino).

Non so perché, specialmente considerando che non serve per i riavvii software, ma senza questa procedura il boot può fallire.

» Finalmente, il riposo

Alla fine, comunque, l'inferno sembra essere finito, e il server ora funziona.
Le fiamme hanno fatto dei danni, però: i database di molti miei servizi ospitati si sono corrotti, e di 2 in particolare (GoToSocial, che dicevo prima, e Peka, un chatbot basato su una catena di Markov) ho backup troppo vecchi (di settimane prima) perché, con il server che moriva, i miei script di backup non riuscivano mai a lavorare... e quindi questi programmi ancora adesso sono offline, perché non ho ancora avuto la forza di rassegnarmi a ripristinare i backup antichi.
Ma io comprare il cavetto un po' prima, e spegnere il server nell'attesa, proprio no, eh?

Sperando che non succedano più cose di questo tipo nel breve futuro, altrimenti diventerò completamente e irrecuperabilmente pazza per via di questi dannati problemi hardware, vi saluto e vi auguro di non dover mai mannaggiare quanto me. 😔

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. È stata una sorpresa anche per me, ma lo standard USB proibisce i cavi Y: si veda Update 72; tradotto in italiano,

    L'uso di un cavo a "Y" (un cavo con due connettori A) è vietato su qualsiasi periferica USB. Se una periferica USB richiede una potenza superiore a quella consentita dalla specifica USB per la quale è stata progettata, deve essere auto-alimentata.
    E insomma, che belle le regole, però poi arriva la realtà e la pensa un po' diversamente. Tutto il mondo reale usa cavi Y senza farsi troppe paturnie

  2. (Entrambi 5V)

    • Per il Pi, un alimentatore 3A (appena sopra il suggerito dalla Raspberry Foundation) che era incluso in un kit (computerino escluso) di accessori per il Raspante, di Aukru. Aò, dopo anni non è esploso, poi le recensioni erano buone comunque, e ancora questa marca vende nuovi alimentatori, e allora va bene...
    • Per l'alimentazione supplementare, un blocchetto 1A che era incluso nella confezione del mio vecchio telefono Huawei (commercializzato anche in Europa) di bassa gamma, del 2017.
     

» 🐕‍🦺 Epicyon, piattaforma del Fediverso durata 2 giorni

Ormai, si sa, più passa il tempo e più finisco con l'esplorare dettagli sempre più minuti del Fediverso.
Oggi racconto un po' di una piattaforma di questo mondo abbastanza sconosciuta, e che aveva buone premesse, ma si è rivelata un buco nell'acqua: Epicyon.
Prima di iniziare, però, vediamo in che situazione disperata ero finita.

5 settimane fa avevo finalmente installato la mia istanza di Misskey, ad oggi una piattaforma di microblogging altamente rispettabile nel panorama ActivityPub, che negli ultimi tempi sta lentamente guadagnando sempre più utenti.
Uno dei motivi per cui Misskey sta crescendo è sicuramente il suo essere più leggero di Mastodon, ed è anche per questo che ho inizialmente prediletto la sua installazione. Ahimè, il destino ha comunque voluto maltrattarmi, decidendo di far finire tutto in un gran fiasco (con prima uno piccolo, di assaggio).
Senza entrare troppo nei dettagli - chi crede di volerli sapere può leggere le mie lagne fatte su Mastodon nelle giornate di Giovedì 1 e Martedì 13 (è chiaramente non una coincidenza...) (ma la discussione buona è partita 2 giorni dopo) di questo Dicembre, o aspettare un articolo che forse scriverò - dal fatidico giorno fino al 19 Dicembre sono stata di nuovo senza un'istanza mia mia mia. Di nuovo senza potere, poiché il mio regno era ridotto in cenere.

Dopo questa intera settimana, in cui ho provato e riprovato a rimettere in piedi il mio server, fallendo miseramente, ho capito chiaramente che serviva una riconfigurazione da capo, preferibilmente con qualche software più leggero di Misskey.
È stato a questo punto che mi son detta "ma sì, proviamolo questo Epicyon; che cosa potrebbe mai andare storto?". Eh eh, che cosa...

» Un'occhiata ad Epicyon

Epicyon lo avevo scoperto settimane fa, totalmente a caso, mentre cercavo qualcosa, non ricordo cosa, sul Web.

Quell'elenco di punti a favore che figura sulla pagina principale del sito immediatamente cattura la mia attenzione: uno stack tecnologico non sbrilluccicante o usato solo perché di tendenza, con poca complessità lato server (e quindi richiedente poche risorse lì), addirittura con zero JavaScript lato client (quindi l'applicazione non pesa virtualmente nulla), adatto per l'installazione sui single-board computer, pensato anche per i browser con interfaccia terminale... le premesse erano buone.

I vantaggi della tecnologia a bassa scala sono stati immediatamente messi in mostra da questo programmino: l'installazione è ammontata all'installare alcune dipendenze da apt, scaricare i sorgenti dalla repository, e creare le configurazioni per il reverse proxy (Nginx) e il sistema di avvio (systemd).
Assolutamente zero problemi di percorso; le rogne, infatti, sono venute dopo!

Creati i miei account - prima quello "sysadmin", che detiene i permessi di amministrazione e che uso per scrivere in qualità di amministratrice d'istanza, e poi quello personale - man mano che inizio ad orientarmi nell'applicazione, diversi problemi minori si accorgono della mia presenza e, come spiritelli, uno alla volta iniziano a manifestarsi.

» L'interfaccia utente

Iniziamo dall'interfaccia, che è la prima cosa con cui si fa i conti quando si usa qualunque applicazione; ebbene, è proprio strana!
Una volta imparata non è difficile, però ha certe cose che sembrano fatte apposta per indurre in confusione.

Sulla pagina del proprio profilo si va cliccando il banner (che spreca spazio, mi sento di dire, rispetto ad un bottoncino) in alto alla home.
Solo dalla pagina del profilo si possono poi aprire le impostazioni dell'account, che sono mischiate a quelle di amministrazione d'istanza senza netta divisione.[[1]]
Sulla schermata principale non tutte le sottosezioni (tra cui viste specifiche per i flussi di messaggi) sono visibili, bisogna cliccare un tasto per mostrare tutti i bottoni.
Scelte discutibili.

Non pare affatto questo l'intento, ma mi piace pensare che questo sia un punto a favore, perché esegue una selezione artificiale degli utenti: quei profughi di Twitter, che mesi fa (ora la situazione si è calmata) arrivavano su Mastodon a comportarsi male - pubblicando messaggi pubblici come "ooo ma come cazzo si usa sto coso?", o "ma che social di merda non si capisce un cazzo", e non riporto altro - non cercheranno rifugio nemmeno per sbaglio da ciò che è "più di un cane" (questa l'etimologia del nome della piattaforma, secondo Wikipedia).

» Personalizzazione grafica

Una delle cose che cercavo più ardentemente nelle impostazioni era la configurazione relativa ai temi.
Inizialmente scovo solo le opzioni di personalizzazione di colori e grandezza del testo del tema applicato, ma per fortuna non era tutto: era un po' nascosta, ma alla fine ho individuato l'opzione per passare ad un template completamente diverso.

Il tema predefinito, infatti, non mi piaceva granché, ma ne ho trovati alcuni gradevoli tra quegli altri già inclusi. Il mio preferito si chiama "Pixel", ed offre una vista che mi appare rilassante, con i suoi sfondi di un violetto pseudo-lavanda (#9ba0d4) ed il testo mostrato con un font particolare, con caratteri formati da quadratini messi assieme (appunto, a simulare dei pixel chiaramente visibili). L'effetto che fa è interessante, perché è evidentemente un tema non classificabile né come chiaro, né come scuro; esiste nella sua categoria. O forse lo si può definire chiaro, perché il testo è nero, allora lo sfondo è necessariamente chiaro per contrasto. Vabbè, non me ne frega: il punto fondamentale è che, per me, è davvero bello.

Lo strumento di personalizzazione del tema ("Theme Designer"), visto con caricato il tema "Pixel".

Un altro tema che ha attirato la mia attenzione è stato "LCD", che simula un vecchio schermo LCD monocromatico a sfondo verdognolo. Lo apprezzo molto a livello artistico, ma proprio non riesco ad usarlo, è troppo pesante sugli occhi usando uno schermo retroilluminato moderno!

È un peccato comunque, secondo me, che le modifiche alla grafica siano applicate a livello d'istanza, e quindi riservate solo agli amministratori (a chi ha il rango "Artist", precisamente). Altre piattaforme, ad esempio Friendica e Misskey, implementano i temi in modo più flessibile.

» Problemi di scaling

Ci sono anche temi più adatti a chiunque, ma purtroppo la grafica dell'interfaccia ha un problema anche più grave di cosa può rientrare in desideri estetici non soddisfacibili: scala male.
Forse con alcuni dei temi il problema non si sente troppo, ma con altri il testo è spesso troppo grande, e capita diverse volte che bottoni o icone siano sproporzionati o per giunta disallineati.

Testando a schermo quasi intero (va quindi tenuto conto dello spazio a schermo occupato da elementi di browser e sistema operativo), su PC desktop con monitor 1360x768, e su mobile con display 9:18 da 6.2", penso che vorrei magari un po' meno di padding, anche se tutto sommato l'interfaccia è OK. L'inutilizzabilità arriva quando si tentano risoluzioni un po' più quadrate, ad esempio tenendo la finestra del browser non totalmente allargata in orizzontale sul mio monitor 16:9. In questo caso... beh, lascio parlare il video che segue. Anche sul mio smartphone possono uscire brutture, se lo giro in orizzontale.

» Entrando nel vivo

Credo che sarebbe facile per me aggiustare l'interfaccia, visto che si tratterebbe di modificare un po' il CSS e fine della storia.
Prima che potessi anche solo pensarci, purtroppo, sono usciti però fuori altri problemi, stavolta di funzionalità.

» Provando a pubblicare...

Il primissimo post che ho inviato dalla piattaforma, fatto senza toccare alcuna opzione oltre al semplice campo di testo, sembrava a posto.

Un attimo dopo, appena creato il secondo account, ho notato una funzione apprezzabile - che Mastodon ha introdotto solo qualche mese fa, mentre altre piattaforme popolari non presentano proprio: la scelta della lingua usata nel proprio post, utilizzata per permettere agli altri utenti di filtrare via i messaggi pubblici che appaiono in lingue non desiderate. Ho quindi impostato il mio nuovo messaggio in italiano, giusto per, ho pubblicato... ed il messaggio non mi appariva in alcuna timeline. Solo su Epicyon, però, e da entrambi i miei account; sulle altre istanze appariva normalmente.
Ci ho messo 10 minuti buoni a capire che no, non si era appena rotto il mio account, ma banalmente non posso vedere nemmeno i miei stessi messaggi se pubblicati in una lingua non presente nella lista di quelle da me accettate, che di default è solo inglese. Ho dovuto a mano aggiungere almeno l'italiano (ho aggiunto tutte le lingue, già che c'ero) nella lista bianca.
Sicuramente è una svista di programmazione, perché questo comportamento non avrebbe il minimo senso dal punto di vista della progettazione dell'esperienza utente... però non va mica bene!

Comunque, le proprie pubblicazioni sono modificabili, ottima cosa. Anche qui siamo al pari di Mastodon, ma al di sopra di altre piattaforme federate.

» I flussi di messaggi principali

Alcuni punti possono essere dei pro e dei contro, a seconda dei punti di vista.

L'assenza di una timeline federata è una cosa un po' scomoda, perché rende la scoperta di nuovi contenuti più difficile, ma non è la fine del mondo: come su altri servizi, nella home (che qui si chiama "Inbox") arrivano le condivisioni di messaggi di utenti sconosciuti per mano degli utenti che invece si seguono, quindi ogni tanto si possono scoprire nuovi profili da lì.
Allo stesso tempo, però, il server non rischia di doversi col tempo trovare a fare i conti con quantità ingestibili di traffico dati, che saranno invece proporzionali solo all'attività degli utenti sull'istanza e di quelli direttamente seguiti da questi.

La mancanza di una cronologia locale, però, probabilmente si sentirà se si vuole ospitare un server per un proprio gruppo di amici. Mah, forse nemmeno troppo: Epicyon sembra essere pensato per avere pochi utenti locali attivi, una dozzina al massimo, e a quel punto ci si segue semplicemente tutti a vicenda.

Una parte della cronologia home, vista su smartphone con il tema "Pixel".

» Le ottime prestazioni

L'idea di far girare un programma di questo tipo senza alcun sistema di database centralizzato, facendogli memorizzare invece tutti i dati come file sparsi nel file system del sistema, piace concettualmente molto anche a me, ma ha dei limiti di scalabilità concreti.
Chissà che succederebbe se provassi a mettere in piedi un progetto del tipo di "Epicyon.uno" o "Epicyon.social"... immagino l'immane disastro.

Però, di base, quando non portato allo stremo, questo software performa davvero come promesso.
Con htop possiamo entrare nei dettagli: sul mio Raspberry Pi 3, in momenti di quasi-stallo (in cui non sto usando l'applicazione, ma il server ha evidentemente dei compiti da svolgere), l'utilizzo CPU si aggira attorno al 3% (su un massimo totale teorico di 400%, considerando i 4 core), e la RAM utilizzata tra i 40 e i 70 MB (circa dal 4.5 al 7.5 % della RAM di un Pi3). L'HTML generato dal server, poi, è essenziale, e il client impiega quindi giusto qualche istante per riceverlo.

Il software non aveva promesso di non avere bug terrificanti, quindi in effetti su quello non ci si può lamentare, ma quelle poche promesse che ha fatto le ha mantenute benissimo. Oddio, il programma a dirla tutta si dichiara essere in stato "Production/Stable", per cui questa scusa regge fino a un certo punto...

» Reazioni ai post

Le cose buone, per fortuna, non finiscono mica qui!
Ho con piacere subito notato che la piattaforma permette di reagire ai messaggi usando emoji, oltre a permettere il classico invio di un apprezzamento per il post - il "mi piace" standard, per intenderci, che qui è un cuore.

Schermata di selezione di una reazione ad un messaggio (vista con il tema "LCD").

Purtroppo, la separazione delle reazioni dall'apprezzamento è decisamente poco intelligente.
Questo parere non è solo mio, ma anche degli sviluppatori di Misskey e, credo (non ho mai verificato di persona) anche Pleroma: il reagire da lì ad un messaggio proveniente da una piattaforma che non supporta le reazioni (come Mastodon) si traduce in un apprezzamento ricevuto da quell'altro server. Su Epicyon, invece, reagire ad una pubblicazione che viene da istanze meno ricche di funzionalità è virtualmente inutile.
In cima a tutto ciò, non mi pare ci sia nemmeno un modo per consultare un elenco di tutti i messaggi a cui si ha reagito; per cui, addio all'idea di usare le reazioni almeno come filtro personale dei post letti e graditi nel tempo.

» La ricerca

Nel ritrovare pubblicazioni altrui tramite l'interfaccia della piattaforma, abbiamo giusto qualche limitazione in meno rispetto a cosa si vede su Mastodon.
La ricerca nel testo con parole chiave normali è purtroppo limitata ai propri messaggi, ma ci sono altre opzioni per le altre situazioni: oltre a poter cercare per hashtag (che, tralaltro, l'interfaccia di ricerca consiglia), a quanto pare si può cercare addirittura per emoji! Non ho però testato quest'ulteriore funzione, avendola notata solo troppo tardi.
Infine, si possono cercare elementi relativi alle funzioni di economia della condivisione (a cui ora arrivo): abilità, oppure oggetti e servizi.

La schermata per iniziare una ricerca (vista dal tema "Pixel").

» Le caratteristiche avanzate

Da Epicyon, continuando, ci sono diverse modalità che si possono impostare per un messaggio. Non serve spiegare quelle in comune con le piattaforme maggiori, ma alcune meritano un occhio di riguardo.

» Economia collaborativa

Uno dei punti cardine di Epicyon, almeno questa sarebbe l'idea, è costituito dalle sue funzionalità orientate alla cosiddetta "economia della condivisione".
È possibile creare post che descrivono oggetti o servizi, che si sta cercando oppure si sta mettendo a disposizione, specificando la relativa categoria e (opzionalmente) un prezzo.
Questi messaggi possono apparire nelle timeline a loro dedicate, e di default non sono federati; l'admin del server può specificare una lista di istanze terze con le quali federare questo tipo di post.
Sul proprio profilo, poi, si può indicare una lista di proprie abilità (skill), con un livello percentuale.

Purtroppo - e qui ormai si inizia a notare una tendenza, con i malfunzionamenti - a me pubblicare la richiesta di qualcosa ha funzionato, mentre provare a postare un'offerta (come nuovo messaggio, non correlato al precedente) non sortito effetti. Ci ho provato 2 volte ma, proprio no, il nuovo post non compariva.

» Miscuglio di modalità

Mannaggia, perché anche qui è stata fatta un'indigesta insalata: quelle che sono modalità definibili come "di ricezione", cioè che determinano a chi il messaggio arriverà e come verrà visualizzato - pubblico, non in elenco, solo-seguaci, o diretto - sono mischiate alle modalità che posso definire "di tipologia", cioè che impostano il post come normale (contenente testo e/o file allegati), o come di una categoria speciale.

Schermata di pubblicazione, con il menu di selezione di modalità aperto (vista con il tema "Pixel").

Nella pratica, questo vuol dire che non si può cambiare il livello di privacy di quei post di tipo speciale.
Se questa cosa non è magari un problema per le funzioni di sharing economy, che non piazzano nemmeno elementi sulla pagina del profilo utente, può esserlo invece per i sondaggi, purtroppo implementati come tipo di post e non come opzione aggiuntiva per i normali.

» Problemi coi sondaggi

Il fatto che debbano essere per forza pubblici non è la cosa più bizzarra dell'implementazione dei sondaggi, perché c'è di peggio.

Pare che selezionare (con i bottoncini dedicati, ovviamente) una delle opzioni disponibili, per poi premere salva, non sortisca nel backend lo stesso effetto che le altre piattaforme presentano; si va a creare un commento di risposta (visibile come tale da altri server), come se a mano si fosse scritta l'opzione desiderata in un nuovo messaggio sotto la stessa discussione.
Non solo questo manda in vacca l'anonimità dei sondaggi come previsti da tutte le altre applicazioni, ma non funziona e basta: ai contatori dei voti sul sondaggio non viene sommata quella strana risposta.

Un sondaggio creato da Epicyon, votato e mostrato sia da Epicyon che da Mastodon. Notare il problema descritto.

» Sguardo agli eventi

Ad ogni modo, per qualsiasi tipo di pubblicazione si possono opzionalmente impostare una posizione (inserendo un link di OpenStreetMap - cosa che a me non ha funzionato per nulla) ed una data, entrambe cose potenzialmente utili se si vuole segnalare un evento, qualcosa che Epicyon prevede.

I post con data dovrebbero manifestarsi anche nella sezione calendario dell'app. Non ho verificato se almeno questa cosa funzionasse, purtroppo, ma ho provato il messaggio "promemoria", e va: un messaggio di questa tipologia arriva dal proprio account, come diretto, all'orario stabilito; oltre a comparire nel calendario, è accessibile in un bottone (evidenziato con un colore alternativo) che appare nella barra di navigazione in cima alla home.

La schermata che mostra un promemoria scattato (vista con il tema "Pixel").

» Blogging non-micro

L'ultima modalità impostabile per i post è quella di "articolo", quindi aventi un titolo e nessun limite stretto per il corpo; qualcosa di previsto da ActivityPub, adatto al blogging più classico, e che già si osserva in giro da tempo con WriteFreely, Plume, Lemmy, o Friendica.

Gli articoli dovrebbero finire sulla pagina del proprio profilo... ma a me non succede. La funzionalità è rotta e l'unico modo per trovare gli articoli, propri o degli altri utenti d'istanza, è di passare per la timeline dedicata.
Ah, oltre a questa qui, che è effettivamente una linea del tempo a visualizzazione speciale, ce n'è anche una che mette in mostra solo i messaggi multimediali, un po' come se fosse Pixelfed.

» Contenuti a livello d'istanza

Queste visualizzazioni speciali qui possono, tra l'altro, essere impostate come modalità dell'istanza, in un modo che rende possibile la navigazione dei post locali a chi visita il sito senza fare login.

A dire il vero, c'è anche una terza opzione per il tipo di istanza: "news". Questa mette in primo piano le notizie che arrivano dai flussi impostati dagli amministratori del server.
Proprio così, in questo senso Epicyon mette a disposizione degli strumenti particolarmente interessanti: le notizie, impostate da fonti RSS, appaiono in una barra laterale su desktop. In base ad un'ulteriore configurazione possono essere soggette a filtri, che aggiungono in automatico hashtag oppure avvisi sui contenuti (content warnings) in base al testo.
Il server espone, inoltre, un feed che aggrega tutte le notizie che man mano scarica.

Dal lato opposto, sempre su desktop, figura infine un'ulteriore barra, che mette invece a comoda disposizione dei link esterni. Alcuni riportano ad informazioni o documentazione dell'istanza, mentre altri possono essere impostati dagli amministratori e puntare a qualunque URL.

La schermata "Featured", che appare selezionabile da un bottone dedicato nella barra di navigazione quando l'istanza è impostata in modalità "news" (vista dal tema "LCD"). Al centro compare il flusso di articoli scritti dai membri del server.

» Vagonata di casini!

Fino a qui, tutto sommato, questo pezzo di software non sembrava affatto malvagio: con qualche piccolo inconveniente, certo, ma nessun programma più complesso di un Hello World potrà mai essere perfetto, e questo Epicyon ha comunque dei solidi punti a suo favore.
Il problema, il grosso casino, è che quelle rogne serie che ci sono sono enormi. Oserei dire mastodontiche, per una piattaforma il cui animale è si grosso, ma non elefantiaco!

Qui non c'è molto spazio per discutere, quindi preferisco fare una carrellata veloce.
Qualcosa a riguardo di buona parte di questi errori usciva nei log del server, ma in modo troppo generico, e quindi (anche se pure io non è che ho voluto perderci troppo tempo) non sono riuscita a decifrare il perché certi determinati problemi si verificassero.

  • Dopo qualche minuto dal loro invio, alcuni dei propri messaggi possono casualmente sparire dall'istanza. Non si trovano più navigando in giro, raggiungerli direttamente da link restituisce un errore 404, ma sulle istanze terze che li hanno ricevuti in tempo rimangono visibili. In modo simile, alcuni messaggi possono sparire dalla pagina del profilo di un altro utente che è locale all'istanza, quando si va a cercarli.

  • Per la legge del contrappasso, alcuni messaggi appaiono come duplicati in certe situazioni. Ho osservato che succede sicuramente per i post sulla pagina del proprio profilo (immagine qui 🖼️), dove addirittura si sdoppiano a gruppetti, ma potenzialmente anche per qualsiasi post sulla timeline personale se si fa qualche azione come boostare.

  • Parlando di interazioni ai post, ho visto che a volte possono non andare a segno. Ricordo perfettamente che può succedere con la funzione di reazione - in un caso dovetti riprovare una seconda volta ad assegnarne una ad un messaggio perché l'azione funzionasse - e mi sembra possa accadere anche con cuore e ricondivisione, ma non ho inquadrato bene questi due casi.

  • Rimanendo sulle interazioni, stavolta con i profili: è tragico che in alcuni casi* il tentare di seguire alcuni account non funziona proprio. Premendo su "Follow", qualche volta ho dovuto aspettare qualche decina di secondi perché l'utente uscisse davvero nella mia lista di seguiti, senza alcuna indicazione da parte dell'applicazione; altre volte, addirittura, anche aspettare ore (giorni...) o riprovare più volte non è servito a nulla. Pare che il problema non dipenda dal software su cui gira l'istanza remota, quindi non ho la minima idea del perché succeda.

  • Ci sono due pagine diverse che possono apparire per i profili: una con la vista dei post recenti (di cui ho linkato una schermata poco sopra), ma nessuna opzione a parte il seguire, e una con diverse opzioni (di cui lascio un'immagine qui 🖼️). A volte si apre la prima, altre la seconda. Non centra la parte dell'applicazione da cui si proviene per aprire la schermata, e non vedo alcun modo per passare da una sezione all'altra. La seconda sembra uscire più comunemente quando si segue già l'account che si sta vedendo, ma non sempre. Se si vuol vedere i messaggi in particolare di un utente, ma il software ha deciso di no in quel momento, in pratica, ci si attacca.

  • Bug veramente singolare: gli account di Misskey appaiono con un ID alfanumerico al posto del normale username (solo la prima parte - quella che invece indica il dominio è a posto). Non ci sono problemi se si prova a riferirsi ad un account con il suo vero username, perché il messaggio arriva (o la ricerca va a segno, se è quella funzione che si sta usando)... però, se si sta rispondendo all'account in questione, l'username suggerito sarà quello strano, che non esiste e quindi non funziona. Anche se non rompesse i messaggi, questo problema sarebbe comunque fastidioso, perché non permetterebbe di capire a colpo d'occhio con chi si sta parlando... immagino già come sarebbe partecipare a thread con tanti utenti.
    Un utente Misskey, visualizzato su Epicyon con foto di profilo, nome, e descrizione corretti (qui censurati), ma username preso dal nulla ("@91f967c3pb@misskey.social").

  • Alcune impostazioni dell'istanza sono senzienti e cambiano stato da sole. A volte ad esempio, dopo un riavvio del server, l'opzione che apre le nuove registrazioni a chiunque si riattiva da sola. Qualcosa è successo anche riguardo la modalità dell'istanza, che è passata da standard a "news" senza che io la impostassi così; questo però potrebbe non essere un bug, magari qualche azione che ho fatto come admin (e che non ricordo, ecco qua) ha avuto questo effetto collaterale ma previsto dagli sviluppatori. Non lo sapremo mai, ma è una cosa che fa spavento.

  • C'è qualche problema con il reperimento, e/o eccessività di caching, dei metadati degli account da parte di istanze terze. Ho controllato da diversi altri server, facendo alcuni test che mi portano ad alcune conclusioni inconcludenti; in particolare, riguardo le foto di profilo (la principale quadrata):

    • Mastodon, ho provato diverse istanze, si rifiuta completamente di vedere la fotina, e al suo posto mette il segnaposto elefantiaco.
    • Misskey va così e così: alcune istanze mettono il loro segnaposto, mentre altre caricano come immagine di profilo la foto del banner (che però non ho mai impostato, e quindi vedo che Epicyon ne mette da solo una in base al tema d'istanza; bella sorpresa!)... non mi porrò domande, va.
    • Friendica (di cui solo un'istanza ho potuto usare), invece, riesce a vedere la foto. Friendica però è un software un attimo più avanzato, ed internamente usa ricorrere a metodi articolati per ottenere i metadati di tanti tipi di risorse Web. Tutto sommato, potrebbe essere un problema di caching (chissà se dal lato del mio server, o degli altri), e magari non di dati malformati, ma resta una roba che non funziona.

» E adesso?

Il sogno di un server ActivityPub leggero ma ricco di funzioni è inesorabilmente crollato, non c'è veramente altro da poter dire. Dopo aver visto appena soltanto i primi problemini pensavo di voler tenere Epicyon per almeno una settimana, così da testarlo per bene, ma alla fine ha iniziato a comportarsi troppo male. Ho dovuto farlo fuori dopo appena 2 giorni.
È davvero un peccato, allora, che si sia dimostrato troppo scassato per essere realisticamente utilizzabile. Per ora devo quindi optare per altri software, e forse qualcosa di buono l'ho trovato - e questa è una storia per una prossima volta - ma spero davvero che Epicyon possa in futuro diventare utilizzabile.

Fortunatamente, anche se per mano di una sola persona, quindi lentamente, lo sviluppo va avanti ad un ritmo di diversi commit al giorno.
A proposito di ciò, dopo aver fatto una guardata tocca e fuggi ai sorgenti, una cosa devo dirla: in confronto ai server più affermati, il codice di questo qui mi sembra messo parecchio male. I file non sono ben suddivisi in cartelle, ce ne sono alcuni che arrivano a centinaia (o persino un migliaio!) di kilobyte, e ci sono funzioni enormi in cui figurano loop e controlli sotto tanti, troppi livelli di indentazione.
Non vorrei essere nei panni di colui che lo sta mantenendo perché, per come stanno le cose, temo che sistemare questo software per farlo funzionare a dovere non sarà una cosa semplice, e non prenderà affatto poco tempo...

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Guardare tutte le impostazioni disponibili può dare una buona visione su quali sono alcune delle potenzialità di una qualsiasi piattaforma. Commentarle tutte, specialmente quelle che non ho testato, sarebbe follia; ho però pensato di lasciare qui una schermata 🖼️ completa, chi vuole può almeno leggere le varie opzioni per conto proprio. 

» 🎄 Distrazioni di Natale: l'albero Padoru

Ahhh, ed ecco che anche quest'anno siamo a Novembre. Direi che è tempo di avviare la necessaria procedura di scongelamento dei Padoru.
...No, aspetta un attimo. È GIÀ METÀ DICEMBRE?!?!?! 😐 😶 🤯
I mesi passano in fretta... e vabbè.

» Cos'è "Padoru"

Per molti una questione controversa e un'usanza disprezzata, quella del Padoru.
Per quelle 3 persone che vivono sotto le pietre (e che non so come potrebbero star leggendo questo blog ora, ma sorvolo): si tratta di un meme che, stando a Know Your Meme, nasce da un videogioco, Fate/EXTRA.
In una scena del gioco, Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico (non scherzo) indossa un costume da Babbo Natale, e danza in giro per quello che credo sia un corridoio, cantando una parodia originale di Jingle Bells, di appena 4 strofe.

HASHIRE SORI YO
KAZE NO YOU NI
TSUKIMIHARA WO
PADORU PADORU

Ho provato a cercare il significato della canzoncina, ma non ho avuto risultati soddisfacenti.
L'unica cosa che so è che l'ultima strofa (da cui deriva il nome popolare del meme), "padoru padoru", è l'equivalente giapponese del "cloppete cloppete" italiano, l'onomatopea del suono degli zoccoli delle renne. Il come ciò sia possibile non mi è dato saperlo ma, onestamente, è il dettaglio meno strano.

» Usanze di Internet

In rete, da diversi anni si sono sviluppate svariate tradizioni attorno a questo memino.
Le più banali sono la ricondivisione smodata del video originale o di sue immagini GIF, o la produzione e la condivisione di meme originali che fanno riferimento al concetto iniziale.
Poi, la gente ha iniziato a deprecare l'espressione "periodo natalizio", in favore di una più magica "stagione di Padoru" - che in realtà non è un termine sostitutivo 1:1, perché può indicare anche le settimane un attimo precedenti a quelle magari di avvento, quelle di Novembre che ho menzionato all'inizio e in cui già si inizia con la guerriglia Padoru sulle piattaforme di comunicazione.

L'usanza più bella (per la sua passivo-aggressività), secondo i miei gusti, è quella di cambiare le foto dei propri vari profili con l'immagine di un Padoru.
Ci sono le persone che sfruttano il loro senso dell'umorismo unito in comune per attuare questa cosa come un'operazione (molto relativamente) di massa. Poi c'è chi osserva il fenomeno ma non è a conoscenza del senso, non capisce, si adira, e si confonde a tal punto da auto-colpirsi; oppure, chi lo conosce perfettamente, e si adira anche di più perché boh, forse disprezza il Natale.

Se stai leggendo con attenzione, avrai notato che ho appena usato, non a caso, l'articolo indeterminativo... Se non l'hai notato, ti stai distraendo, e quindi, per punizione per il tuo bene, ora devo necessariamente costringerti a cantare 3 volte ad alta voce la canzoncina di cui sopra 👺.

» Alta personalizzazione

Un importante fattore che ha permesso a questo meme di diventare il fenomeno che è si rivede nel suo essere estremamente personalizzabile.
Non so quando sia iniziata questa tendenza, ma ad un certo punto c'è stato chi ha visto che il Padoru, il disegno originale di Nerone nella sequenza video che tutto scaturì, è veramente semplice da remixare.

Se lo si guarda con un'inventiva assente o quantomeno terra terra, ci si accorge che si possono cambiare i colori in un batter d'occhio con degli altri che ugualmente possono starci bene, e si ha quasi un nuovo disegno.
Chi invece un minimo di creatività la ha, può senza difficoltà provare a modificare alcune delle forme del personaggino, cambiando il giusto qui e là per ricostruire un personaggio totalmente altro - che sia originale, o già esistente ma disegnato solo con altri stili - in forma di quel cosino sorridente che corre in giro a rompere col suo versetto festivo.

Questa roba è di una facilità talmente estrema che persino io, che normalmente se provo a disegnare qualsiasi cosa di artistico (o comunque poco tecnica) creo dei veri e propri glitch, ho potuto creare il mio personalissimo Padoru senza alcuna sofferenza.
In appena 2 orette molto scarse, una mattina del 1º Dicembre a scuola - non ricordo se fosse giorno di assemblea oppure di varie supplenze - un po' ricalcando le linee di base dell'aspetto Padoru, un po' introducendo caratteristiche originali (che ho derivato dal mio personaggio 3D, quello che figura in alcune mie foto profilo tutto l'anno), con un'app di disegno generica sullo smartphone ho fatto ciò che sentivo di dover fare.
Il risultato è stato che, semplicemente, è uscito qualcosa di normale; nessun orrore! Molto bene.

Schermata dei messaggi dell'anno scorso riguardo la creazione dell'Octt Padoru. Nel primo avevo finito i contorni e stavo iniziando a colorare i capelli viola. Nel secondo avevo completato il lavoro e ho inviato il file PNG.

» Le mie "partecipazioni"

L'anno scorso creai quindi il mio Padoru appositamente per usarlo come foto profilo (su Telegram), e l'ho fatto.
L'anno prima ne avevo usato uno non mio, modellato sulla kitsune Senko-san, e l'anno ancora precedente avevo messo altri tipi di meme Padoru.

Quest'anno non ho fatto un bel niente... e la cosa particolare è che non so dare una spiegazione della cosa. Zero. 😶
Ciò che sospetto è che, banalmente, I forgor 💀 (me ne sono dimenticara 💀). 2 settimane fa avevo ahimè troppe cose per la testa: prima la mia istanza Misskey che malfunziona e io devo correre, poi la fissazione con ChatGPT, è chiaro che non c'è stato proprio modo di riservare 30 secondi di tempo all'aggiornare la foto di nemmeno uno solo dei miei account online.
A questo punto, non so se fare adesso il cambio e quindi sfruttare tutto il tempo che rimane fino alla fine del periodo natalizio per essere Padoruante, oppure seguire una logica minimale e aspettare l'inizio della settimana prossima: l'ultima settimana di avvento e la prima di vacanza, avrebbe un suo senso.

L'anno scorso sarà quindi andato di lusso con le fotine digitali, ma il lato fisico è stato da me accidentalmente trascurato.
Andiamo con ordine.

Gli addobbi natalizi generici in casa li mettono effettivamente tutti i miei genitori - mia madre in particolare, che ha pure potere di veto su eventuali proposte troppo progressiste riguardo l'albero di Natale grande - nei primi giorni di Dicembre.
Tra le cose che ogni anno vengono riprese dalla soffitta, delle piccole c'è anche un alberello da scrivania che praticamente è mio. Ha delle lucine integrate, alimentate a batterie stilo, ma comunque di per sé non è nulla di troppo speciale. O meglio, così era prima che io lo rivoluzionassi, 3 anni fa (era il 2019!).

» Modifica all'alberello

Il lampo di genio mi pare arrivò dopo aver visto una foto su Internet, che raffigurava un albero di Natale (di dimensioni normali) con su attaccati un paio di Padorini di carta; esattamente come altri tipi di addobbi che si appendono, ma meno socialmente accettabili.
L'idea ormai si era impossessata di me, e a questo punto dovevo ricreare personalmente la stessa cosa. Ho aperto quello che all'epoca era il mio motore di ricerca Web di fiducia, e ho cercato "padorus images" (o qualcosa del genere), per creare un insieme assortito di qualcuno di quei disegnini, scaricando quelli che attiravano la mia attenzione e mi piacevano esteticamente di più.

In quel momento avevo davanti a me una scelta: li stampo abbastanza grossi e li metto sull'alberone, o li stampo picccini per poterli mettere sull'alberetto?
A dirla tutta, di scelta non si trattava, in quanto la prima opzione era automaticamente da buttare per via del veto di mia madre, ma sicuramente la seconda via mi intrigava: l'alberellino stava (e sta) nella mia stanza, quindi la sua normalità sarebbe completamente sprecata senza qualche abbellimento creativo.

Fatta la stampa, non mi restava altro che ritagliare, più o meno grossolanamente (ciononostante, è stranamente servita una buona quantità di lavoro), i vari Padoru, per poi attaccarli all'albero con un po' di colla a caldo.
È venuto fuori quello che volevo, insomma, quindi ho apprezzato il lavoro e ho scattato una foto per impostarla come immagine del mio profilo. L'anno seguente, l'albero è rimasto com'era.

Il mini-albero com'era fino all'altro giorno, prima che facessi quello che ho fatto ora. Ci sono meno di una decina di Padoru

» Nel presente

Per quanto riguarda quest'anno, una volta finalmente entrata mentalmente nell'atmosfera padorizia, contemplando quell'oggetto che da giorni è lì sul mio comodino, ho pensato che lo stesso fosse un po' vuoto, e avesse bisogno di altri Padoru.

L'altro giorno pensai di doverne allora cercare alcuni nuovi online per stamparli, ma un attimo dopo mi torna in mente una cartella, che ho trovato il mese scorso sul PC mentre facevo pulizia.
Contiene il mio Padoru originale, e vari altri che ricordavo di aver scaricato, ma che non ero troppo certa di aver mai stampato. I file sono tutti datati a Dicembre 2021, cosa ovvia per l'unico da me creato, ma in effetti curiosa per gli altri, se si considera tutto lo scenario.

Alcune delle singole immagini Padoru presenti nella cartella; in totale 23. Notare il loro essere datate all'8 Dicembre 2022.

Cosa ancor più curiosa, uno dei file lì presenti è un'immagine, con rapporto d'aspetto pari a quello di un foglio A4, dove sono disposte tutte le singole immagini della cartellina.[[1]]
"L'avrò composta l'anno scorso e alla fine forse non avrò più stampato", penso; eppure, qualcos'altro nella mia mente mi dice che in realtà l'ho stampata eccome, e magari semplicemente non l'ho mai usata alla fine. Sicuramente, mai ho attaccato quei Padoru sull'alberello, perché lì ci sono solo quelli di 3 anni fa.
Per un quarto d'ora scarso cerco questo sfortunato foglio nella mia stanza ma, non trovandolo, decido di ristamparlo. Oddio, un foglio di Padoru a dire il vero l'ho trovato... più o meno: ho ritrovato un frammento del foglio del 2019, con 3 immagini che mai utilizzai al tempo.

Senza perdere altro tempo, invio dunque il documento alla stampante di casa, che prontamente mi restituisce... un foglio bianco? Sembrava, ma poi l'ho preso in mano e ho notato che era stata stampata. L'immagine? NO! UNA MACCHIA! 🤬
Immediatamente, subentra la rabbia, ma un secondo dopo questa viene sovrastata da una sensazione ancora più forte: una di "già visto".

Foto del foglio stampato male. Al posto di alcuni Padoru ci sono macchie di colore, per altri si vedono solo i contorni, per altri ancora nulla.

» ...Un po' prima

A questo punto, qualcosina mi torna in mente, e apro la cronologia del mio canale Telegram (che uso come un micro-microblog) per cercare risposte ai miei sospetti: ebbene, avevo stampato queste immagini l'anno scorso. Ora ricordavo bene!
Era successo lo stesso identico problema della stampa andata a quel paese che, stranamente, si verifica su ben 2 stampanti diverse, solo mandando in stampa tramite l'applicazione ufficiale di Epson (produttore delle stampanti) per Android, e solo per questa immagine (PNG 2480x3472 di 9 MB), tra tutte quelle che ho dovuto stampare nella mia vita.
Sul momento della prima volta ho perso tempo con mio padre - che fino a prima aveva usato la stampante senza particolari rogne - prima cambiando una cartuccia segnata scarica, poi pulendo le testine; dopo non so quanti minuti buttati, al terzo tentativo di stampa ho fatto dal PC Windows di mio padre, e l'immagine finalmente è uscita fuori. 😶‍🌫️🔪

Questa volta invece, appena collegati un attimo tutti i puntini, ho riprovato dal PC subito...
È seriamente troppo pretendere che l'app ufficiale funzioni come dovrebbe, o che almeno dia un errore, che a me non ha mai dato, se per qualche motivo non riesce a gestire correttamente un file? Dovrei mandare a quel paese una volta per tutte queste stampanti proprietarie, marce e puzzolenti, uscite direttamente dall'inferno, e costruire la mia: con un microcontrollore, dei servomotori, e dei pennarelli, come persone più sagge già hanno fatto.

Comunque, la mia intenzione, quel giorno lontano, era di trollare[[2]] mia madre: stampare alcuni nuovi Padoru, tutti diversi e colorati, per attaccarli sull'albero di Natale grande, che quell'anno era stato da lei addobbato con decorazioni categoricamente tendenti al bianco.
Stampai insomma tutti quelli lì, ma ne misi solo 1 di numero sull'albero (tra l'altro, mi sembra passarono ben 2 giorni prima che mia madre ci facesse caso 😂), quindi è evidente che pianificavo di fare qualcosa con quegli altri. Probabilmente, avrei voluto metterli sul mini-albero, però (ancora, evidentemente) non l'ho mai fatto. Did I forger (💀)? Molto probabile: anche queste del Dicembre passato erano settimane un po' cariche, però ho fatto arrivare Gennaio (tempo di ricongelare il Natale e tutte le decorazioni, Padoru e non) senza fare nulla, quindi la cosa mi sarà passata proprio di mente.

» Conclusione concreta

Tra ieri e l'altro ieri, ho innanzitutto ritagliato buona parte dei Padoru; non tutti, perché altrimenti ci passo davvero le ore, e perché sul mio albero da scrivania non ce ne stanno più. 🤷‍♀️
Stavolta le forbici le ho usate in maniera davvero certosina, e ho scontornato le figure con una definizione molto alta; per i miei standard di tagliuzzamento di disegni che hanno molti dettagli minimi di forme complesse, perlomeno, lo è.
Dopo questa mansione - che sarebbe pure rilassante, se non fossi dovuta stare bend[[3]] per via della luce - con la pistola di colla a caldo, pian piano (cosa che richiede comunque molto meno tempo del ritaglio) ho incollato tutte le figurine alle pareti fogliari esterne dell'albero. Ne ho approfittato per sistemare gli elementi appiccicati 3 anni fa, che reggevano ma non in modo solidissimo... probabilmente feci male il lavoro, all'epoca.

Foto dell'alberello dopo aver attaccato
Questo qui è il risultato, mi piace veramente un botto.

A parte la bellezza dell'oggetto ad un livello per me personale, e l'aver realizzato come avrebbe potuto - già solo ai miei occhi - diventare più bello, se fosse diventato ancora più novello e meno standard, l'alta posta in gioco dello scrivere un articolo qui ha fatto miracoli: mi ha fatto portare a termine un'attività manuale semplicissima, del fai-da-te praticamente di scuola materna, senza che il mio cervello la cancellasse dopo mezza giornata!

Per concludere, in buona sostanza si può - non ironicamente - affermare che c'è voluto un intero anno perché io riuscissi finalmente ad attaccare una quantità soddisfacente di piccoli Padoru al mio alberello.
L'altro ieri ho iniziato a scrivere questo articolo, credendo che avrei parlato semplicemente di come l'idea ha avuto per me origine e cosa ho fatto per espanderla in questi due giorni, poi però ho riscoperto questi dettagli che direttamente si intrecciano con l'anno scorso... meraviglioso. Credo che la storia, in realtà, sia diventata più interessante da raccontare, dopo queste disavventure dovute al funzionamento discutibile del mio cervello.

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Sul canale ho ritrovato il comando di ImageMagick che usai per creare l'immagine grande contenente tutte le altre disposte a griglia, lo metto qui per chi ha bisogno di stampare cose di questa tipologia: (da eseguire stando nella cartella con tutte le immagini da includere) montage -define png:size=496x496 -geometry 496x496 -tile 5x7 -auto-orient * OUTPUT.png. I valori di "496x496" e "5x7" sono modificabili a piacere, qui sono messi in modo che il file risultante avrà dimensioni vicinissime a quelle A4, con 35 immagini massime su un solo foglio, tutte scalate uguali e quadrate. Magari l'immagine finale va stampata aggiungendo dei buoni margini prima, però, altrimenti rischia di uscire leggermente tagliata. 

  2. trollare: In questo caso, fare uno scherzetto innocuo. 

  3. stare bend: "to bend" in Inglese vuol dire "piegare". Io uso l'espressione "stare bend", volutamente errata, per intendere "stare piegata" (con la schiena o il collo). È un mio meme stupido che nacque sotto circostanze curiose, magari un giorno lo spiegherò. 

» ⚡️ Il blogging rapido con Standard Notes

È da direi parecchio tempo che uso Standard Notes come app di note personali.
Anni fa l'avevo scelta per il suo essere libera e open-source, ma allo stesso tempo molto pulita, curata, e funzionale. Capitava a pennello in un momento in cui cercavo qualcosa che supportasse una cifratura dei dati che funziona, senza inficiare sull'usabilità.

Vecchia app Android di Standard Notes sul mio tablet.

Senza dilungarmi su perché poi mi è piaciuto continuare ad usarla, poi ho smesso, e poi ho ripreso fino ad arrivare ad ora, bisogna approfondire su una in particolare delle sue funzioni integrate: Listed.
Si tratta di una piattaforma di blogging concepita dagli stessi sviluppatori di Standard Notes, e disponibile per il self-hosting oppure l'uso gratuito sull'istanza ufficiale. Per quanto io non l'abbia mai davvero usata prima, ho trovato fin dall'inizio interessante il concetto e la sua applicazione.

» Un'esigenza veloce

Da qualche giorno fa, invece, ho iniziato a giochicchiare con ChatGPT. Questione totalmente diversa questa, si, ma centra perché mi sono posta una domanda: tutte queste conversazioni che sto facendo con l'intelligenza artificiale, dove posso metterle per tenerle integrali, organizzate, ritrovabili e accessibili a chiunque, e per me facili da caricare?

La scelta stava per ricadere sull'usare staticoso, il mio generatore di siti statici che già uso per il sitoctt, ma poi ci ho ripensato.

Ho pensato che, appunto, voglio rendere effettivamente la mia collezione di esperienze ritrovabile sul Web. Il problema qui, però, che ho potuto amaramente constatare in tutti questi mesi, è come il mio sito ad esempio sia, come dire... I motori di ricerca non se lo cagano. 😭
Oltre ad essere pure questo un argomento a parte, va precisato che la colpa della orrenda sorte del mio sito non dipende dal suo codice; è colpa del dominio e/o dell'host. Quindi, no, non abbandonerò mai il mio staticoso: il solo cambiare generatore (e i template di conseguenza) con uno magari fatto seriamente non risolverebbe alcun problema.

Ho dovuto insomma cestinare totalmente l'idea dell'hosting su GitHub e GitLab, e pensare ad altro.

  • Blogger di Google? L'esperienza editoriale lascia a desiderare su mobile.
  • WordPress? Sarebbe OK, ma sappiamo cosa potrebbe succedere tra tanti anni a dati inseriti in un sistema complesso; e WordPress è molto complesso. Ho a fatica trovato un programmino che converte un suo backup XML in file Markdown... che con buona probabilità si romperà tra qualche anno, essendo non ufficiale, dato che a quanto pare il team di WordPress ha il vizio di cambiare la struttura di quell'XML di tanto in tanto; altre soluzioni di conversione che avevo trovato un attimo prima erano vecchie di qualche annetto e non hanno funzionato, per dire.
  • Magari WriteFreely? Ho già un account sull'istanza di Devol, ma il limite di blog per ogni account è 5 e non volevo potenzialmente sprecarne uno.
  • Plume, forse? Sembrava carina quest'altra piattaforma di blogging, ospitata da molti e compatibile con ActivityPub (non una necessità per me, ma comunque un bel bonus), ma non permette di impostare del CSS personalizzato; mancanza grave per questo mio caso d'uso, dato che non c'è altra via per impaginare tutto nella maniera specifica di cui ho bisogno per rappresentare una chat senza boilerplate ad ogni paragrafo di HTML.

» La scelta di Listed

Le mie idee erano finite e, dato che avevo fretta di mettere su questo sito ed iniziare a caricarci le esperienze avute con ChatGPT, considerando quanto mamma mia era comodo copiare ed incollare le cose direttamente in Standard Notes, questo era il momento buono di provare Listed.

A dirla tutta, mi preoccupa un po' il prospetto che il file di backup settimanale delle note possa diventare grosso decine di MB, ma ormai il dado è tratto.
Potrei creare un secondo account da usare solo per le note di ChatGPT, esportandole dal primario ed importandole lì, per poi cancellarle dal primo account per alleggerire la raccolta, però ci sono dei problemi. Forse riesco a trasferire l'username, ma i link ai singoli post saranno rotti, perché includono degli ID automatici, e quindi via di redirect alla home per chi ne segue uno vecchio. Inoltre, i vecchi messaggi del guestbook non vengono ricopiati, e mi sa che nemmeno le iscrizioni via email sono trasferite.

» Il pensiero del "che palle"

Tutto sommato comunque, per questo scopo limitato ho apprezzato quanto sia efficiente avere Standard Notes come parte finale del mio flusso di lavoro. Mi sembra riduca di molto l'effetto "mi scoccio".

Considerato dunque il piacere della scoperta, ho per un attimo riflettuto su come il fattore "che palle" sia una delle cose che mi trattiene dall'aggiornare il sitoctt con migliore frequenza.

Lasciamo stare le pagine tematiche, che sono bestie a parte; lasciamo stare pure i post lunghi, che mi richiedono forte ispirazione e abbastanza tempo di stesura; però che cavolo, almeno qualcosa per il MicroBlog, che va per le corte, mi andrebbe di crearla più spesso! Però mi passa proprio la voglia, per qualche motivo, considerando tutta la trafila che devo fare.
A dire il vero, avevo preso già da subito l'abitudine di iniziare a scrivere un post in Standard Notes, così da poter più flessibilmente gestire il tutto, magari passando rapidamente da un dispositivo all'altro. Però, se dovevo mettermi a scrivere qualcosa di non lungo ed elaborato, da pubblicare prima possibile, non mi veniva proprio la voglia di agire.

"Ma perché non passo a Listed almeno per il mio microblog?", penso dunque. Beh, c'è un motivo se addirittura sono arrivata a farmi il mio generatore di siti statici: mi serve!... E se anche non mi servisse più e potrei dunque smettere di usarlo, non ci vorrei onestamente nemmeno pensare a fare una cosa del genere, dopo tutto il lavoro! 😖

» Limitazioni di Listed

Comunque, per dirla bene, Listed è parecchio scarno: permette appena di inserire CSS personalizzato, e di formattare i post in Markdown e un sottoinsieme ristretto di HTML. Di quest'ultimo propongo di seguito le mie analisi:

  • Tutti gli elementi che sono di loro natura inline vengono automaticamente inseriti in un blocco <p> (ad esempio, non si può avere <body><span>Erre</span></body>, sarà sempre <body><p><span>Erre</span></p></body>);
  • Qualsiasi attributo di elemento che non sia id, class, o style, (ed href o src, così come credo roba come title, width, o height, nei casi opportuni) viene buttato via: scordatevi quindi, per dire, di deviare dalla configurazione predefinita della piattaforma per quanto riguarda il comportamento dei link (il rel non si tocca);
  • Certi elementi proprio non vanno: quelli con tag non-standard (custom insomma, tipo <pincopallino>) sono eliminati, così come<script>, <link>, e a quanto pare pure roba come <video> - però <iframe>, per dire, funge, e per fortuna anche il mio adorato <details>.

È chiarissimo che non può sostituire al 100% assolutamente nessuna sezione del sitoctt, nemmeno quella del MicroBlog, e anche se potesse andrebbe a creare frammentazione: il sito principale non conterrebbe più tutti tutti i post in modo centralizzato, e chi ne avesse interesse dovrebbe quindi seguire ben 2 siti diversi.

» Il blogoctt con Standard Notes

Mi stavo quasi per rassegnare, ma per fortuna ho il lampo di genio: Ma posso scrivere su Standard Notes, ed avere le note che in automatico si sincronizzano come file sul sito? ...No, non c'è verso. No, aspè, e chi lo ha detto? Io dico che c'è verso.

Ora, Standard Notes, come ho detto, usa un sistema di cifratura client-side dei dati, quindi per accedere alle note dal proprio account andrebbe usato un software un minimo specializzato.
C'è sn-cli, il client ufficiale a riga di comando, che potrebbe essere utile per creare script... però pare proprio sia stato abbandonato: niente da fare.

» Soluzione "a modo mio"

E allora, anche qui io quindi parlo, e dico: Chi lo ha detto che devo fare le cose per bene e usare le API "vere"?
Io dico che, visto che per qualche motivo l'HTML di un blog su Listed (nello specifico, la pagina /all, l'unica che mi sembra includere davvero tutto, e non solo gli ultimi X post) include come stringa JSON i dati di tutti i post, allora io posso semplicemente pubblicare su Listed da Standard Notes ed avere un programma che fa lo sporco - ma in questo caso davvero semplice, visto che deve solo scaricare e parsare 1 file - lavoro dello scraping.

E script fu scripto. Lo lascio qui: gitlab.com/octtspacc/sitoctt/Scripts/ListedDownsync.js; attenzione però che non c'è niente di bello da leggere, anche perché non ho ancora implementato tutto quello che dovrebbe servirmi a lungo termine, ma per chi vuole usarlo sta là.
È tecnicamente indipendente dal sitoctt e da staticoso, in quanto salva semplici file Markdown su disco (anche se la sintassi delle righe di metadati in essi scritti è quella mia; per cui, in caso, andrebbe cambiata qualche stringa di testo nel programma per supportare il più classico formato dei metadati YAML).

Non voglio dire che ho pensato davvero a tutto, però ci sono andata vicina.
No non mi so ancora decidere - per colpa di mie paturnie - su che standard usare per indicare blocchi speciali (di metadati, o di HTML da non far interpretare al SSG di Listed).
No, non ho ancora fatto lo script da avviare come cronjob sul server, che ogni tanto dovrebbe scaricare i dati dal blog di Listed e aggiornare i file nella repository Git se ci sono aggiornamenti.
Però, ho pensato alle cose veramente inderogabili, tipo la possibilità per il programma di sincronizzazione di non sovrascrivere un file già nella repo se questo specifica la cosa nei metadati. Metti che succede un qualunque casino, e io devo modificare i dati del post per il sitoctt senza toccare quelli della nota su Standard Notes: impostando questa flag, lo script di sincronizzazione non lo sostituirà la prossima volta che gira.

» Conclusioni

Come concludere, dunque.
Oggi ho già scritto troppo (è venuto fuori un articolo di blog e non microblog!), e la chiudo qui. Però spero vivamente che tutta questa nuova efficienza e comodità, l'avere ulteriore tecnologia che lavora per me, e non obbliga me a lavorare per lei (in teoria, tanto comunque i problemi devono uscire fuori, altrimenti io non sono io!), possa farmi scrivere di più e con più piacere. Che sia sul sitoctt, o sulle lastre di pietra.

Ah, si, questo qui è stato il primo post sul mio blog Listed, è giusto precisarlo per chi legge dal sitoctt... ma io spero che almeno la versione Listed del blog possa venire indicizzata per bene e scoperta da più persone, già che ci siamo.
È proprio nella speranza di raggiungere questo obiettivo che sto accettando alcuni compromessi quando scrivo qui, come il fare a meno delle macro (che con staticoso posso usare, mentre qui produrrebbero testi bucati e link rotti), per far si che gli articoli siano effettivamente consultabili anche dalle pagine di Listed.

» 🏷️ Note e Riferimenti

  • Aggiornamenti del post:
    • 2022-12-16: Ho aggiunto una foto di copertina per l'articolo, e ho precisato il dettaglio finale che avevo dimenticato.
    • 2022-12-14: Ho aggiunto un po' di formattazione extra, e ho corretto alcune espressioni.

» 🎮 Storia antica del DSpacc

Quasi due mesi fa, un po' casualmente mi è tornato alla mente il DSpacc; prima come concetto, parlandone con gente online, e poi direttamente come l'oggettino che fieramente possiedo.

Questo mio coso ha visto la polvere, la gloria, la guerra, e la disperazione. Proprio di questo avrei dovuto parlare oggi, di cosa io abbia fatto di recente per togliere un po' di polvere e riportare così il mio dispositivo alla gloria.
Scrivendo, però, mi sono accorta di come il contesto sarebbe stato confuso se non avessi dato il giusto spazio alla storia; ma ahimè, la storia di per sé è lunga, e meritevole di un articolo dettagliato, quindi eccoci qua.

» Gli albori

Il tutto inizia quando, all'età di circa 6 anni, ebbi in regalo per il mio compleanno questo Nintendo DS Lite... no, non sto divagando, ora ci arrivo. Per ben 3 anni è stata la mia unica console da gioco - e, per almeno 1-2 di questi anni, il mio unico dispositivo da gioco, prima che io ottenessi il Galaxy Player o il tablet scassone.
Era per me un oggetto di battaglia assolutamente indispensabile, necessario sempre e ovunque al pari del mio smartphone ad oggi, e forse per questo ha avuto una vita particolarmente intensa nei suoi primi anni. Di giochi non ne avevo tantissimi, perché avevo solo 2 GB di memoria nella flashcart e nessun gioco fisico (a parte uno oscuro, che comprai solo più avanti), ma avevo alcuni tra quelli di punta. Insomma, con Pokémon, tutti i principali Mario, e pure roba come Cooking Mama (che ai tempi andava un sacco), la goduria era sempre presente.

Nintendo DS Lite (right side)Un DS Lite.. non il mio, per ovvi tra poco ovvi - Havok at en.wikipedia, CC BY 2.5 https://creativecommons.org/licenses/by/2.5, via Wikimedia Commons

» Il giorno dello spacc

Nonostante un paio di disavventure tra flashcart - la prima un giorno smise di funzionare misteriosamente, la seconda stava iniziando dopo circa 2 anni a dare gravi segni di cedimento - la consolina combatteva e mi faceva divertire.
Un brutto giorno di inizio luglio però, nel primo pomeriggio, di ritorno dal mare, il mio desiderio di giocare fece crack, assieme alla plastica della cerniera quando aprii la conchiglia. Eh sì, esattamente questo è un "DSpacc": un DS spaccato. Il nome poteva non dire molto, ne sono consapevole, perché non solo l'ho coniato io, ma anche molto di recente.

Nell'attimo mi sembrò assurdo che semplicemente aprendo la console, questa si fosse potuta rompere; e mi sembra ancora oggi assurdo, anche se ho scoperto che è un problema diffusissimo: basta digitare "nintendo ds broken" su qualunque motore di ricerca d'immagini per notare come non solo le immagini che mostrano la cerniera rotta siano la maggior parte, ma anche come quelle raffiguranti DS e DS Lite siano la maggioranza. Pare che, a partire dal DSi, Nintendo abbia infatti ridisegnato il meccanismo a conchiglia, dimostratosi fino a quel momento inadatto, e che lo abbia ulteriormente perfezionato con il 3DS; evidentemente, l'originale faceva cahà.

» Le conseguenze del danno

Stava per iniziare a subentrare la disperazione, anche se sul momento la console continuava a funzionare perfettamente, perché si era semplicemente spezzato un pezzo della plastica sulla destra della cerniera, che ha il solo compito di garantire integrità strutturale. La disperazione ha iniziato a subentrare per davvero nell'istante in cui vidi che i colori dello schermo iniziavano a sfalsarsi muovendo la conchiglia: ecco qua, il cavo del display ha iniziato a subire danni.
Un po' dopo, credo lo stesso pomeriggio, andai con mio padre in un negozio dall'altra parte della città, per vedere quanto sarebbe costata una riparazione. Il prezzo ora non lo ricordo, ma decisi che non valeva la pena, e che sarebbe stato meglio comprare proprio un bel 3DS, visti i giochi interessanti che erano usciti o stavano per uscire per la nuova famiglia di console.

Non ricordo se nei giorni successivi continuai ad usare il DS Lite, perché molti dei titoli a cui volevo giocare richiedevano lo schermo superiore, e il gaming con i colori sminchiati non mi piaceva (ad oggi non mi darebbe eccessivamente fastidio, invece). Ad ogni modo, entro la fine di quella settimana, dopo svariate ricerche in negozi sul territorio alla caccia del prezzo più conveniente, ottenni il mio o3DS XL.. e quella è tutta un'altra storia.

» L'era della polvere

Da questo momento, ovviamente, il vecchio nuovo DSpacc finì in secondo piano. Forse qualche volta lo prendevo ancora, almeno per giochi come Animal Crossing che richiedono solo il pannello inferiore, perché (stando alla app Diario, sicuramente più precisa della mia memoria) nelle prime 2 settimane di 3DS non avevo con che giocare oltre alle applicazioni di sistema. Poi, però, da un lato riuscivo lentamente a popolare di software la nuova console, dall'altro il DS Lite stava continuando a rompersi - più prima che poi, infatti, il display superiore ha iniziato a smettere completamente di funzionare, mostrando solo una schermata bianca con una macchia nera (?) - la polvere ha iniziato ad assalire il DSpacc. Come se non bastasse, la flashcart un giorno fece ciao ciao! 🙄
Anche dopo anni, nonostante la mia nuova console, ogni tanto continuava a capitarmi di riprendere in mano la vecchia.. non so bene per quale motivo, visto che non potevo ormai farci nulla di che, non avendo giochi su schedina dedicata che potessi usare senza schermo superiore. Anche anni dopo, magari perché con il tempo qualche cartuccia DS originale ho iniziato a collezionarla e mi andava di avviarla, a volte riaccendevo per qualche minuto il DS Lite.

Tutto bello, finché, ad un certo punto, della povera console mi sono giocata persino lo SLOT-1 (quello delle schede DS)! Ricordo che mostrava qualche difficoltà a leggere anche schedine originali, ma le altre mie memorie sull'argomento sono molto offuscate. Mi torna in mente che guardando dentro lo slot vedevo dei pin piegati, e che cercai di infilare qualcosa per raddrizzarli, ma invano. Non mi pare che facendo ciò ne danneggiai altri, però già da almeno 3 anni fa (rispetto al presente) ricordo che nello slot alcuni pin erano spezzati, mancanti... quindi, o quando ho ficcato roba nella porta ho indebolito o addirittura staccato altri pin senza accorgermene, oppure è il mettere e togliere occasionale di cartucce, nella speranza che qualcuna venisse letta, che ha spezzato i contatti già indeboliti (e sarebbe grave, perché dimostrerebbe la cattiva qualità dello slot).

Dopo questo nuovo imprevisto, certamente potevo ancora, tramite Download DS, usare la console per software tecnicamente limitati, volatili, senza possibilità di salvare alcuna configurazione (o progresso, nei giochi), ma non giriamoci attorno: che cosa si fa di utile e continuativo così? Praticamente nulla, e la console era diventata quindi un fermacarte... fino a quando, tempo dopo, ad una fiera trovai per caso e comprai una cartuccia di Pokémon Rubino. Nonostante fosse addirittura senza scatola, dovevo averla: finalmente avrei potuto giocare a qualcosa di completo sulla mia povera consolina!

» Modifica arrangiata

Comunque, quel pannello rotto cominciava a pesare, letteralmente. La cerniera spaccata sbilanciava il peso dell'intero dispositivo, e la parte superiore della conchiglia rimaneva appesa solo grazie ai cavi assortiti.
Avevo scoperto già da un po' il concetto di GBA Macro. Per i non addetti ai lavori, si rivede nel dare una seconda vita ad un DS che ha perso lo schermo superiore, per giocare a titoli (emulati, o non come quelli GBA, per cui la console offre retrocompatibilità hardware) di console precedenti che di loro natura possedevano un solo schermo.
Online vedevo già gente che creava i suoi personalizzati con scocche colorate a mano in maniera unica, oppure aggiungendo tubi LED che fanno un effetto neon, messi al posto della cerniera. Tutta roba fantastica, ma se non avevo voglia (e modo, almeno al tempo non si trovava su Amazon.it) di comprare un nuovo display per riparare per bene la console, potevo mai mettermi a spendere per dettagli che, per quanto belli, sono oggettivamente superflui?

Prendo un paio di forbici, e taglio via i cavi per cui la metà superiore della scocca resta attaccata alla principale. E questo è? Si può tornare a giocare? Beh, non esattamente.
A dire il vero, creare un Game Boy Macro per bene richiede qualche intervento hardware un po' più ricercato dello strappare via con violenza lo schermo rotto, e per questo la mia storia è stata un po' travagliata. Prima di tutto, una particolare operazione è praticamente obbligatoria, se non si vogliono perdere le funzionalità DS: aprire il dispositivo e - oltre a staccare per bene i cavi di display, altoparlanti, microfono, e antenna, senza tagliarli - saldare un piccolo resistore su 2 testpoint della scheda madre. Normalmente, la console non supera il POST e si spegne se non rileva lo schermo superiore (precisamente, se non rileva l'assorbimento di corrente che si aspetterebbe dalla retroilluminazione dello schermo di sopra); saldare un resistore di un valore tra circa 300 e 1000 Ohm nei giusti punti serve proprio a far credere al sistema che nulla sia fuori posto.

Però, io le mie ricerche sul Web le avevo fatte, scoprendo così che il POST non viene eseguito per avviare una cartuccia dallo SLOT-2 (quello GBA), se nelle impostazioni di sistema è impostato l'avvio automatico di una scheda di gioco se presente. Ben prima di commettere il mio atto violento quindi, perché dopo non avrei più potuto accedere al menu di sistema, ho impostato l'avvio automatico, e mi sono accertata che fosse selezionato lo schermo inferiore come pannello usato nella modalità Game Boy Advance.
Compiuto il crimine, constato che la console funziona esattamente nel modo in cui gli sconosciuti su Internet avevano raccontato: è praticamente un GBA, come se non fosse mai stato un DS.. eccetto che non ha gli speaker, perché li ho tagliati via. 😅

» Un nuovo piano

Poco più avanti, comunque, iniziai a rivolere indietro cose come la modalità Download DS.. o la regolazione della retroilluminazione. Decisi di comprare un kit di punte per cacciaviti online, che tra le tante includeva anche la stramaledettissima punta per viti tri-wing, quelle viti amate da Nintendo esattamente tanto quanto odiate da noi scemi che compriamo i suoi prodotti.
Con la mia nuova pericolosissima arma (non una mia opinione questa, ma di chi si ostina ad usare viti di merda per gli oggetti che produce) posso finalmente aprire il mio DSpacc, al fine di saldare il resistore.. resistore che non ho! Ma ho un pezzo di gomma.
Altre gentili anime su Internet, infatti, illustrano come i gommini conduttivi usati per i tasti dei telecomandi (e dello stesso DS) hanno spesso il giusto valore di resistenza che serve in questo caso. Fortuna ha voluto che un vecchio telecomando rotto che avevo sotto mano avesse dei gommini adatti: tagliandone uno, e tenendolo premuto col dito sui famigerati testpoint, la console si accendeva come prima che tagliassi via il pannello.
Qui la cosa dura è stata il riuscire a fissare quel cosino alla scheda madre, in modo che facesse la giusta pressione, e quindi il giusto contatto elettrico, sui punti dove in teoria andrebbe fatta una saldatura - per il motivo che la stessa parola "saldatura" suggerisce. Qualche centimetro di nastro isolante dopo, che ho dovuto applicare e riapplicare fino a riuscire a fermarlo con la giusta tensione, e sembrava che io avessi finito; ma la sorte ha deciso di schernirmi.

Foto della zona del testpoint, con sopra applicato un misto di nastro isolante ed adesivo.

» L'ennesimo guaio

Visto che il dispositivo di grande qualità - ma non solo lui, ormai anche gli "smart"phone da 15 anni a questa parte - non si accende senza batteria collegata (solo con il cavo di alimentazione esterno, per capirci), e che è solo la scocca di plastica che mantiene la cella incastrata e allineata, adesso che la console era smontata dovevo tenere la batteria con le mani vicino ai contatti a molla, in quegli attimi di pochi secondi in cui volevo semplicemente verificare che la console funzionasse. Beh, a causa di queste manovre (e l'ho capito solo dopo), forse per il mio aver maneggiato male la batteria o chissà cosa, tutto d'un tratto il DS non si accendeva più! Non falliva il POST come prima, eh, ma proprio non dava segni di vita. La disperazione è salita rapidamente, non avevo la minima idea di cosa fosse successo e dove mettere le mani. È stato solo grazie ad Ashfly, che mi stava aiutando in chat con il mio casino, arrivo alla conclusione che si era appena bruciato il fusibile dedicato al collegamento della batteria.

Non vogliatemi male, ma non avendo il resistore che sapevo esattamente mi servisse, potevo mai avere il fusibile che non potevo mai immaginare si bruciasse? Ho dovuto quindi fare un bellissimo ponticello con lo stagno... Suvvia, non ha senso fare troppe storie a riguardo, non potrà mai succedere che io colleghi per sbaglio, nel vano batteria, una fonte di energia più potente di quello che la circuiteria della console può reggere; il fusibile della porta di ricarica è separato, quindi è da escludere che un alimentatore difettoso possa scaricare i letterali fulmini nella CPU della console.

Foto del ponte di stagno fatto (a fatica) sopra il fusibile della batteria, con contrassegnata la posizione della zona sull'intera board.

» Questione risolta

Mi sarebbe piaciuto ricollegare lo speaker (il posto nella parte inferiore della console lo si trova) ma, da un lato l'averne tagliato il filo e la mia assoluta incompetenza a saldare del tempo (la foto del ponticello parla da sola) - anche se, ad oggi, almeno un filo su un testpoint grande lo so saldare - e dall'altro la frenesia di richiudere tutto nella paura che il mio disastro di nastro isolante si potesse muovere, ho preferito chiudere tutto e fare finta di nulla. Almeno, ho ancora la porta jack 3.5 per ascoltare audio in cuffia.

Successivamente (ben 13 mesi dopo... ho pensato per tutto questo tempo che la console fosse bella da vedere messa com'era?!?) ho rifinito un po' la scocca, principalmente usando della carta vetrata per appiattire totalmente l'altra sporgenza che normalmente serve al meccanismo a conchiglia, facendola arrivare allo stato in cui ancora adesso è.

Vecchia foto ritraente il DSpacc e un pezzo di carta vetrata sulla mia scrivania, nel momento del lavoro.

» Il seguito

Giocare a Pokémon Rubino sul mio nuovo GBA Macro, molto più compatto e leggero del DS in forma originale, ha preso tutto un nuovo gusto. Ci ho giocato decine di ore, ma ogni tanto mi veniva in mente di volermi divertire anche ad altro sull'elegante consolina.
Escludendo totalmente le flashcart DS, perché lo slot è, come ho detto, morto, ho guardato a quelle GBA. Su Amazon.it, unico negozio online in cui potevo e posso comprare, mi sembra trovai già al tempo una scassona a non più di una ventina di euro, ma non so perché ho solo guardato - e l'ho fatto più di una volta - senza mai toccare (comprare).

È passato quindi un altro abbondante anno, ed arrivo ad appena qualche settimana fa. Un po' a caso, mi ricordo del mio DSpacc e, visto che mi dispiace del suo essere in disuso provo a fare una roba un po' pazza, di cui ho parlato a questa voce del 2022-09-18 del MicroBlog.
A questo punto, però, sto ormai entrando nel racconto dell'età contemporanea del DSpacc, che ha fin troppi risvolti di cui dover parlare. Nel prossimo articolo dettagliato sull'argomento ci sarà tutto il tempo per parlare di come, finalmente, ho rispolverato con stile questo valoroso dispositivo da gioco, che rimane ancora adesso valido nonostante la cattiva sorte.

Grazie per la lettura! Se hai trovato la storia intrigante, allora tieni gli occhi aperti per il seguito! 😄


Pss... La storia che riguarda la modifica Macro in sé meriterebbe un piccolo dossier a parte, secondo me. Grazie all'esistenza dei vecchi messaggi scritti posso comporlo.. dovrei?

» Aggiornamenti DSpacc - Tastino maledetto

Un mesetto fa, nel post del 18 ottobre, avevo brevemente detto che fosse il DSpacc, e che nuovo guaio avessi combinato.
Beh, stavolta ho fatto pure di peggio; per capire le proporzioni, è bene rispolverare un secondo cosa avevo scritto.

La schedina che menzionai è arrivata, la modifica software per migliorarla funziona, e io sto ancora esplorando un po' il tutto. Avrò tempo di parlare di ogni cosa in un lungo articolo, che già sto scrivendo (ma non so quanto ancora mi ci vuole).
Ciò di cui è importante parlare adesso è di un problema sorto.. non so neanche io esattamente quando, ma l'ho notato solo adesso: il tasto dorsale L dava qualche problemino.

Vedevo che premere le combinazioni di tasti per accedere ai menu di sistema della flashcart non sortiva effetti. Insospettendomi, decido di scaricare un homebrew per testare i tasti, Diagnose (che si può reperire da GameBrew.org [pag. archiviata]), ed effettivamente confermo che il tastino L non risponde agli input.

Sulla chat di Nlhlehde mi consigliano di immergere il tasto in alcol per pulirlo, e poi di fargli fare esercizio - oppure, nel caso io avessi voluto ripararlo correttamente, dissaldare il bottone e metterne uno nuovo.
In quel momento mi scoccio di aprire la console, ma vedo che due minuti di esercizio fanno magicamente tornare a funzionare il tasto. Lo stato di funzionamento, in realtà, dura appena qualche minuto, e sul momento era comunque discutibile: in media, 1 click su 3 veniva registrato.

Oggi decido finalmente di rismontare il DSpacc, per vedere di fare il servizio al tastino. Con mia sorpresa, vedo che questo è come rialzato dal lato; uno dei tanti pin GND si è dissaldato, mentre l'unico che chiude l'altro lato del circuito, si nota appena, si è spezzato.

Foto macro del tasto rialzato.

Ora, non si può dire se i problemi a registrare le pressioni fossero dovute al tasto fracassato esternamente, oppure a problemi interni che non centrano nulla con il malfunzionamento iniziale del tasto (e la distruzione finale è avvenuta a causa del mio premere il bottone un centinaio di volte al minuto per farlo esercitare).. quel che è certo è che non basta l'alcol per sistemare 😅.

Inizialmente, tento di saldare appena il giusto sopra la gambetta spezzata, cosa che dovrebbe di per sé risolvere il problema; purtroppo, il lato dei pin è così corto, e il bottone in una posizione così scomoda (visto che parliamo di un tasto dorsale), che la saldatura sul mio pin tocca un po' affianco e fa corto a massa. La cosa rende il tasto sempre premuto, e quindi è anche peggio (il menu della mia flashcart non si apre se un qualunque tasto è premuto all'avvio!) di cosa avevo prima.
Provo un po' a sistemare la saldatura, ma no, non riesco a migliorare nulla.

A questo punto, penso di dissaldare il bottoncino, perché tanto ormai... e la cosa va a buon fine, forse per via delle dimensioni del dispositivo SMD, ridotte ma non troppo: la board è rimasta pulita.
Tempo di prendere un nuovo tastino dai tanti che ho da parte, anche se molto più grande di quello dorsale del DS, e saldarlo.
Vabbè, basta, mi scoccio di girarci ancora attorno: tento di saldare un filo sul contatto principale, ma lo stagno non attacca. È micidiale la PCB del DSpacc, oh. Provo, riprovo.. e finisce che il pad metallico su cui saldare se ne viene via. Un classicocto, oserei proprio dire, finisce sempre così! 😑

Foto macro della zona di saldatura del dorsale, con il pad centrale distrutto.

Era meglio un tasto dorsale che funziona con grande fatica, o è meglio non averlo proprio? Non lo so, e non voglio saperlo. Fatto sta che ora dovrò trovare delle soluzioni, ai numerosi problemi frutto di questa storiaccia,...,,,..,

P.S, aggiornamento del 2022-10-20: Vi concedo una foto del bottone rotto smontato, prima di buttarlo, perché no? La microSD nell'angolo fa da scala, per far capire le dimensioni.

Foto macro del tasto staccato e smontato.

» Nuove frontiere

Da quando qualche giorno fa l'ho scoperto. sto provando quell'epico software che è TiddlyWiki.
L'ho inizialmente trovato cercando qualcosa per organizzare note in formato ricco, da poter usare per la scuola, e che fosse ovviamente libero.

È un software di wiki, praticamente della stessa categoria di MediaWiki (il software su cui si basa Wikipedia), ma ha caratteristiche molto particolari.
Innanzitutto, non ha bisogno di un server, è una app che funziona in locale.. ma in che modo assurdo (in positivo)! La app intera con tutti i dati personali è un singolo file HTML che si automodifica, ed è quindi possibile ricopiare e assicurare in un istante un sito intero. Di suo non può salvare i dati, ma bisogna ogni volta scaricare in locale il file HTML modificato, oppure usare dei sistemi di sincronizzazione (io uso Git, supportato in-app).

Se l'ho iniziato ad usare per il solo scopo limitato dello studio scolastico, ma poi in questi giorni sono finita con l'iniziare ad usarlo tanto anche per creare una mia cosiddetta base di conoscenza personale e pubblica, su tutto quello che posso scrivere al volo in un formato di documento non lineare che si adatta benissimo a note piccole e veloci tra loro interconnesse... vuol dire che davvero è interessante.

Un po' mi dispiace dirlo, ma è possibile che una parte del tempo che dedicherei in genere al sitoctt verrà ad esso sottratta, per essere dedicata alla neonata OcttKB - che, a tal proposito, è qui su https://kb.octt.eu.org.
Per quanto mi piaccia tutto quello che ho costruito in questi mesi, che infatti continuerà a vivere - sia come posto in cui esprimere il mio stile di design, che come luogo in cui pubblicare contenuti elaborati e mai spezzettati - devo dire che ho trovato uno strumento che riesce ad incanalare bene alcuni miei pensieri, quelli che il sitoctt non può gestire.

Non sto ora a spiegare troppo il lato tecnico dei vantaggi o degli svantaggi di TiddlyWiki, perché parliamo di un software facile da iniziare ad usare, e assolutamente complicatissimo da padroneggiare (mi ci vorrà tempo!).
Quello che dirò è che: con il suo essere orientato alla disposizione di informazioni in piccoli elementi fondamentali (i tiddler), che poi possono essere collegati tra loro per costruire informazioni elaborate - sia con link, che con la trasclusione (quando il contenuto di un elemento appare completamente ricopiato in mezzo ad un altro, cosa che si fa semplicemente scrivendo {{Nome Elemento}}) - si presta davvero bene all'organizzazione del pensiero a tutto tondo in generale.

Come bonus, TiddlyWiki si può usare come un generatore di siti statici più tradizionale: si possono scrivere gli elementi in tanti file, ed usare il programma CLI per compilare tutto nel file monolitico sopra descritto. Il sito ufficiale del progetto usa questa tecnica, ma per un sito personale non è necessaria e anzi, annulla il vantaggio che TiddlyWiki ha, di poter essere usato come una app di note moderna: apri, scrivi, tutto è salvato in cloud in automatico.

Il programma CLI però ha una funzione che trovo utile: il poter generare versioni statiche del sito, che non richiedono JavaScript per la navigazione. È ottima cosa, e credo che chiunque abbia un TiddlyWiki pubblico, se ha gli strumenti, dovrebbe impostare un sistema di build per rendere disponibili automaticamente le pagine statiche sul server.

» Aggirare i DRM dei libri di scuola

(in una maniera che probabilmente rende possibile l'operazione anche per testi non-scolastici.)

Eccomi nella mia ennesima piccola avventura.
Stavolta sono alle prese con dei DRM stupidi, che potrei, come molte persone, tentare di aggirare in maniera super-studiata e perfetta.. ma, anche in questo caso, le soluzioni più semplici sono le migliori.

La mia soluzione, per quanto brutta e inelegante, è universale.
Non mi sono messa a scrivere dei programmi di scraping per magari scaricare dai siti dei libri, o per convertire i formati strani dei lettori offline in formati più comuni. Chi ha voglia di mettersi a reversare tutto quello che serve, e per ben 4 volte, una per diverso fornitore del libro digitale?

Ho deciso di usare la cattura di schermata. Non fatta a mano, chiaramente.
Ad ogni modo, è proprio da qui che nasce un percorso, orientato al risolvere piccoli problemi usciti fuori all'improvviso, e all'aumentare l'efficienza sotto diversi fattori.

» Perché tutto ciò?

I motivi che mi spingono ad imbarcarmi in questo casino sono molteplici.
Certo, è perché mi servono i libri digitali, considerando quanto comodi sono. Da quando ho iniziato la scuola superiore porto solo il mio tablet laggante, nessun libro-mattone di carta (eccetto alcune mele marce, tipo il libro di fisica e di letteratura italiana, che non sono forniti in digitale...). Se non facessi così, lo zaino esploderebbe e la mia schiena da esile loli si frantumerebbe.
Ma perché devo estrapolare i libri, e non usare le applicazioni degli editori?

Le app non funzionano
Il primo motivo è banalmente questo. Alcune app funzionano semplicemente male, essendo lente a caricare il menu, un libro, o addirittura una pagina.. quando con un PDF o anche delle immagini viste in galleria non avrei il minimo problema. Altre non funzionano proprio! Perdono la sessione in continuazione, o addirittura sono completamente rotte e pensano che io sia offline, e non riesco ad accedere ai miei libri.

Non mi piacciono il software proprietario e i DRM
In generale, ogni volta che è possibile cerco sempre di fare a meno del software proprietario, preferendo strumenti liberi per fare le cose che devo fare. Il software proprietario in sé, però, non è necessariamente sempre cattivo al 100%, perché a volte ti lascia comunque la libertà 0[↗️], ossia la possibilità di usare il software sempre per qualsiasi scopo. Bene, i DRM tolgono anche questo, sono il male assoluto inscusabile e, se già tutto ciò che uso per scopi miei non ha i DRM (perché non li ha mai avuti, o perché sono stati tolti, da me o altre persone), sarebbe carino risolvere questa questione anche per i libri di scuola, che uso solo perché il programma di studi lo richiede.

Poter preservare e condividere i libri
I libri di carta, una volta che li hai comprati, li possiedi. Puoi farci il cavolo che vuoi, e non spariscono da un giorno all'altro perché qualche testa di noce bruciata ha deciso che la licenza è scaduta. Perché per quelli digitali allora non deve essere così? Io non ci sto, e allora voglio preservarli - per una questione di principio, non perché credo che li riaprirò più dopo la scuola.. personalmente preferisco cercare sul web la qualsiasi cosa che scopro di voler o dover sapere. Come bonus, li caricherò anche online, in modo che chi li vuole scaricare possa farlo (se lo desidera per studio personale e non per uso scolastico, visto che 'sti editori ristampano i libri ogni anno e le scuole cascano sempre nella loro truffa).

...Ancora in scrittura... Queste note verranno aggiornate di tanto in tanto.

» Quando metto mano io spacc

Dall'altro giorno mi è, diciamo così, tornato alla mente il fatto che ho un Nintendo DSpacc nel cassetto.

Il mio DSpacc, che esegue Pokémon Rubino dalla sua cartuccia.

Non mi vergogno ad ammettere che è in disuso, perché l'unica cosa a cui posso giocarci è Pokémon Rubino.
Ma mica perché è rimasto uno schermo solo! È perché..

Lo slot DS della console è rotto
Non ho ben capito come, ma lo slot 1 si è rotto: alcuni pin sono semplicemente piegati, ma 2 sono proprio mancanti, e questi ultimi sfortunatamente sono alcuni degli importanti, non doppioni come quelli di terra. Quindi, non si gioca a nessuno dei miei giochi DS fisicamente posseduti, né si usa una flashcart.

Quella di Pokémon è l'unica cartuccia GBA che possiedo
Del GBA non ho altre cartucce! Questa di Pokémon la ho solo perché la trovai ad una fiera anni fa e, non possedendo alcuna cartuccia GBA ma il DS già rotto all'epoca, decisi di comprarla. L'ho giocata abbastanza, ma vorrei altre cose. Però non ho altre cartucce e nemmeno una flashcart GBA.

Fatto sta che, anche perché dovevo fare una foto per l'articolo di WikiSpacc, l'ho tirato fuori l'altro giorno. Quando lo vedo mi dispiace di non usarlo, ma c'è purtroppo poco da fare.

La mia pazza mente, però, oggi ha richiamato un'idea che, se fossi capace di fare queste cose, forse sarebbe stata anche buona.. ma io sono io.
Ho pensato: e se saldassi una flashcart DS al posto dello slot? La cosa non l'ho pensata proprio dal nulla, l'ho vista tempo fa in una modifica del DS fatta da una persona che fa queste cose per bene. In alcuni video di un anno fa, come questo, si vede proprio che questo DS di altra forma ha una flashcart saldata sulla scheda madre.

Prendo il cacciavite e le punte, e smonto la console. Tutto OK, l'ho fatto almeno 4 volte contando solo il DS Lite.
Ma poi, mi armo di saldatore.. onestamente dovrebbero togliermi il porto d'armi, considerando i danni che faccio.

La prima cosa che mi trovo a dover fare è dissaldare lo slot. Ahia.
Dopo aver tagliato i punti non elettrici che tenevano fissato lo slot alla scheda madre - che sembravano punti di saldatura, ma non si scioglievano - inizio prima provando a riscaldare tutti i pin pian piano, tirando leggermente fuori lo slot. Ma non va. Allora provo a riscaldare ogni singolo pin e tirare via lo stagno con quello strumento strano che serve per aspirarlo.. ma ne viene su poco e niente. Alla fine torno al metodo iniziale, ma fatto più velocemente e scorrendo.. che disastro!

Foto dell'area in cui c'era lo slot DS.Foto macro dell'area in cui c'era lo slot DS.

Se ne son venuti via quasi tutti i punti di saldatura, e ora c'è il marrone. Conosco il trucchetto del graffiare via lo strato verde della PCB, per esporre metallo pulito su cui saldare, ma qui proprio non c'è spazio. Su questa scheda è tutto messo vicino, non c'è il minimo spazio di manovra.

Ci sono dei piccolissimi buchini con il diametro conduttivo attorno (largo appena quanto un singolo filino di rame), tipo testpoint, che in effetti sembrano essere collegati a dove erano collegati i pad di saldatura che ho distrutto. Giusto per, provo a saldare lì sopra, ma non c'è assolutamente da fare. Quelli son piccoli e non c'è spazio buono attorno, quindi lo stagno non si deposita.

Ho solo perso tempo, e ridimostratami che proprio non son capace a fare lavori di saldatura che vadano oltre il collegare 2 fili su pad enormi (cosa che comunque faccio male, con un lavoro sporco).
Comprerò una flashcart GBA adesso, e la userò.. per avviare software DS. Con mia sorpresa, è possibile, e magari ne parlerò la prossima volta.

» Che accade

Questi ultimi 7 giorni, davvero poco è stato detto o fatto qui sul sitoctt.
Ho creato questa sezione per usarla come diario generico, ma solo ora sto scrivendo qualcosa.

Innanzitutto, a me l'altro ieri è iniziata di nuovo la scuola.
È ancora troppo presto perché arrivi a rubarmi tempo di pomeriggio, ma la mattina comunque la storia è un po' quella che è. Così come anche il casino di quando si ricomincia è sempre lo stesso, con gli orari sballati e in generale ancora le vacanze per la testa.
Per questi fattori, di tempo in totale per fare le cosine ne ho un po' di meno.

Aggiungiamo che, per via di una mia curiosa necessità, negli ultimi giorni ho dovuto iniziare a programmare un ennesimo nuovo strumento... non inizio a blaterare sulla cosa in sé, perché questa sezione è per tutto tranne che le mie avventure di sviluppo, però i travagli si possono raccontare: ho iniziato a sviluppare giovedì, ed ho avuto uno strumento minimo funzionante solo ieri sera.
Tutto questo, perché ho voluto esagerare con l'idea (come mio solito), e perché tutti i pomeriggi da giovedì a domenica, fino a sera presto, ero in fiera e, tornando a casa stanca, la voglia di programmare era scarsa.

A questo mix aggiungiamo un'altra distrazione: dopo 5 anni, è uscito un nuovo capitolo della saga di Splatoon, e quindi c'è poco da fare, si deve giocare. Sto cercando comunque, dopo una breve analisi, di non giocarci troppo, tentare di centellinarlo più possibile per non consumarlo subito.
Oggi non ci ho proprio giocato, per esempio, e credo che finirò la serata senza; ma forse è perché oggi ho avuto esperimenti da fare per quanto riguarda il dumpare i libri digitali di scuola, per averli senza DRM.
A proposito, quando avrò finito la storia ed avrò provato anche un minimo sindacale di multiplayer, pubblicherò una recensione del gioco, che sto già scrivendo strada facendo.

All'inizio il giochino ho provato a metterlo su emulatore per PC, ma tra glitch (che verranno presto risolti), un po' di lag, e l'impossibilità di giocare via dalla scrivania decentemente, ho dovuto provare sull'hardware reale.
La mia console Switch, però, era da ormai 7 mesi a lavorare come server. Basta, Spoon è vitale: rimetto fuori il Raspino.

Non ho ancora rimesso tutti i miei software, ma gli importanti (SpaccCraft e i miei bot) ci sono. Ho anche messo una cosina nuova, qbittorrent, che si occupa di seminare un po' alcuni torrent anche quando il mio PC è spento.
Devo anche risistemare alcune cose riguardanti i backup, per alcuni miei bot, ci vuole un po'.

» 📈 sitoctt - Da 3 mesi fa ad oggi, l'inizio e i motivi

Questo articolo si può probabilmente considerare come il primo di una serie sulla filosofia del sitoctt, se così vogliam dire.
Per iniziare, di cosa è meglio parlare, se non di tutto ciò che ha portato alla nascita del sito e ha iniziato a caratterizzarlo?

Quando, ormai ben 3 mesi fa, avevo iniziato appena a concepire il sitoctt, una delle cose che sentivo era di non avere un posto in cui disporre la mia roba - quella da preservare e condividere pubblicamente, almeno - in un modo che la rendesse ordinata, disponibile, guardabile, utilizzabile, e a prova di perdita.

» Torniamo a prima

Per arrivare a dove il tutto è ora, però, ne è servito di tempo.
Vogliamo per un attimo tornare alla fine di maggio, per vedere come stavano le cose ai tempi? Iniziamo da una tabella tecnica!

PrimaOra
Peso totale dei sorgenti del sito40 KB548 KB
Peso totale del sito compilato24 KB660 KB
Linee totali di codice in staticoso2611314

Innanzitutto, l'intero sito in forma sorgente occupava appena qualche decina di KB. Normale, le pagine si contavano sulle dita di una mano mozzata e non erano chissà quanto ricche.
Ora, invece, siamo a mezzo MB escludendo tutti gli asset multimediali (tranne la favicon).

Anche staticoso, il mio generatore di siti statici che iniziai a sviluppare di pari passo al sitoctt, non era nulla di che: appena 250 righe!
Non che le 1300 attuali siano tante - affatto, ed è meglio così - ma la crescita è visibile.

Se però, con un'immagine (ignorando che il mio font non si sia caricato, anche se lo avevo già incluso al tempo), vediamo come era nel pratico il sito nei suoi primi giorni... ahhh, ma quanto erano grezzi alcuni dettagli, rispetto ad oggi?

La home page del sitoctt, vista come era il 25 maggio.

Il mio discorsone sconclusionato figurava più o meno ancora come lo fa oggi sulla home page, ma il resto è appena riconoscibile.
Sembra tutto più vuoto... essendo che mancano tutte le iconcine e i bottoni che ora ho ai bordi e nel menu globale. Si, quest'ultimo già c'era; la sua utilità in quei giorni era pressoché nulla, considerando che le pagine presenti erano di numero 2, ma diciamo che è stata buona cosa averlo creato da subito.

» Il postoctt

La scrittona al centro dello schermo, però, quella ha qualcosa che non va.
Eh si, c'è un piccolo aneddoto curioso - forse non doveroso, ma per me lo è perché qui comando io - che è da raccontare per bene.

Chi seguì la creazione del sitocto in questi suoi primordiali giorni lo sa già, ma il sito ha vissuto sotto il nome di "postoctt" per ben 2 settimane.
Nel momento iniziale dell'immaginazione di questo coso, infatti, non c'era in maniera esatta e definita la piattaforma. Si pensava si al "posto", ma in modo vago e ancora confuso.

Alla fine, prevedibilmente, ho optato per un sito Web.
Per qualche motivo però, il nome "postoctt" non mi è puzzato abbastanza presto. Ho impiegato una ingente quantità di giorni per realizzare che quel nome ricordasse, almeno in parte, qualcosa di relativo alle poste... Situazione, direi, non proprio ottimale.
Quindi, ho pensato di cambiare il nome in "sitoctt".

» Il sito di Octt

L'unica cosa davvero importante, ad ogni modo, non è mai cambiata: "octt".
Alla fine del nome c'è sempre Octt, ossia io. Che si tratti di sito, di posto, di ufficio postale, ciò che conta è che è mio; e parlando proprio di questo, del fatto che il sito sia mio, c'è molto da dire.

Il sito è mio perché ho la completa libertà di realizzarlo come voglio.
Se già a metà degli anni '90 l'unico vero limite per un sito Web era la creatività della persona che lo costruiva, oggi le potenzialità della piattaforma Web sono davvero infinite; anche se, in un certo verso, non sembra affatto così se si frequenta solo il Web comune.

I siti dell'Internet "non personale" hanno tutti lo stesso aspetto uguale e banale.
Molti blog o siti dimostrativi usano template grafici riciclati. Le piattaforme social moderne (Mastodon, Friendica, Pleroma, e chi più ne ha più ne metta) limitano la personalizzazione ad una foto, un banner, ed una descrizione. Roba come Misskey fa già di più, ma non si arriva assolutamente ai livelli di personalizzazione totale, con precisione granulare, che soltanto un sito Web - fosse anche un forum come quelli dei giorni passati, e non uno spazio privato - permette.

» Grande espressività

Ed ecco un altro dei miei desideri che inconsciamente si è condensato come scopo del sito: il creare qualcosa che sentivo mancasse non solo per ciò che tange me, ma tutta la comunità del Web artigianale in generale.
Ce ne sono si diversi altri di siti fondati su questa idea, dell'usare il Web con strumenti anche manuali per esprimere la propria personalità, creatività, e fantasia, ma: quasi nessuno è in italiano (un giorno parlerò anche di questo), e in ogni caso mi fa piacere contribuire alla crescita di quella che si può considerare una collezione globale.

Con i siti Web si possono scegliere nei minimi dettagli animazioni, colori, sfondi, caratteri, disposizioni, allineamenti, categorizzazioni, abbellimenti, interazioni, ma sempre rimanendo nel campo dei documenti.
Davvero bello è il fatto che con il CSS scritto a mano, anche appena qualche decina di righe, si possa già istituire un'identità grafica unica. Poi il vero grosso del codice si traduce solo in dettagli minori (ma comunque apprezzabili).

Foto del monitor che mostra una parte del CSS del sitoctt.

Tralasciando i mezzi: questa, l'idea di creare una galleria collaterale, era uno dei miei obiettivi iniziali. In questi mesi l'ho un po' lasciato da parte, nel senso che mi sono concentrata principalmente sul creare contenuti, pensando che ✨ i dettagli scintillanti ✨ avrei potuto metterli quando capita.. e dovrei iniziare a farlo, onestamente! Al momento solo la pagina home ha grandi particolarità, se escludiamo lo stile globale del sito a cui comunque ho lavorato con un minimo di regolarità.

» L'importanza dei contenuti

Non che sia un male l'aver messo al primo posto i contenuti, comunque; anzi, è una cosa buona. Un sito senza veri contenuti e non regolarmente aggiornato, può magari essere un pezzo d'arte se realizzato per essere bello o per avere un significato intrinseco - ma di per sé non è utile.
È qualcosa che si trova, si ammira, magari lo si condivide.. e finisce tutto lì. Sono i contenuti che danno un vero senso, che garantiscono una lunga vita al sito, e fanno tornare di tanto in tanto il pubblico.

» L'organizzazione

Contenuti che, per carità, devono essere anche decentemente ordinati.
Io ci provo, ci ho messo un bel po' di tempo ad arrivare a cosa ho ora, con un menu globale che racchiude innanzitutto delle pagine fissate, come la home, perché senza specifica categoria o perché di particolare importanza.
Subito a seguire, ho un elenco di sezioni, che ho voluto chiamare "Raccolte". Sono collegamenti a pagine che contengono liste di qualunque altra pagina di dato tema. Questo percorso è anche circolare, considerando che, dalle singole pagine di contenuto, si possono cliccare le voci automaticamente generate per visitare le pagine delle categorie rilevanti.

Di pagine in senso classico, per ora, ce ne sono forse un po' poche. Non le ripeto qui una per una perché insomma - però, se anche lo facessi, non riuscirei a creare un muro di link. Il loro particolare motivo di esistere è raccontato sulle stesse.
Il vero grosso del sito sta negli articoli di blog.
C'è per me una divisione concettuale da rispettare tra i due tipi di pagine. Le tradizionali possono essere qualcosa di incompleto, sempre in aggiornamento, work-in-progress di natura; le pagine degli articoli vanno invece create una volta, per bene, e poi idealmente non toccate più. Le normali posso crearle come bozza, ed aggiornarle un pochino ogni volta che mi va; quelle di blog, però, restano private nel mentre che le scrivo, e poi, quando sono finite, diventano pubbliche. Le ultime mi richiedono più lavoro sul momento, e quindi escono anche più raramente, ma sono più cariche di contenuto.

» Disseppellire alcune cose

Cosine nuove, fatte apposta per il sito, ne ho messe e ne metterò tante, ma l'idea è riempire il posto con anche roba passata.
Alcuni contenuti non esclusivi sono ancora già disponibili in altri miei posti di Internet - in certi casi senza licenza - come magari sul mio profilo Mastodon; altri, come post molto vecchi del mio canale Telegram, sono archiviati e inaccessibili, se non a me.
Quelli non archiviati sono semplicemente disordinati e mal preservati, nonché senza garanzie per chi vuole copiarli o riutilizzarli; quelli, invece, che per un motivo o un altro sono archiviati, è come se per il mondo non esistessero, ed è facile che anche io li perda.
Alcuni di questi dati possono aver valore, quindi tutto ciò è un peccato.

Come un mesetto fa annunciai con il mio decretocto (non ci s'è capito una mazza, vè?), questa è una cosa che richiede lavoro noioso (prendere il vecchio, valutarne la qualità, copiare il testo, incollarlo sui nuovi file di testo impaginandolo bene, scaricare foto e video, ottimizzarli bene e caricarli... altro che il divertimento di creare, qui è una catena di montaggio!), ma va fatta.
Con i miei larghi tempi l'ho già iniziata a fare, e continuerò.
Anche i post del mio vecchio blog vanno archiviati qui, sempre per organizzazione e preservazione - ma quelli sono più facili.

Per concludere: non importa quali, ma in ogni caso i contenuti sono il senso del sito. Lo sono, però, soltanto perché sono a libera disposizione di chiunque.
Cosa vuol dire ciò davvero? Chi ha letto un po’ la home, forse, dovrebbe saperlo. Non mi azzardo ad aggiungere nient'altro, ad ogni modo; dovrete aspettare un prossimo articolo, uno in cui riprenderò l'argomento da dove ora qui lo lascio.


Anche tu sei il senso del sitoctt. Grazie per la lettura! 💖

» Controllare statistiche interessanti e sulla salute di partizioni su Linux

Le memorie di archiviazione, di qualunque categoria siano, con l'usura si degradano.
Niente si può fare per evitare di doverle cambiare, prima o poi, dopo tanti anni. È però possibile tenere d'occhio il loro stato di salute, per poter identificare eventuali problemi.

Quando si parla di dischi HDD o SSD, il protocollo SMART corre in aiuto ma, se, come me, si usano i computer in maniera poco convenzionale, allora il controllare dischi classici non basta.

» Linux va oltre

Un qualcosa di abbastanza segreto, che non molti sanno (così mi è parso, almeno), è che su Linux è possibile accedere alle statistiche di partizioni con alcuni filesystem.
Ciò, ovviamente, in modo indipendente da se si stia usando una pennetta, una scheda SD, un disco rigido, un floppy disk, o anche una memoria ancora meno usuale.

Ext4 fornisce diversi dati curiosi - e lo stesso dovrebbero fare anche le sue versioni precedenti, Ext3 ed Ext2, ma non ho controllato.
Anche F2FS ho visto, direttamente dal mio smartphone Android, espone delle informazioni interessanti.. che non affronterò in dettaglio, perché sono tutte molto oscure e non so cosa significhino; e se non so cosa significano, non sono per me curiose. Capita.
Per quanto riguarda altri file system, non ho visto proprio. Come compito per casa, quindi, vi do quello di vedere se roba come FAT32, exFAT, NTFS, o perché no, BTRFS, espone informazioni belline, su Linux. E come?

» Ottenere i dati

Su Linux, basta navigare nei percorsi /sys/fs/<filesystem>/<device> per trovare qualche file interessante.
Si può stampare a schermo il contenuto di ciascuno, affiancato al suo nome, con un semplice comando (eseguito nel relativo percorso): for i in *; do echo "$i: $(cat $i)"; done. A meno di avere SELinux attivo - in genere, di default lo è solo sui dispositivi Android, non sui sistemi desktop - non servono nemmeno i permessi di root.
Metto qui sotto in tabella i più interessanti, riguardanti la microSD del mio server (una povera Nintendo Switch che fa girare Ubuntu senza sosta), ci torneremo tra poco.

NomeValore
errors_count0
first_error_time0
last_error_time0
lifetime_write_kbytes1959125105
session_write_kbytes1423172308

Parlando nello specifico dei file system Ext: per conoscere persino qualche dettaglio in più, e affiancato da un nome comprensibile, ci sarebbe anche il comando tune2fs -l /dev/<device>. Questo richiede però i permessi di root e, mentre riporta anche alcuni dei dati che si possono ottenere sbirciando i file di prima, come il numero di lifetime_write, questi possono essere non aggiornati, e relativi solo all'ultimo montaggio della partizione. Quindi, meglio prestare attenzione a questi.
Anche stavolta, riporto le cose interessanti.

NomeValore
Filesystem createdMon Jul 26 04:33:17 2021
Last mount timeFri Apr 15 11:55:30 2022
Mount count16

» Cose da osservare

Vediamo, uno per uno, l'utilità di questi valori.
Bisogna tenere in conto, però, nel caso non si fosse capito, che i valori parlano dello stato della partizione, non del media di archiviazione. Possiamo leggerli solo perché Ext4 li salva e, di conseguenza, se la partizione viene formattata, allora anche questi valori si resettano. Inoltre, consideriamo che potrebbero tranquillamente essere alterati da chiunque con programmi semplici come tune2fs, quindi non sono dati da prendere come perfettamente buoni se persone non fidate hanno accesso alla memoria.

Filesystem created:
La data di creazione della partizione. Semplice, ma può tornare utile per fare stime sulla salute, assieme ai prossimi dati.
Mount count:
Il numero di volte in cui la partizione è stata montata. Questo può essere interessante, se parliamo di una memoria che non è usata in modo permanente su una macchina sempre accesa. Se non esistesse SMART, che dà questo e anche più dati, questo valore sarebbe molto utile sugli HDD.
Last mount time:
La data dell'ultimo montaggio della partizione. Ci può servire in combinazione con altri dati, e basta, credo.
session_write_kbytes:
La quantità, in KB, di dati scritti durante la sessione corrente, ossia dal momento dell'ultimo montaggio. Assieme al valore descritto appena sopra, possiamo usare questo per sapere quanto abbiamo scritto in un periodo di tempo attivo (il corrente).
lifetime_write_kbytes:
La quantità, in KB, di dati scritti da quando la partizione è stata creata. Questa informazione è particolarmente utile sulle microSD, almeno se se ne fa un uso intensivo come me. C'è anche su F2FS.
errors_count:
Il numero di errori, credo sia di lettura che di scrittura, avvenuti nel tempo. Errori frequenti possono essere sintomo di una memoria inaffidabile o semplicemente degradata.
first_error_time e last_error_time:
Date, rispettivamente della prima e dell'ultima volta in cui un errore è stato registrato. Può essere utile a capire se eventuali errori capitano di continuo, e quindi bisogna investigare oltre; oppure, se un errore è capitato una volta e poi mai più dopo molto tempo, e quindi si sta bene così.

» Quando serve controllare la salute così?

Bene, OK, queste informazioni sono interessanti, ma: quando servono effettivamente?

Se la memoria di archiviazione in uso - che, se abbiamo deciso di ricorrere a queste misure anziché usare SMART, è probabilmente una microSD o una chiavetta - inizia a dare segni di cedimento, magari rallentandosi nel tempo, oppure corrompendo dati.. Sarebbe opportuno almeno controllare che sia tutto a posto.

Se poi i dati non fanno paura, ma sembrano in regola.. allora è il caso prima di fare una formattazione completa (incluso il ricreare la tabella delle partizioni da zero), cosa resa semplice da programmi come GParted, e poi si vede come continua la storia.

In ogni caso, giusto per scrupolo, sarebbe bene fare sempre controlli di routine, così da poter prevedere problemi prima che accada qualcosa di grave.

» Tenere d'occhio le microSD?

Parlando di schede microSD: sono quasi usa e getta, hanno una vita estremamente limitata, visto che i loro chip di memoria sono gli scarti degli scarti della fabbricazione di altre memorie, di gamma più alta, come gli SSD.

Sulla loro effettiva durata, almeno di quelle uscite bene dalla fabbrica e non di sottomarche, cosa si sa?
Se ne leggono di tutti i colori online: chi dice che ogni singola cella di memoria resiste 10000 riscritture, chi dice che puoi al massimo scrivere 1000 volte la capacità della memoria prima che questa fallisca completamente (andando in modalità di sola lettura)... non si arriva ad alcuna conclusione.

Ho avuto schede come quella esaminata oggi, della capacità di 32 GB, che, a parte i quasi 2 TB scritti dall'ultima formattazione, secondo me minimo 3 TB totali in tutta la sua vita li ha visti, eppure sembra ancora a posto; e poi, ho avuto schede che hanno iniziato a dare problemi per molto meno. Sarà che quest'ultime le ho usate con file system schifosi però, come FAT32 o exFAT, e per questo si corrompevano in continuazione.

In conclusione: se abusiamo di schedine, è bene riuscire a controllarle, nei limiti del possibile, nel modo in cui abbiamo imparato oggi.

» Evitare di richiamare comandi per sbaglio nel terminale

Lavorando nel terminale, magari allo sviluppo di programmi, mi capita spesso di richiamare per sbaglio un comando che non dovrei.

Ciò mi succede perché lavoro in questo modo: modifico qualcosa nella finestra del mio editor di testo di fiducia, quindi passo alla finestra del terminale, e premo [Freccia Su] (che richiama l'ultimo comando eseguito) ed [Invio] per eseguirlo.

Quello che ho notato è che certe volte, nella fretta, mi capita di premere una volta di troppo [Freccia Su], cosa che richiama il penultimo comando eseguito, o quello ancora prima.
Visto che praticamente queste sequenze di azioni le faccio quasi in automatico, senza leggere per accertarmi che il comando selezionato sia effettivamente quello che voglio prima di premere [Invio] (perché solo quello mi aspetto), accade diverse volte che io esegua un comando che non dovrei: spesso, si tratta del comando per fare un commit Git delle mie modifiche alla cartella di lavoro, e subito caricarle in cloud.

Ora, questa cosa non va bene, perché significa che nella cronologia di Git avrò certi punti "sbagliati": con descrizioni dal testo duplicato, e il codice in uno stato inadatto, non funzionante, perché ero nel pieno di testare alcune modifiche.
Avere una cronologia di Git così conciata intacca decisamente la sua qualità, perché è più difficile trovare un punto specifico passato del codice in futuro, cosa che nullifica una delle funzionalità utili di Git - e in generale è qualcosa che non mi piace, mi da fastidio, vedere la cronologia sporca.

» Lo script

Per risolvere il problema, mi sono inventata questo scriptino (testato con sh e bash), l'idea è di avviare i comandi "pericolosi" attraverso di lui nelle situazioni in cui devo fare quelle mie mosse con il terminale (ma, volendo, lo si può impostare come alias per richiamarlo in maniera implicita sempre per un dato comando).

Profile="~/.bashrc"

a=${RANDOM: -1}
b=${RANDOM: -1}

echo "[!] Confirm your command"
echo "[?] $a + $b = ?"
read Input

if [ "$Input" -eq "$((a+b))" ] 2>/dev/null
then
    $SHELL -c "source "$Profile"; $@"
else
    echo "[!] Wrong input"
fi

» Come si usa

Ho salvato il codice all'interno di una funzione function comconf() { } nel mio file di profilo bash.
Ora, quando devo eseguire un comando marso, mi basta fare comconf '<comando>'; il programma mi chiederà di scrivere il risultato di un'operazione aritmetica semplice generata casualmente, e solo se ciò che scrivo è giusto (quindi, solo se sto prestando attenzione) il mio comando verrà eseguito.

$ # Esempio
$ comconf 'echo "Prova"; echo "Provina"'
[!] Confirm your command
[?] 1 + 3 = ?
4
Prova
Provina
$

Lo script ha qualche aspetto strano, per esempio il fatto che non funziona se eseguito direttamente dalla shell corrente (ed è per questo che esegue il comando desiderato in un altro processo di shell, con l'argomento -c). Per questo motivo, devo anche caricare esplicitamente il mio file di profilo nella nuova shell, perché non viene fatto in automatico e lì ho altri alias e funzioni che mi servono.
Come se non bastasse, se non uso i singoli apici per racchiudere il comando che voglio chiamare, se questo contiene altri apici è come se questi venissero ignorati, e quindi il comando finale si può rompere.

Vabbe, problema risolto ad ogni modo. Niente più incidenti a causa di un [Freccia Su] di troppo.

» 👾 L'emulazione NDS, Google Play, e una storia oscura

Il Nintendo DS. Basta, non serve dire altro; in fondo, tra nintenditori, ci si intende.
Una console che, 15 anni fa, ha saputo innovare il mercato con lo stesso spirito con cui il Gameboy innovò a suo tempo. Una console le cui esclusive rimangono, ancora oggi, delle perle senza tempo.

Per quanto mi piacerebbe stare a tessere interminabili lodi al DS, però, oggi sono qui a parlarvi di altro.
Oggi vi parlo di emulazione, e di un'area specifica della scena dell'emulazione NDS: quella Android.

» L'emulazione in generale

Tante console, nei loro anni di vita e anche dopo, vengono reversate da gente appassionata e capace che ha l'interesse di capire come queste funzionino, per poi magari creare degli emulatori, ossia dei software che replicano il funzionamento della console su una macchina completamente diversa.
Il Nintendo DS, ovviamente, non fa eccezione.

In genere, lo sviluppo di emulatori avviene per una di 2 filosofie:

  • Creare qualcosa di veloce, che funzioni, e permetta subito a più gente possibile di usare l'emulatore come alternativa pratica alla console originale;
  • Creare qualcosa di accurato e più tecnicamente vicino possibile alla console originale, per poter preservare la stessa in una forma metafisica per il futuro, mettendo in secondo piano la velocità, che si potrà avere solo eseguendo l'emulatore su una macchina abbastanza potente, fosse anche futura.

» Emulazione "qui ed ora"

Per quanto la seconda filosofia sia senza dubbio la più nobile, anche quella del "qui ed ora" è molto importante: permette di giocare a chi non può permettersi la console originale o l'ha ridotta a spacc, rende le cose facili a chi vuole sviluppare i suoi giochi, e migliora la vita dei giocatori che, con un emulatore, possono godere di tante comodità mai viste.

Io, al momento, faccio parte delle persone che giocano su emulatore nonostante posseggano la console originale.
Ho un Nintendo 3DS XL, che è si retrocompatibile con i giochi DS, ma male, al punto che per me è peggio che giocare su telefono: i giochi ci mettono un sacco a partire, a schermo vengono scalati male, ed è un ulteriore dispositivo (più grande e pesante del mio smartphone) da portare in giro.

» Lo stato dell'emulazione NDS

L'emulazione DS su PC tradizionali è al momento in un'ottimo stato.
Il miglior emulatore lì ad oggi è indubbiamente melonDS: libero, supporta il gioco online, è sufficientemente veloce, ed è accurato. Non gira proprio bene su PC di magari 10 anni fa ma, in tale situazione, se ci si accontenta di giocare offline, si può sempre contare sull'ottimo DeSmuME (che è apparentemente tornato in sviluppo da qualche mese?!).

Il semplice fatto che io stia scrivendo questo articolo, però, dovrebbe far sentire puzza di problemi; problemi che, infatti, ci sono.
Mentre su PC possiamo dire di essere a posto, su mobile la situazione non è affatto rosea.
Un po' in generale su dispositivi embedded di gamma bassa (non solo gli smartphone, anche i single-board computer), i due emulatori che ho appena menzionato non funzionano proprio benissimo.

» La mia esperienza su mobile

Sul mio fonino attuale, con sistema operativo Android 10 (variante stock del produttore Xiaomi, MIUI 12) e SoC Snapdragon 662, né melonDS né DeSmuME fanno girare i giochi in maniera soddisfacente.
Di entrambi gli emulatori ho provato sia i rispettivi porting Android nativi non ufficiali, e sia i core Libretro disponibili (già presenti o scaricabili nell'ultima versione delle rispettive applicazioni di seguito) per i frontend RetroArch e Lemuroid.

Allora, prima di continuare devo forse fare una precisazione.
Le prove che ho fatto in questi giorni le ho fatte con un solo gioco, ossia Animal Crossing Wild World, per un motivo semplicissimo: in questo momento mi interessa di giocare questo sul mio smartphone, e basta. Per cui, l'unica cosa che mi interessa, è che questo gioco giri perfettamente.
Già con questo, sento le persone che urlano alla poca scientificità delle mie prove, effettivamente limitate in scopo; che si accontentino, dico io, questo è un blog personale, non un laboratorio di ricerca 🥱️.
Ad ogni modo, tutti questi emulatori li ho provati in passato diverse volte anche con altri giochi, e i miei giudizi di oggi sono più o meno allineati con i miei passati - ma ora entro nei dettagli.

» Test variegati

Tenendo in mente che questi test sono stati fatti guardando semplicemente le prestazioni della schermata del titolo di Animal Crossing Wild World (che richiede circa le stesse prestazioni richieste dal gioco avviato nell'overworld):

• APK compilato il 13 novembre 2021 del porting non ufficiale di melonDS per Android:
Gira praticamente come girava la versione precedente circa un annetto fa, luglio 2021, periodo in cui presi il nuovo telefono;

• Core Libretro di melonDS, un po' più aggiornato:
Gira leggermente meglio del porting nativo, ma non proprio alla perfezione;

• APK compilato il 27 agosto 2017 del fork morto di nds4droid di tangalbert919, il cui progetto a monte (altrettanto morto) è un porting Android non ufficiale di DeSmuME:
Forse con frameskip a 3 gira un po' meglio dell'APK, ma un po' peggio del core Libretro, di melonDS;

• Core Libretro di DeSmuME:
Praticamente gira come l'ultima versione del branch originale di nds4droid (2016) (si, ho testato anche quell'APK giusto per, ma non lo dico a parte perché non è rilevante); Peggio di tutto quello visto sopra.

Come bonus, menziono anche questo altro emulatore che, cercando robe, ho scoperto per caso: NooDS. Si fissa come obbiettivo quello di essere un emulatore veloce, ma al momento, da come ho potuto constatare e da cosa il README dice, ancora non ci siamo.
Mi gira più o meno come l'APK di melonDS che fino ad ora ho menzionato. Spero che lo sviluppo continui e vada a buon fine, comunque, il progetto promette.

Quindi, è la fine della storia? Mi devo accontentare di emulare il gioco rallentato di almeno un buon 7-10% su melonDS? Beh, in realtà, no.. forse.

» Una sola soluzione

Nella scena dell'emulazione NDS per Android, tutti gli emulatori di cui ho parlato fino ad ora sono in realtà i meno famosi (anche se, ultimamente, melonDS sta guadagnando terreno). Ne esiste uno molto più conosciuto, che chi almeno una volta ha provato ad emulare il DS su Android conoscerà almeno di nome.
Insomma, parliamo un po' di Drastic.

Drastic è l'emulatore del Nintendo DS più veloce esistente per Android. Non è affatto accurato, ma fa girare tutti i giochi senza grossi glitch, e già su smartphone bassi di gamma di 5 anni fa riesce a far girare a velocità piena praticamente qualunque gioco 2D e 3D;
Su dispositivi ancora più vecchi magari è un po' incerto, ma resta un vero miracolo. Ad esempio, guardate i video alla voce "[2019-09-17 15:16] Test più disparati con il Galaxy Player" sulla mia pagina Archivi MicroBlog di Settembre 2019. Assolutamente assurdo il fatto che quel dispositivo, che comprai a soli 90 euro 9 anni fa, riesca già solo in primo luogo ad emulare il DS; figuriamoci far girare in maniera ottima un gioco come Super Mario 64 DS.

Dove sta l'inghippo? Eh eh, da dove iniziamo?

» Casini in vista

Innanzitutto, Drastic è software proprietario; già soltanto questo, per me, è male.
Anche se, purtroppo, non ci riesco al 100%, vorrei usare quanto più software libero sia per me possibile. Visto che questo emulatore è l'unico ad essere una scheggia, una vera alternativa non ci sarebbe.
Mi tengo l'emulatore proprietario e pazienza, non è la fine del mondo, considerando anche che i giochi che voglio emulare sono loro stessi proprietari, e che anche la console originale (nel mio caso, con il 3DS, ancora peggio, perché ha un intero OS anziché solo un BIOS) è proprietaria.

Il vero grave ostacolo qui sta nel fatto che Drastic integra un DRM, ossia un sistema di Gestione delle Restrizioni Digitali.
In teoria, ciò vorrebbe dire: se paghi il programma, non lo puoi usare, a meno di trovare o creare una crack.
Almeno, l'idea teorica del DRM in generale sarebbe questa. Nella pratica però, e le FAQ di Defective by Design (una campagna anti-DRM) lo spiegano sicuramente meglio di me, il DRM fa più male ai consumatori di quanto bene faccia ai produttori.

In questo caso specifico, il DRM di Drastic in cosa è problematico, oltre al fatto che di design neghi l'accesso ad un programma utile a chi non può spendere 4,49 €?
È problematico perché si basa sull'acquisto dal Google Play; ciò significa che chi non ha Google Play Services e Google Play Store sul proprio dispositivo - come me che, per motivi di privacy e prestazioni, li rimuovo sempre dai miei da anni - anche se magari fa l'acquisto dal sito di Google Play e installa l'applicazione accedendo con l'account Google su Aurora Store, non potrà usare la app acquistata, perché questa non avrà modo di verificare l'acquisto sul dispositivo.

» La tradizione appikapposa

Insomma, in ogni caso, l'unica soluzione possibile per usare effettivamente il programmino resta avere una patch.
In passato, sia ai tempi in cui Drastic non potevo permettermelo, sia da quando posso ma non ho più Google Play, la ricerca dell'APK patchato sul Web - fatta ogni volta che aggiornavo Android o cambiavo dispositivo - era in sé il gioco noioso che precedeva il gioco più carino (quello emulato nell'app funzionante).
Spesso serviva cercare un nuovo APK, sia perché il DRM di Drastic è sempre stato minchione e spesso le crack smettevano di funzionare, sia perché la parte interattiva dell'applicazione era ed è scritta con i piedi: usa API di sistema in modi strani, che Google con ogni nuova versione di Android rompe, e quindi rompe la app.

Una versione di Drastic che usavo sul mio vecchio cellulare con Android 7, infatti, sul mio attuale non funziona: il selettore di file, banalmente, non vede file e cartelle nella memoria di archiviazione. Nemmeno un vecchio trucchetto, quello di usare un gestore di file esterno per aprire una ROM nella app di emulazione, funziona più su Android 10: la app crasha.
Quindi, mi trovo a dover cercare la versione più aggiornata crackata.
Ho cercato, l'altro giorno, e apparentemente ho scaricato una cosa funzionante. Peccato che - e questo è il DRM merdone di cui parlavo, stando anche a cosa riporta gente che, sul forum ufficiale di Drastic, chiede supporto pur avendo piratato il programma (ci vuole coraggio oh, una medaglia a questi impavidi eroi) - dopo che si avvia un gioco appena una o due volte, tutte le successive la app ti si chiude in faccia (esatto, non crasha, si chiude, perché non esce il messaggio di errore di Android).

A questo punto, la situazione appare davvero brutta. Che fare?

» Cosa nasconde Google Play?

Mi ricordo che sullo stesso Play Store - e sulle implicazioni di questo ci torno alla fine - si può trovare un'applicazione gratuita, Free DS Emulator - For Android. L'avevo provata in passato e, sorprendentemente, faceva girare i giochi come Drastic.
Come è possibile? Allora esiste un altro emulatore veloce per Android? Assolutamente no, perché questa app è Drastic.
Certo, è Drastic che ha subito qualche sostanziale modifica, tra cui, oltre alla rimozione del DRM: un rebranding totale, la ristrutturazione dei menu, l'aggiunta di pubblicità invasive, la riscrittura del selettore di file (che adesso almeno funziona, ma è grezzissimo), e, per qualche assurdo motivo, la rimozione di alcune impostazioni di emulazione; ma resta tecnicamente Drastic.
Parliamo quindi di una vera e propria copia non autorizzata del famoso emulatore, creata con il solo fine di lucrare sul lavoro altrui grazie alle pubblicità (che, diamo a Cesare quel che è di Cesare, nell'app originale di Drastic almeno non ci sono) - pubblicità che io, comunque, non vedrei, perché ho Adaway installato e blocco sempre l'accesso Internet alle applicazioni proprietarie.
L'unica cosa di cui sono stupita, e non poco, è di aver trovato questa app clandestina sullo store di Google.

Comunque, bell'impegno che ci hanno messo i creatori dell'app nel rimuovere ogni riferimento a Drastic. Ci sono quasi riusciti.
Nel programma non compare mai il famigerato nome, ma una decompilazione del file APK tramite apktool, e poi ricerca in tutti i file estratti (con grep -iR Drastic *) della stringa "Drastic", mostra che il nome della app da cui quella sospetta ha rubato il codice è presente 2 volte in totale, in 2 file diversi. Giusto così, ecco la conferma, nel caso ci fossero dubbi sulla natura di questa applicazione.

Schermata del comando grep sopracitato.

» Nuove ricerche

Che dire? Questa app funziona, ed è comunque un'ottima soluzione, pur essendo leggermente peggio del Drastic originale.
Solo che, ad un certo punto, penso: ma è possibile che questo sia l'unico fork illegittimo di Drastic che si trova sul Play Store?
Di conseguenza, apro Aurora Store e mi metto a cercare, sperando di trovare di meglio. A parte i vari rebrand di nds4droid - anche questi esistenti solo per permettere a chi li ha messi online di lucrare con le pubblicità, visto che la app ufficiale è già sul Play Store, gratis e senza schifezze - qualche altro elemento della lista attira la mia attenzione.

Scarico 2 app in particolare, molto simili ma con nomi e colori diversi.
Gli screenshot presenti nelle pagine delle applicazioni puzzano di truffa da lontano un miglio, sembrano di quelle app che trovi su Aptoide o altri store alternativi cercando proprio programmi crackati. Quelle app che: se va bene, non fanno nulla oltre a mostrare decine di pubblicità all'apertura; se va male, sono malware, senza mezzi termini.

Tutte e due, quando le apro, mi presentano un bottone "Play" che, quando premuto, fa partire l'installazione di un APK (credo patchato) di Drastic (!!!).
Avete capito bene: questa app, proveniente dal Play Store, contiene nel suo pacchetto un file APK (non lo scarica nemmeno da Internet!), crackato, di un'altra app. Una delle due, tra l'altro, integra anche la ROM pirata di un gioco DS che non ho mai sentito prima: Zoo Quest Puzzle Fun. Che gentili, che bel regalo, non solo l'emulatore gratis ma anche il gioco gratis. Sembra di essere su app store strani, e invece siamo su Google Play.

Schermata delle pagine Google Play delle 2 app, affiancate, e schermata della lista dei file in violazione del copyright in uno dei due APK.

Per gli scettici, non solo vi rimando a questo video che ho registrato qualche giorno fa, ma vi invito a scaricare le applicazioni in questione (e, magari, bloccate l'accesso di rete o disattivate la connessione Internet prima di avviarle) e toccare con mano il tutto: Green Emu NDS, The FrieNDS Emu.
Ad ogni modo, non è stata una scoperta utile: i regalini dati da queste app hanno gli stessi problemi degli APK di Drastic che si trovano sul Web.

» Finalmente..

Nel mio giro sullo store, finalmente, vedo ancora un'altra app che mi puzza di Drastic ribrandizzato, non so perché, forse per la disposizione dei tasti negli screenshot: vDS. Costa ben 1,29€ ma, per fortuna, dopo neanche 10 secondi di ricerca ho già trovato l'APK ricaricato da altre persone sul Web, e l'ho installato.
All'apertura, confermo i miei sospetti: il menu principale è identico a quello di Drastic, eccetto per i colori cambiati. Anche tutti gli altri menu sono identici, e il motore di emulazione anche. Come se non bastasse, la cartella in cui salva i dati è esattamente la stessa di Drastic (/sdcard/Drastic!). Non ci hanno nemmeno provato a nascondere il furto, questi!

I menu iniziali di Drastic e di vDS, affiancati per confronto.

Comunque, si, l'emulatore funziona, fa aprire i file e non fa il trolling del chiudersi in faccia. Da ormai 3 giorni lo sto usando, e non ho da ridire.

La storia quindi, almeno per me, è finita bene.. ma potrei aggiungere qualcosa.

» Google, Mannaggia.

Le norme per sviluppatori di Google Play vietano categoricamente le applicazioni che, come queste ultime di cui ho parlato, violano il diritto d'autore. Eppure, queste 4 che stanno letteralmente rubando tutto il codice di un'altra app, proprietaria e venduta a pagamento, sono ancora tutte lì. Alcune da mesi, altre da anni, ma sono lì.
Tecnicamente, anche le applicazioni che integrano direttamente e immediatamente al loro interno app installabili per il solo scopo di esserne a tutti gli effetti degli "installatori impacchettati", come quelle 2 specifiche, sarebbero contro le norme di Google Play, perché conterebbero come un app store alternativo violerebbero delle specifiche norme riguardo l'uso dell'installatore di pacchetti Android da parte delle app.[[1]]

In tutto questo, però, Google cosa fa? Cosa fa Google quando a violare le norme sono applicazioni poco famose che allo stesso tempo portano a Google stessa qualche soldino?
Se ne sbatte, proprio. Io credevo che nessuno avesse provato a segnalare queste applicazioni a Google per la rimozione, e invece effettivamente qualcuno lo ha fatto.. e non ha ottenuto nulla. Ci ho provato anche io ma, dopo ben 3 giorni, ancora è tutto sullo store e non ho nemmeno ricevuto una risposta via email da Google.

Ed è proprio così che, con questa storia, oggi riconfermiamo due importanti fatti.

» Cosa abbiamo imparato?

  1. I DRM si dimostrano, ancora una volta, non solo come inutili (eludibili, visto che io ora starei giocando con una versione modificata di Drastic con il DRM tolto), ma soprattutto come dannosi (visto che, anche comprando Drastic stando alle regole, non lo potrei usare comunque sui miei dispositivi);
    In generale, i programmi che usano DRM, ossia quel software proprietario che non garantisce nemmeno la "libertà 0" (poter eseguire il software come si vuole), si dimostrano come inaffidabile. Meglio preferire sempre software senza DRM e, quando possibile, completamente libero e comunitario.

  2. Google, come troppe altre multinazionali, non merita un briciolo di fiducia. Sul suo store ha la spazzatura e se ne frega volutamente, pur avendo in teoria dei sistemi automatici per controllare le marsità che, tra l'altro, fanno spesso vittime innocenti.
    Prima che arrivino i fanboy: no, ok che l'Apple App Store è un po' messo meglio del Google Play Store - anche perché la tassa per poter pubblicare qualcosa lì è di un'ingorda somma di 99$ all'anno, anziché i 25$ una tantum di Google - ma anche lì ogni tanto cicciano fuori app discutibili, spesso predatorie per gli utenti. Almeno, però, Google vede il permettere l'installazione di applicazioni da fonti non ufficiali come parte standard del suo sistema operativo, mentre Apple mette attivamente i bastoni tra le ruote al sideloading perché "è per la sicurezza degli utenti";
    In generale, bisognerebbe diffidare dai padri padroni, e preferire le pagine Web degli sviluppatori stessi per scaricare le app, oppure store come F-Droid.

» Ho un regalinocto..!

E, finalmente, posso dire di aver finito. Vi lascio con un regalino: archive.org/details/Emulation-Archive.
Su questa pagina di Archive.org da me creata ho messo qualche cosina.
Innanzitutto, l'APK di vDS, che però funziona solo da Android 4.1 in su; Per questo motivo ho messo anche 2 APK patchati di Drastic vero, uno di forse 3 anni fa e uno anche più vecchio, che invece funzionano da Android 2.3 in su ("in su" inteso come: fino a quando il problema del selettore di file rotto non si presenta, che credo sia fino ad Android 5, esso compreso, su molti dispositivi). Tutti devono poter giocare!
Nell'archivio ci sono anche altri emulatori sparsi, anche liberi, di cui ho comunque archiviato il codice giusto per preservarlo.


Grazie per la lettura. Vi invito a seguire il blog, anche se non in tutti gli articoli futuri ci saranno file binari in regalo 😁!
P.S.: Ma quanto sono bellini tutti i miei androidi che fanno girare ACWW insieme? Vi lascio la foto, giusto per.

Foto di 3 dei miei dispositivi Android tascabili, che mostrano la schermata del titolo di Animal Crossing Wild World.

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Aggiornamento del 2022-07-29: Ho corretto questa parte perché ricordavo che app del genere violassero le norme perché "conterebbero come app store alternativi", ma in realtà non riesco a verificare la cosa. Ho però trovato questa oscura pagina della guida per sviluppatori, che dice chiaramente a quali scopi le app possono richiamare l'installatore di pacchetti di sistema di Android: https://support.google.com/googleplay/android-developer/answer/12085295?hl=it#zippy=%2Cutilizzi-consentiti-dellautorizzazione-request-install-packages%2Cutilizzi-non-validi. Lo scopo pratico di queste app, ossia quello di essere dei banali wrapped installer, tecnicamente non sarebbe a posto. 

» 🥸️ Come la nostra impronta digitale sociale ci frega

Questa storia, più pratica che mai, è secondo me incredibile.
Non solo dimostra a cosa possano arrivare le loli con troppo tempo libero, tipo me; mostra come chiunque tra noi abbia una specie di "impronta digitale sociale" che, se non adeguatamente mascherata, ci può far identificare.

» Note importanti

Prima di iniziare, peró, devo precisare qualche cosina.
Visto che l'unica cosa che io voglio è condividere una storia che ritengo essere interessante ed avere qualche spunto di riflessione - ed il mio hobby non è rovinare la vita alle persone - alcuni dettagli sono omessi dal racconto, mentre altri invisibilmente alterati, al fine di rispettare la privacy del soggetto della storia. I suoi nomi vecchi e nuovi saranno letteralmente sostituiti, rispettivamente, da "Deadname" e "Censurato".
Il tutto, comunque, diventerà chiaro leggendo.

» Un ricordo speciale

Allora, questa storia a dire il vero inizia almeno 8 o 9 anni fa.
Non ricordo con esatta precisione quando, ma diciamo che in quel periodo scoprii Deadname. Creava contenuti sul Web e, oltre al fatto che mi piacevano molto, non c'è granché da dire in più.

Un po' di tempo dopo, con mio gran dispiacere, annunciò che avrebbe smesso di creare nuova roba. Da un giorno all'altro disse tipo che gli spazi social che al tempo erano i suoi correnti non rappresentavano più la sua persona, o una roba simile.
Poco più tardi, inoltre, ha anche fatto sparire i suoi vecchi contenuti dalla rete.

Ai tempi non avevo la minima idea di cosa potesse intendere con un discorso simile ma, riguardando indietro con la mia attuale conoscenza, sia riguardo la mia persona che ciò che ho scoperto essere la sua, ho capito perfettamente cosa significa quella frase.

Intanto, nonostante Deadname fosse diventato solo un ricordo passato, gli anni continuano a scorrere e la Terra continua a girare.
In alcune occasioni, il suo personaggio ritorna alla mente, non soltanto a me da sola, ma anche ad altre persone che si ricordano di cosa era.
Per dire, a volte io ed una mia amica, parlando in privato, essendo noi in primis in tale situazione personale, abbiamo scherzato dicendo cose del tipo "Deadname ha cancellato tutto perché doveva transare".
E così, ogni volta, si rideva. Se una cosa del genere, pensata e detta a caso basandoci sul niente, si fosse mai rivelata come vera, allora saremmo ufficialmente diventate Distributrici Universali Ufficiali Basate di redpills.

» Una (apparentemente) nuova personalità

Ad ogni modo, torniamo ai giorni nostri; a poche settimane fa, precisamente.

Come praticamente sempre, ero al PC, a fare cose e vederne sul Web. Ad un certo punto, non ricordo nemmeno esattamente come, mi imbatto in un profilo di Censurato, che trovo avere delle cosine interessanti.
Decido di vedere un suo video e, immediatamente, appena lo apro, c'è qualche dettaglio che mi coglie di sorpresa. La voce, in particolare, mi sa di modulata in modo inaccurato. È un concetto che non saprei esattamente spiegare. Insomma, parliamo di quel genere di modulazione che in molte persone non suscita dubbi a parte un "mi sembra strana questa voce", ma che a me, avendo io un'esperienza personale simile (ma direi più fallimentare), fa pensare "ma questa persona è transgender?"

Evidentemente però, in quel momento avevo tra le mani questioni più importanti, perché, tra tutti i suoi profili pubblici, decisi di guardare soltanto al volo le biografie, qualche post testuale originale, alcuni ricondivisi, delle foto tra cui alcuni selfie, e appena qualche secondo di altri video.
Non ho trovato alcun'indicazione, nemmeno velata, al fatto che potesse essere transgender. Mi scoccio subito, chiudo tutto, e torno al mio.

Giusto qualche giorno dopo, mi imbatto nuovamente sul profilo di Censurato. Un diverso video attira la mia attenzione, quindi inizio a guardarlo.
Più ascolto la voce, però, e più il tutto ha un certo che di familiare. In appena un minutino capisco che, la voce stessa, il modo di intonarla, e anche un po' come era realizzato il video.. tutto, tutto aveva un retrogusto di Deadname, nonostante i due personaggi fossero di genere praticamente opposto.

» Le indagini cominciano

Decido di far sapere immediatamente questa cosa all'amica di prima che, curiosamente, dice di aver pensato la stessa cosa.
La posta in gioco stavolta è davvero troppo grossa per far finta di nulla, quindi iniziamo via chat a raccogliere elementi, di qualunque tipo, che possano coincidere tra Censurato e Deadname, incrociando tutto quello che possiamo ottenere dell'una persona, e quel poco che ci rimane dell'altra.

Si inizia dagli interessi, che paiono combaciare tutti, anche i più strani. Persino il gusto nei meme di nicchia sembra lo stesso.
Anche alcuni dettagli personali e sociali - come sulla sua famiglia, il suo stato culturale, o la zona in cui vive - sono coerenti con il passato di Deadname (anche se questi dettagli li ricordava solo la mia compagna di indagini, io no).
Qualche contenuto ancora disponibile online, perchè creato in collaborazione con altri creatori, è stato utile a rinfrescare la memoria riguardo ulteriori piccoli dettagli, sulla sua infanzia ad esempio.

» Colpo grosso!

Tutte queste scoperte però, per quanto curiose, potrebbero essere state benissimo una serie di coincidenze.
Il colpo davvero grosso, che ha levato ogni dubbio, lo abbiamo però fatto perché:

  • Alcuni segni fisici particolari, comparati tra foto di Censurato e alcuni pochi video cancellati (ma che noi conserviamo da anni!) di Deadname, combaciano perfettamente;

  • Uno dei servizi online usati da Deadname ai tempi conserva una cronologia, pubblicamente accessibile, di tutti i cambi di username effettuati; l'account che fu creato con il nome di Deadname ha cambiato nel tempo nome, proprio in Censurato.

» Caso risolto

Ed è esattamente così, con dettagli sia piccoli che grandi che combaciano perfettamente tra di loro, che il puzzle è ufficialmente completo: i due personaggi investigati sono lo stesso individuo.

La redpill detta senza sapere, quindi, si è rivelata tale.
Io, comunque, non ho idea del perché Censurato abbia dovuto necessariamente imbarcarsi in questa impresa per far perdere le proprie vecchie tracce. Capisco, adesso, perché abbia voluto cancellare i suoi vecchi contenuti: perché il personaggio che in essi figurava non corrisponde più a ciò che è la sua persona odierna a livello di genere - ma non capisco perché far finta che il passato non ci sia mai stato.

Direi che sono abbastanza felice di aver ritrovato dopo tanti anni, anche se come un personaggio un po' diverso, la stessa persona che riusciva ad intrattenermi in passato, e sono felice che ancora abbia la passione di fare ciò che di bello faceva.

» L'impronta digitale sociale

Questa storia - che direi a lieto fine, perchè ho svelato un mistero per me importante - ha in sé un lato oscuro ben in vista: si può dire che provi l'esistenza di un'impronta digitale sociale, così mi piace chiamarla, che ogni persona ha.

Con questo termine intendo un vero e proprio identificativo univoco, che permette un po' a chi vuole, se le condizioni base sono soddisfatte, di inquadrare una specifica persona sempre e comunque, nonostante eventuali suoi cambi parziali d'identità.
Quest'impronta la vedo come composta da tutto ciò che è oggettivamente vero su un dato individuo: le cose che gli piacciono, quelle che hanno formato la sua personalità, le sue connessioni sociali, le sue caratteristiche corporee, e le cose che fa o ha mai fatto, oltre a chissà quali altri elementi che ora dimentico.
Non parliamo nemmeno di qualcosa di strettamente legato al mondo online, chiaramente, anche se in alcuni casi, come abbiamo visto ora, alcune cose di noi che toccano Internet vanno a formare elementi forti dell'impronta.

» Come proteggersi

Finchè non lo si sta facendo per sfuggire, per dire, alle conseguenze di un'immoralità compiuta, voler resettare la propria impronta sociale, per vivere nel mondo come una persona totalmente nuova, è legittimo; per questo ho protetto l'identità della persona nella storia.

Ma quindi, come si fa?
Proteggersi dal tracciamento è possibile, ma non è affatto semplice. Esattamente come per proteggere i propri computer dal tracciamento Web bisogna usare browser come Tor Browser che - quando comunicano con altri computer - omettono alcuni dati e ne mascherano altri, per proteggere la nostra identità personale dal tracciamento sociale bisogna evitare di condividere troppo di sé con il mondo, arrivando persino a mentire se necessario.

Indubbiamente è impossibile nascondere quali sono alcune delle cose che ci appassionano, se abbiamo il desiderio di condividere le stesse con il mondo, e magari scoprire persone a noi affini.
Altre cose, però - ad esempio, che parenti hai, il nome del tuo primo animale domestico, che posti frequenti, o come è iniziata la tua passione per qualcosa - se stai cercando di cancellare il tuo passato per porti come una persona totalmente nuova, è meglio non dirle ai quattro venti.

» 💻 Come ho riparato il mio portatile (con 25€)

Da quasi 7 anni ho un PC portatile Acer, Aspire V3-572G, indubbiamente ormai un po' vetusto, senza lode e con qualche infamia.
Quando fu comprato, era in sostanza un notebook di fascia media come un altro, senza alcuna caratteristica degna di nota. Voglio dire, l'ho usato abbastanza e ha più o meno sempre fatto quello che doveva, finché circa 2 annetti fa ho iniziato a pretendere di usare giochini e strumenti di sviluppo pesanti, a quel punto il nuovo PC (fisso) è stato d'obbligo.

» Lo stato attuale

Tutto sommato, con GNU+Linux come sistema operativo, le mitigazioni Intel non installate (si, ho proprio eliminato il microcode, anziché bloccarne il caricamento), e un SSD installato al posto dell'HDD già da anni prima, la macchina è ancora più che buona per molte attività che oggi svolgo primariamente con il PC fisso.
L'Intel i5-5200U macina di per sé ancora bene, e i 4GB di RAM non sono un enorme problema se si ha uno stack di sistema leggero e non si tengono 50 programmi aperti insieme.

» Un problemino

Dove stanno le infamie, ti sento pensare?
Già da almeno un annetto, il mio uso del laptop è calato decisamente, perché un problema inizialmente piccolino è, tutto d'un tratto, diventato enorme.

» Lo spacc

Andando con ordine, - non ricordo con precisione, ma si parla di almeno 3 o 4 anni fa, quando questo era il mio solo PC personale - i problemini iniziarono quando il tasto W smise di funzionare, nel corso di qualche giorno. Azz.
È vero che sono un'utente Linux, e che all'epoca ero anche eccessivamente gamer, ma non ho mai preso a martellate quello o qualunque altro tasto, contrariamente a cosa gli stereotipi sulle mie categorie possano raccontare.
La lezione da imparare qui è: se si è a casa, e si ha quindi modo di usare una tastiera esterna, meglio usare quella per giocare, altrimenti nel corso di qualche anno si brucia completamente il tasto che (in molti videogiochi 3D) si usa per andare avanti.
La cosa divertente è che, come ho detto, il tasto si è rotto nell'arco di qualche giorno, non subito. Inizialmente era diventato soltanto duro a registrare le pressioni, cosa che mi ha inevitabilmente portata a premere sempre più forte, fin quando non l'ho, evidentemente, sfondato.

Acer merda? Direi, Acer merda.
Ma, a quanto pare, tutti i produttori di PC portatili, anche quelli grossi e famosi, spesso erroneamente associati alla qualità solo per la loro fama, sfornano troppo spesso prodotti con terribili errori di progettazione o costruzione. Il portatile che malauguratamente è capitato a me, come abbiamo capito, non è stato da meno.

» Le conseguenze

A questo punto, il PC era diventato solo leggermente scomodo da usare in alcune situazioni.
Sulla mia scrivania non c'erano chissà che problemi, ho collegato una tastiera USB e fine della storia.
Nelle altre situazioni, digitare la W (per scrivere in italiano non serve ad una mazza, ma per tante altre cose si) ha iniziato a richiedere l'uso della tastiera virtuale su schermo, con il mouse per premere la W, che poi avrebbe iniziato a fare il giro di CTRL+C e CTRL+V ogni volta che mi serviva.

In ogni caso, da quel momento, l'uso della tastiera del notebook si è ridotto, sia perché usavo una tastiera esterna quando possibile, sia perché poco più avanti ho assemblato il PC nuovo e ho iniziato ad usare meno il portatile in generale (difficile fare altrimenti, quando sulla scrivania c'è spazio confortevole per una sola tastiera esterna, che per ovvi motivi deve essere collegata al PC fisso).
Cosa molto strana è che, da circa 1 anno fa, nonostante l'uso scarso, molti altri tasti hanno iniziato velocemente a cedere, dal nulla. Non saprei dire se qualche altro tasto sia poi completamente morto, ma sicuramente il 60% almeno della tastiera ha iniziato a volere le botte per registrare le pressioni.
È da qui che l'uso del mio laptop è calato a picco.

» I realized

Giusto qualche giorno fa, non so perché, forse perché con il PC fisso non ho neanche la comodità di spostarmi in un'altra stanza ad usare il computer, - cosa che vorrei fare per sfuggire al caldo tremendo che nella mia si sviluppa d'estate - mi viene in mente che vorrei usare il portatile.
Sto tipo 30 secondi a pensare perché l'idea abbia inconsciamente per me un retrogusto brutto, e poi mi viene in mente.. riporto testualmente ciò che ho scritto sul mio canale Telegram (che uso come microblog) in quel momento.

Hm, ho appena coscientemente pensato: "ma come mai non uso praticamente mai il PC portatile nemmeno in casa dove è comodo per passare da una stanza all'altra?"

Poi mi sono ricordata che tipo metà della tastiera non funziona

  1. Acer Merda

  2. Incredibile come, per via della tastiera rotta, inconsciamente ho iniziato a sviluppare una sorta di repulsione passiva per il mio (unico) portatile, smettendo lentamente di usarlo

Fosse facile riuscire a comprare la tastiera sostitutiva...

Giustamente, nei commenti, una persona mi fa notare che su Amazon.it avrei dovuto trovare facilmente la tastiera sostitutiva che mi serve e.. non ha avuto torto.
Avrei dovuto onestamente comprarla subito, quando la W si ruppe, ma, banalmente, non so perché non l'ho fatto. La mia memoria mi dice che su Amazon non la trovai ai tempi, ma onestamente non so quanto fidarmi. E in tutto quest'altro tempo non ci ho pensato.

» La tastiera sostitutiva arriva

Senza perdere troppo ulteriore tempo, ho fatto in modo di ordinarla (3 giorni dopo, ma poteva andare molto peggio), e dopo 2 giorni era già a casa (in anticipo, rispetto a periodo di consegna riportato). 20+7€.. ben spesi? È da vedersi.
Il prezzo della tastiera credo ci stia, quello della spedizione non mi è piaciuto >:(.

Particolare della scatola in cui mi è arrivata la tastiera. Lo sfondo è bianco e presenta il logo del distributore del prodotto (new NET)

La tastiera era disponibile solo nera, e tutto il resto del mio PC, inclusa la tastiera di fabbrica, è invece bianco.
Le possibilità che esca un qualcosa di orribilmente brutto sono alte, ma io sono un'utente Linux: è già tanto che io stia cercando di riparare il mio laptop mezzo scassato, anziché andare dicendo in giro che è il migliore computer che si possa usare; figurati se mi interessa che sia brutto o meno, se funziona va bene.

» La sostituzione

Non mi perdo d'animo, e vedo di iniziare a svitare le innumerevoli viti che tengono la scocca del portatile insieme, e separo le sezioni di plastica. Poi scollego i 3 cavi flex di tasto power, tastiera, e touchpad, e sollevo la parte superiore della scocca. Nulla di nuovo, comunque, dovetti già fare questa procedura quando installai l'SSD.
Dopo questa cosa, però, altre viti. Mannaggia! Tutte ste viti, e diventa un casino rimettere tutto a posto. Basta viti.

Tutte le viti esterne del portatile, estratte e raccolte

Ma bisogna continuare. Tolte le viti (mannaggia!!) che tengono insieme la tastiera, in mezzo al supporto esterno di plastica e quello interno di metallo, si può togliere la tastiera vecchia e mettere la nuova, per poi fare tutto il resto al contrario.
O quasi.

I frame di plastica (esterno) e metallo (interno), che servono a tenere insieme la tastiera, separati

» Lavoretti "già che ci sono"

Visto che c'ero, ho voluto approfittarne anche per pulire un po' la ventola e il suo filtro, che negli anni hanno accumulato polvere, permettendo a meno aria di passare e facendo così che la CPU arrivasse a ben ~50°C in idle.
Pensavo più polvere, onestamente, vabbè.

La ventola smontata, con un po' di polvere tolta e raccolta in una pallina

Ho anche controllato al volo (forse, troppo al volo) la pasta termica.
Per farlo, ho dovuto capovolgere la scheda madre, dopo aver tolto ancora altre viti. Si intravedeva un po' della pasta fuori dal perimetro di CPU, e quel poco che ho visto non mi è sembrato particolarmente secco. Non so effettivamente ogni quanto andrebbe davvero cambiata la pasta termica, se non è secchissima, quindi ho lasciato stare.
Avrei effettivamente dovuto svitare (che palle!!!) il dissipatore dal processore e vedere com'era la pasta lì? Non mi interessa, basta viti.

Ci sarebbe un altro problema, che volevo approfittare per sistemare, ma riguardo il quale non c'è stato verso di fare nulla.
Sempre tanti anni fa, la punta di un cavo audio difettoso si spezzò, incastrandosi nella porta jack da 3.5mm del laptop (mannaggia!!!!!), e tutti i miei scarsi tentativi passati di tirarla via da fuori sono sempre falliti.
Purtroppo, anche internamente, la porta è un pezzo di plastica quasi completamente chiuso, quindi anche la mia idea di infilare qualcosa nella parte bucata interna è fallita, perché banalmente non c'è alcun buco. Magari non succede nulla se con il giusto strumento creo io il buco, riesco a spingere fuori il pezzo incastrato e la porta torna a funzionare come dovrebbe.. ma, per adesso, lascio stare.
Si vede che continuerò ad usare la scheda audio USB (6€ su Amazon) per usare gli auricolari, come ho fatto ormai per anni.

» Lavoro finito!

Un po' a fatica, rimonto tutto, e ammiro il nuovo stato del PC - il quale tra l'altro, in idle dopo l'avvio, ora che ho pulito la ventola, arriva a ~40°C, direi decisamente meglio di prima!

Il portatile rimontato e acceso, con in vista sia la nuova tastiera, che quella vecchia (appoggiata sopra), oltre al mio desktop

Che dire, si vede proprio che uso GNU+Linux.
Non solo ora il portatile ha un contrasto estetico bruttino (ma almeno funziona!), ma nella foto si vede com'era la vecchia tastiera bianca: lercia e ingiallita. Oh, almeno faceva pendant con il tema del mio emulatore terminale, solarizzato chiaro - faceva e non fa più, purtroppo, un po' mi dispiace.

Riguardo la vecchia tastiera, devo mettere in chiaro che la plastica del tasto W l'ho persa dopo che il tasto in sé si era già rotto, quindi che non si vada a dire che mi si rompono i tasti perché mi metto a staccarli: la verità sta nell'esatto opposto.
Questo è anche il motivo per cui non tenterò di staccare i segnalettere neri dalla nuova tastiera per metterci i vecchi bianchi al loro posto.. non vale la pena rischiare di rompere qualche tasto.
Piccolo bonus: una foto del fondo della vecchia tastiera.. il tasto W è effettivamente sfondato.

Dettaglio del fondo/retro della vecchia tastiera, con un buco in corrispondenza del tasto W. La zona circostante ha un dislivello di pochi centimetri di diametro, di profondità appena percettibile ad occhio nudo. Si vedono anche segni di affondo nel metallo attorno al buco, circa del diametro di uno spillo

» La scelta giusta

Per concludere: la tastiera, per quel poco che l'ho provata, funziona bene, eccetto qualche tasto (come lo SPACE), che sembra un po' duretto e poco elastico (ma che comunque si preme).
Mi pento solo di non averla comprata prima.

Un particolare curioso, ma che non mi fa assolutamente pensare di aver fatto una scelta errata, è il fatto che un'area di tasti sulla sinistra non sia esattamente a livello con tutti gli altri. Non sembra essere un problema nel pratico ma, esteticamente, boh, mi fa ridere.

I tasti più a sinistra (da W ad F) della nuova tastiera, che appaiono appena leggermente affondati verso l'interno in un angolo

Non buttate i vostri laptop, se hanno qualche piccolo problema che può essere risolto facilmente e spendendo poco.
Se si rompe la tastiera, si cambia quella; se Windows diventa insopportabilmente lento, si installa una distribuzione Linux (GNU è raccomandato, ma non obbligatorio!) conforme alle proprie esigenze.
Così facendo, non solo si risparmiano anche diversi soldi; si riducono gli scarti elettronici, il cosiddetto e-waste, e si fa quindi un minimo di bene all'ambiente.

Nota: Alcune delle foto di questo articolo sono disponibili in JPEG, meno compresse, sul mio profilo Pixelfed: pixelfed.uno/p/octo/451398427740616761

» ⌨️ L'idea di una tastiera fisica per smartphone fatta in casa

Forse un annetto fa, un po' per curiosità e un po' perché immaginavo già che potrebbe essere stato qualcosa di comodo, ho sviluppato un marginale interesse per gli smartphone dotati di tastiere fisiche complete.

Non intendo i maledetti tastierini numerici, che ancora oggi si vedono sui telefoni non-smart, intendo tastiere con decine di singoli tasti dedicati per lettere e simboli.
Questo tipo di tastiere era già raro vederlo sui telefoni precedenti all'era degli smartphone: faceva la sua comparsa innanzitutto non sui modelli ultraeconomici, ma comunque poteva non essere sempre comodissimo per via delle dimensioni ridotte.
Più gli smartphone hanno iniziato a diffondersi, e più le tastiere fisiche hanno iniziato a scomparire, anche se, raramente, su alcuni telefoni moderni ci sono state, e di dimensioni anche generose.

Non ricordo se questo periodo dell'anno scorso era di poco prima o poco dopo aver comprato un nuovo smartphone, il mio corrente ad oggi; fatto sta che ho dovuto sceglierlo in base a criteri precisi e restrittivi, in primis il costo e, purtroppo, non c'era alcun basso di gamma con una tastiera fisica.

» Un nuovo spunto

Con il tempo che passava ho un po' dimenticato la questione, fino a che, qualche settimana fa, mi imbatto in un video su Invidious (YouTube/JXdLzinnqms) che mostra una modifica fatta in casa ad uno smartphone.
Il video mostra, e la discussione su XDA collegata spiega, una trovata interessante: è stata comprata una cover a scorrimento con tastiera Bluetooth integrata, e la si è adattata per ospitare un telefono completamente diverso (ma di simili dimensioni) da quello per cui la cover è pensata.

Subito mi è venuta la voglia di creare qualcosa del genere ma, cercando ho iniziato a pensare che questo tipo di cover non sia ormai più prodotto da nessuno.. è stato assolutamente impossibile trovarne una, non solo a buon prezzo, ma in assoluto. Né online, né in negozi fisici.

Non essendoci speranza, ho provato a cambiare leggermente strategia, e cercare una tastiera Bluetooth si molto piccola, ma senza supporti strani a mo' di cover inclusi: solo la tastiera grezza, mi sarei arrangiata io poi per agganciarla al telefono.
La ricerca su Amazon è stata assolutamente infruttuosa, mah. Su AliExpress, attorno ai 13€ c'era la tastiera come la cercavo, ma per me comprare lì è una rogna a dir poco. Per fortuna, però, uno dei tanti casalinghi tuttoavere (quelli che vendono miliardi di cinesate) nella mia zona aveva il prodotto che mi serviva, a soli 2€ in più di quanto l'avrei pagato da Ali.
Un affare, e quindi ho comprato.

Il fronte della mini-tastiera

» Dopo l'acquisto

A casa l'ho messa un po' a caricare e l'ho provata al volo. Che dire, funzionava e la sensazione di quando si digita non l'ho trovata male, nonostante parliamo di una tastiera a membrana.
Tutto benissimo quindi.
O così sembrava.

La mattina dopo, provo di nuovo ad accendere il bell'oggettino, per fare altre prove. Non si accende. Che? Come? Rimetto in carica la tastiera, e in effetti dopo due minuti funziona.
Che strano, eppure l'ho tenuta in carica per ore il giorno prima. Magari non si è caricata bene dalla porta del mio PC, quindi anche questo giorno la tastiera resta in carica, stavolta dal blocco che uso per cellulare e altri dispositivi.

» Investigare sulle stranezze

La mattina dopo, stessa questione. Qualquadra non cosa, è evidente che la batteria subisce un drenaggio pesante, dal nulla, per qualche motivo. Per la cronaca, la tastiera ha un interruttore fisico, che non ho mai dimenticato di spegnere dopo aver riposto la tastiera.. tutto molto strano.
Decido di farla caricare un po', per poi smontarla, e misurare con un multimetro la tensione della batteria al litio saldata alla scheda, che noto scendere di 0.01V ogni 10 secondi circa. Oh.

Supponendo che la scheda sia correttamente progettata, quindi che l'interruttore ON/OFF fisico tagli la corrente tra batteria e scheda al punto in cui dovrebbe, e che il circuito di gestione della batteria non sia una ciofeca, la colpa di un problema del genere può essere solo una: la banale vecchiaia della batteria.

Foto della piccola batteria della tastiera

In effetti, non solo la batteria era visivamente abbastanza gonfia, ma riporta una data sull'esterno: "2015/8/27", quasi 8 anni fa.
Giurerei che la tastiera stessa sia anche più vecchia, considerando i richiami ad un epoca anche un po' precedente presenti sulla scatola e le istruzioni: iPhone 4 e iOS pre-7, Galaxy S4 e una Touchwiz visibilmente vecchissima, Windows Mobile 6 e Windows 8 desktop, Symbian 3, la PS3.. insomma, ne è passato di tempo.

Scansioni di alcune parti del retro della scatola e delle istruzioni, contenenti rimandi a cose vecchie.

» Fine bruttina

Che dire. Avrei forse dovuto aspettarmelo un problema del genere? Forse si. Sicuramente, però, dubito che altre persone al posto mio se lo sarebbero aspettato.
Per finire, l'unica cosa che posso dire è che questo articolo non sarebbe dovuto uscire; o meglio, non con questa fine. Avrei dovuto parlare del Prototipo 0, già realizzato, del mio supporto per smartphone che aggiunge questa tastiera piccina, ma, purtroppo, sento di non aver avuto modo di testarlo abbastanza.

Sperando di riuscire a risolvere il problema della batteria (ma credo di si)[[1]], nel prossimo articolo, di questa che credo sarà una serie, spiegherò come ho sistemato il tutto, e illustrerò il curioso Prototipo 0.

  1. Aggiornamento 2023-03-21: Mi trovavo a passare di qui, a sistemare alcune cose interne in vecchi file, e ho pensato: anche se alla fine non ho (ancora) scritto nessun articolo di seguito a questo, almeno una nota di aggiornamento qui è degno scriverla. Poco dopo questo post ho saldato una vecchia batteria al litio che avevo per casa, grande più o meno uguale, e... la tastiera ora funziona perfettamente. Non male dai, ho risolto il problema senza spendere altri soldi! 

» ☀️ Rasperino Solare (ed altri esperimenti andati a male)

Qualche mese fa comprai un piccolo pannello solare monocristallino online, dalle dimensioni simili a quelle di un foglio A4, per la cifra di circa 20€ (su Amazon.it i venditori sono tutti ladri, su Aliexpress sarebbe costato un pochino in meno).

Schermata di una foto inviata in chat. La foto mostra il pannello nella sua scatola di cartone. La didascalia recita "❗️ L'ENEL la odia! ⚠️ Scopri come la Dea dello Spacc ha iniziato il lento ma proficuo percorso per l'indipendenza energetica! ➡️ @spacccraft".

» Dubbi elettrici

Il pannellino dichiarava, nel titolo dell'inserzione, una potenza di output massima di 7.8W.
Ha come porta di uscita una USB, chiaramente massimo 5V. Sempre nei dettagli dell'inserzione, ma nelle specifiche tecniche, c'erano indicati 1A a 5V di output.. che sarebbero 5W.
Considerando che il pannello viene dichiarato a 7.8W, e celle fotovoltaiche da 5V non esistono, ma da 6V si, si suppone che dovrebbe riuscire a dare in output un massimo teorico di 1.3A di corrente.
La tensione di output però, abbiamo detto, non va sopra i 5V, quindi c'è di mezzo o una conversione (impossibile, considerando che il pannellino in sé è una lastra spessa meno di 1mm, e la parte sporgente con la porta USB sarà appena 15x10x5mm.. non c'è spazio), o un banale troncamento di tensione, dove l'energia in eccesso non si traduce in una maggiore corrente di output, ma solo in poco calore..
E quindi abbiamo un output teorico massimo di 1.3A a 5V.. ossia 6.5W.

» Consiglio di vita..

Questo preambolo, apparentemente inutile, è per ricordare come delle cinesate a basso costo con zero documentazione (non ha neanche un manuale o delle scritte sul retro questo affare!) ci si possa fidare solo fino a un certo punto, oltre il cui per risolvere i dubbi del caso è necessario affidarsi all'uso di altre cinesate.
Nel mio caso, un multimetro USB, da mettere tra l'output del pannello e l'input di un dispositivo capace di assorbire abbastanza corrente. Questo oggettino io non lo ho, e mi rendo conto che farei bene a comprarlo (tanto, costa poco), perché al momento non riesco ad avere alcuna certezza sulle prestazioni della magica lastra di silicio.

» Prove sul campo

Complici sia la necessità di testare le piene possibilità del pannellino, che la voglia di mettere a frutto lo stesso per alleggerire dello 0.001% la bolletta elettrica dei miei genitori (e soddisfare una minuscola parte del mio individuale fabbisogno elettrico con energia totalmente pulita), ho quindi iniziato a fare semplici test pratici, sul campo (il balcone di casa mia).

» La primissima prova

A dire il vero, il primissimo test l'ho fatto fuori casa, il giorno subito successivo a quello di avvenuta consegna del prodotto perché, per motivi non correlati, quel giorno ero appunto fuori. In quell'occasione, l'unica in giro fuori per ora, ho provato soltanto a ricaricare la batteria del mio smartphone (6000mAh).

Ho fatto 3 prove diverse, le prime due di circa 15 minuti nelle poche ore prima di mezzogiorno, quando il cielo era pulito, con il pannello tenuto da me in mano per fargli prendere meglio il sole perpendicolarmente (ideale per un monocristallino).
Ho prima provato a caricare il telefono da acceso, in stallo e con tutte le radio spente (ma non nello stato di deep sleep di Android), ma purtroppo non c'era verso, il telefono consumava talmente tanta energia da non riuscire a ricaricarsi, riusciva solo a scaricarsi lentamente. Non ricordo benissimo, perché non ho pensato di segnare i dati, ma mi pare che, sulla app che uso per vedere le statistiche di ricarica (AccA), venissero segnati solo sui 300mA in ingresso.
Provando la stessa formula subito dopo, ma con il telefono spento, mi pare che in 15 minuti abbia caricato soltanto il 2% di batteria.. praticamente ci metterebbe 12.5 ore a caricare da 0 a 100% se l'andazzo è questo.

L'ultimo test l'ho fatto verso le 14, quando il cielo si era purtroppo scurito. Ho appoggiato il pannellino su un piano e ho usato il telefono normalmente, ascoltando musica e credo usando app di messaggistica online. Come sospettavo, non si è ricaricato, ma almeno è stato quasi senza scaricarsi, il che è comunque buono considerate le condizioni atmosferiche.

Schermata di una foto inviata in chat. La foto mostra il pannello appoggiato sul tettuccio di un'auto parcheggiata, con un cavo collegato che scende giù. La didascalia recita "La nostra macchina è parcheggiata e io ci appoggio il pannello solare sopra".

» Guardiamo oltre..

Vabbe, diciamo che la primissima prova, fuori col telefono, è stata un pochino fallimentare.
Comunque, senza perdermi d'animo, già nei giorni successivi ho fatto altre prove, tutte dal balcone di casa mia, alcune di cui ora farò una carrellata grezza, perché fatte una volta e con pochi dati sotto mano.

Il pannello sembra riuscire ad accendere il mio NodeMCU anche con pochissima luce, e su questo non avevo dubbi, un microcontrollore assorbe pochissima corrente, parliamo di decine di mA in media.
Non ho provato alcun carico, ma non che ce ne possano essere di così grossi, il massimo a cui si arriva con il NodeMCU è di 250mA quando si accende il WiFi.

In una giornata con nuvole moleste che vanno e vengono, un mio altro telefono (con batteria da 3100mAh) riesce a caricare, ma a fatica, soprattutto perché quando il telefono entra in carica o ne esce (e succede con queste condizioni di luce), lo schermo si riaccende e spreca energia.
Da spento, è anche peggio, perché lo schermo si riaccende sempre a luminosità massima e per più tempo. Quest'ultimo dettaglio l'ho trovato buffo.. praticamente, a caricare il telefono da spento in questo modo, si fa peggio che a caricarlo da acceso.

In una giornata più o meno OK, ma che resta una modesta giornata di fine inverno - inizio primavera, riuscivo, anche in questo caso non a caricare ma a far scaricare un po' più lentamente, la mia console Nintendo Switch di prima generazione (quella con il SoC meno efficiente), con Ubuntu acceso e del software a lavoro.

Qualcosa su cui c'è poco da dire, ma che si tratta senza dubbio di una vittoria, è che almeno riesco a caricare i miei powerbank.
Ne ho provati 3 dei miei 4, chiaramente quelli a capacità minore si caricano prima, ma comunque tutti senza rogne si riempiono bene. Uno che non so di quanto sia, la memoria mi direbbe 4000mAh, si ricarica completamente in poco più di una giornata di sole. Uno da 5000mAh, in forse una giornata e mezza.
Caricando queste piccole batterie si riesce poi tranquillamente a caricare o alimentare dispositivi che non hanno abbastanza corrente se collegati direttamente al pannello, come i miei smartphone o.. un Rasperino.

» Rasperino Solare?

Finalmente siamo alla fine di tutto questo ambaradan, con i miei test su un Raspberry Pi 3B.
L'idea mi è saltata in mente dopo che ho purtroppo lasciato il magico prodotto in disuso per un po', non sapendo cosa farci di utile. Voglio dire, l'ho comprato perché è sicuramente utile avere un cosino così in casi di emergenza, ma se nel frattempo riesco a metterlo a frutto è anche meglio.

Ho ben pensato, come prima cosa, di configurare BOINC su Raspbian, un software di calcolo distribuito che si può usare per contribuire a progetti di ricerca scientifica, guadagnando nel frattempo pochi centesimi al mese (rip) in una specie di criptovaluta, il Gridcoin.
Come ho già detto, il Raspino va alimentato dal powerbank, il pannello direttamente non gli da abbastanza corrente. Sembra che si accenda, ma in realtà pare vada in bootloop.
Bene, non ci girerò attorno troppo: mentre (con lo stesso powerbank, quello di credo 4000mAh) per alcune applicazioni a basso carico, come Pwnagotchi, il Pi riesce a stare acceso per ore anche con uno schermo LCD retroilluminato collegato... la CPU al 100%, che svolge calcoli complessi, mangia tanta di quella corrente che la batteria si appiattisce in appena 1 ora.

Schermata di un mio toot. La foto mostra il pannello appeso sul mio balcone con dei ganci, con un cavo che lo collega al Rasperino fissato al pannello stesso. Il testo recita "#RasperinoVitaEcologica Ho fissato il Pi al mio pannellino solare con gli elastici di stoffa delle mascherine usa e getta (prima di buttarle, stacco gli elastici, li lavo, e li conservo), e pare avere appena la corrente che gli serve per funzionare al pomeriggio. Oggi ho flashato la nuova SD con Raspbian, per ora scelgo di usare l'accrocco per eseguire #BOINC, strumento per il calcolo distribuito con cui si può donare potenza di calcolo a progetti scientifici. Domani si testa come va su BOINC".

Psssss.. se vuoi vedere altre foto del pannello (3) e in qualità un po' più decente, le ho messe su Pixelfed: pixelfed.uno/p/octo/426839557817260168!

» La realtà dei fatti

A parte questa cosa, che anche se non mi fa guadagnare nel pratico sarebbe utile in quanto benefica per la ricerca scientifica, non avrei in mente utilizzi pratici per il Rasperino Pi 3 Solare. Magari un Pi Zero andrebbe meglio: apparentemente, altra gente in preda alla pazzia (ma meglio attrezzata), ha pensato di usare quello per minare Bitcoin, con un pannellino simile al mio (YouTube/CbpfNU7oaws).
Per ora, il pannellino lo uso sporadicamente per caricare i miei powerbank, che scarico quando capita di usarli in giro per ricaricare il mio smartphone.

Se c'è qualcosa che ho imparato da questa storia, è che dovrei comprare il maledetto multimetro USB.
Avrei dovuto quasi 4 mesi fa, invece procrastino per non spendere dindini.

» 📄 I documenti non devono diventare applicazioni

Il Web di oggi è indiscutibilmente molto diverso da quello di 20 anni fa, e cambia sempre di più ogni anno che passa.
Guardare i lati positivi del progresso è sempre molto facile e rassicurante, e per questo poco spesso si pensa ai lati oscuri che, in tante tante cose, ci sono. Il Web, purtroppo, è una di queste.

» Che sta succedendo?

Il Web dei documenti sta prendendo una brutta piega, diventando piano piano sempre più, a tutti gli effetti, Web delle app.
Per capire il problema, però, dobbiamo ricordare cos'era il World Wide Web ai suoi inizi. Era una piattaforma Internet per lo scambio di informazioni sotto forma di ipertesti, basta. E gli ipertesti, che sono? Dei documenti. Certo, documenti molto particolari, dove la lettura può avvenire in modo non lineare grazie ai collegamenti ipertestuali, e il Web in particolare si è evoluto per essere un sistema di ipertesti con supporto a testo decorato, elementi multimediali, ed impaginazione avanzatissima.. ma alla base parliamo sempre di documenti.

Nei primissimi giorni del Web c'erano soltanto i cosiddetti siti statici, ossia che restano sempre uguali (a meno di aggiornamenti da parte di chi li amministra), e non c'è nulla che utenti che visitano possano fare per modificarli. In questa categoria rientrano cose come un semplice blog, il sitocto stesso ad esempio, un sito di notizie, il sito dimostrativo di un'azienda o un prodotto, un'enciclopedia.. insomma, cose semplici di questo tipo.

Poco più tardi (giorni o settimane, l'idea era già prevista nella primissima specifica di Web e HTML) si è iniziata ad applicare l'idea di usare server che potessero elaborare informazioni inserite dagli utenti con bottoni e campi di testo, interagire con dei database, e sostanzialmente fornire un'esperienza con contenuti generati dagli utenti. Sono quindi iniziati a nascere i forum in senso più classico, siti per creare siti (!) in modo più semplice (i CMS), i social network a noi più vicini, le webchat e, non dimentichiamo, i motori di ricerca. Questi sono i siti Web dinamici.

In questo periodo, ad ogni modo, non importava che si parlasse di siti statici o dinamici, ai computer di qualunque utente che contattava il sito ritornavano soltanto documenti. Che fosse la pagina HTML in sé, un file CSS per stilizzare la pagina, o dei file multimediali (all'epoca solo foto) messi tra un blocco di testo e l'altro, al browser, il programma che interpreta e visualizza questi documenti, tornavano solo documenti da interpretare, non programmi da eseguire.
Qui siamo ancora all'esclusiva esistenza del Web dei documenti, per il Web delle applicazioni si dovrà aspettare ancora.

Con queste ultime frasi, chi ci vede lungo ha già capito dove devo andare a parare, ma ci arrivo con calma. In quest'epoca, sostanzialmente, non poteva succedere nulla di che al tuo computer o alle tue informazioni semplicemente caricando una data pagina Web, perché il browser aveva a che fare solo con file che dicevano come disporre del testo a schermo (HTML e CSS, linguaggi di marcatura), oppure come disporre pixel colorati arbitrari a schermo (immagini).
L'unica cosa di cui bisognava fidarsi era il browser in sé (e che fosse aggiornato), non dei siti Web individuali.

» Lo stato attuale delle cose

Poi, è arrivato lo scripting. Se ne sono viste di tutti i colori, ma alla fine solo JavaScript è sopravvissuto alla grande fino ad oggi, ed è alla base del pionieristico (e tragico) Web 3.
Gli script Web altro sono veri e propri programmi, che un browser può eseguire se caricati da una pagina. Qui, però, sorge un evidente problema: bisogna fidarsi di ogni singolo sito Web che integra degli script, problema che è però decisamente complesso da affrontare.

A dire la verità, questo non è l'unico problema: gli script molto spesso rallentano le pagine, specialmente su dispositivi vecchi e meno potenti, e su certa roba molto vecchia non funzionano proprio, rompendo quindi siti che li usano in modo esteso. Nella pratica, ciò significa che i siti che scelgono inutilmente di integrare JavaScript sono, su qualunque hardware, spesso molto più lenti di quelli che non lo usano.
Di questo, però, discutiamo nel dettaglio un altro giorno.

Innanzitutto, ci sono i siti che caricano codice offuscato, a tutti gli effetti software proprietario.. quelli, solo con molta molta pazienza e abbastanza esperienza si riesce a capire cosa fanno. In ogni caso, però, il semplice fatto che un programma sia libero non vuol dire che sia per forza esente da problemi di privacy e sicurezza, e questo si è visto, ironia della sorte, in special modo nella comunità JS, dove sviluppatori di popolari librerie sono usciti di capoccia e hanno integrato malware nei loro progetti. Pochi sviluppatori di software aperto mettono codice dannoso per gli utenti nei loro programmi, ma, quei 2 o 3 su 10000000 che lo fanno, a volte la fanno franca, perché non ci sono altre persone che si prendono la briga di leggere il codice ed agire in modo adeguato.
Questo qui è un problema che riguarda tutti gli utenti del Web, e se già chi ne ha la capacità non va, per ovvi motivi di tempo e pazienza, a leggere tutto il codice degli script caricati da tutti i siti che visita, immaginate che chi non ne ha proprio la capacità di farlo (la stragrande maggioranza degli utenti) è senza speranze.

Molte persone si pongono problemi - alcuni sensati e altri no, per chi sa un minimo di come funziona un computer moderno - ad installare applicazioni native dal nulla, magari mai sentite prima.. tutti problemi che si ignorano quando si sta semplicemente navigando nel Web, senza sapere delle centinaia di script che vengono eseguiti in una sessione di navigazione variegata.

In che modo uno script, e quindi un sito che lo integra, può essere malevolo?
I browser ad oggi eseguono gli script dei siti Web in un ambiente abbastanza sandboxato, certo, e per quanto ad oggi, per motivi che non sto a spiegare ora, di falle anche gravi ne esce fuori una nuova ogni mese, se si tiene il browser aggiornato la sicurezza è in teoria a posto.
La privacy, però.. quella fa davvero una brutta fine. C'era una demo fatta a mo' di gioco che faceva vedere personalmente perché bisogna avere paura.. peccato che non la trovo più, non ricordo da dove l'ho scoperta, e quindi niente :(. Al momento, per chi vuole approfondire, posso solo linkare Device Info, che mostra tanti dei dati (ma non tutti) che un sito Web può estrapolare dai dispositivi di chi lo visita. Magari date uno sguardo anche a Cover Your Tracks.

Il problema qui, va specificato, non sta nelle webapp definibili vere e proprie applicazioni, che usano JS per funzionare. Che sia una calcolatrice, un giochino, un programma di videoscrittura, una app di modifica fotografica, si parla sempre di applicazioni, non importa che siano scritte in linguaggio nativo come app native per una specifica piattaforma, o che siano scritte in JavaScript come applicazioni per i browser Web. Tutte queste cose richiedono che sia il client ad eseguire il codice, perché si parla di app molto interattive, e va bene così. Io stessa uso spesso app che girano in una finestra del browser.
Ci sarebbe poi da discutere a lungo per quanto riguarda il Web come piattaforma di sviluppo di applicazioni, per tanti motivi (anche le falle), positivi e negativi, ma ne parlerò in futuro.

Piccola digressione: un modo per identificare in un attimo se un servizio sul Web è concepibile come documento o per forza solo come app, che io trovo intuitivo, è questo: basta chiedersi (supponendo non ci siano musica o immagini): "il contenuto generale di questo sito avrebbe senso se stampato interamente su carta (anche se non sarebbe più un ipertesto), oppure no?" Se la risposta è si, allora parliamo di qualcosa che può tranquillamente restare come documento, e bisogna diffidare da chi afferma il contrario.
Il contenuto di un forum ha senso se stampato su un libro, una rivista, o un semplice foglio volante (oggetti comunemente considerati documenti, anche se fisici)? Certamente, così come quello di un blog, un profilo social, una stanza di chat, oppure della pagina dei risultati di un motore di ricerca.
Non ha senso, invece, la stampa di un'applicazione calcolatrice o di videoscrittura (al massimo, ha senso solo la stampa dei dati, inseriti in quella app o ottenuti da una sua elaborazione).

» Il disastro dell'appizzazione

Il vero problema sta nel fatto che i siti Web non direttamente interattivi, che prima abbiamo categorizzato in statici e dinamici, stanno sempre più diventando app, ma senza alcun valido motivo.
Sempre più frequentemente vedo sempre più siti, che dovrebbero essere semplici documenti, non funzionare correttamente senza JavaScript. Si passa da siti di notizie dove l'articolo non carica, a blog dove i menu di navigazione non funzionano più, forum dove sezioni dei messaggi non si vedono, forum che non caricano proprio, nuovi motori di ricerca che senza JS non funzionano assolutamente (e che si propongono come alternativa privata a Google, peccato che Google funziona bene anche senza eseguire script proprietari e questi cosi no!), e persino siti di social network che mostrano solo una schermata vuota se non si carica il JavaScript.

Questi servizi che ho elencato sono tutti classificabili come documenti e, a parte casi molto particolari, come quei siti che cifrano e decifrano i dati lato client volutamente per far si che il server non possa leggerli (vedi PrivateBin per un blocco note, Element per una app di messaggistica), possono funzionare tranquillamente senza script e dovrebbero farlo (almeno opzionalmente).

Non mi piace parlare contro il software libero e aperto scritto nel tempo libero da appassionati, che magari non ci guadagnano neanche economicamente, ma una cosa di cui sono rimasta colpita in negativo è che la piaga dell'appizzazione ha colpito anche il Fediverso e le sue piattaforme.
Per chi è allo scuro di questo nuovo universo virtuale, dico in breve che si tratta di un'idea e, nella pratica, di software, fondati su protocolli comuni, per garantire compatibilità e interoperabilità universale, in modo che chi sta su piattaforma A possa comunicare anche con chi è su X: insomma, il Web e Internet implementati nel modo in cui all'inizio erano e negli ultimi decenni non sono più stati, fondati sulla libertà degli utenti anziché sui monopoli dei giganti.

Mastodon e Friendica, almeno per la visualizzazione dei profili e dei loro post, oppure di discussioni con tutti i messaggi, trattano bene chi ama il Web dei documenti puri e, seppur le loro applicazioni interattive non funzionino senza JS (Mastodon totalmente, Friendica parzialmente) anche se potrebbero, siamo già ad un ottimo compromesso.
Se una persona non fa parte di una determinata istanza, ma vuole vedere dei contenuti sapendo il link, può farlo senza paura, perché deve solo caricare dei documenti statici nel browser Web di fiducia.

Poi ci sono altre piattaforme, mi vengono in mente Misskey, Pleroma, e Pixelfed. Queste qui, per permetterti di visualizzare qualunque cosa, ti obbligano ad avere JavaScript.
Magari, ci si può anche fidare degli autori dei software di per sé, ci sono solo i soliti 10 in giro, ma come ci si fa a fidare quando si trova un'istanza mai sentita prima e gestita da chissà chi? Risposta semplice: non si può; anche se in teoria si potrebbe controllare quali sono gli script che l'istanza carica e se sono conformi alla versione originale (o, in caso di fork, se le modifiche effettuate sono davvero quelle documentate), nessuno lo farà, per le ovvie ragioni di cui abbiamo parlato prima.
Il problema dell'autorità inverificabile del codice, chiaramente, diventa anche peggio per siti Web individuali, non necessariamente basati su alcun software fatto e finito conosciuto, e che non hanno quindi alcuna reale controparte per fare un paragone riguardo lo stato del codice.

Sul Fediverso, dico che la questione mi colpisce particolarmente perché non me lo aspetterei. Onestamente, da Big Tech, che si regge sullo spiare gli utenti per guadagnare vendendo i loro dati, me lo aspetto un abbandono progressivo del Web dei documenti in favore di quello esclusivamente delle app anche solo per la lettura di qualche paragrafo di testo (cosa che sta avvenendo, ma lentamente), considerando le potenzialità ampissime di soggiogare gli utenti.
Da chi, invece, sviluppa software per comunità che si preoccupano di alcuni dei nuovi problemi di privacy del Web, e che per questo usano software alternativi meno popolari, non me lo aspetto assolutamente.

» Finirà tutto in tragedia

La situazione, ho paura, può solo peggiorare. Per quanto sono più che sicura che le mie parole e azioni non cambieranno per nulla l'avvenire, visto che credo in quello che dico e, incidentalmente, allo stesso tempo creo anche io contenuti e servizi per il Web, faccio quello che posso per creare le mie cose come vorrei io vederle ovunque. Quindi, per i siti non interattivi, seguendo la tecnica del miglioramento progressivo, mi assicuro prima che le cose di base funzionino senza scripting, gli script li uso il meno possibile e, se proprio devo, lo faccio per funzioni e caratteristiche opzionali, e mi impegno a tenere il codice (nei miei limiti) compatto e leggibile.

Mi appello personalmente a te che stai leggendo.
Se crei siti Web, considera di tenere in conto quello che ho detto, ti scongiuro.
Se, invece, navighi soltanto, magari prova ad iniziare a bloccare JavaScript nel tuo browser (Chromium integra la cosa come permesso per i siti, di cui puoi mettere l'impostazione globale a Bloccato, su Firefox devi installare NoScript), così da tenere JS disattivato per i siti che non conosci, ed avere la possibilità di attivarlo temporaneamente o permanentemente per i domini che non funzionano oppure che già conosci e di cui ti fidi. Non solo navigherai in modo più sicuro e privato, ma con meno rallentamenti e caricamenti!

» 🌐️ Come e perché il sitoctt su Tor?

In questi giorni ho sistemato i primi affari riguardanti il rendere disponibile il sitocto sulla rete Tor. C'è chi mi definirà esagerata anche soltanto per aver avuto il pensiero di fare una cosa del genere, ma c'è poco da fare.
Se nulla è andato storto, il servizio Onion è ancora raggiungibile a questo indirizzo: onmfrk2acl4xdeawfjg3nfepq7gcufolctmhiwwxpcknazus5bxzxhqd.onionsitoctt2fxjvx3lc2iqqef2aeulflprjaasv2xl4zi7sxxbmvjy5b5yd.onion[[1]].

L'idea - apparentemente riuscita - è stata quella di utilizzare un servizio PaaS gratuito, Replit, per fare il tutto.
In questo modo, non appesantisco ulteriormente il mio improprio server. Ormai da mesi, precisamente da inizio-metà di febbraio 2022, uso una console Switch come server per troppe cose: oltre lo storico server SpaccCraft, ho una mia istanza Matrix, qualche bot Telegram che forse è la roba che meno richiede risorse, e software minori assortiti. Si, Nintendo Switch su cui ho avviato Ubuntu..
Non vado nei dettagli, meglio farlo in un articolo a parte, ma in breve il motivo è che gli SBC come i Raspini, ad oggi, per via degli eventi mondiali correnti, hanno dei costi paurosi, e Switch era l'unico computer a basso consumo con abbastanza RAM (4GB) che avevo già in casa. Bisogna adattarsi.

Questo qui è anche il primissimo post che scrivo sul blog del postocto, chissà come va e soprattutto chissà quando spunterà fuori, perché dovrei sistemare un attimo il mio generatore di siti statici per poter gestire le pagine come questa che, anziché comuni pagine, dovrebbero essere trattate come sottopagine della pagina "Blog" (autogenerata).

» Come?

Torniamo al discorso del postoctt: con Replit, prendendo come base un Repl trovato in giro che dimostrava come ospitare un altro tipo di servizio su Tor, ho costruito il mio Repl che: ad ogni nuovo avvio, scarica in locale tutto ciò che serve a compilare e distribuire il mio sito statico (dalle mie repo Git), prepara tutto, ed avvia un server HTTP e il demone Tor, che fa da proxy esponendo il server HTTP sull'esterno tramite la rete Tor. Poi all'infinito, tutto tramite Git, scarica eventuali aggiornamenti a qualsiasi delle parti e, quando necessario, rigenera il sito.
Lascio qui il link ad uno snippet GitLab con i miei file, per chiunque voglia fare il mio stesso servizio per un proprio sito web, magari costruito proprio con il mio generatore di siti statici di infima qualità (a livello di codice, se mi facesse schifo a livello concettuale o pratico non lo starei ancora a sviluppare pian piano): gitlab.com/-/snippets/2338457.

Con servizi PaaS gratuiti come Replit, comunque, c'è un problemino: ci sono limiti sui tempi di esecuzione dei software. Nel caso di questa piattaforma, il tutto va in sospensione se l'indirizzo web del progetto non riceve ping per non ho capito bene quanti minuti. In caso ne riceva dopo, si risveglia dopo il tempo necessario a rifare le operazioni di avvio.
Peccato però che, a parte che significherebbe far aspettare 30 secondi minimo chi vuole visitare il mio sito per lo stabilimento del primo collegamento, è l'indirizzo HTTPS sul dominio di Replit che va contattato, per ovvi motivi non l'indirizzo Tor. E far collegare la gente tramite l'indirizzo HTTPS nullifica gli scopi dell'avere un sito Tor (a cui arrivo a breve, lo giuro).

La soluzione sarebbe usare, su un computer sempre acceso in casa, uno script o un cronjob (piuttosto, un timer systemd, visto che proprio per colpa di systemd i cronjob classici ad oggi sono rotti spaccati malfunzionanti) per pingare in continuazione l'indirizzo del mio sito su Replit. Io potrei farlo, ma vorrei trovare un modo confinato agli stessi servizi PaaS gratuiti per risolvere il problema, in quanto una cosa del genere significherebbe che anche chi non ha un server in casa può fare quello che ho fatto io.
Inizialmente ho provato con UptimeRobot, ma pare dia delle rogne, ho settato il tutto la sera, e la mattina dopo il mio sito era offline.
Cercando in giro ho trovato poi diversi siti (definiti "pinger") che invitano ad inserire l'indirizzo del proprio progetto Replit per farlo pingare in continuazione così da farlo rimanere attivo. Ne ho usati tipo 3 a caso, che non ricordo nemmeno, e da allora il sitoctt sembra non spegnersi più.
O, forse, il merito è stato del mio aver creato un secondo progetto Replit, che ha come unico scopo il pingare il mio primo all'infinito (mentre il principale pinga sempre il secondo). Non lo so, perché il secondo sembra spegnersi sempre, non so se è perché non ha nessun server HTTP esposto, devo indagare..

» Perché?

Facciamo subito uscire l'elefante dalla stanza (che già è piccola): il voler mettere in piedi un sito che contiene materiale immorale a livelli gravi (che differenzio dal materiale illegale di per sé), che se ospitato sul web tradizionale sarebbe molto facile da tracciare indietro ai proprietari con tutte le conseguenze del caso, non è l'unico motivo sensato per voler usare Tor (o qualsiasi altra rete fondata sugli stessi principi tecnici, ma Tor è nel bene e nel male la più famosa e usata).
Questo sito è anche sul clear web senza problemi, per dire, non ha problemi a stare lì.

Tor garantisce un forte anonimato rispetto all'Internet non filtrato. Il perché dovrebbe interessare a chi non traffica contenuti illeciti, è presto spiegato non con una risposta, ma con una domanda: volete per caso far conoscere quello che fate (incluso il visitare un sito web in particolare, come il mio blog) a corporazioni multimiliardarie che in cambio non vi daranno nulla, anzi non si fanno scrupoli a fare tutto il possibile anche a vostro discapito (tracciamento) per trarne in un modo o nell'altro profitto?
A quale pro volete far sapere al vostro ISP i particolari servizi Internet che contattate? Oppure farvi identificare da chi ospita quei servizi Internet (me e il mio ISP se si tratta di qualcosa ospitato in casa mia, altrimenti il provider particolare per server forniti da aziende, come Replit stesso oppure GitLab.com su cui ospito il sitocto nel clear web), se dalla cosa non ci guadagnerete nulla?
A molte persone, per qualche motivo, questo ragionamento non quadra, ma a poche importa e, nonostante io non arrivi ad alcuni estremi, capisco i punti di vista delle poche persone che vogliono mantenere il più possibile l'anonimato anche quando fanno cose morali e legali online. Di conseguenza, condivido e incoraggio l'uso di Tor per accedere ai servizi e i contenuti da me forniti.

Ancora non vi convinco? E allora sentite questa. Tor permette, ad esempio, a giornalisti che vivono in regimi di censura totali o parziali di fare informazione sul vero, che sia in modo diretto o meno. Oppure, permette a chi vive in questi regimi di informarsi in maniera libera e non influenzata dalla propaganda del governo, e di comunicare con altre persone in altre parti del mondo.
Il principio reale per cui è più facile nascondere chi si è e cosa si fa a livello individuale in mezzo ad una enorme folla, piuttosto che quando si è con poche altre persone, si applica anche per le reti distribuite: più gente le usa, anche per semplice navigazione web, più gli individuali utenti sono al sicuro. Quindi, usando Tor per girare sul web, anche se non vi interessa l'anonimità, aiuterete chi ne ha bisogno.
Almeno, aiutate gli utenti che non fanno niente di male: i criminaletti che vendono droga e armi, oppure smerciano foto e video ritraenti stupri o torture, spesso si montano la testa, ed arrivano a trascurare l'opsec a tal punto che prima o poi finiscono (e direi che godo di ciò) più che maluccio.

Un dubbio che può sorgere ai non super-addetti ai lavori, però, è il perché serva fornire il sito anche come servizio Onion, visto che qualsiasi contenuto sul normale Internet è accessibile comunque dietro Tor, che in quel caso funzionerà più come un tradizionale proxy. I problemi qui però sono più subdoli, e hanno a che fare con la natura dell'infrastruttura classica di Internet.

Non penso di dover spiegare i problemi derivanti dal passare dati in forma non cifrata via Internet: le informazioni possono essere non solo trafugate (che per un blog pubblico non è un grosso problema), ma persino modificate e presentate come se nulla fosse cambiato, con facilità disarmante, da una qualsiasi delle parti intermedie del collegamento, ad esempio l'ISP del client o del server.
HTTPS per i siti web risolve questo problema.. Male. Non se ne parla tanto, ma tutto il corretto funzionamento di questi sistemi di protezione dipende da una complessa infrastruttura metafisica globale, che ha più falle di quanto si pensi.
Cercando su Whoogle, ho trovato questo PDF, che più o meno da un rapido sguardo ai problemi di cui HTTPS è affetto: Weakest_Link_in_the_Chain.pdf.
Ciò che c'è da dire di importante in sostanza è che, tutto il sistema attuale, basato sulle CA, consiste nella fiducia verso un'autorità a monte. Senza andare nei dettagli, per cui rimando al PDF, il sistema è fragile e può essere rotto, potendo risultare, in rari speciali casi, negli stessi problemi di connessioni non cifrate; anzi, forse anche peggio, perché la presenza di HTTPS può indurre a fidarsi sempre e comunque: i browser web moderni ci hanno condizionato a farci domande solo quando vediamo il lucchetto aperto o un triangolo di avvertimento, non quando vediamo il lucchetto verde luccicante chiuso.

Quando si usa Tor per collegarsi a siti su Tor, la connessione non solo viene smistata tra ancora più nodi della rete, ma i dati vengono cifrati con un sistema di chiave pubblica e privata tra il client e il server del servizio Onion: l'unico punto debole della catena è il server stesso, che conserva la chiave privata, non ci sono altre autorità di cui fidarsi.
Il sistema ha dei problemi, non lo negherò assolutamente, partendo dal fatto che se la chiave privata viene rubata, i ladri possono impersonare il sito e a quel punto l'unica cosa da fare per chi lo gestisce è cambiare chiave, cambiando così anche dominio, non si può andare dalla CA per revocare il certificato. È così che funziona un sistema basato al 100% sulla matematica e 0% sulla fiducia.
A dire il vero, io starei quindi sbagliando ad usare una macchina altrui per ospitare il sito Tor... Greve. Vabbe.

» In conclusione

Tor non è assolutamente perfetto: ha delle falle di vario tipo, in genere basate sulla deanonimizzazione degli utenti perché è quello che interessa alle agenzie a 3 lettere, ma parliarmoci chiaramente: è un passo avanti per avere più protezione, e sicuramente è un enorme passo in avanti verso la sicurezza dei dati, in una maniera che fa si che la comunicazione tra client e server sia sicura soltanto quanto server e client, senza preoccuparsi delle minuzie introdotte da alcuna terza parte.

Il fatto che Tor sia economicamente supportato almeno in parte dal governo statunitense comunque, senza scendere troppo nei dettagli, comporta forse alcune implicazioni profonde pericolose. Per questo voglio, più o meno a breve, dare una chance a servizi simili a Tor ma diversi da esso. Lokinet mi ispira, a dire la verità, penso sarà la prima rete alternativa che proverò.

» 🏷️ Note e Riferimenti

  1. Aggiornamento del 2022-06-29: ho cambiato il dominio per motivi estetici con questo nuovo! Info aggiuntive (ma pur sempre scarne) al post del PicoBlog di oggi

Una cosa che ho fatto mesi fa e che, fino ad ora, si è rivelata una scelta vincente, è stata l'installare un sistema operativo basato su Linux, in modalità persistente, su una piccola pennina USB.

I motivi per cui ho voluto farlo inizialmente sono forse semplici e banali, ma la cosa mi ha fatto avere, in attenta analisi, alcuni vantaggi inaspettati e molto più che graditi.

» Perché serviva la pennetta?

La necessità iniziale della chiavina scaturì mesi fa dal fatto che, in aula di informatica a scuola, dovevo, come tutti, accedere al mio account GSuite per accedere alla classe virtuale di informatica. Questa cosa, apparentemente semplice, celava nel mio caso due ostacoli:

  • La mia password è lunga decine di caratteri casuali. Me lo permetto perché uso un gestore di password (per tutti i miei account), però a digitare a mano ogni volta si soffre;
  • Google non si fida dell'indirizzo IP della scuola, e mi chiederebbe di confermare l'accesso, ma non avendo aggiunto metodi di sicurezza sull'account, mi chiede di aggiungere un numero di telefono. Già solo perché lo chiede in questo modo, con una palese scusa, il mio numero a Gluglu non lo darò mai: non ha senso, se dei malintenzionati mi rubassero nome utente e password dell'account, potrebbero semplicemente verificare quest’ultimo con un proprio numero, e secondo Google sarà evidente che l'account appartiene a loro... ma non mi dilungo oltre.

Avrei potuto usare una pennetta qualunque, con su scaricato un browser per Windows in versione portatile, contenente la mia sessione di Google salvata da casa, con l'accesso effettuato con il mio indirizzo IP, e avrei risolto il problema.
Avrei potuto, ma non sarebbe stato divertente.
Ed è qui che è saltata fuori l'idea della chiave con su un intero sistema operativo, avviabile su qualsiasi PC x86_64, in modo totalmente indipendente dal disco interno del PC in questione.

» Scelta dell'hardware

Per prima cosa, ho pensato alla memoria che avrei utilizzato.

Come capacità, mi piacerebbe dire che l'ho fatto solo per la sfida, ma la verità è che, sulle poche pennette molto capienti che ho, conservo altri file, che devo tenere su pennetta, e spostarli su tante chiavette piccole è seccante e porta a confusione futura. Quindi, ho preso una delle mie pennine da 2 GB, e mi son detta che me la sarei fatta bastare (e, spoiler, avevo ragione, anche se non è stato semplice).
In quanto a velocità, ho pensato solo ad evitare roba di livelli inferiori a quelli di USB 2.0, perché in ogni caso non ho alcuna chiavetta veloce a disposizione. La mia unica chiavettina con bus USB 3.0 (rilevata da Linux correttamente come USB 3.0) è veloce quanto una 2.0... Maledetta Kingston.
Di schede microSD veloci ne avrei, ma i miei adattatori USB per quelle schedine sono tutti lenti.

Insomma, prendo la fidata pennina USB 2.0 da 2 GB, color menta (sarebbe perfetta come media di installazione di Linux Mint!), anche questa di Kingston, e parto.

Foto della chiavina USB che ho dedicato a Linux.

» Scelta del software

Una volta scelta la chiavettina, rimane la scelta della distribuzione Linux, forse anche più importante.

Qui, non solo le distro gettonate (Ubuntu, Fedora, Mint, Pop!_OS, Manjaro, ...) sono troppo grosse per entrare lasciando spazio per una partizione persistente, ma sarebbero inutilizzabili per via della lentezza della chiavetta.
Fortunatamente, avevo in mente una strada da poter percorrere, perché, nei mesi passati, per mia curiosità, avevo imparato qualcosa sul mondo delle distro Linux leggere.

Era un periodo in cui mi ero appena interessata ad Alpine Linux, per i suoi ideali di leggerezza e minimalismo. L'ho persino usato sul desktop per qualche settimana.
Era reattivo e scattante, grazie anche alla presenza della musl libc anziché l'ormai bloattata GNU libc, ma la necessità di configurare a volte minime cose a mano, anche dopo l'installazione iniziale, mi ha portata ad allontanarmene. Ho comunque pensato che sarebbe stato adatto per un sistema installato su una memoria di archiviazione piccola e lenta, con poche applicazioni.
L'ho quindi installato, includendo tra i software essenziali (oltre a server video e audio): Window Maker (un gestore di finestre leggero), Firefox, ed applicazioni GUI minori, tra cui: un emulatore terminale, un gestore di file, ed un editor di testo.

Tutto sommato, funzionava bene e velocemente ma, nonostante le poche app installate, la memoria era strapiena. Questa cosa mi avrebbe dato alcuni problemi successivamente: ad esempio, non c'era spazio per mettere Minecraft e giocare a SpaccCraft, cosa che volevo perché può tornare utile.
Questo - assieme al fatto che più tardi ho pensato che, forse, cifrare la pennetta sarebbe necessario per proteggere i miei dati contro furto o smarrimento della stessa, ma i miei tentativi di cifrare il sistema già installato sono falliti - mi ha fatto un attimo fermare a riflettere.

Visto che in ogni caso avrei quindi dovuto reinstallare il sistema, ne ho approfittato per cambiare distribuzione.

Nonostante in passato, provando qualcosina, mi avesse dato qualche rogna come sistema persistente, ho deciso di dare una possibilità a Puppy Linux in modo serio.
L'immagine base dell'ultima versione di Puppy (al momento in cui scrivo, la 9.5) pesa appena 400 MB, ma include un sistema desktop di per sé abbastanza completo, con decine di applicazioni precaricate per le necessità più varie.
Come fa ad essere allo stesso tempo così compatto ma pieno di roba? Grazie all'uso di SquashFS, un file system compresso di sola lettura, che supporta algoritmi di compressione estremamente efficienti come LZ4 e ZSTD. Se fosse completamente decompressa, infatti, l'immagine peserebbe sui 2.5 GB. Anche la scelta di includere applicazioni più minimali, però, contribuisce molto, se si considera che praticamente tutti i live CD Linux usano SquashFS, eppure quelli di distribuzioni più tradizionali pesano diversi GB.

» Ad oggi

Puppy è la distribuzione che tutt’ora ho sulla chiavetta.
Eccetto che per qualche problema minore (tipo: come cavolo faccio a collegare una tastiera Bluetooth??? e boh, tanto ora non mi serve più), funziona molto bene ed è veloce in tutto.
Avendo provveduto ad impostare la cifratura LUKS sulla partizione scrivibile, adesso i miei dati (file personali e sessioni del browser) sono protetti contro eventuali incidenti.
Anche il gestore di finestre integrato, JWM, è molto pulito e mi piace abbastanza - anche se mi piacerebbe avesse qualche funzione di allineamento delle finestre (sembra non abbia nulla, o mi sbaglio?).
E ora, infine, di spazio libero ne ho abbastanza; e ho anche Minecraft!

Schermata del desktop del mio Puppy Linux, con neofetch aperto sull'emulatore terminale.
Crediti sfondo: pixelartmaker.com/art/becdd8955dc57eb

» Vantaggi importanti

Bene, con questa magica pennettina quindi ho risolto il problema dell’accesso a Google, ma continuerei ad usarla anche se non mi servisse più a ciò.
I motivi, tutti vantaggi d'importanza, sono i seguenti; alcuni riguardano le live Linux in generale (anche quelle amnesiche), altri si applicano solo ai sistemi persistenti come il mio - tutti, comunque, sono rilevanti quando si usa un PC pubblico:

  • Ho a disposizione un sistema che si adatta ai miei gusti, che posso portare in tasca e usare su qualsiasi PC, senza che io debba mai riconfigurare nulla (eccetto, a volte, le impostazioni del BIOS).
  • Il sistema in questione, al contrario di ciò che potrei trovare sulla enorme maggioranza dei PC in giro (Windows), rispetta le mie libertà, e non fa finire i miei dati in mano ad una corporazione monopolistica che, in cambio, non mi darebbe assolutamente nulla: su qualunque PC che uso, anche quelli non miei, rimango coerente con i miei valori.
  • La segretezza riguardo cosa faccio sul PC in quel momento è molto più certa, così come la sicurezza dei miei dati: di un qualunque sistema operativo installato su PC pubblici si fa solo bene a diffidare, potrebbe esserci su installato qualsiasi strumento di spionaggio (e, in realtà, così è su alcuni dei PC a scuola: è presente un programma di controllo desktop remoto pensato per le scuole, LanSchool).
  • Ho tutti i miei dati essenziali sempre con me, che siano semplici documenti oppure sessioni aperte su diverse app (come la sempre comoda Element, per messaggistica e scambio di note e file piccoli tra i miei dispositivi).
  • Alcuni software particolari, come Minecraft Java (che, a quanto pare, su alcuni PC Windows può non funzionare, perché magari i driver della GPU non funzionano correttamente, e Windows non ha l’emulazione OpenGL software di Mesa a livello di sistema, al contrario di Linux), dovrebbero funzionare sempre!
  • Ho una scusa per ricordare in giro indirettamente che, anche nel 2022, le pennine USB sono rilevanti, anche quelle di fascia ultra-bassa.

» Alcuni approfondimenti

Posso concludere dicendo: adottate anche voi una pennettina Linux persistente, se a volte utilizzate PC non vostri, non ve ne pentirete! In verità, vi dico, fatelo anche solo per lo sfizio, se avete qualche penna USB in disuso in un cassetto :)

Riporto qui i siti Web di alcune distribuzioni che non ho menzionato nel testo, ma che ho provato in passato o credo comunque valga la pena controllare:

» 🏷️ Note/Riferimenti

  1. Aggiornamento del 2022-08-13: Ho importato questo articolo dal mio vecchio blog (https://noblogo.org/loli-documentatrice/gli-inaspettati-vantaggi-della-chiavetta-linux), per preservarlo meglio e per testare alcune cose. Ne ho approfittato per, oltre a migliorare la formattazione, cambiare in parte la forma di alcune frasi. Il contenuto resta praticamente uguale. 

» Lista di Tutti i Post

Quelli più in alto alla lista sono i più recenti!

» Archivi MicroBlog di Settembre 2019

» [2019-09-18 20:58] Lagwei lazur

A.y: ooooo
Foto del Huawei di A.y, che sembra emettere un laser viola dal sensore di prossimità.

Octt: cosa ezere quel lazur viola

Octt: i misteri del lagwei

[...]

A.y: esere sensore di prossimità

A.y: se tu spaca vetro sopra quelo
Sticker di un violinista che suona. In questo contesto di chat sottintende qualcosa di finito male.

A.y: lo so per esperienza
  no non è vero

» [2019-09-17 15:16] Test più disparati con il Galaxy Player

: Good Lagsung
Foto del Galaxy Player, che mostra il canale Telegram in Plus Messenger.

: 512 MB di RAM e gira meglio del Lagwei
Schermata "RAM" in "Gestione Attività" del Galaxy Player. Sono indicati 215 MB su 488 MB di RAM occupati.

: Ora proviamo l'emulatore del N64 e del DS, così esplode

[...]

: Eeee i giochi del DS girano meglio su un Android di 8 anni fa che sul mio PC [l'Android in questo caso è ARMv7, mentre il PC è x86_64, ndr], perfetto

[Sondaggio] Devo provare del DS come prossimo gioco

Totale3
Mario Kart DS2
Pokemon B/W 20
Animal Crossing Wild World0
Super Mario 64 DS1

: OK mi hanno detto su gruppi di provare Mario 64, quindi provo sia Mario Kart sia Mario 64

[...]

: Ho trovato una cosa nella memoria del lag
Schermata di una cartella, con dentro i file di un NANDroid backup del Galaxy Player risalente al 2017-12-09.

: Ecco un motivo per cui le nuove versioni di Android fanno schifo [gestiscono il collegamento come memoria USB peggio di Android 2.3, ndr]
Foto del Galaxy Player che mostra la schermata "Archivio USB in uso".
: In realtà ce ne sono tanti, poi ne parleremo

: E ora testiamo gli altri giochi

[...]

: Super Mario 64 DS

: Mario Kart DS

: Allora, vorrei registrare altri giochi ma il Memewei è rotto e, nonostante abbia cancellato i video di prima, dice che non ho memoria

: Ah si giusto, questo Huameme lo ho da solo un anno e mezzo, ma ci sono MOOOLTE cose di cui parlare che lo riguardano

: Ora arrivano degli screen dell'emulatore del N64
: Non ho registrato ma il framerate dei giochi era sempre stabile e giocabile.. purtroppo i giochi non sono tanto giocabili, ma soltanto perchè ci sono gravi glitch grafici
: Credo sia colpa dell'emulatore che è vecchio (purtroppo su Android 2.3.6 non posso fare molto)

Schermata di Mario Kart 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Mario Kart 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Mario Kart 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Mario Kart 64 emulato sul Galaxy Player.

Schermata di Super Mario 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Super Mario 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Super Mario 64 emulato sul Galaxy Player.

Schermata di Wave Race 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Wave Race 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Wave Race 64 emulato sul Galaxy Player.
Schermata di Wave Race 64 emulato sul Galaxy Player.

: Gli screen li ho fatti direttamente sul Lagsung con una app

: Adesso arriva anche il video di qualche gioco vah

: A parte Zelda che ho provato ora, gli altri giochi hanno un framerate stabile se vedete, nice, un Lagsung di 8 anni fa si sta riscattando.
: Vi avverto che ci potrebbe essere un trigger epilettico quando avvio quake 2 eh xd

: Vabbè per ora basta test sul Lagsung

» [2019-09-16 18:35] Memewei memoria piena

"Schermata del P9 Lite Mini che dice che la memoria è quasi piena e ciò rallenterebbe il dispositivo."

: Il Memewei si dimostra valido kek

: Vaffanculo un giorno sto coso lo spacco

: A parte che è già tipo piegato, perché ha preso tante volte le botte perché faceva il meme

: Ma il Lagsoong può avere anche solo 1 KB libero e non rompe con popup cinesi

Qui un po' di contesto è doveroso: questo schifo di smartphone, quando ha tipo solo ~100 MB liberi sulla memoria interna, fa uscire circa ogni 3 minuti questo popup, che fastidioso è dire poco. E credetemi, è facile riempire la memoria di uno smartphone con Android 7 che, tolto lo spazio occupato dai componenti di sistema, ha solo 7,5 GB di spazio disponibile all'utente.

» [2019-09-16 18:24] Brick e rinascita del Galaxy Player

: Allora, come saprete oggi ho sbrickato il Lagsung, e la memoria interna non si è formattata

: Ciò significa che ho trovato mondi [di Minecraft, ndr] risalenti al 2013 e oltre, che non ricordavo esistessero

: A 10 iscritti vedrete i mondi

[...]

: Ah, la tastiera del vecchio Lagsung ha una cosa bella

: Non ha quelle emoji tossiche perché ha di meglio
  MOLTO MEGLIO
Foto del Galaxy Player che mostra la app di note, con aperta la tastiera sulla scheda delle emoticon, che sono nel vecchio stile a simboli, non emoji.

[...]

: Ok, ora vi dirò la storia dettagliata del Lagsung briccato, e ora sistemato perché
  Ora scoprirete perché

: Allora
  Il lag in questione è il Galaxy Player 3.6
  Aka un S1 più sottile e senza parte telefonica

: Cosa è accaduto

: Un anno fa, visto che il mio cervello lagga, mi passa in mente "ei ma perke non metto una custom rom??!1!1!"
  E quindi ho messo una custom ROM, che era pure brutta
  Tre ore dopo volevo toglierla, perché il WiFi era rotto

: Quindi che faccio
  Preparo Odin, cerco la ROM stock e flasho
  Non si capisce perché (cioè, lo so perché, perché Odin è un programma stronzo che a tradimento se gli va ti bricca il telefono) verso la fine [del processo di flash, ndr] si blocca, non va avanti
  Ho lasciato il coso lì attaccato quasi mezz'ora e non andava, quindi stacco

: Lo riaccendo e
Sticker distorto di Kanna e Tohru (due loli drago) che leggono un libro chiamato "Am I retarded?".

: Si, perché c'era una bella schermata che diceva
Foto del Galaxy Player che, sul bootloader, mostra un triangolo di avvertimento e la scritta "Firmware update encountered an issue. Please select recovery mode in Kies & try again.".

: E quindi, niente, io visto che ho la segatura nel cervello, per letteralmente quasi un anno ho creduto fosse la mia ROM corrotta, perché anche se riflashavo dava sempre errore alla fine, e letteralmente per un anno ho perso tempo a cercare altre ROM inutilmente

: Ah e, ovviamente ho provato a collegare a Kies semplicemente, ma non riconosceva il telefono, stava continuamente a caricare, e se andavo nella recovery mode manuale di Kies mi chiedeva un codice (?)

: Poi proprio l'altro ieri il buon Ashflee mi ha detto che bastava il file PIT giusto e si fixava
: Io non lo sapevo perché sono laggante

: Quindi oggi trovo il file PIT della versione USA e me ne sbatto del fatto che io ho il Galaxy europeo, metto PIT e flasho ROM USA e
: E
: Sta in bootloop perché boh, in /data c'era la segatura e non si montava

: Formatto /data da recovery e il lag si accende, e ora funziona ed è meglio del mio meme

: Però comunque l'archivio interno non si è cancellato, e ci sono tutti i vecchi file
  Compresi i miei oldissimi mondi di Minecraft

: E niente sar, questo è il Lagsoong di nuovo in vita dopo un anno di coma
Foto della schermata di blocco del Galaxy Player, con uno sfondo di Astolfo non-canon.

» [2019-09-16 18:14] L'inizio di OctoVoLTE

: Allora, su questo canale ci saranno cose del Lagsung

: E Memewei, ma forse anche Xiaomeme

: Ah e, ovviamente, metodi per avere 🅱oLTE sul telefono

VoLTE

Da questi messaggi ebbe ufficialmente inizio la storia di OctoVoLTE. Di Memewei se n'è parlato lì in questi anni, forse anche troppo; Di metodi per avere VoLTE, non se n'è avuto nemmeno uno, tipo. Sad.




Contatore assoluto delle visite

Conto assoluto delle visite



✨sitoctt✨ Bandiera Octt Occhi blink blink

(Part.) Copyright (C) 2022-2023, OctoSpacc

Pagina compilata in data: 2024-04-13 13:35 | Commenti/Issue/PR?