☠️ Il sitoctt è morto? E altre risposte a domande toste
Da OctoSpacc
Chi segue il sitoctt (…sarà mica rimasto qualcuno?) avrà purtroppo notato una certa mancanza di contenuti nell’ormai ultimo anno, su questo sito… e non solo in post, che già da 2 annetti erano decisamente traballanti, ma anche per quanto riguarda varie pagine del sito, che ormai prendono la polvere oltre ogni ombra di dubbio.
“Il sitoctt è morto!” “La fine è vicina!” Verrebbe giustamente da urlare, con uno scenario del genere… ma sarà davvero il caso? Beh, questo non sta a me decretarlo — …anche perché mi vergognerei di ammettere direttamente la verità, in questo caso… — ma quello che posso fare senza troppi problemi è certamente affrontare la questione in modo ampio, seppur personale, analizzando i fatti oggettivi, e le implicazioni octose da questi derivati.
Dunque, con questo post, che comunque non è da considerarsi la fine della fine, bensì solo un dovuto avviso per non lasciare questi dubbi infugati per la prossima eternità, andiamo a vedere un po’ questo schifo: come mai, dopo essere partito con gran veemenza nel 2022, oggi nel 2025 (come tanti altri siti personali, tra l’altro) il sitoctt è diventato una landa così desolata? I motivi, com’è facile pensare, sono molteplici.
La frizione scartavetrante 🧻
Il sitoctt si regge su un generatore di siti statici — dall’anno scorso Hugo, prima ancora staticoso, ma cambiando il programma il concetto non cambia — cioè un tipo di software che legge vari file di testo (di post e pagine, e non solo) e, secondo meccanismi altamente magici, genera file HTML e affini che, messi su un server (o aperti in un browser in locale), mostrano il sito.
Tutto apparentemente molto liscio — e, in effetti, tolti dall’equazione i capricci che ogni tanto questo tipo di software fanno, lo è — ma c’è un problema: Creare e modificare i contenuti, di per sé, non è per niente liscio… è più carta vetrata sull’anima, insomma. Questo perché bisogna quantomeno andare nella cartella del sito, che deve essere sincronizzata all’ultima versione sul dispositivo dove si vuole lavorare — quindi, usando Git o simili per la sincronizzazione, serve fare il comando — cercare o creare a manina i file per modificarli in un editor Markdown o plaintext, scrivere tutte le cosine, idealmente fare una build del sito in locale per assicurarsi di non vedere sorprese, e solo a quel punto rispedire in cloud — e con Git, da terminale sono altri 3 comandi. Ah, ed eventuali file multimediali vanno copiati sempre a manina nella cartella del sito, per poi copiare il loro percorso specifico all’interno del testo della pagina…
Tutto ciò, semplicemente, è seccante; si finisce a perdere dai 2 ai 5 minuti ogni volta senza contare il tempo di lavoro effettivo… e su PC è ancora accettabile, ma su mobile è davvero una tortura! È vero che, se si usa Git per conservare il sito, com’è comune, si può spesso usare l’interfaccia web del servizio di Git del caso per modificare direttamente qualcosa dal browser, ma non prendiamoci in giro… Quegli editor web sono scarni e non affatto pensati per modificare interi post lunghi, oppure, di contro, sono una versione web di VSCode, che impiega il suo bel tempo a fare tutto e sarebbe pensata per modificare codice, non testo; e, in ogni caso, l’esperienza su mobile rimane pessima.
Esiste qualche software di tipo headless CMS, cioè interfacce web ottimizzate per gestire i contenuti di siti web, che invece di un server di backend tradizionale usano trasparentemente Git o simili per leggere e scrivere i file… eppure, non scherzo se dico che non sono mai riuscita a trovare nessuna soluzione open-source — o almeno, senza cose strane come vendor lock-in verso GitHub o uno specifico generatore di siti statici — che fosse davvero decente e utilizzabile, soprattutto avendo il requisito del mobile. Da piangere, proprio.
La trappola dell’ordine 🪤
Con il tempo, facendo la lotta principalmente con la rogna suddetta, mi sono accorta di ancora un’altra difficoltà, che in effetti è ben collegata alla prima: un istinto di perfezionismo, un bisogno di ordine portato all’estremo che, puntualmente, contribuisce al farmi distogliere la voglia di mettere le mani sul sitoctt. Un sentimento per cui, non tanto le pagine miste, ma i post assolutamente si, non posso pubblicare qualcosa se prima non l’ho veramente pensato, scritto completamente, riletto, aggiunto già immagini di copertina e le varie altre scemenze, e così via.
Su questa questione avranno già parlato ampiamente tanti psicologi su Internet, quindi non devo essere io a spiegare che ok, va bene volersi impegnare nel fare le cose sempre per bene e al massimo delle proprie capacità, ma è pur sempre meglio fare qualcosa con delle piccole mancanze se l’alternativa è non fare assolutamente niente. Per giunta, se da un lato questo bisogno mi blocca dal creare nuovi post in primo luogo, la frizione descritta prima mi scoraggia dal fare aggiustamenti a contenuti già pubblicati, quando gli errori escono fuori… e, nonostante il perfezionismo, escono fuori.
È dunque la fine? ☠️
Se le cose stanno così, allora, forse è giustificato che alcuni pensino che questa sia davvero la morte del sitoctt; che, seppur mai ufficializzata, e pure con il sito che rimarrà raggiungibile e consultabile nei secoli a venire (almeno, fintanto che sarò in vita me ne accerterò, ma oltre un certo punto posso solo sperarlo!), nello spirito con cui questo posto è nato — che, a dire il vero, non era mai stato solamente di condividere le mie robe scriveggianti, ma fare anche cose più simpatiche nel contesto molto spumeggiante che un sito web permette — si è tutto già esaurito, per sempre.
Ebbene, questo non è affatto il caso! Ammetto che non ho abbastanza tempo e voglia per fare chissà che cose stupefacenti sotto un aspetto tecnico-artistico, ma la passione per lo scrivere non mi è mai sparita; e anzi, semmai è aumentata, anche se nel tempo è decisamente mutata e tuttora continua a modificarsi. Se prima, come anche i sitocttisti sanno, quasi 2 anni fa ho preso l’abitudine di scrivere ogni giorno delle cosine più o meno elaborate con il fritto misto di octospacc, all’inizio dell’estate ormai volata di quest’anno ho iniziato un altro esperimento, il quale ormai devo dichiarare cristallizzato…
La soluzione spiritica ♨️
Ho infatti un nuovo (ennesimo…) sito, che attualmente considero a tutti gli effetti il successore spirituale del sitoctt, dove i problemi sopradescritti non si applicano: stuffoctt.octt.eu.org. Avendo io un server Linux casalingo sul quale posso permettermi di far girare roba a gratis (nel senso, finché vivo con i miei genitori, Internet e luce li pagano loro…), e trovato un software di CMS hostato abbastanza carino, HTMLy — comparabile a WordPress, ma estremamente più leggero, basato su Markdown e con archiviazione su file di testo, anziché con un database opaco che richiede manutenzione extra ed è più difficile da backuppare — non aveva proprio senso non tentare.
Dopo tipo 4 mesi, allora, alla fine, devo dire che l’idea è stata geniale. Al di là delle difficoltà intrinseche dello scrivere, che comunque anche lì sopra mi torturano, e per cui purtroppo non c’è software che tenga, l’aver completamente dimenticato il modello del sito statico, ma senza entrare nel campo scomodo dei dinosauri web (WordPress lo uso per il fritto misto, e direi che mi basta e mi avanza), mi ha permesso di concentrarmi sul produrre contenuti e basta, lasciando da parte le schifezze computeristiche. L’interfaccia web, su cui tra l’altro ho lavorato per applicare alcune migliorie e restituirle in upstream, è comoda e sempre presente, e questo mi permette sia di scrivere al volo che di aggiustare roba vecchia.
Questo nuovo sito è a dire il vero in una situazione un po’ buffa perché, come testimoniano i post più vecchi, ci ho iniziato a scrivere in inglese, con l’idea di provare ad acquisire più pubblico che precedentemente non mi conosceva proprio, con qualche post in italiano buttato in mezzo quando proprio mi andava, con la filosofia benedetta di non preoccuparmi troppo e pensare unicamente a scrivere… Ma poi, avendo visto che Google non indicizzava granché, e che per quanto so a nessun umano fuori dalla mia cerchia è fregato granché della mia roba, i motivi per scrivere in inglese sono decaduti, e ho deciso di ripassare stabilmente all’italiano… e Google ha iniziato ad indicizzare.
C’è, insomma, tra le lingue sparse, e il fatto che HTMLy non supporta sezioni per i post, ma solo categorie e tag, che è un modo in meno di organizzare i contenuti, un bel casino su questo stuffoctt, e per questo non posso davvero dire “il sitoctt non è più cosa, ormai seguitemi solo su stuffoctt.octt.eu.org e non piangete”… senza contare che, comunque, per come l’ho esteso e personalizzato tecnicamente, oltre che nello stile grafico, il sitoctt per ora rimane ancora qualche gradino intrinsecamente più su, quindi non pensate che mi faccia piacere liquidarlo così. Eppure, la verità va detta: non aspettatevi nuovi contenuti qui sopra, perché ormai io vivo sul nuovo sito! Ovviamente, nonostante tutte le paturnie che mi portano a queste decisioni più o meno bislacche, devo pur sempre ringraziare chi mi segue o mi ha seguita qui… se vi piaccio ancora, per così dire, ora sapete dove trovarmi. 🥰