🎮 Storia antica del DSpacc
Da OctoSpacc
Quasi due mesi fa, un po’ casualmente mi è tornato alla mente il DSpacc; prima come concetto, parlandone con gente online, e poi direttamente come l’oggettino che fieramente possiedo.
Questo mio coso ha visto la polvere, la gloria, la guerra, e la disperazione. Proprio di questo avrei dovuto parlare oggi, di cosa io abbia fatto di recente per togliere un po’ di polvere e riportare così il mio dispositivo alla gloria.
Scrivendo, però, mi sono accorta di come il contesto sarebbe stato confuso se non avessi dato il giusto spazio alla storia; ma ahimè, la storia di per sé è lunga, e meritevole di un articolo dettagliato, quindi eccoci qua.
Gli albori
Il tutto inizia quando, all’età di circa 6 anni, ebbi in regalo per il mio compleanno questo Nintendo DS Lite… no, non sto divagando, ora ci arrivo. Per ben 3 anni è stata la mia unica console da gioco - e, per almeno 1-2 di questi anni, il mio unico dispositivo da gioco, prima che io ottenessi il Galaxy Player o il tablet scassone.
Era per me un oggetto di battaglia assolutamente indispensabile, necessario sempre e ovunque al pari del mio smartphone ad oggi, e forse per questo ha avuto una vita particolarmente intensa nei suoi primi anni. Di giochi non ne avevo tantissimi, perché avevo solo 2 GB di memoria nella flashcart e nessun gioco fisico (a parte uno oscuro, che comprai solo più avanti), ma avevo alcuni tra quelli di punta. Insomma, con Pokémon, tutti i principali Mario, e pure roba come Cooking Mama (che ai tempi andava un sacco), la goduria era sempre presente.
Un DS Lite.. non il mio, per ovvi tra poco ovvi - Havok at en.wikipedia, CC BY 2.5 https://creativecommons.org/licenses/by/2.5, via Wikimedia Commons
Il giorno dello spacc
Nonostante un paio di disavventure tra flashcart - la prima un giorno smise di funzionare misteriosamente, la seconda stava iniziando dopo circa 2 anni a dare gravi segni di cedimento - la consolina combatteva e mi faceva divertire.
Un brutto giorno di inizio luglio però, nel primo pomeriggio, di ritorno dal mare, il mio desiderio di giocare fece crack, assieme alla plastica della cerniera quando aprii la conchiglia. Eh sì, esattamente questo è un “DSpacc”: un DS spaccato. Il nome poteva non dire molto, ne sono consapevole, perché non solo l’ho coniato io, ma anche molto di recente.
Nell’attimo mi sembrò assurdo che semplicemente aprendo la console, questa si fosse potuta rompere; e mi sembra ancora oggi assurdo, anche se ho scoperto che è un problema diffusissimo: basta digitare “nintendo ds broken” su qualunque motore di ricerca d’immagini per notare come non solo le immagini che mostrano la cerniera rotta siano la maggior parte, ma anche come quelle raffiguranti DS e DS Lite siano la maggioranza. Pare che, a partire dal DSi, Nintendo abbia infatti ridisegnato il meccanismo a conchiglia, dimostratosi fino a quel momento inadatto, e che lo abbia ulteriormente perfezionato con il 3DS; evidentemente, l’originale faceva cahà.
Le conseguenze del danno
Stava per iniziare a subentrare la disperazione, anche se sul momento la console continuava a funzionare perfettamente, perché si era semplicemente spezzato un pezzo della plastica sulla destra della cerniera, che ha il solo compito di garantire integrità strutturale. La disperazione ha iniziato a subentrare per davvero nell’istante in cui vidi che i colori dello schermo iniziavano a sfalsarsi muovendo la conchiglia: ecco qua, il cavo del display ha iniziato a subire danni.
Un po’ dopo, credo lo stesso pomeriggio, andai con mio padre in un negozio dall’altra parte della città, per vedere quanto sarebbe costata una riparazione. Il prezzo ora non lo ricordo, ma decisi che non valeva la pena, e che sarebbe stato meglio comprare proprio un bel 3DS, visti i giochi interessanti che erano usciti o stavano per uscire per la nuova famiglia di console.
Non ricordo se nei giorni successivi continuai ad usare il DS Lite, perché molti dei titoli a cui volevo giocare richiedevano lo schermo superiore, e il gaming con i colori sminchiati non mi piaceva (ad oggi non mi darebbe eccessivamente fastidio, invece). Ad ogni modo, entro la fine di quella settimana, dopo svariate ricerche in negozi sul territorio alla caccia del prezzo più conveniente, ottenni il mio o3DS XL.. e quella è tutta un’altra storia.
L’era della polvere
Da questo momento, ovviamente, il vecchio nuovo DSpacc finì in secondo piano. Forse qualche volta lo prendevo ancora, almeno per giochi come Animal Crossing che richiedono solo il pannello inferiore, perché (stando alla app Diario, sicuramente più precisa della mia memoria) nelle prime 2 settimane di 3DS non avevo con che giocare oltre alle applicazioni di sistema. Poi, però, da un lato riuscivo lentamente a popolare di software la nuova console, dall’altro il DS Lite stava continuando a rompersi - più prima che poi, infatti, il display superiore ha iniziato a smettere completamente di funzionare, mostrando solo una schermata bianca con una macchia nera (?) - la polvere ha iniziato ad assalire il DSpacc. Come se non bastasse, la flashcart un giorno fece ciao ciao! 🙄
Anche dopo anni, nonostante la mia nuova console, ogni tanto continuava a capitarmi di riprendere in mano la vecchia.. non so bene per quale motivo, visto che non potevo ormai farci nulla di che, non avendo giochi su schedina dedicata che potessi usare senza schermo superiore. Anche anni dopo, magari perché con il tempo qualche cartuccia DS originale ho iniziato a collezionarla e mi andava di avviarla, a volte riaccendevo per qualche minuto il DS Lite.
Tutto bello, finché, ad un certo punto, della povera console mi sono giocata persino lo SLOT-1 (quello delle schede DS)! Ricordo che mostrava qualche difficoltà a leggere anche schedine originali, ma le altre mie memorie sull’argomento sono molto offuscate. Mi torna in mente che guardando dentro lo slot vedevo dei pin piegati, e che cercai di infilare qualcosa per raddrizzarli, ma invano. Non mi pare che facendo ciò ne danneggiai altri, però già da almeno 3 anni fa (rispetto al presente) ricordo che nello slot alcuni pin erano spezzati, mancanti… quindi, o quando ho ficcato roba nella porta ho indebolito o addirittura staccato altri pin senza accorgermene, oppure è il mettere e togliere occasionale di cartucce, nella speranza che qualcuna venisse letta, che ha spezzato i contatti già indeboliti (e sarebbe grave, perché dimostrerebbe la cattiva qualità dello slot).
Dopo questo nuovo imprevisto, certamente potevo ancora, tramite Download DS, usare la console per software tecnicamente limitati, volatili, senza possibilità di salvare alcuna configurazione (o progresso, nei giochi), ma non giriamoci attorno: che cosa si fa di utile e continuativo così? Praticamente nulla, e la console era diventata quindi un fermacarte… fino a quando, tempo dopo, ad una fiera trovai per caso e comprai una cartuccia di Pokémon Rubino. Nonostante fosse addirittura senza scatola, dovevo averla: finalmente avrei potuto giocare a qualcosa di completo sulla mia povera consolina!
Modifica arrangiata
Comunque, quel pannello rotto cominciava a pesare, letteralmente. La cerniera spaccata sbilanciava il peso dell’intero dispositivo, e la parte superiore della conchiglia rimaneva appesa solo grazie ai cavi assortiti.
Avevo scoperto già da un po’ il concetto di GBA Macro. Per i non addetti ai lavori, si rivede nel dare una seconda vita ad un DS che ha perso lo schermo superiore, per giocare a titoli (emulati, o non come quelli GBA, per cui la console offre retrocompatibilità hardware) di console precedenti che di loro natura possedevano un solo schermo.
Online vedevo già gente che creava i suoi personalizzati con scocche colorate a mano in maniera unica, oppure aggiungendo tubi LED che fanno un effetto neon, messi al posto della cerniera. Tutta roba fantastica, ma se non avevo voglia (e modo, almeno al tempo non si trovava su Amazon.it) di comprare un nuovo display per riparare per bene la console, potevo mai mettermi a spendere per dettagli che, per quanto belli, sono oggettivamente superflui?
Prendo un paio di forbici, e taglio via i cavi per cui la metà superiore della scocca resta attaccata alla principale. E questo è? Si può tornare a giocare? Beh, non esattamente.
A dire il vero, creare un Game Boy Macro per bene richiede qualche intervento hardware un po’ più ricercato dello strappare via con violenza lo schermo rotto, e per questo la mia storia è stata un po’ travagliata. Prima di tutto, una particolare operazione è praticamente obbligatoria, se non si vogliono perdere le funzionalità DS: aprire il dispositivo e - oltre a staccare per bene i cavi di display, altoparlanti, microfono, e antenna, senza tagliarli - saldare un piccolo resistore su 2 testpoint della scheda madre. Normalmente, la console non supera il POST e si spegne se non rileva lo schermo superiore (precisamente, se non rileva l’assorbimento di corrente che si aspetterebbe dalla retroilluminazione dello schermo di sopra); saldare un resistore di un valore tra circa 300 e 1000 Ohm nei giusti punti serve proprio a far credere al sistema che nulla sia fuori posto.
Però, io le mie ricerche sul Web le avevo fatte, scoprendo così che il POST non viene eseguito per avviare una cartuccia dallo SLOT-2 (quello GBA), se nelle impostazioni di sistema è impostato l’avvio automatico di una scheda di gioco se presente. Ben prima di commettere il mio atto violento quindi, perché dopo non avrei più potuto accedere al menu di sistema, ho impostato l’avvio automatico, e mi sono accertata che fosse selezionato lo schermo inferiore come pannello usato nella modalità Game Boy Advance.
Compiuto il crimine, constato che la console funziona esattamente nel modo in cui gli sconosciuti su Internet avevano raccontato: è praticamente un GBA, come se non fosse mai stato un DS.. eccetto che non ha gli speaker, perché li ho tagliati via. 😅
Un nuovo piano
Poco più avanti, comunque, iniziai a rivolere indietro cose come la modalità Download DS.. o la regolazione della retroilluminazione. Decisi di comprare un kit di punte per cacciaviti online, che tra le tante includeva anche la stramaledettissima punta per viti tri-wing, quelle viti amate da Nintendo esattamente tanto quanto odiate da noi scemi che compriamo i suoi prodotti.
Con la mia nuova pericolosissima arma (non una mia opinione questa, ma di chi si ostina ad usare viti di merda per gli oggetti che produce) posso finalmente aprire il mio DSpacc, al fine di saldare il resistore.. resistore che non ho! Ma ho un pezzo di gomma.
Altre gentili anime su Internet, infatti, illustrano come i gommini conduttivi usati per i tasti dei telecomandi (e dello stesso DS) hanno spesso il giusto valore di resistenza che serve in questo caso. Fortuna ha voluto che un vecchio telecomando rotto che avevo sotto mano avesse dei gommini adatti: tagliandone uno, e tenendolo premuto col dito sui famigerati testpoint, la console si accendeva come prima che tagliassi via il pannello.
Qui la cosa dura è stata il riuscire a fissare quel cosino alla scheda madre, in modo che facesse la giusta pressione, e quindi il giusto contatto elettrico, sui punti dove in teoria andrebbe fatta una saldatura - per il motivo che la stessa parola “saldatura” suggerisce. Qualche centimetro di nastro isolante dopo, che ho dovuto applicare e riapplicare fino a riuscire a fermarlo con la giusta tensione, e sembrava che io avessi finito; ma la sorte ha deciso di schernirmi.
L’ennesimo guaio
Visto che il dispositivo di grande qualità - ma non solo lui, ormai anche gli “smart"phone da 15 anni a questa parte - non si accende senza batteria collegata (solo con il cavo di alimentazione esterno, per capirci), e che è solo la scocca di plastica che mantiene la cella incastrata e allineata, adesso che la console era smontata dovevo tenere la batteria con le mani vicino ai contatti a molla, in quegli attimi di pochi secondi in cui volevo semplicemente verificare che la console funzionasse. Beh, a causa di queste manovre (e l’ho capito solo dopo), forse per il mio aver maneggiato male la batteria o chissà cosa, tutto d’un tratto il DS non si accendeva più! Non falliva il POST come prima, eh, ma proprio non dava segni di vita. La disperazione è salita rapidamente, non avevo la minima idea di cosa fosse successo e dove mettere le mani. È stato solo grazie ad Ashfly, che mi stava aiutando in chat con il mio casino, arrivo alla conclusione che si era appena bruciato il fusibile dedicato al collegamento della batteria.
Non vogliatemi male, ma non avendo il resistore che sapevo esattamente mi servisse, potevo mai avere il fusibile che non potevo mai immaginare si bruciasse? Ho dovuto quindi fare un bellissimo ponticello con lo stagno… Suvvia, non ha senso fare troppe storie a riguardo, non potrà mai succedere che io colleghi per sbaglio, nel vano batteria, una fonte di energia più potente di quello che la circuiteria della console può reggere; il fusibile della porta di ricarica è separato, quindi è da escludere che un alimentatore difettoso possa scaricare i letterali fulmini nella CPU della console.
Questione risolta
Mi sarebbe piaciuto ricollegare lo speaker (il posto nella parte inferiore della console lo si trova) ma, da un lato l’averne tagliato il filo e la mia assoluta incompetenza a saldare del tempo (la foto del ponticello parla da sola) - anche se, ad oggi, almeno un filo su un testpoint grande lo so saldare - e dall’altro la frenesia di richiudere tutto nella paura che il mio disastro di nastro isolante si potesse muovere, ho preferito chiudere tutto e fare finta di nulla. Almeno, ho ancora la porta jack 3.5 per ascoltare audio in cuffia.
Successivamente (ben 13 mesi dopo… ho pensato per tutto questo tempo che la console fosse bella da vedere messa com’era?!?) ho rifinito un po’ la scocca, principalmente usando della carta vetrata per appiattire totalmente l’altra sporgenza che normalmente serve al meccanismo a conchiglia, facendola arrivare allo stato in cui ancora adesso è.
Il seguito
Giocare a Pokémon Rubino sul mio nuovo GBA Macro, molto più compatto e leggero del DS in forma originale, ha preso tutto un nuovo gusto. Ci ho giocato decine di ore, ma ogni tanto mi veniva in mente di volermi divertire anche ad altro sull’elegante consolina.
Escludendo totalmente le flashcart DS, perché lo slot è, come ho detto, morto, ho guardato a quelle GBA. Su Amazon.it, unico negozio online in cui potevo e posso comprare, mi sembra trovai già al tempo una scassona a non più di una ventina di euro, ma non so perché ho solo guardato - e l’ho fatto più di una volta - senza mai toccare (comprare).
È passato quindi un altro abbondante anno, ed arrivo ad appena qualche settimana fa. Un po’ a caso, mi ricordo del mio DSpacc e, visto che mi dispiace del suo essere in disuso provo a fare una roba un po’ pazza, di cui ho parlato a questa voce del 2022-09-18 del MicroBlog.
A questo punto, però, sto ormai entrando nel racconto dell’età contemporanea del DSpacc, che ha fin troppi risvolti di cui dover parlare. Nel prossimo articolo dettagliato sull’argomento ci sarà tutto il tempo per parlare di come, finalmente, ho rispolverato con stile questo valoroso dispositivo da gioco, che rimane ancora adesso valido nonostante la cattiva sorte.
Grazie per la lettura! Se hai trovato la storia intrigante, allora tieni gli occhi aperti per il seguito! 😄
Pss… La storia che riguarda la modifica Macro in sé meriterebbe un piccolo dossier a parte, secondo me. Grazie all’esistenza dei vecchi messaggi scritti posso comporlo.. dovrei?